È
vero, è una vita che non mi faccio vivo su questa pagina, ma vi
assicuro che ho avuto la mia (abbondante) parte di guai che mi ha
tenuto lontano... intendo però rimediare con una ripartenza col
botto, esaminando un argomento che è stato portato alla mia
attenzione mentre leggevo l'eccellente volume Future Weapons di
Kevin Dockery.
Nello
specifico, si parlava di flechettes
per
il defunto programma SPIW delle
FF.AA. Statunitensi degli anni '60... ad un certo punto sono stato
colpito da un riferimento sull'uso di dardi
o freccette aeree
niente meno che durante la Grande Guerra, cosa di cui – ammetto la
mia sesquipedale ignoranza – non sapevo nulla, nemmeno per sentito
dire.
Ho
così compiuto le mie brave ricerche sui... sacri testi in mio
possesso, oltreché online e quanto ne ho ricavato mi ha lasciato a
dir poco basito.
Lungi
dall'essere state inventate e/o utilizzate per la prima volta –
come asserito da più parti – nelle cosiddette munizioni beehive
dagli
americani
durante la guerra del Vietnam, le freccette
erano state abbondantemente impiegate dai maggiori belligeranti sul
fronte occidentale (e non solo, stando a quanto ho letto su un sito
dedicato ai combattenti del Commonwealth nella prima guerra mondiale)
con una particolare predilezione da parte dei francesi, seguiti a
ruota dai tedeschi e in ultima battuta, dai britannici.
Solo
che al tempo le flechettes
non
venivano sparate dai tubi dell'artiglieria campale (che al tempo
preferivano di gran lunga le granate Shrapnel
prima
dell'introduzione generalizzata delle granate esplosive/dirompenti)
ma... sganciate –
diciamo così – dagli aerei, montate in contenitori agganciati
sotto le ali ovvero direttamente dalla fusoliera; in pratica il
pilota sorvolava il bersaglio (di solito una trincea o un
concentramento di truppe allo scoperto) e tirava un cordino, che
liberava il tappo
del contenitore delle freccette, che così piovevano dall'aereo
disperdendosi su un'ampia area.
L'idea
era che l'altitudine e la forza di gravità avrebbero impartito una
velocità terminale sufficientemente elevata a queste specie di...
chiodi d'acciaio
da infliggere ferite piuttosto gravi ai... recipienti a terra,
trapassando coperture ed elmetti d'acciaio con conseguenze facilmente
immaginabili.
A
quanto pare ci furono numerosissime varianti, progettate ed impiegate
da tutti i contendenti ma la forma più comune era quella di una
corta asta d'acciaio dalla punta acuminata, dotata di alette
all'altro capo, che garantivano che il dardo scendesse a piombo,
punta in avanti.
Incredibile
ma vero, (quasi) tutte le fonti da me esaminate affermano che gli
inventori di cotanta... genialata siano stati proprio gli italiani,
il che vorrebbe dire che non solo abbiamo ideato, teorizzato (ed
applicato) per primi la guerra
aerea
ma anche le prime armi aviolanciate
della storia, quando gli altri usavano gli aeroplani essenzialmente
per divertirsi ovvero per la ricognizione aerea, ruolo che era stato
svolto sin dall'era napoleonica (con alterne (s)fortune, diciamocelo)
dai palloni aerostatici e dalle mongolfiere.
Il
primo utilizzo accertato della novella arma sarebbe dunque avvenuto
per mano italica durante la guerra di Libia (1911-12) dopodiché
l'idea sarebbe stata adottata, raffinata ed impiegata già nel 1914
dai francesi contro gli invasori crucchi, con grande scorno di questi
ultimi, probabilmente per il fatto di non essere stati loro
per primi ad ideare codesta amena carognata, visto che tutte
le
altre – lanciafiamme, gas velenosi, pallottole esplosive etc. -
sono state ideate e introdotte dai sudditi del Kaiser durante il
conflitto.
Fatto
sta che – sempre rapidi nell'adottare una buona idea quando ne
vedono una – i tedeschi resero immediatamente pan per focaccia agli
odiati mangia-baguette
tempestandoli
di flechettes
sulle quali riportavano, come potete vedere, a chiare lettere (e in
francese,
in modo che il nemico potesse capire) che il... regaluccio che
stavano ricevendo era “invenzione
francese/fabbricato in Germania”.
