Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

domenica 14 agosto 2016

Il realismo, questo sconosciuto ovvero: "come ti smonto un film in pochi, semplici passi"


Visto che non c'ho un cavolo di meglio da fare al momento e che ci sto rimuginando su da ieri sera, vorrei fare un paio di considerazioni sul filmone col castone di ieri sera: Agente 007: l'uomo con la pistola d'oro (007 – The Man with the Golden Gun ©1974)

Fermo restando che l'ho trovato abbastanza divertente per passarci la serata, devo però dire che - a parte l'interpretazione, secondo me particolarmente riuscita, di Christopher Lee (un nome, una garanzia) - nel film c'è evidentemente un'ora di troppo di girato, nel senso che ci sono scene e situazioni che sembrano quasi incastrate a forza nella trama, altrimenti piuttosto lineare, quasi scarna (non che uno si aspetti Guerra e Pace da un film di Bond, intendiamoci) anche per un film di 007.

Dove invece casca l'asino (e pure pesantemente, tanto che si fa male!) è in alcuni aspetti... tecnici che mi sono saltati agli occhi nel momento stesso in cui sono stati esposti dai protagonisti del film e riguardano principalmente uno degli "attrezzi di scena" più immaginifici di sempre, la famigerata pistola d'oro dell'antagonista, Francisco Scaramanga.

Spettacolare l'idea di un'arma componibile mediante la combinazione di oggetti di per sé innocenti, già vista e sfruttata quella della pallottola fusa in metallo prezioso (qualcuno si ricorda The Lone Ranger e il suo marchio di fabbrica, le pallottole d'argento?) però, dove il tutto cozza violentemente con la sospensione dell'incredulità (o almeno immagino che capiti con chiunque mastici, anche solo da lontano, di armi da fuoco e munizioni) è proprio lì, nelle famigerate pallottole d’oro, che poi dovrebbero essere definite cartucce d’oro, perché anche il bossolo è di quel metallo.

Sinceramente, non so nemmeno da dove cominciare, perché sono tanti gli argomenti che contrastano duramente con la realtà.
Cominciamo quindi dal più semplice: il calibro.
Ci viene detto da Q – esaminando il proiettile fortunosamente “recuperato” da Bond in quel di Beirut – che si tratta di una pallottola dum-dum calibro 4,2mm… se così fosse, sarebbe il proiettile meno efficace della storia, poco più di una scacciacani, figuriamoci se potrebbe mai accoppare un essere umano adulto!
O meglio: potrebbe essere letale, se si trattasse di una munizione per carabina, ad alta velocità ma dal momento che viene sparata da una pistola dobbiamo ritenere che si tratti di una munizione adeguata all’arma.

Per questa ragione il calibro è ridicolmente piccolo, per una cartuccia da pistola; secondo, non ha senso realizzare una pallottola espansiva di quel calibro (perché in definitiva, una dum-dum questo è: una forma abbastanza primitiva di pallottola soft-point cioè a piombo nudo sulla punta di un normale proiettile incamiciato) perché pallottole di piccolissimo calibro come queste, a meno di essere sparate ad altissima velocità, difficilmente si espandono; tra l’altro, vista la malleabilità dell’oro è pressoché assicurato lo schiacciamento della pallottola all’impatto, che avrebbe quindi più o meno lo stesso effetto… sempre se riesce a penetrare l’osso, come accade nella scena dell’assassinio dello scienziato ad Hong Kong, con il proiettile dritto in fronte al tizio pur essendo stato sparato da quasi una cinquantina di metri, cosa tutt’altro che scontata!


Per l’appunto, seconda grossa castroneria della sceMeggiatura, l’uso previsto per una pistola tascabile come quella che stiamo esaminando, priva tra l’altro di organi di mira, è il tiro a distanza ravvicinata (come insegna Leon nell’omonimo film “l’unico modo per essere sicuro di aver portato a termine l’incarico”)… voglio capire che il personaggio di Scaramanga sia un fenomeno, però così scadiamo nel ridicolo, peggio di Pecos Bill e Davy Crockett messi insieme e loro usavano ben altre armi, tra l’altro!

ordunque, è ovvio che ad insindacabile giudizio degli sceMeggiatori, tutta ‘sta manfrina ha lo scopo di introdurre l’ambientazione esotica ed orientaleggiante per la storia, visto che Lazar l’armaiolo portoghese che rifornisce Scaramanga si trova – caso strano – a Macao ma a ben vedere è molto tirata per i capelli, perché, viste le particolari richieste del cliente, qualsiasi munizione di calibro più convenzionale, avrebbe potuto essere tranquillamente realizzata in oro, senza necessariamente inventarsi un calibro personalizzato.

Dulcis in fundo, mi sono andato a vedere cosa prevedesse il soggetto originale per questo film, il dodicesimo romanzo – uscito tra l’altro postumo – di 007 scritto da Ian Fleming, ed ho così scoperto che non c’entra una benemerita mazza con il film.
Di fatto hanno solo preso il personaggio di Scaramanga, del quale hanno tra l’altro stravolto il background, e la sua ormai celeberrima pistola d’oro, gettando praticamente alle ortiche tutto il resto, che è reinventato di sana pianta.



E qui viene fuori che – molto più realisticamente – il Francisco Scaramanga originale di Fleming usa una Colt SAA 1873, la mitica “.45” dell’epopea western americana, placcata in oro (e non fatta d’oro, che tra l’altro – a meno di usarlo in lega – è un pessimo metallo per realizzare una qualsivoglia arma da fuoco a meno di voler rischiare che ti scoppi in mano, ergo, non usi cartucce estremamente fiacche, tipo Flobert o Velodog) le cui cartucce – altrimenti assolutamente normali – hanno pallottole d’oro incamiciate d’argento a punta esposta, ovvero delle dum-dum vere e proprie che in questo calibro hanno un senso: una palla grossa e pesante, in materiale tenero rivestita con la punta esposta, esplosa a velocità medio-alta, che ne garantisce l’espansione e ne aumenta smodatamente la letalità.

Tra l’altro, le pistole d’oro sono per l’appunto due: la summenzionata Colt .45 e una Derringer a due colpi, anch’essa placcata interamente in oro e sparante cartucce con le pallottole d’oro…

A questo punto viene da chiedersi perché diavolo non si siano attenuti alla trama e ai personaggi originali, anziché inventarsi la solita storia in salsa quasi-fantascientifica (ricordate tutta la pippa sul Solex?) infarcita poi di elementi tipici dei kung-fu movie, che nei primi anni ‘70 andavano per la maggiore, con tanto di siparietti comici che davvero ci stanno come i cavoli a merenda in un film di James Bond.

Nessun commento: