Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

domenica 10 gennaio 2010

Tanto per cominciare, parliamo un po' di gusti personali...


... in fatto di Armi che - come ormai saprete - sono una delle mie passioni principali, anche se in questo Paese se si hanno velleità o passioni così... politically uncorrect si rischia (e di brutto!) di passare per un becero nostalgico reazionario cattonazionalsocialista con simpatie pontificie e staliniste.

Vabbè, forse esagero un po', fatto sta che c'è un episodio, che ha segnato la mia (ahem!) fanciullezza in modo indelebile ma che mi ha anche aperto gli occhi sull'ipocrisia imperante in questo Paese (dei balocchi) per quanto riguarda certi argomenti.

Ero un tenero virgulto ancora in cerca di una musa ispiratrice (si, vabbè, ce semo capiti: avevo 18 anni, ero fresco di studi e ancora della vita non avevo capito una beatissima mazza) però nutrivo già da parecchio tempo (e per parecchio intendo davvero parecchio, visto e considerato che il mio interesse per il settore... come dire... bellico risale ai tempi delle elementari) una (sana? insana?) passione per qualunque cosa sparasse, lanciasse o proiettasse bombe, razzi, pallottole e/o materiali vari e si muovesse autonomamente per cielo, per terra o per mare.

Ai bei tempi, l'unico mezzo per ottenere determinate informazioni su determinati argomenti era la carta stampata; fonte primaria dei preziosi manufatti cartacei - librerie specializzate a parte - erano le edicole, dove in realtà una certa diffusione di riviste in ambito armiero, ancorché dedicate fondamentalmente alle discipline sportive e/o venatorie, è sempre esistita.

Dal momento che si era in piena estate e che il mio spacciatore di fiducia era fuggito al mare come il 90% degli italioti fa in questo periodo dell'anno, mi vidi costretto a rivolgermi alla rivendita più vicina, ad un paio di isolati da casa.

Ordunque, questo chiosco era famigerato per due motivi, perfettamente antitetici: disponeva di due vetrine esposte al pubblico, perfettamente simmetriche e agli antipodi l'una rispetto all'altra; in quella di destra facevano bella mostra di sé riviste per ragazze e fanciulle, romanzi rosa ed ogni altra menata possibile ed immaginabile mirata ad un pubblico femminile "romantico" ed in vena di smancerie... su quella di sinistra c'era la più massiccia esposizione di riviste e fumetti porno che il mondo abbia mai visto, comprese le prime (allora) VHS da edicola, dove manga e anime Hentai (una novità assoluta in quei primi anni '90) stavano fianco a fianco con... capolavori del genere come Play Men, Hard, Il Tromba ed i famigerati Gin Fizz e Casalinghe Vogliose di Provincia, non so se ho reso l'idea...

Per nulla perturbato e in vista della mia meta, chiesi con fiducia all'edicolante (manco a farlo apposta, una "vecchia signora"): "è uscito per caso l'ultimo numero di Armi & Tiro?".
Non l'avessi mai detto, la tizia, mi squadra da sopra gli occhialetti da presbite come se avesse visto Satanasso in persona... "Noi non vendiamo quei giornalacci immorali!".

Cioè, è tutta da ridere... la tizia era letteralmente sommersa da riviste "per soli uomini" e VHS sulle quali era possibile assistere ad atti di sodomia con Lolite ai limiti della pedopornografia e di amplessi con cani e cavalli e il "giornalaccio immorale" era una rivista professionale di oplologia sportiva?

W la coerenza!

Tornando a bomba, quella per armi e mezzi credo sia da sempre una classica passione da fanciulli, che credo siano state condivise da almeno un buon 70-80% dei miei coetanei, almeno per un po'; altro paio di maniche è applicarsi scientificamente allo studio di materie quali la Storia, la Tecnica, la Tattica e la Strategia con tutti gli annessi e connessi.
Lasciatemelo dire, per questo occorrono davvero passione, voglia, tempo e soprattutto denaro, un fiume di denaro, soprattutto se vivevate - come me - nell'era pre-internet.

