Questa è di qualche giorno fa, ma Dio
solo sa se non ho avuto sufficienti rotture di coglioni in questi
ultimi giorni da poter pensare a buttar giù due righe
sull'argomento.
Credo che la vicenda che fa da
sottofondo a questa notizia sia abbastanza nota, almeno per chi vive
nella Capitale, come il sottoscritto.
Sono anni che
chiunque abbia la testa sulle spalle denuncia lo stato di grave
abbandono in cui versano i
cittadini romani quando si parla di sicurezza...
e non si tratta, come dicono legioni di pseudo-sociologi (a
pagamento) di una errata percezione
del fenomeno da parte degli abitanti; di fatto, da che è sindaco
quel... bravuomo di
Gianni “eia eia” Alemanno, a Roma scippi, rapine, violenze,
aggressioni, furti, pestaggi, omicidi, accoltellamenti e sparatorie
sono raddoppiate se non triplicate.
Questa
emerita testa di manzo ottenne il posto in Campidoglio sbandierando e
predicando sicurezza ai quattro venti per i cittadini romani che già
non ne potevano più di essere vessati da delinquenti di piccolo
cabotaggio, infiltrazioni della malavita organizzata, taglieggiamenti
e l'occasionale aggressione o omicidio tipico (purtroppo) di una
metropoli come Roma, di fatto, è diventata.
Orbene,
l'unico intervento reale sul territorio non ha riguardato la
sicurezza
bensì un distorto concetto di protezionismo
morale della
popolazione residente, con un dispiegamento di mezzi e uomini (e
conseguente dispendio di risorse già scarse) su tutto il territorio
comunale a caccia della vera, grande minaccia alla sicurezza dei
cittadini...
No,
non parlo della lotta alle infiltrazioni delle 'ndrine calabresi
negli appalti capitolini; non parlo nemmeno del contrasto alla
Camorra nei mercati ortofrutticoli della Capitale; parlo della
sistematica caccia
che
tutte le forze del (dis)ordine presenti in Roma hanno dato alle
puttane per
le strade – specie per le consolari in uscita dalla città –
della Capitale, non tanto per contrastare – come sarebbe stato
giusto e sacrosanto – il vergognoso sfruttamento
illegale di
giovani schiave trascinate sulle nostre strade da ogni parte del
mondo, colpendo i trafficanti, gli sfruttatori e le legioni di
papponi che sulla prostituzione forzata ci campano; no, ci si è
accaniti sulle
ragazze di
strada, con lo spettacolare risultato che sono state loro così a
pagare per tutti: maltrattate dalla polizia e massacrate di botte
dagli schiavisti perché non portano più a casa i soldi...
complimenti un bel risultato davvero.
Adesso
per le nostre strade potete stare sicuri che non si vede più una
prostituta manco a pagarla, in compenso stanno spuntando come i
funghi specie fuori città, nei tanti paesini del hinterland
capitolino, delle vere e proprie case
chiuse gestite
– ovviamente – dalla malavita organizzata, al sicuro da ogni
minaccia di rappresaglia da parte della legge che – a meno di avere
l'imbeccata da qualcuno – non
può intervenire
in quanto si tratta di immobili
di proprietà privata ed
è risaputo che nessuno può violare la santità della proprietà
privata altrui a meno di non esservi chiamato dai proprietari stessi.
...o a meno di avere ottenuto un regolare mandato di perquisizione per legittimo sospetto (o denuncia) di attività criminali, ovviamente...
...o a meno di avere ottenuto un regolare mandato di perquisizione per legittimo sospetto (o denuncia) di attività criminali, ovviamente...
Tutto
questo ha avuto un prezzo, ovviamente: con le risorse che ci sono –
che già si lamentava essere del tutto insufficienti a garantire un
minimo di controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine –
si è dovuto scegliere: o si va per la Salaria a caccia di mignotte o
si va per Prati a caccia di delinquenti; come ho detto più sopra, si
è preferita la prima soluzione (forse anche perché le ragazze in
strada difficilmente reagiscono o tirano fuori la pistola) tralasciando
così di pattugliare le vie del centro e della periferia cittadina,
che sono diventate così il regno incontrastato di balordi,
spacciatori e veri e propri delinquenti professionisti che
imperversano senza alcun controllo.
Era
dai tempi della famigerata Banda
della Magliana che
non si sparava più in strada, specie in pieno giorno.
Nel
corso degli ultimi due anni, ci sono state più sparatorie con
altrettanti morti ammazzati, che negli ultimi venti, con casi
clamorosi di regolamenti di conti avvenuti in pieno centro e in pieno
giorno.
