Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

domenica 6 maggio 2012

Era quasi ora...


Questa è di qualche giorno fa, ma Dio solo sa se non ho avuto sufficienti rotture di coglioni in questi ultimi giorni da poter pensare a buttar giù due righe sull'argomento.

Credo che la vicenda che fa da sottofondo a questa notizia sia abbastanza nota, almeno per chi vive nella Capitale, come il sottoscritto.
Sono anni che chiunque abbia la testa sulle spalle denuncia lo stato di grave abbandono in cui versano i cittadini romani quando si parla di sicurezza... e non si tratta, come dicono legioni di pseudo-sociologi (a pagamento) di una errata percezione del fenomeno da parte degli abitanti; di fatto, da che è sindaco quel... bravuomo di Gianni “eia eia” Alemanno, a Roma scippi, rapine, violenze, aggressioni, furti, pestaggi, omicidi, accoltellamenti e sparatorie sono raddoppiate se non triplicate.

Questa emerita testa di manzo ottenne il posto in Campidoglio sbandierando e predicando sicurezza ai quattro venti per i cittadini romani che già non ne potevano più di essere vessati da delinquenti di piccolo cabotaggio, infiltrazioni della malavita organizzata, taglieggiamenti e l'occasionale aggressione o omicidio tipico (purtroppo) di una metropoli come Roma, di fatto, è diventata.

Orbene, l'unico intervento reale sul territorio non ha riguardato la sicurezza bensì un distorto concetto di protezionismo morale della popolazione residente, con un dispiegamento di mezzi e uomini (e conseguente dispendio di risorse già scarse) su tutto il territorio comunale a caccia della vera, grande minaccia alla sicurezza dei cittadini...

No, non parlo della lotta alle infiltrazioni delle 'ndrine calabresi negli appalti capitolini; non parlo nemmeno del contrasto alla Camorra nei mercati ortofrutticoli della Capitale; parlo della sistematica caccia che tutte le forze del (dis)ordine presenti in Roma hanno dato alle puttane per le strade – specie per le consolari in uscita dalla città – della Capitale, non tanto per contrastare – come sarebbe stato giusto e sacrosanto – il vergognoso sfruttamento illegale di giovani schiave trascinate sulle nostre strade da ogni parte del mondo, colpendo i trafficanti, gli sfruttatori e le legioni di papponi che sulla prostituzione forzata ci campano; no, ci si è accaniti sulle ragazze di strada, con lo spettacolare risultato che sono state loro così a pagare per tutti: maltrattate dalla polizia e massacrate di botte dagli schiavisti perché non portano più a casa i soldi... complimenti un bel risultato davvero.

Adesso per le nostre strade potete stare sicuri che non si vede più una prostituta manco a pagarla, in compenso stanno spuntando come i funghi specie fuori città, nei tanti paesini del hinterland capitolino, delle vere e proprie case chiuse gestite – ovviamente – dalla malavita organizzata, al sicuro da ogni minaccia di rappresaglia da parte della legge che – a meno di avere l'imbeccata da qualcuno – non può intervenire in quanto si tratta di immobili di proprietà privata ed è risaputo che nessuno può violare la santità della proprietà privata altrui a meno di non esservi chiamato dai proprietari stessi.

...o a meno di avere ottenuto un regolare mandato di perquisizione per legittimo sospetto (o denuncia) di attività criminali, ovviamente...

Tutto questo ha avuto un prezzo, ovviamente: con le risorse che ci sono – che già si lamentava essere del tutto insufficienti a garantire un minimo di controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine – si è dovuto scegliere: o si va per la Salaria a caccia di mignotte o si va per Prati a caccia di delinquenti; come ho detto più sopra, si è preferita la prima soluzione (forse anche perché le ragazze in strada difficilmente reagiscono o tirano fuori la pistola) tralasciando così di pattugliare le vie del centro e della periferia cittadina, che sono diventate così il regno incontrastato di balordi, spacciatori e veri e propri delinquenti professionisti che imperversano senza alcun controllo.

Era dai tempi della famigerata Banda della Magliana che non si sparava più in strada, specie in pieno giorno.
Nel corso degli ultimi due anni, ci sono state più sparatorie con altrettanti morti ammazzati, che negli ultimi venti, con casi clamorosi di regolamenti di conti avvenuti in pieno centro e in pieno giorno.

