Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

lunedì 17 dicembre 2018

Per la serie: a volte ritornano...

...quando meno te lo aspetti ed in genere fuori tempo massimo, ma come dicevano i nostri avi: meglio tardi che mai.

Quello che vedete qui a lato è il bottino della mia ultima incursione libraria su ebay: un lotto di volumi (compresa un po' di morchia aggiunta che verrà presto riciclata) appartenenti alle (allora) disprezzatissime enciclopedie militari edite dalla Peruzzo Editoriale che credo sia pressoché scomparsa oggi e che negli ormai lontani anni '80 fecero la fortuna dell'editore omonimo.

Come è facile intuire, questi volumi, spesso proposti in edicola a dispense, non erano altro che riproposizioni in lingua italiana - ancorché spesso rivedute, aggiunte e corrette - di coevi volumi in lingua inglese ma per decenni sono state, assieme ad alcune opere (sempre a dispense) della Fabbri e di pochissimi altri, l'unica fonte di informazioni per chi fosse interessato ad armi, tattiche, strategie ed equipaggiamenti, sia storici che contemporanei.

Uno dei classici della Guerra Fredda: il T-62
Si trattava di corposi volumi di grande formato - stile enciclopedia nel vero senso della parola - riccamente illustrati e - come buona parte delle opere di divulgazione dedicate al grande pubblico - comprensibili anche per l'uomo della strada altrimenti digiuno della materia.

Personalmente, quand'ero ragazzo, raccolsi l'opera chiamata Le Armi del 2000 (che tuttora conservo gelosamente), che era in realtà una raccolta di volumi, scritti da alcuni dei nomi più noti del panorama britannico, più che sulle armi tout court, sull'impiego tattico e strategico delle stesse e sulle tecnologie alla base dei sistemi d'arma via via presentati, tant'è che fornivano in realtà solo una panoramica di quanto era disponibile, anziché una trattazione puntuale e certosina di tutto quanto circolava nel mondo in quegli anni.

Questi volumi, invece, fanno parte per lo più di altre due opere dell'editore summenzionato: la Enciclopedia Illustrata delle Guerre Moderne e la Grande Enciclopedia delle Armi Moderne.
Ora, mentre la prima mi è rimasta fino a tempi molto recenti pressoché sconosciuta, della seconda mi era capitato - eoni fa - di trovarne un paio di volumi in quelle miniere d'oro che erano le librerie remainders ergo le bancarelle dei mercati rionali.

Oggi, spendendo una somma tutto sommato estremamente ragionevole, sono riuscito a procurarmi la serie quasi completa di entrambe.
Certo, in realtà, non mi interessavano tutti i volumi ma l'inserzione era per l'acquisto del lotto completo e dal momento che l'acquisto dei soli volumi che stavo cercando avrebbe comportato altrimenti - presso i soliti noti col passamontagna che infestano il web - cifre ben più cospicue, mi sono lanciato all'acquisto all'insegna del più classico dello 'sticazzi! tanto poi un modo per... smaltire le eccedenze comunque lo trovo.

Uno dei volumi che più mi interessavano è quello la cui copertina vedete qui riprodotta: Armi e Armamenti dell'Unione Sovietica ed è proprio di questo che intendo parlare.

Ci troviamo di fronte ad un volume già di per sé interessante, visto l'argomento ma che - alla luce delle informazioni evidentemente disponibili agli autori originali dell'opera (perché, come accennavo sopra, questi volumi sono corredati di numerosi addenda che correggevano il testo riportandolo alla situazione attuale al momento della pubblicazione) - risulta piuttosto carente proprio alle voci armi, mezzi ed equipaggiamenti dove solo alcuni sistemi, tra quelli più noti ovvero che l'intelligence occidentale aveva avuto modo di esaminare di prima mano, grazie soprattutto alle tante guerre di prossimità che vedevano coinvolte le due maggiori superpotenze, durante le quali le due parti venivano in possesso, spesso fortunosamente, di esemplari ancora perfettamente funzionanti di velivoli, corazzati, armi leggere e artiglierie/missili, sono riportati con dovizia di particolare e con le specifiche tecniche abbastanza complete.