Ovviamente,
di poliziotti, carabinieri, vigili o quel che volete, nemmeno
l'ombra...
la
notte poi, apriti cielo: non c'è TG regionale che non apra con la
notizia di una qualche aggressione, di un pestaggio, di una rissa più
o meno aggravata avvenuta nel corso della serata o della notte...
anche qui, caso strano, le forze del (dis)ordine si fanno vive sempre
e solo a giochi fatti.
Ad
onor del vero, bisogna dare a Cesare quel che gli spetta, perché
almeno in un campo sono testimone dell'efficienza dei nostri tutori
della legge: quella del contrasto
all'abuso di alcolici e sostanze stupefacenti da
parte dei cittadini al volante.
Anche
qui, ovviamente, la cosa avviene quasi sempre a ridosso di questo o
quell'evento delittuoso, quando si scopre che l'ennesima strage della
strada o investimento di pedoni è stato provocato dall'ennesima
testa di cazzo ripiena fino agli occhi di alcol e/o droga ma tant'è,
almeno un minimo di controllo, una tantum, c'è... magari preferirei
che la cosa avvenisse tutti
i giorni e
non soltanto di venerdì e sabato e magari la sera, quando questi
assassini potenziali girano più o meno indisturbati, invece che in
pieno giorno, alle quattro del pomeriggio
com'è capitato a me più di una volta negli ultimi 12 mesi!
Così
possono dire che – statisticamente parlando – il contrasto a chi
guida in stato di ebbrezza funziona... peccato che soltanto un
alcolista deficiente e all'ultimo stadio va in giro ubriaco di
giorno, emeriti idioti... provate a farvi un giro dopo le sette di
sera e vedrete come cambia la musica!
Accidenti
a me, sto divagando... ordunque, torniamo a bomba: qualche tempo fa
la città fu scossa dalla notizia dell'ennesima, brutale aggressione,
all'uscita di un locale notturno nel centralissimo Rione Monti, nei
confronti di un musicista piuttosto noto nel giro dei locali
capitolini.
Questa
volta non c'è scappato il morto ma Alberto
Bonanni (questo
il nome del povero disgraziato) è comunque finito in coma...
e non ne è più
uscito,
almeno per quanto mi è dato sapere, tant'è che il processo contro i
suoi sei
aggressori,
tutti identificati e denunciati (anzi che è andata bene perché
troppo spesso e volentieri di questi figli di puttana si perde ogni
traccia) verrà celebrato senza la parte lesa che ancora giace in un
letto di ospedale a quasi un anno dal fatto.
Ora,
se c'è una cosa che mi ha sempre mandato clamorosamente in bestia è
l'opportunismo
– purtroppo malcostume fortemente radicato nell'italica mentalità
– secondo il quale si balza sul carro del (presunto) vincitore
ogniqualvolta che c'è da trarne un vantaggio, possibilmente
economico.
Questa
pessima, inveterata abitudine ha da sempre contraddistinto la
municipalità di Roma ma da quando c'è il prode Gianni al timone, è
diventata una forma d'arte: prima si aspetta che accada il disastro
poi, a giochi fatti, ci si precipita in tribunale a costituirsi parte
civile
nel processo a carico di questo o quello.
Non
questa volta.
Stavolta,
caro il mio Alemanno, t'ha detto male e di brutto.
Si,
perché il tribunale di Roma, nella persona del GUP Anna Maria
Fattori, ha rigettato
la
costituzione del Comune come parte civile ma anzi, la difesa degli
imputati ha citato come responsabile
civile in concorso
il comune che così, in caso di condanna degli imputati, dovrà
pagare gli
eventuali danni in
quanto (secondo le parole del GUP): “non
c'è danno di immagine né per la città né per i diritti della
cittadinanza...
il fatto si è potuto verificare per difetto di adeguata tutela della
sicurezza delle vie del centro storico gravante sull’amministrazione
e si pone come condotta omissiva”.
Certo,
il fatto che i danni fatti da queste sei merde debbano essere pagati
con i soldi della cittadinanza, fa decisamente rodere il culo, specie
a chi – come me – è stato avverso da subito alla politica di
pseudo-sicurezza dell'amministrazione Alemanno ma è almeno un deciso
segno di svolta, all'insegna del contrasto alla tradizionale politica
dell'avvoltoio seguita fin qui dalla municipalità di Roma, da parte
dell'autorità giudiziaria che fino ad oggi è stata fin troppo
pronta ad avallare questi veri e propri atti di sciacallaggio
mediatico (e non solo) da parte del comune ogni volta che un fatto di
sangue ai danni della cittadinanza finiva in tribunale.
Speriamo
solo non si tratti della famosa eccezione che conferma la regola.
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