Chi
ha detto che ai crucchi manca il senso dell'umorismo?
Parlando
invece dell'effettiva efficacia
dei dardi aerei,
non ci sono – come molto spesso accade in questi casi – pareri
concordi; c'è chi li esalta, come i francesi e i tedeschi (che
furono più spesso che no vittime degli attacchi con flechettes) e
chi invece li riteneva assai poco efficaci, oltreché subdoli e poco
cavallereschi, come gli inglesi.
A
tal proposito pare che gli aviatori del Royal
Flying Corps rifiutassero
di usarle perché pensavano che “fosse
un lavoro sporco... perché il nemico non può sentirle arrivare e
perché infliggono ferite disgustose... oltretutto non è possibile
sganciarle con sufficiente precisione” la
stessa fonte però attesta che “contro
la cavalleria o la fanteria in formazione chiusa sono indubbiamente
efficaci, come hanno dimostrato i francesi”
Da
parte tedesca, pare che già nel 1915 ci fossero dei rapporti
ufficiali sull'efficacia di questi strumenti da parte del corpo della
sanità militare, che indicavano come i dardi (che erano lunghi in
media 15
centimetri,
fatti d'acciaio e piuttosto pesanti evidentemente) potessero
trapassare gli
elmetti d'acciaio e raggiungere senza problemi il cervello, così
come, colpendo dall'alto, per esempio dalla spalla, potevano di fatto
attraversare completamente un corpo umano, trafiggendo nel processo
numerosi organi.
Un
soldato tedesco rimasto anonimo afferma al riguardo che “se
si vedevano arrivare le frecce era meglio piuttosto gettarsi a terra,
perché anche se uno così copriva un area maggiore, la freccia che
dovesse colpirti ha minori possibilità di trafiggere più organi”.
Oltre
all'uso antiuomo, pare che i britannici abbiano adoperato (o almeno
tentato) le flechettes
contro
quella che ritenevano una vera e propria piaga: gli Zeppelin
che i tedeschi adoperavano per i bombardamenti sulla Gran Bretagna.
L'idea
era di sorvolare
le aeronavi per sganciarci i dardi in modo da bucarne l'involucro.
Da
quel che mi risulta, l'idea fu assolutamente fallimentare, in primo
luogo perché gli aerei del tempo difficilmente avevano la tangenza
per agguantare uno Zeppelin ad alta quota, figuriamoci sorvolarlo,
così come anche un numero elevato di flechettes
a
segno non sarebbe stato comunque in grado di infliggere danni critici
all'aeronave.
Non
per niente, le uniche armi in grado di infliggere danni devastanti ai
dirigibili, portando così al loro abbandono come arma da parte delle
potenze centrali, fu l'invenzione delle pallottole
incendiarie
dal momento che gli Zeppelin erano riempiti di idrogeno,
gas notoriamente volatile e facilmente infiammabile.
Tornando
a bomba, l'idea delle flechettes
non venne mai realmente accantonata, come ben sappiamo; dopo due
guerre mondiali e tutta una serie di studi per renderle un'arma
antiuomo ad uso della fanteria sotto forma di proiettili
per una nuova generazione di armi leggere ad alta velocità, vennero
alla fine impiegate più prosaicamente dalle artiglierie campali e
sui carri armati, in luogo delle antiquate cariche a
mitraglia,
dei colpi a
grappolo
e delle ormai desuete granate Shrapnel
contro
formazioni di fanteria attaccanti, anche se – in epoca molto più
recente – ci sono stati rapporti di un uso di dardi o freccette in
conflitti come quello afghano e siriano... da cosa
siano
però state esplose queste flechettes non è dato sapere, mentre è fatto accertato che gli israeliani abbiano usato granate di tipo Beehive da 105mm contro i palestinesi e i militanti di Hamas ed Hezbollah esplose con grande liberalità in aree edificate dai pezzi dei loro carri armati Merkava con numerose vittime tra i "terroristi" ivi compresi un paio di giornalisti e cameraman stranieri...
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