L'intercettore ognitempo Sukhoi Su-11
questo sconosciuto!
Diciamo che per essere completa, l'esposizione lo è in quanto c'è veramente tutto lo scibile in possesso dell'URSS ma quello in cui il volume è deficitario sono le informazioni, puntuali e precise, anziché presunte o desunte, sulle specifiche tecniche e prestazionali dei vari armamenti presentati, con la parte più carente in assoluto che è quella riguardante i missili di ogni ordine e grado impiegati dalle armate sovietiche, e sì che, già allora si sapeva, per esempio, che l'ubiquitario missile aria-aria K-13 (per la NATO AA-2 Atoll) era effettivamente una copia spudorata frutto di ingegneria inversa del notorio AIM-9B Sidewinder americano, che i russky avevano ottenuto dai cinesi dopo che uno di questi ordigni era rimasto incastrato (inesploso!) nella fusoliera di uno dei loro MiG-17 durante una delle tante battaglie aeree tra l'aviazione della PRC e quella della ROC (Taiwan, per chi non lo sapesse), mentre in questo volume si accenna solamente alla somiglianza tra questo diffusissimo ordigno aviolanciato e il corrispettivo a stelle e strisce.

Non è ovviamente l'unico esempio, perché gli americani conoscevano piuttosto bene (per averli subiti, più che altro) i vari SAM come l'allora ubiquitario SA-2 Guideline - ampiamente impiegato dal Vietnam del Nord - mentre già all'indomani della Guerra dello Yom-Kippur erano in possesso delle informazioni pertinenti gli recenti SA-6 Gainful, cortesia di Tsahal che ne aveva recuperato, sottraendola agli egiziani, una batteria al completo!
Eppure anche questi noti sistemi d'arma sono trattati con molti si dice, si presume e via discorrendo.

La negletta motosilurante classe Shershen:
chi mai ne ha vista una in un libro recente?
D'altronde, le parti più interessanti sono i capitoli sull'organizzazione dei vari aspetti e delle varie specialità delle FF.AA. sovietiche e sulla loro disposizione sullo scacchiere geopolitico globale, così come l'esposizione dei mezzi aerei e navali, che comprendono una panoplia di apparecchi e natanti menzionati più e più volte anche dalla stampa specializzata ma di cui poco o nulla si sapeva ovvero che già nella seconda metà degli anni '80 ed i primi anni '90 sono stati negletti in quanto in buona parte considerati ormai desueti.

Velivoli come i vari MiG-15, 17, 19 ergo i Su-7/9/11 e 15 o gli intercettori Tupolev e Yakovlev ovvero i vari bombardieri Tu-95, 16, 22 etc. che di solito ricevono poca copertura dalle pubblicazioni "specializzate" che preferiscono dedicarsi ai velivoli tattici e da caccia qui ci sono e sono trattati anche (abbastanza) approfonditamente.

L'arma definitiva E della Krasnaya Armiya
così come delle FF.AA. federali Russky:
LA GNOKKA CORAZZATA!
Allo stesso modo sono presentate tutte quelle classi di bagnarole - alcune delle quali, lo ammetto, mi assolutamente sconosciute - come le motocannoniere, motosiluranti e motomissilistiche oltreché le varie navi appoggio e/o da sbarco/trasporto truppe (anche qui, la stragrande maggioranza delle pubblicazioni, coeve e successive, preferisce di gran lunga dedicarsi alle unità maggiori come cacciatorpediniere, incrociatori e porta-aeromobili) tra i quali svariate unità come cacciatorpediniere e fregate al tempo ubiquitarie ma che già all'indomani della caduta del muro (di Berlino, ovviamente) erano sparite dagli arsenali.
erano

Diciamo che solo per questo è valso la pena acquistare questo volume, anche se mi aspettavo decisamente qualcosa di più e di meglio per quanto riguardava l'armamento di fanteria ed i mezzi di terra, le cui descrizioni sono invece per lo più lacunose o frettolose, come se non componessero la stragrande massa d'urto che - nel caso della tanto temuta invasione dell'Europa Occidentale - avremmo dovuto affrontare up close and personal come dicono gli anglofoni.

sabato 8 dicembre 2018

Avete mai avuto l'impressione di sentirvi, come dire... un po' (tanto) coglione?

Io sì, decisamente, soprattutto oggi, dopo aver dato una (seppur breve) revisionata alla biblioteca della Fortezza della Solitudine nella quale trascorro gran parte delle mie giornate ad elucubrare sulle glorie del tempo che fu e portare avanti - quando e se mi sorge vaghezza - i miei... studi leggiadri, specialmente per quanto concerne la famigerata robbakefailbotto alla base di questa paginetta.

Ordunque, da questa prima indagine mi sono reso conto di essermi letteralmente infognato di libri in questi ultimi 12 mesi, impressione confermata da un breve riepilogo della lista dei miei incauti acquisti - principalmente su ebay ed in seconda battuta su Amazon (e già questa è una grossa rivoluzione rispetto al passato, quando oltre l'80% dei miei acquisti avveniva sulla piattaforma di Bezos) - tra i quali spiccano anche pezzi non ancora consegnati (e che in realtà spero di vedere presto).

