Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

lunedì 22 giugno 2020

...e per fortuna che è lo SMITHSONIAN!

Rompo questo lunghissimi digiuno da questa pagina con una delle mie più recenti disavventure librarie, per la nostra consueta rubrica di (dis)servizio pubblico anti-sòle, così magari non ci cascate anche voi, a meno di volerlo con tutte le vostre forze, ben inteso!

Parliamo in questo caso dell'ennesimo volume sulle cose che fanno il botto, del tipo semovente/a propulsione autonoma e del tipo guidato/telecomandato, detti anche missili dai profani.

Nel corso delle mie (pressoché costanti) peregrinazioni sul web, ho infatti incocciato in questa amena pubblicazione, marcata per l'appunto Smithsonian che per i lettori anglosassoni è in genere un marchio garantito di qualità, serietà ed approfondimento.
Diciamo che, per la mia pluriennale esperienza, non sempre è così e questo pretenzioso libello - disponibile sia in versione cartacea che digitale - ne è la dimostrazione.

Ci troviamo infatti di fronte alla catalogazione, completa, per carità di Dio, di qualunque ordigno mai prodotto - magari anche solo in forma di prototipo - dagli Stati (dis)Uniti d'Ammerreka dal secondo dopoguerra ad oggi ma dire che sia anche esaustiva e/o dettagliata, bhé, ci vuole giusto la fantasia del tipico recensore a stAlle e strisce per affermarlo.
Di fatto è poco più di un Bignami sui missili, a quel che ho potuto constatare, riportati rigorosamente in ordine di apparizione (come i cast nei titoli di coda dei film): ogni voce consta di un paio di immagini dell'ordigno in questione (molto chiare, per la verità ma ci mancherebbe pure, visto chi ha pubblicato 'sto mattone) seguite da una mezza paginetta di specifiche ed un commento (perché tale è) dell'autore.

Dov'è il problema? direte voi.
Tanto per cominciare, le specifiche stesse: come potete vedere dalla schermata in allegato, sono ridotte all'osso, come sempre riportate in misure imperiali e quasi sempre tradotte nel sistema metrico, perché, per l'appunto, il peso della testata non viene riportato pressoché mai in kg. ma solo in libbre per non parlare di quei dati affatto importanti, come velocità e soprattutto gittata che sono platealmente assenti, specialmente il secondo, mentre il primo, ogni tanto si ricordano di inserirlo in tabella.

Il commento in calce lasciamolo proprio perdere, perché, come potete vedere da voi, è a dir poco risibile, da Bignami, appunto.
Vi dico solo che liquidano nel modo che vedete anche quegli esimi sconosciuti come lo Sparrow e il Sidewinder, roba che esistono in giro tomi interi dedicati solo a questi due missili, che dalla loro introduzione ad oggi hanno visto tante e tali modifiche e varianti che ben difficilmente i primi modelli possono essere anche solo lontanamente paragonati a quelli attualmente in servizio, eppure, secondo l'insindacabile giudizio dell'autore, so' tutti poponi come avrebbe detto mi'zia Angelica buonanima!

Considerando che l'autore, il signor Brian Nicklas è un curatore del settore aerospaziale del museo Smithsonian, nonché collaboratore di alcune prestigiose testate aerospaziali, direi che delle due l'una: o non s'è voluto sprecare più di tanto oppure è competente in materia quanto lo sono io (cioè un dilettante, più o meno studiato), solo che lui lo pagano per quel che fa e ciò più m'offende, come direbbe il Padre Dante!

Considerato che per questa... amenità pretendono la bellezza di 37 euro e spicci (leggonsi: trentasette pleuri e rotti) per la versione cartacea e solo 10,18 pleuri per quella digitale, non possiamo che annoverare questa grandiosa opera di (dis)informazione tra la morchia inguardabile, perché per una cosa simile, 10 euro e spicci sarebbero (forse) stati un prezzo adeguato per la versione cartacea e solo se rilegata, tra l'altro.

Ma si sa che nella Terra dei Liber(ticid)i, basta apporre la denominazione DOP di Smithsonian per far lievitare di due o tre volte il prezzo di qualunque pubblicazione e così hanno fatto anche in questo caso!

P.S.: Nel caso in cui vi steste chiedendo come mai non abbia pubblicato questa recensione direttamente sul sito di Bezos, che spaccia questa monnezza, vi rispondo tranquillamente che - oggi come oggi - non ne vale la pena, perché i sysop di Amazon ti cassano in automatico qualunque recensione negativa sui prodotti venduti direttamente da loro.
Puoi dire peste e corna di chiunque e qualunque cosa, purché non sia qualcuno o qualcosa legato e/o venduto direttamente dalla piattaforma.
Avete capito adesso come si fa l'e-commerce di successo aldilà dello Stagno Atlantico?