Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

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martedì 19 gennaio 2010

Il progenitore della specie


inauguriamo finalmente anche la sessione cose che fanno Bang! nella notte (e non solo...) che da troppo tempo latita su questa (e altre) pagine nonostante le mie migliori intenzioni ed intendo farlo presentando tutti quegli esponenti delle varie classe di armi leggere che hanno fatto la storia, in tutti i sensi, concentrandomi soprattutto su quelli che sono i capostipiti delle varie classi, a partire dal progenitore dell'arma più usata al mondo dopo la Seconda Guerra Mondiale: il fucile d'assalto.

Il nome stesso – in originale Sturm-Gewehr che ne è la traduzione diretta – sembra gli sia stato appioppato dallo stesso Adolf Hitler quando, finalmente, venne a conoscenza dell'esistenza di questa nuova arma rivoluzionaria.
Lui, ex-caporale austriaco pluridecorato nelle trincee della Grande Guerra, riguardo le armi da fanteria era un pochino in arretrato ed aveva inizialmente posto il veto sulla produzione di nuove tipologie di armi leggere; secondo il suo illuminato (si, con la 220V...) giudizio, il classico fucile da fanteria Mauser Kar98K era più che sufficiente alla bisogna, nonostante il nemico americano (ed in una certa misura, anche l'odiato russo) facesse ampio uso di armi semiautomatiche, già ampiamente sperimentate nella stessa Germania prebellica che di fatto era stata pioniere nel campo già in epoca antecedente il primo conflitto mondiale.

Fatto sta che – di fronte alla preponderante potenza di fuoco sviluppata dagli alleati – anche il tignosissimo Alto Comando tedesco s'era dovuto arrendere all'evidenza ed aveva cercato di correre ai ripari già nel 1941, quando la Germania nazista sembrava essere trionfante ovunque e in ogni luogo; frutto di quei primi lavori, già nel 1938, era stata una cartuccia intermedia così chiamata perché – pur mantenendo lo stesso calibro nominale del fucile regolare della fanteria – aveva una palla più leggera e il bossolo assai più corto, contenente ovviamente una carica di propellente ridotta rispetto alla munizione da fucile standard.

In questo modo, sacrificando di poco gittata e potenza, si otteneva una munizione dal rinculo assai più mite, ben adatta all'uso in armi automatiche portatili ma con una potenza più che tripla rispetto – p.es. - alle cartucce da pistola (come la 9mm Parabellum) in uso nella Wehrmacht per le sue armi corte e per il moschetto automatico d'ordinanza MP40.

La cartuccia così ottenuta era stata denominata 7,92x33mm Kurz Patrone (Cartuccia Corta) e sparava una pallottola del peso di 7,9 grammi alla velocità nominale di 686 m/sec da una canna lunga 16 pollici.
Già nel 1940 le ditte Haenel e Walther cominciarono lo sviluppo di un'arma per l'esercito che potesse far uso della nuova munizione.
Quel che non si capisce, né capirò mai, è perché, disponendo di una tale cartuccia, non si sia pensato di usarla sin da subito quando si decise di mettere in campo, p.es., il massiccio fucile automatico FG42 destinato alle truppe aviotrasportate, che utilizzava invece la pesante munizione standard a carica piena 7,92x57mm Mauser, con tutti i problemi derivanti dal suo impiego in un'arma leggera quando sparava a raffica.

Tornando a bomba, già nel 1942 le due ditte concorrenti avevano realizzato le loro proposte; per occultare al Führer l'esistenza di questa nuova arma, vennero battezzate originariamente Maschinenkarabiner o Mkb (carabina automatica) 42(H) e 42(W) rispettivamente ad indicare il prototipo Haenel e quello Walther.

Come si può vedere dalla foto, le due armi, benché molto simili, avevano delle caratteristiche fisiche assolutamente avveniristiche per il periodo: calciatura “in linea” per assorbire al meglio il rinculo, carcassa e forniture in metallo e plastica e un caratteristico caricatore “a banana” in grado di ospitare ben 30 cartucce.

Entrambe le armi erano in grado di sparare colpi singoli o raffiche con una cadenza di tiro ciclica di circa 500 colpi al minuto alla distanza di circa 400 metri, che era ormai indicata come la distanza massima in cui venivano condotti gli scontri a fuoco con tiri mirati.

Già nel 1943 Hugo Schmeisser mise mano al progetto Haenel, modificandolo in base alle effettive esigenze di guerra così come proposte a seguito delle reali esperienze in combattimento e la “nuova” arma venne accettata per la produzione di massa come Maschinen Pistole 43 (ovvero: moschetto automatico modello 43), questo sempre per confondere le idee al bizzoso Führer tedesco; mano a mano che la produzione procedeva, venivano spedite a migliaia sul principale fronte di guerra – quello russo – per far fronte allo strapotere delle orde sovietiche, armate principalmente di moschetti automatici PPSh 41 e PPS 43, cui i tedeschi riuscivano così a tener testa, prima che si aprisse il “secondo fronte” in Europa nel 1944.

Per quel tempo, i tedeschi avevano messo a punto la versione definitiva del nuovo fucile, ribattezzato MP44, fino a che – così narra la legenda – durante una riunione con gli esponenti dell'alto comando di ritorno dal fronte russo, Hitler non chiese espressamente di cosa avevano bisogno gli uomini per combattere al meglio contro i russi.
Al che qualcuno rispose: “avremmo bisogno di migliaia dei nuovi fucili...”
“Quali nuovi fucili!?” sembra abbia risposto il Führer, al che ai generali – ormai tanati – non restò che presentare ufficialmente l'MP44 al dittatore che sembra abbia esclamato: “ma che magnifico fucile d'assalto!” nome che è poi rimasto ad indicare la classe di armi.

Inutile dire che – nonostante la superiorità del fucile d'assalto rispetto a qualunque altra arma individuale da fanteria allora in uso – questi arrivò troppo tardi e in numeri troppo esigui per ripristinare l'equilibrio in battaglia, anche se di fatto prolungò l'agonia della Wehrmacht di quasi un anno prima che le armate tedesche cedessero le armi.

Dopo la guerra, lo SturmGewehr 44 fu impiegato principalmente nella Repubblica Democratica Tedesca come arma principale della famigerata Guardia di Confine e dall'esercito Ceco prima dell'adozione dell'autoctono Vz58 nonché da tutti gli altri paesi occidentali come modello da copiare per produrre una nuova generazione di fucili d'assalto.

Caratteristiche Tecniche:

lunghezza: 94 cm
Peso: 5,1 kg
lunghezza della canna: 42 cm
rigatura: 4 righe destrorse
funzionamento: a sottrazione di gas
caricatore: a scatola, amovibile da 30 colpi
celerità di tiro: 500 colpi/minuto
velocità alla volata: 647 m/sec
portata utile: circa 400 metri

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