Quello che però mi ha colpito è constatare come abbia finito per acquistare, in una specie di circolo vizioso, un sacco di roba che ho letto già ovvero che ho poi scoperto di avere avuto, nel passato più o meno remoto e che non ricordo più che fine abbia fatto, anche se sospetto che sia finita in qualche modo riciclata in uno dei miei periodici svuotatutto, che avvengono di solito in due occasioni: quando non ho più lo spazio fisico per stoccare tutta 'sta roba ovvero quando sono completamente in bolletta e mi servono soldi, in genere pochi, maledetti e subito.

È stato così per alcuni volumi di una serie classica che più classica che si può, edita nei lontani anni '80 niente meno che dalla Peruzzo, casa specializzata al tempo nelle pubblicazioni a dispense nelle edicole (salvo poi pubblicare in libreria, spesso presso le - allora tante - remainder, l'intera collana già bella che rilegata!) di argomentazione storico-militare e che sono state dei veri e propri trampolini di lancio per chiunque (come il sottoscritto) abbia poi cominciato a coltivare seriamente una passione per questi argomenti.

Infatti, oltre al già citato (era nel post scorso, se non ricordo troppo male) Aerei Moderni da Combattimento, mi ritrovo oggi per le mani anche volumi come Armi Leggere da Guerra e I Mezzi Corazzati (entrambi opera di sir Ian V. Hogg, tra l'altro), che - semplicemente sfogliandoli - mi sono reso conto di aver già avuto nella mia biblioteca e probabilmente scartato all'alba del mio periodo esterofilo quando cioè ritenevo degni di esser conservati solo quei testi in lingua originale sui quali cominciavo a mettere faticosamente le mani (qualcuno ha detto Jane's?) salvo rendermi poi conto di una grande, incontrovertibile verità: che i tomi più sono enciclopedici, strutturati ed (apparentemente) esaustivi, meno sono pratici e di facile consultazione, soprattutto se ne hai bisogno per un'occhiata al volo.

Ed è così che alla fine ti ritrovi ad avere un sacco di roba ridondante, sottoforma di tascabili o altre edizioni meno voluminose, senza contare che, spesso, le enciclopedie non sono che fredde esposizioni di dati e fatti, mentre le monografie sono in genere scritte in maniera più... personale e spesso corredate di aneddoti e/o esperienze dirette (che siano di prima mano dell'autore ergo resoconti riportati dallo stesso) che gettano a volte maggiore luce sulle capacità e sulle prestazioni di un dato pezzo di ferramenta rispetto ai freddi numeri, che sono troppo spesso dati prodotti da chi ha un vestito interesse nella questione, come enti governativi e fabbricanti e che non rispettano la realtà sul campo.

È un po' come accade per le riviste di settore automobilistico, tipo la famigerata Quattroruote che riporta pedissequamente le specifiche fornite dal costruttore del bidone di turno, che sulla carta è figherrimo, il non-plus-ultra sul mercato, salvo poi tirar fuori tante di quelle magagne - una volta messo su strada - che contraddicono platealmente le altisonanti affermazioni della casa.

Tornando a bomba, oggi mi è arrivato un altro volume che ho realizzato essere la versione contemporanea, riveduta e corretta di quei due classici di Christopher Chant: Modern Air Weapons e Modern Aircraft Armaments in un solo volume, scritto da questo Martin J. Dougherty nella prima edizione del 2010, che - copertina a parte - non si discosta praticamente se non nei dettagli dalle nuoverrime, figherrime edizioni successive, ivi compresa quella in uscita agli inizi del prossimo anno.

Anche questo mi sono accorto di averlo già avuto/letto - segno questo, tra l'altro, del fatto che mi sto rapidamente rincojonendo - salvo dismetterlo un paio di anni dopo per i motivi già citati, così come è avvenuto per il saggio del prolifico Yefim Gordon: Soviet/Russian Aircraft Weapons che ho riciclato una decina di anni fa, salvo poi doverlo recuperare di corsa quando mi sono reso conto che - nonostante i suoi tecnicismi quasi da corso di ingegneria, anziché da testo di divulgazione - è IL libro per chiunque voglia ottenere informazioni precise, di prima mano e soprattutto non rimaneggiate dai tanti (sedicenti) esperti a stAlle e strisce, sugli armamenti della ex-Unione dei Soviet e sulla rinata Veliky Rossiya e che infatti ha raggiunto quotazioni da antiquariato MEng, visto che non è più stato ristampato.

In tutto questo, resta l'amara constatazione di esser stati piuttosto cojoni in passato, di aver avuto tante perle per le mani ma averle regolarmente gettate ai porci (e spesso nemmeno poi troppo metaforicamente, visto che tanta roba l'ho di fatto svenduta) salvo agognarle, anni, lustri o decenni più tardi e doversele andare poi a (ri)cercare per mari e per monti.