Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

sabato 28 aprile 2012

Ma ditemi voi se è possibile?...


Argomento assolutamente cinematografico quello di oggi, un modo come un altro per riaprire i battenti dopo una lunga assenza da queste pagine.
E visto chi sono e il tipo di argomenti che di solito tratto, di quale genere potrei interessarmi se non di quello noto come exploitation?



Questa parola – che in inglese vuol dire semplicemente sfruttamento – preceduta generalmente da un'altra parola che – contratta – ne connota la specificità di genere (p.es. sexsploitation, blacksploitation, nazisploitation etc.) è stata usata sin dagli anni '60 del secolo scorso per indicare quel tipo di cinematografia (e non solo...) che fa un uso intensivo di stilemi e cliché già presenti nella mentalità corrente per attirare il pubblico nelle sale.

Se è vero – come è vero – che tira più un pelo di fica che un treno di buoi, questo è ancor più vero quando si parla di letteratura e cinematografia, da sempre mezzi privilegiati di evasione, specie quando si affrontano argomenti spinosi, scabrosi e comunque porcelli, che titillano la fantasia o l'ego dello spettatore (quasi sempre maschio, anche se ad onor del vero è sempre esistito un nutrito seguito di aficionados anche tra le esponenti del gentil sesso) introducendo situazioni spesso al limite del pornografico (quando non decisamente hard core) per soddisfare quel pizzico di voyeurismo che – latente e nascosto finché si vuole – è presente in ciascuno di noi.

Ora quello di cui volevo parlare stasera non è tanto del genere in sé o delle sue origini quanto sul mistero inspiegabile per cui la stragrande maggioranza di queste produzioni a 20, 30 o addirittura 40 anni di distanza dalla loro pubblicazione, sono assurti al ruolo di kult quando, al tempo della loro uscita nelle sale, sono stati spesso tacciati di pornografia, offesa al pudore o vilipendio alla morale o (dio ce ne scampi!) alla religione e per questo massacrati dalla censura, quando non sono stati letteralmente messi all'indice e banditi dalle sale e dalle librerie; ora sono divenuti praticamente delle vere e proprie leggende metropolitane perché, tutti, bene o male, ne parlano o ne hanno parlato ma di solito non si trova un cristiano che sia uno che ne abbia visto/letto uno per intero...

Dico ciò perché, in rarissimi e sporadici casi, qualcuna di queste pellicole ha avuto anche l'onore di ottenere un passaggio televisivo, il più delle volte su canali secondari ovvero in tarda, tardissima serata ma tutti, invariabilmente, massacrati ed epurati proprio di quelle scene più... exploitation che nonostante tutto davano loro un minimo di significato.

Ora, per quanto mi riguarda, trovo la censura – qualunque censura – un vero e proprio crimine contro la libertà d'espressione; molto più prosaicamente, se penso che una cosa possa darmi fastidio o essere inappropriata, semplicemente non la guardo!

È per questo che esistono i telecomandi: per cambiare canale e vedere qualcos'altro.
Pensare che ci sia qualcuno che pensa al posto mio e che decide arbitrariamente cosa devo vedere o sentire, soprattutto se si nasconde dietro la maschera della difesa della morale trovo che sia veramente scandaloso... e censurabile, questo si.

Ciascuno di noi ha un cervello ed è dotato di libero arbitrio, è quindi dotato di tutti i mezzi per poter scegliere cosa vuole fare, dove, come e quando vuole farlo e fintanto che non urta i sentimenti altrui, non lede l'altrui diritto o libertà o non viola qualche legge è a mio modo liberissimo di fare il cavolo che gli pare, senza balie calate dall'alto a custodire la sua moralità.
Moralità che, tra l'altro, è assai lata, cangiante e variabile da luogo a luogo, da persona a persona e da cultura a cultura.