Ovviamente, di poliziotti, carabinieri, vigili o quel che volete, nemmeno l'ombra...

la notte poi, apriti cielo: non c'è TG regionale che non apra con la notizia di una qualche aggressione, di un pestaggio, di una rissa più o meno aggravata avvenuta nel corso della serata o della notte... anche qui, caso strano, le forze del (dis)ordine si fanno vive sempre e solo a giochi fatti.

Ad onor del vero, bisogna dare a Cesare quel che gli spetta, perché almeno in un campo sono testimone dell'efficienza dei nostri tutori della legge: quella del contrasto all'abuso di alcolici e sostanze stupefacenti da parte dei cittadini al volante.
Anche qui, ovviamente, la cosa avviene quasi sempre a ridosso di questo o quell'evento delittuoso, quando si scopre che l'ennesima strage della strada o investimento di pedoni è stato provocato dall'ennesima testa di cazzo ripiena fino agli occhi di alcol e/o droga ma tant'è, almeno un minimo di controllo, una tantum, c'è... magari preferirei che la cosa avvenisse tutti i giorni e non soltanto di venerdì e sabato e magari la sera, quando questi assassini potenziali girano più o meno indisturbati, invece che in pieno giorno, alle quattro del pomeriggio com'è capitato a me più di una volta negli ultimi 12 mesi!

Così possono dire che – statisticamente parlando – il contrasto a chi guida in stato di ebbrezza funziona... peccato che soltanto un alcolista deficiente e all'ultimo stadio va in giro ubriaco di giorno, emeriti idioti... provate a farvi un giro dopo le sette di sera e vedrete come cambia la musica!

Accidenti a me, sto divagando... ordunque, torniamo a bomba: qualche tempo fa la città fu scossa dalla notizia dell'ennesima, brutale aggressione, all'uscita di un locale notturno nel centralissimo Rione Monti, nei confronti di un musicista piuttosto noto nel giro dei locali capitolini.
Questa volta non c'è scappato il morto ma Alberto Bonanni (questo il nome del povero disgraziato) è comunque finito in coma... e non ne è più uscito, almeno per quanto mi è dato sapere, tant'è che il processo contro i suoi sei aggressori, tutti identificati e denunciati (anzi che è andata bene perché troppo spesso e volentieri di questi figli di puttana si perde ogni traccia) verrà celebrato senza la parte lesa che ancora giace in un letto di ospedale a quasi un anno dal fatto.

Ora, se c'è una cosa che mi ha sempre mandato clamorosamente in bestia è l'opportunismo – purtroppo malcostume fortemente radicato nell'italica mentalità – secondo il quale si balza sul carro del (presunto) vincitore ogniqualvolta che c'è da trarne un vantaggio, possibilmente economico.

Questa pessima, inveterata abitudine ha da sempre contraddistinto la municipalità di Roma ma da quando c'è il prode Gianni al timone, è diventata una forma d'arte: prima si aspetta che accada il disastro poi, a giochi fatti, ci si precipita in tribunale a costituirsi parte civile nel processo a carico di questo o quello.

Non questa volta.

Stavolta, caro il mio Alemanno, t'ha detto male e di brutto.

Si, perché il tribunale di Roma, nella persona del GUP Anna Maria Fattori, ha rigettato la costituzione del Comune come parte civile ma anzi, la difesa degli imputati ha citato come responsabile civile in concorso il comune che così, in caso di condanna degli imputati, dovrà pagare gli eventuali danni in quanto (secondo le parole del GUP): non c'è danno di immagine né per la città né per i diritti della cittadinanza... il fatto si è potuto verificare per difetto di adeguata tutela della sicurezza delle vie del centro storico gravante sull’amministrazione e si pone come condotta omissiva”.

Certo, il fatto che i danni fatti da queste sei merde debbano essere pagati con i soldi della cittadinanza, fa decisamente rodere il culo, specie a chi – come me – è stato avverso da subito alla politica di pseudo-sicurezza dell'amministrazione Alemanno ma è almeno un deciso segno di svolta, all'insegna del contrasto alla tradizionale politica dell'avvoltoio seguita fin qui dalla municipalità di Roma, da parte dell'autorità giudiziaria che fino ad oggi è stata fin troppo pronta ad avallare questi veri e propri atti di sciacallaggio mediatico (e non solo) da parte del comune ogni volta che un fatto di sangue ai danni della cittadinanza finiva in tribunale.

Speriamo solo non si tratti della famosa eccezione che conferma la regola.

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