Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

mercoledì 27 giugno 2018

In effetti NON è proprio una questione di lana caprina...


È stata testé sottoposto alla mia attenzione questo interessante articolo postato dalla notoria rivista di cultura armiera Armi e Tiro della quale fui, un tempo oggi abbastanza lontano, un avido lettore anche se, in tempi più recenti, ho smesso di seguire pedissequamente (specialmente nella sua versione cartacea, a pagamento) per - diciamo - insanabili differenze di vedute.

L'articolo in questione è il seguente: Svizzera: stop ai finanziamenti per le armi?

Questione interessante ed in effetti sottolinea uno dei casi da manuale di schizofrenia tipicamente sFissera: possiedono una delle industrie armiere più sviluppate e capaci del pianeta ma non si sa che accidenti le producano a fare, visto che le draconiane leggi dello stato federato impediscono de facto le esportazioni (un po' come accadde qui da noi sotto la "illuminata guida" - sì, con la 230V - di Baffino presidentO del Con(s)iglio) ovvero, per dirla con le parole di un CEO della Oerlikon in tempi non sospetti (se non ricordo troppo male): "la Svizzera è un arsenale ma gli è permesso di vendere armi solo a chi NON le vuole!"

Anche a me sembra quanto meno strano non che la banca, ancorché centrale, finanzi l'industria bellica (dopotutto è pur sempre un'istituzione creditizia, per di più nazionale) ma che si prendano i soldi dell'equivalente svizzero dell'INPS per foraggiarla, questo sì che mi perplime, così come evidentemente lascia interdetti anche i pensionati e pensionandi elvetici, visto che di fatto buttano vagonate di soldi in un sistema industriale che (per le ragioni citate sopra) NON fa profitti ma allo stesso tempo non si limita a produrre solo quel che serve per la difesa nazioAnale.

In realtà sappiamo tutti che gli elvetici sono dei figli di mignotta senza possibilità di redenzione; non per niente il loro paese l'hanno costruito sui profitti dei mercenari e sul traffico di valuta estera e sui conti in nero di tutti i maggiorenti e i dittatori del mondo conosciuto, ed infatti vendono le loro "merci" ovunque nel mondo e al miglior offerente - e non sto parlando di orologi a cucù e cioccolatte - tramite un'amplissima rete di consociate estere ed è forse qui che va ricercata la vera ragione di questo referendum, perché sinceramente anche al sottoscritto roderebbe un po' tanto il culo di vedere i suoi sudati quattrini, men che meno quelli dell'istituto di credito centrale nazionale, sborsati con grande liberalità per foraggiare gente che di fatto si ingrassa già abbondantemente di suo le tasche, aggirando la normativa nazionale e affibbiando, tra l'altro, la nomea di trafficanti d'armi senza scrupoli a chi queste le produce solamente e per di più conto terzi.

In questo senso sono rimasti emblematici i casi delle accuse, rivolte in maniera abbastanza insensata dalle varie ONLUS e ONG attive nel soccorso in guerra e nella tutela dei diritti umani, alla povera Italietta (!), colpevole di aver fomentato guerre (?) e devastazioni (!) nonché stragi di civili innocenti (!!!) con le sue armi, salvo scoprire poi che le armi in oggetto erano di due tipi: quelle transitate per i porti del Belpaese (e quindi NON vendute dallo stesso) ovvero fabbricate in stabilimenti insistenti, questo sì, sul territorio italico ma di proprietà esclusiva di conglomerati esteri, nello specifico della RHEINMETALL AG (Germania) e della OERLIKON AG (Svizzera, per l'appunto) che le hanno vendute urbi et orbi (soprattutto a paesi palesemente in stato di guerra, in aperta contravvenzione delle rispettive normative nazioAnali) non certo ingrassando la povera Italia, che di quei soldi ha visto giusto stipendi e contributi per i dipendenti!

martedì 26 giugno 2018

Hai capito, sì, in che mani siamo?

E questa, mi dispiace dirlo, non è che la punta dell'iceberg, perché di gente che abusa costantemente del potere conferitogli dallo Stato, ergo, che non fa ciò per cui viene regolarmente retribuita, ce n'è a pacchi in giro, lo vediamo nel nostro piccolo ogni santo giorno, quando per esempio li vediamo fare le vasche inutilmente, a spese del contribuente, mentre intorno regnano marasma ed anarchia ovvero quando li chiami - magari nel cuore della notte - e ti rispondono con amabili fraseggi del tipo "ne prendiamo atto" ovvero "non è di nostra competenza" (?) oppure "sì, stai tranquillo, che mo' arrivamo..."

