Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

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lunedì 6 novembre 2023

La mitragliatrice? Fucile mitragliatore? Moschetto automatico? che non fu...


 Peregrinando su e giù per il web, visto e considerato che i miei sacri testi ormai è un po' che non mi ispirano con qualcosa di nuovo, ho scoperto questa chicca che risale nientepopodimeno che alla Grande Guerra, cosa ancor più sorprendente in quanto l'ameno orpello apparteneva al nostro avversario più diretto in quel conflitto: l'impero Austro-Ungarico.

Non si sa molto di questo ameno implemento di distruzione, se non l'anno di introduzione/produzione - ancorché dei soli prototipi - il nome dell'inventore e l'uso che se ne intendeva fare.

Stiamo parlando della Maschinengewehr des Standschützen Hellriegel Modell 1915 (lett.: Mitragliatrice per Bersaglieri Stanziali Hellriegel Modello 1915) un'arma ibrida, sulla falsariga della ben più nota - ed utilizzata - Villar Perosa (o Revelli dal nome del progettista) nostrana, apparsa proprio sul fronte alpino nello stesso periodo (1915) e considerata, non senza distinguo vari, come la prima pistola mitragliatrice della storia, anche se il termine è stato inventato da John Talliaferro Thompson, padre dell'omonimo moschetto automatico americano.

Questo perché la caratteristica distintiva principale di questa novella classe di armi automatiche era l'uso di munizioni da pistola al posto delle cartucce da fucile d'ordinanza, impiegate dalle mitragliatrici medie e pesanti di tutti i contendenti del tempo.

Come nel caso della nostra arma automatica, anche l'arma austriaca, progettata da tale Hellrieger del corpo degli Standschützen (le milizie austroungariche, soprattutto tirolesi, destinate alla difesa territoriale) era di fatto una mitragliatrice/fucile mitragliatore - quindi un'arma portatile ma di cospicue dimensioni - ma sparante munizioni da pistola, evidentemente ritenute più adeguate per l'uso in un'arma automatica destinata ad accompagnare le truppe all'assalto, specialmente su terreni difficili come quelli montani, principale teatro di guerra sul fronte meridionale dell'Impero.

Come si può evincere dalle fotografie a corredo, l'arma era più simile ad un fucile che ad una mitragliatrice o ad un moschetto automatico - tipo il più tardo Bergmann MP18 o il summenzionato Thompson americano - anche se era previsto - almeno inizialmente - l'uso di un caricatore a tamburo di grande capacità, curiosamente non inserito/montato nell'arma stessa ma utilizzato piuttosto come una cassetta porta-nastro, come quelle delle mitragliatrici vere e proprie.

Evidentemente l'idea non piacque particolarmente alle autorità militari asburgiche ovverosia la situazione strategico-economica era tale da sconsigliare la messa in produzione di una nuova arma, cosicché non se ne fece niente e l'arma fu affidata all'oblio.

Eppure, non solo l'idea era tutt'altro che peregrina, dal punto di vista tattico - come fu dimostrato dagli Alpini prima e dagli Arditi poi - avrebbe potuto essere utilissima, sia come arma d'appoggio che come scopa da trincea, specialmente se utilizzata con i caricatori a scatola, all'assalto. Non è poi detto che - in una sua versione definitiva - l'arma non avrebbe potuto essere equipaggiata con un supporto integrale per il nastro/tamburo che, nonostante il peso e l'ingombro, l'avrebbe comunque resa ben più portatile delle coeve (e successive) MG08/15 tedesca, Hotchkiss gallica e Lewis britannica.

Certo, l'idea che un siffatto ordigno venisse poi impiegato contro di noi non mi sorride, sinceramente, ma l'idea era comunque buona, a mio modesto parere e degna di ulteriore sviluppo.

Per quanto concerne le caratteristiche tecniche, queste erano le seguenti:

Calibro: 9x23 mm Steyr
Mire: aperte, in ferro regolabili, anteriore a lama, tacca di mira posteriore a scala
Portata Efficace: 200 metri circa
Funzionamento: a massa battente
Modalità di tiro: a raffica libera
Cadenza di tiro: (ciclica) 650-850 colpi al minuto (stimata)
Alimentazione: caricatore prismatico amovibile monofilare della capacità di 20 cartucce oppure tamburo con meccanismo a molla della capacità di 164 colpi

Ovviamente tutte le informazioni qui riportate sono quelle note ovvero basate su stime attendibili, perché non sono sopravvissuti esemplari da poter esaminare.

Come sempre, ringrazio il mio guru - Kevin Dockery - per le informazioni tecniche di questa perla veramente rara, che hanno reso possibile la stesura di questo post.

Alla prossima!

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