Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

venerdì 18 marzo 2022

A che pro tutto ciò?


Pregunta tutt'altro che peregrina, la mia, concernente l'ultima, ma solo in ordine di tempo, disavventura libraria per il sottoscritto, che per essere andato in fissa con le spingarde antiche – ancorché estremamente contemporanee – ha pensato bene di affidarsi al sacro testo di quello che è universalmente (?) riconosciuto come il Grande Guru del settore, tale Sam Fadala, autore, nella sua lunga carriera, di cataste di volumi esclusivamente dedicati a due temi: il tiro con l’arco e le armi a polvere da sparo o polvere nera che dir si voglia.

Questo tizio, nel corso della sua carriera ed in modo non dissimile dalle sue controparti John Weeks e Ian V. Hogg per quanto concerne le armi moderne (o presunte tali), ha sparato di tutto e di più: dai fucili a pietra focaia ai moschetti rigati a percussione, dalle pistole alle rivoltelle tipo cap’n ball (a capsula e palla, le tipiche armi del West) per finire con armi a cartucce ma sempre a polvere nera e risalenti al XIX secolo.

E fin qui, nulla di male, anzi.

Il problema è che i suoi libri, specialmente quelli sul caricamento e le relative prestazioni di questo genere di spingarde, sono diventati una specie di Santo Graal: di difficile reperibilità e a prezzi da rapina a mano armata, specialmente oggi che vige il Regime del Dvce Conte Drakulia, per cui ogni motivo è buono per succhiare il sangue agli italici sudditi.


Dal momento che non sono uno che si arrende facilmente, ho perseverato fino a che non sono riuscito a procurarmi una copia di questi Sacri Testi… anzi, due perché non mi è bastato aver fatto una mezza cazzata: ne ho dovuta fare una completa per cui, una volta esaminato il primo volume – una prima edizione del Blackpowder Loading Manual ho pensato bene di procurarmene una più recente ed “evoluta” sotto forma della quarta edizione dello stesso volume, un bel mattone ampliato, riveduto e corretto e per di più – udite udite – riportante anche un catalogo delle armi a polvere da sparo attualmente (2004, anno della pubblicazione) sul mercato.

Evvai! Ho trovato la mecca, anche se questo scherzo m’è costato 40 dollari (più altri 35 di dazi e spedizione) finalmente ho svoltato!

E invece no, manco per il cazzo.

Perché anche questa nuova edizione ha gli stessi, identici difetti della prima: presuppone che il lettore sia in possesso degli archibugi ivi illustrati ergo, che abbia a disposizione brochure, cataloghi o qualche altra fonte che riporti quelle insignificanti sciocchezzuole come la lunghezza totale dell’arma, il suo peso e magari – per le armi più “evolute” (come carabine a leva et similia) – la capacità del serbatoio perché in nessuno dei due volumi c’è nulla di tutto questo.

Intendiamoci, dal punto di vista dei dati balistici è veramente quanto di più completo si possa immaginare ma le informazioni sulle armi si limitano al calibro – nominale e reale – la lunghezza della canna, il passo di rigatura e il numero e la profondità delle rigature stesse.

Se questo potrebbe anche non essere un grosso problema per la classiche armi a colpo singolo come i moschetti o i fucili ad avancarica, come dicevo sopra, lo diventa per tutte quelle armi che invece hanno un qualche tipo di serbatoio, che sia il tamburo rotante di una rivoltella ovvero il serbatoio tubolare di una carabina tipo-Winchester.

Ah, però, un momento: in nostro soccorso, in quest’ultima, gloriosa edizione, viene il favoloso catalogo a corredo del volume, giusto?

E invece no, manco per il cazzo (bis)!

Perché non c’è corrispondenza se non in rari casi, tra le armi esaminate nel testo e quelle riportante nel famigerato catalogo, che, per altro, è parecchio carente in quanto a modelli ed illustrazioni, così che – anche ad occhio – diventa veramente difficile riuscire a capire se sotto una certa denominazione della parte A ci sia effettivamente un modello nella parte B.

Come forse saprete, infatti, la stragrande maggioranza delle repliche di queste armi utilizzate dai tiratori e dai collezionisti, viene commercializzata sotto i marchi più diversi ma in realtà è prodotta da una manciata di aziende, molte delle quali sono nostrane, nel senso che si trovano quasi tutte nella notoria Val Trompia nel bresciano, da sempre il cuore della produzione armiera nel Belpaese.

Per motivi prettamente di opportunità commerciale, molte di queste ditte hanno finito per aprire delle succursali negli States ma il grosso della produzione è fatto ancora in loco ed esportato urbi et orbi.

Può quindi capitare che sono più svariate denominazioni commerciali, in realtà ci sia lo stesso, identico implemento fabbricato dalla stessa ditta ma vallo a capire!

Un vero peccato, specialmente considerando quanto cacchio ti scuciono per questi volumi ed io sono stato molto fortunato, credetemi, perché i miei li ho avuti per l’equivalente del classico piatto di lenticchie, rispetto alle pretese che si trovano comunemente in giro.

Altro aspetto che non mi soddisfa del tutto è che il Fadala ed i suoi sodali, a mio modesto parere e per motivi a me incomprensibili, hanno snobbato tutta una serie di armi classiche a solo favore di quelle utilizzabili principalmente a scopo venatorio.

Posso capire che il loro scopo fosse l’utilizzo sul campo e non l’analisi delle capacità storicamente effettive di determinati schioppi ma – tanto per fare un esempio – limitarsi a testare armi storiche come i moschetti rigati Springfield della Guerra Civile americana ovvero i moschetti a canna liscia Brown Bess solo per la loro capacità di fare fumo e fiamme perché (cito): essenzialmente armi dedicate ai rievocatori storici secondo me non ha senso.

Che cazzo! Analizzale esattamente come le altre, facci vedere di cosa sono veramente capaci, perché con quella roba ci hanno accoppato un sacco di gente nel corso di un paio di secoli (parlo soprattutto dei moschetti a pietra focaia) così come un sacco di gente, specie nel Nuovo Mondo, ci si è procurata il cibo e ci ha difeso la famiglia, con quelle spingarde, non me le puoi liquidare come semplici giocattoli in grado di infliggere punture di spillo solo perché amano usarle quattro(mila) fessacchiotti appassionati della Guerra d’Indipendenza!

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