Sì, come no... lo sai che fine ha fatto Tranquillo, vero? Se lo so' inculato come le brunette in divisa qui sopra, così come è accaduto stamane a questi merDavigliosi esemplari di tutori dell'ordine, come ci informa debitamente l'ANSiA nazioAnale: Corruzione tra agenti, 8 arresti a Roma

Il vero problema è che ai piani alti si preferisce guardare dall'altra parte perché altrimenti la valanga di poo-poo che verrebbe giù sommergerebbe le autorità (per avergli permesso di campare così fino ad oggi) e la già tutt'altro che solida reputazione delle forze del (dis)ordine costituito, in un momento storico, poi - come quello che stiamo vivendo - in cui la fiducia del cittadino nelle istituzioni dovrebbe essere rafforzata, anziché vilipesa e tradita!

sabato 23 giugno 2018

Come gettare nel cesso un po’ (tanti) di soldi e vivere (in)felici…


Trovo che non ci sia niente di più bello (capisc’a’mme!) che spendere i propri, sudati quattrini – ancorché fortunatamente pochi, in questo caso – per poi scoprire di avere tra le mani, quando l’amato bene finalmente ti viene recapitato, il libro dei pii desideri ovvero un romanzo ucronico o di fantascienza, quando tu, effettivamente, pensavi di aver acquistato un (tanto necessario) aggiornamento – seppur non di primissima mano – alla tua bibliografia sulle cose che fanno i botti (e i bozzi!).

Questo perché il libello, appartenente alla famigerata serie di tascabili (si fa per dire, visto quanto so’ paccuti) The Illustrated Directory of, pubblicato nel 2002 a cura dello “specialista” David Miller, è una catalogazione, piuttosto completa ancorché non priva di pecche (e magari poi vi dico perché) di ferramenta nella categoria robbafighissima che – nel mondo reale – è rimasta solo, per l’appunto, un pio desiderio nelle menti della rapace lobby industriale-militare a stelle e strisce e tutto, fondamentalmente, per due ragioni principali: o il concetto era farrato ab origine ovvero i costi preventivati sono stati sforati in maniera esorbitante ancor prima che si giungesse ai lotti di pre-produzione.

Tutto questo, badate bene, sempre a giochi fatti e dopo insufflazioni pantagrueliche di denari del contribuente (da qui il titolo a doppio senso di questo post).

Il libro in questione è quello riguardante le Modern American Weapons e a mio parere si è trattato di una specie di instant book edito a ridosso della dichiarazione unilaterale della War on Terror che fu di Giorgino Boscaglia a seguito dei fatti del 9/11, una specie di rassicurazione per il pubblico americano sul fatto che gli Stati (dis)Uniti fossero ancora gagliardi e tosti e (concetto ripetuto ad libitum) l’unica vera e irripetibile superpotenza mondiale con tutte le conseguenze del caso.

Come dicevo, propaganda a parte, oggi come oggi viene spontaneo fare due generi di osservazioni, la prima è la classica “ammazza come passa il tempo” (soprattutto quando ci si diverte e i ragazzi dello Zio Sam in questi anni si sono letteralmente sbudellati dal ridere!), la seconda è che la donna sarà pure mobile, qual piuma al vento ma l’americani mica fischiano, visto che cambiano idea con la stessa frequenza con la quale una figa si cambia le mutande, solo che ogni ripensamento (da cornuti) costa al contribuente più di qualche punto di PIL!

È così che questo libello diventa praticamente un What If con le stellette o se volete una cronistoria di quel che non fu, come potete vedere dall’iconografia a corredo.

Si parte dall’abortita adozione del supersemovente Paladin (fortemente voluto dallo stesso George Bush Jr. salvo rendersi conto, in corso d’opera, di quanto fosse grosso e ingombrante, praticamente intrasportabile proprio nel corso del più massiccio dispiegamento di forze oltremare dai tempi di Desert Storm), alla cancellazione dell’elicottero da ricognizione/attacco RAH-66 Comanche ritenuto inadatto a sopravvivere in un teatro di guerra ad alta intensità (e sì che era stato progettato come compagno del più vetusto ma funzionale AH-64 Apache), passando per una panoplia di missili tattici terra-terra/anticarro come il Missile Guidato a Fibre Ottiche Potenziato (EFOGM) ovvero il missile Anticarro a Tiro Diretto (LOSAT) entrambi montati su Humvee (notorio cassone su ruote che si è dimostrato alla prova dei fatti solo un grosso bersaglio anche per gli ottentotti armati di cerbottane, figuriamoci per i guerriglieri afghani e iracheni e i loro ordigni improvvisati a bordo strada), cancellati sulla base dei costi, cresciuti a dismisura, ovvero dalla realizzazione che – se devi centrare un carro armato con un’arma ipersonica a energia cinetica – tanto vale che usi un normalissimo (e relativamente economico) cannone invece di un proiettile autopropulso che costa quanto il bersaglio che deve distruggere.