Come si suol dire oggi: "su internet si trova di tutto" (si, e anche di più... che gran cazzata - ma di questo semmai parleremo poi) ma allora internet era solo un vago concetto presso i pianificatori strategici specializzati nel C3I (Comando, Controllo, Comunicazioni & Intelligence) delle Forze Armate degli Stati Uniti e negli ormai lontani anni '80, l'unico modo per approvigionarsi di informazioni era andarsele a cercare su libri o riviste... già, proprio quei misteriosi oggetti composti da un numero variabile di fogli di carta, magari imbrattati con inchiostri e immagini da qualche scriteriato scialacquatore; che non lo sa, questa gentaglia, che la carta custa ed è preziosa perché fatta con gli alberi?

Al tempo tutte 'ste belle velleità (pseudo)ambientaliste non le avevamo e se è vero che il sottoscritto non ha mai sciupato un singolo foglio di carta, è vero anche che con i libri e sui libri ci campava.
Ovviamente, ho dovuto cominciare sin da subito a fare il callo ai vari sguardi, tra lo stralunato, il divertito, lo sprezzante e l'accusatore, di tutti quelli che - vedendomi in mano un libello su fucili, pistole, carri armati, navi e/o aerei da guerra, moderni e contemporanei piuttosto che delle due Guerre Mondiali - riteneva suo preciso dovere offrire il proprio consiglio o la propria opinione per distogliere un così tenero infante da tali "pericolose letture", salvo dimenticare - tutti, nessuno escluso - un paio di sani principi: che non è bello quel che è bello, ma quel che piace, che chi se fa l'affari sua, campa cent'anni e torna sano a casa sua e soprattutto che i consigli non richiesti non vanno mai dati.

Anche in casa era (più o meno) lo stesso, con l'unica eccezione che - alla fine - si sono dovuti tutti rassegnare di fronte all'evidenza dei fatti che il loro primo rampollo ed erede era un... bieco guerrafondaio, dimenticando però un fatto assolutamente banale nella sua semplicità: il fatto di avere una passione per un determinato genere o argomento, non fa automaticamente di una persona un mostro da additare.

Così come è vero che un appassionato di romanzi gialli e/o noir non è per forza un esperto criminologo né ancor meno un criminale o che un fan del genere Horror non è un mostro o un serial killer, così come, allo stesso modo, un appassionato di letteratura erotica o di cinema hard non è uno stupratore seriale o un mandrillo esibizionista, il sottoscritto non ha mai agognato lo scoppio di guerre, guerriglie ed ostilità varie, così come non mi prudono particolarmente le mani all'idea di azzuffarmi con qualcuno né ho mai scaricato un fucile mitragliatore nelle budella del primo che passa solo perché sono un appassionato di armi e di storia militare.

Se poi vogliamo dirla tutta, dal momento che, crescendo, ho evoluto e sviluppato altre passioni parallele, come quella per l'horror, la fantascienza, il cinema d'azione e - perché no - anche robetta un po' più piccante, non per questo sono un pericoloso sessuomane assassino psicopatico e cannibale...

Potenzialmente, come qualunque altro essere umano degno di questo nome, nel bene e nel male, potrei essere tutto questo e anche di peggio, ma, proprio per il mio essere umano, ho imparato a sublimare i miei bassi istinti nella letteratura, nel cinema, nei fumetti e nei giochi... a questo proposito, chiunque venga a dirvi che chi è appassionato di sparatutto o di altri giochi di avventura/combattimento sicuramente nasconde una mentalità disturbata e/o violenta pronta ad esplodere, farà bene a rivedere le sue posizioni e farsi due conti, perché è scientificamente dimostrato che chi indulge in passatempi "violenti" è nella vita reale di tutti i giorni una persona assolutamente normale e positiva... a meno che il disturbo non ci sia già e non dipenda da cause pregresse.

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