Mi piacerebbe sapere se ad una qualunque persona sana di mente passerebbe mai per l'anticamera del cervello di interferire negli usi e costumi – per esempio – dei Boscimani del Kalahari piuttosto che degli Indios del Paranà; allora qualcuno mi spieghi – possibilmente in maniera logica ed ineccepibile – perché dovrei tollerare che qualcun altro si arroghi il diritto di decidere in mia vece cosa è giusto o sbagliato per me.



Per quanto mi riguarda, ognuno di noi è liberissimo d'impiccarsi con le proprie mani come e dove meglio gli aggrada; unica condicio sine qua non, se le cose gli dovessero poi andare di merda, non deve rompere i coglioni al prossimo: il funerale è il tuo, muori felice, l'hai voluto tu!

Scusate l'excursus, torniamo a bomba: dunque dicevo che non comprendo come mai tante opere letterarie e/o cinematografiche (soprattutto queste ultime ma anche tra le prime i casi non mancano) che sono considerate – a torto o a ragione – dei veri e propri feticci, di fatto latitino dalle nostre biblioteche, cineteche, TV e videoteche... perché non se ne riesce a trovare nemmeno una copia manco a cercarla col lanternino ovvero a pagarla oro?

Eppure – e qui casca l'asino – dovete sapere che oltre l'80% di queste produzioni (parliamo in questo caso di cinema) sono italianissime, girate da registi italiani, con attori italiani (o stranieri naturalizzati, visto che la loro carriera l'hanno praticamente percorsa tutta nel Belpaese) e da/con maestranze italiane, magari proprio nei teatri di posa della italianissima Cinecittà.

Perché proprio il paese che ha dato i natali a quelli che sono considerati i capolavori del genere è proprio quello in cui questi film sono meno visibili e/o apprezzati?

Che poi, dire che non sono apprezzati è una vera cazzata, perché ci sono legioni di cultisti del genere anche qui da noi, eppure la stragrande maggioranza delle copie che girano in Italia (per non parlare di quanto si trova sul web, principalmente tramite file-sharing) sono in lingua straniera ovvero piratate da edizioni pubblicate nei paesi più strani del mondo (ivi compresi Russia, Giappone, Stati Uniti e buona parte dell'Europa centro-occidentale e/o settentrionale) ma non c'è verso di trovarne una nella lingua di Dante.

O meglio, qualche volta il verso c'è, perché in molti paesi, specie del nord Europa, dove non è pratica comune doppiare i film stranieri, l'opera viene magari proposta in lingua originale sottotitolata poi in danese, olandese, ugro-finnico o quel che è.
Anche qui, però, insorge un grosso problema, perché molto spesso le uniche copie integrali del film sono quelle custodite nelle cineteche di altri paesi, magari nella loro versione doppiata (il più delle volte, in lingua inglese) per cui può capitare di trovare il film che state cercando con tanto accanimento... in inglese sottotitolato in ceco!

Il che vuol dire, il più delle volte, vedere un film doppiato da cani in una lingua che non è la sua e sottotitolato in una lingua incomprensibile magari con sottotitoli fissi che oltretutto deturpano l'immagine.
In pratica, l'unica cosa che resta del film, sempre che il master originale del film non sia stato... epurato (cosa che succedeva spesso e volentieri anche nei paesi anglosassoni, USA in testa) dei suoi contenuti più... scabrosi, sono solo le scene più porcelle, scene che in realtà hanno un senso solo quando sono contestualizzate all'interno del film, perché – diciamocelo francamente – se uno decide di vedere un film di genere come questi solo per le grazie di questa o quell'attricetta, a mio parere fa molto prima (e meglio) a noleggiarsi un film porno tout court che da quel punto di vista da molta più soddisfazione senza avere chissà quali pretese.

Ad onore del vero, qualcosa si sta muovendo anche qui da noi ma mi rendo conto che lo spazio è tiranno e che c'è ancora parecchio da dire, quindi rimando volentieri il tutto alle prossime occasioni.

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