Più recenti sono state invece le cancellazioni del famigerato Missile Tattico dell’Esercito (gli ATACMS lanciati dai veicoli MLRS e HIMARS) dopo decenni di lavoro di sviluppo e la produzione di ben tre varianti, alcune delle quali sono state anche impiegate e i cui stock rimanenti saranno aggiornati, per quanto possibile, ma non reintegrati ovvero il MEADS internazionale (Sistema Medio di Difesa Aerea Estesa) dal quale i ragazzi dello zio Sam si sono tirati fuori dopo aver buttato all’aria svariate centinaia di milioni di dollari/euro (dal momento che al progetto eravamo interessati noi insieme alla Grosse Deutschland) anche se in questo caso, ad onor del vero, pare che lo stiano portando ancora avanti gli altri partner del progetto.

Tutto questo mentre va invece imperterritamente avanti l’acquisizione del più costoso e fallimentare aviogetto mai concepito prima d’ora, il famigerato F-35 che invece – quello sì – avrebbe meritato l’oblio già a partire dalle prime magagne dovute alle millanterie del team di progettazione ma che è proseguito soltanto per la protervia della lobby industriale-militare col beneplacito della Domus Albula pur di non dover ammettere col mondo intero di aver fatto una cazzata micidiale!


venerdì 22 giugno 2018

Una piccola riflessione sul faSismo che avanza (qualcuno ne vuole? Tanto… avanza!)



Da che si è insediato il novello governo carioca, ogni giorno ce n’è una nuova, per la serie: tutto fa brodo pur di vomitare veleno e rantolare con la bava alla bocca.
Non mi soffermerò a discutere del sesso degli angeli, perché tali considero le tante dotte disquisizioni cui sto assistendo, roba che – se non fosse piuttosto grave per le derive (alla faccia del populismo che avanza) al limite della sedizione di tanta parte della (cosiddetta) sinistra di lotta e (mal)governo - fa veramente ridere i polli, ma voglio piuttosto farvi notare una cosa curiosa.

Sono ormai mesi (anzi, diciamo pure anni) che non si parla d’altro che di populisti, pauperisti, giustizialari e chi più ne ha, più ne metta ma soprattutto dell’avanzata dei naSisti, faSisti, cSenofobi, misogini, misantropi e financo licantropi eppure, caso strano, sia i canali tematici che quelli generalisti, per non parlare delle edicole e delle librerie, sono tutto un fiorire di film, documentari, trasmissioni, riviste, libri e retrospettive varie su zi’ Adolfo e il beato Benito, sulle organizzazioni da loro fondate e sulla storia degli anni in cui furono attivi, il che, sinceramente, mi pare un controsenso, perché, se l’intento è quello di additare l’orco al popolo ovvero di esporre al pubblico ludibrio le malefatte nazifasciste (quelle vere, non le buffonate accreditate ad ogni piè sospinto a qualunque governo e/o forza politica che abbia deciso di non sottostare supinamente ai diktat della – autoproclamata ed autoreferenziata – intellighenzia europea, specialmente quella sinistrorsa e comunarda) direi che la mossa è stata azzardata se non controproducente tout-cour.

Basta infatti dare un’occhiata ai vari commenti sul web (o di persona, colti casualmente ovunque la gente si riunisca per chiacchierare del più e del meno) per rendersi conto che, anziché ingenerare il timor di dio o il rigetto, tutto questo (stra)parlare, da parte sempre e solo dei soliti (ben) noti, sta invece spostando un’attenzione che definirei quasi morbosa sul soggetto e (giurin giuretto) vedo tanta gente che comincia a guardare con malcelata simpatia a discorsi ed ideologie che non solo erano morte e sepolte de facto da 70 e passa anni ma che avrebbero dovuto rimanere tali e che invece, a furia di disturbare il sonno dei morti, stanno ricicciando prepotentemente, grazie a quello che non posso che definire un battage pubblicitario a tutti gli effetti!

E come diceva il buon Oscar (Wilde, ovviamente): “non m’importa che parlino bene (o male) di me; l’importante è che si parli di me” perché la pubblicità, in definitiva, è sempre l’anima del commercio!