Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

sabato 10 settembre 2022

Veramente ingredibbuli! (?)

 Se la cosa non fosse tragica, ci sarebbe davvero da farsi una grassa risata, perché va bene la propaganda, va bene tutto ma che la TV del Regime continui a spacciare panzane senza alcuna verifica o contraddittorio, solo perché lo dicono gli amichi (del giaguaro) ukraijni da veramente il senso del ridicolo in cui è scaduta la disinformatia eataliana, che può fare del facile sensazioAnalismo giusto con l'utOntO medio che di militaria capisce poco o niente.

Nello specifico, faccio riferimento a questo articolo corredato da tanto di video, postato da RaiNews in data 01 settembre.

Ora, con gran fanfara, si annuncia al mondo lo sconvolgente successo bellico dei nuovi idoli del Nuovo Ordine Mondiale a stAlle e strisce e degli €urostolti di Bruxelles: l'abbattimento di un carro armato russki dall'ingredibbuli distanza di 10 e passa chilometri, grazie ad un nuovo, sofisticatissimo software di comando e controllo made in Ukrajina etc. etc. (non stiamo qui a ripetere quel che potete leggere tranquillamente da voi).

Fin qui, tutto molto bello e in effetti c'è anche il video a testimoniarlo (sempre e solo però, secondo il comando ukrajino, che non è proprio proprio imparziale, neh!?).

Ora, ammesso e non concesso che sia tutto vero, da quel che ho letto e/o sentito, non c'è stato UN cane che sia uno che si sia fermato un momento a ragionarci su, perché se qualcuno lo avesse fatto, forse qualche ragionato dubbio sui potenti mezzi di Volodomyr e sulla loro efficacia se lo sarebbe fatto venire e invece nulla.

Non voglio dire ma centrare un carro armato e metterlo fuori combattimento sparandogli la bellezza di venti granate a me pare una classica vittoria di Pirro.

Avrei capito se avessero detto (e dimostrato) di aver centrato e distrutto un mezzo nemico dalla rispettabile distanza di 10 chilometri con un colpo ben piazzato ma di fatto, hanno consumato metà della dotazione di colpi di cannone (un T-64BV ne imbarca circa 40) per eliminare un solo mezzo nemico; avrebbero potuto ottenere lo stesso risultato più semplicemente ed economicamente dirigendo una salva di artiglieria sul bersaglio, utilizzando il medesimo software summenzionato.

Tra l'altro, nessuno ha rilevato un altro, insignificante dettaglio: per poter tirare 20 colpi, il carro ukrajino ha praticamente sparato per almeno 3 minuti consecutivamente (la cadenza di tiro di un carro armato di quel tipo si aggira intorno ai 6-8 colpi/minuto) senza che il bersaglio dicesse "ah!" o intraprendesse alcun tipo di manovra evasiva.

Dal momento che sempre gli ukrajini affermano di aver usato granate HE-FRAG (cioè esplosive/a frammentazione, munizione tipicamente antiuomo/per uso generale) anziché le più consone granate HEAT (esplosive/anticarro) o perforanti, vorrebbe dire che l'equipaggio russki era cieco e sordo per non essersi reso conto di essere sotto attacco ed esser rimasto lì a far da bersaglio.

Personalmente e molto più prosaicamente, ritengo che anche questa notizia debba essere annoverata tra quelle di spudorata propaganda; con ogni probabilità, il carro russo era lì immobile e privo di equipaggio, da qui la mancanza di un qualsivoglia tentativo di sottrarsi alla minaccia.

Praticamente siamo al livello dell'amena storiella del contadino che si è incollato un "carro armato" (in realtà un trattore semovente d'artiglieria) col trattore "rubandolo" ai russi, quando molto semplicemente si è portato via un mezzo con ogni probabilità immobilizzato a seguito di danni in combattimento o altra avaria e che era stato evidentemente abbandonato dall'equipaggio.

In tempo di guerra, si sa, la propaganda è pressoché d'obbligo.

Altrettanto obbligatorio, però, dal momento che - tecnicamente - noi non facciamo parte dei belligeranti, è verificare quel che si intende pubblicare, specialmente se si vuole continuare a parlare di libertà e indipendenza dell'informazione.

mercoledì 27 aprile 2022

Amazon Is the New LaMMerda!

Vi prego di osservare l’immagine qui a lato; come potete facilmente intuire, si tratta della videata, ripresa dal mio laptop, della prima pagina del motore di ricerca del più grande spacciatore online del mondo occidentale.

Il più grande spacciatore di morchia online del mondo occidentale, se mi permettete.

Sì, perché, con poche, dovute eccezioni, ormai l’andazzo della piattaforma che fu dell’uomo più ricco del mondo è questo: monnezza venduta a prezzi da antiquariato Ming e per meglio agevolare l’Inc. Kool 8 dell’utOntO ignaro, questi sesquipedali ammassi di materia organica anfibia ora approfittano pressoché tutti dei servizi di gestione offerti da Amazon, così l’utOntO di cui sopra si fida, acquista e paga, pensando magari di aver anche fatto – se non un affare – almeno un acquisto garantito.

E invece?

Invece, 9 volte su 10, hai comprato merda, puteolente ma soprattutto costosa.

L’ultimo caso, in ordine di tempo, concerne proprio uno dei simpatici ammennicoli di cui sopra; avendo scoperto che – ingredibbuli ma vero – le cassette porta-munizioni usate non sono più considerate “equipaggiamento militare” o peggio ancora “parti di armi comuni da sparo” il cui possesso è quindi vietato per legge a meno di possedere apposite licenze e permessi, bensì oggetti comuni di cui è assolutamente libera la vendita, mi sono fatto partire un embolo ed ho deciso di acquistarne una.

Certo, il prezzo, come potete vedere, non è proprio un cotillon ma per una volta mi sono detto ‘STICAZZI ed ho proceduto all’acquisto, tanto più che c’era la garanzia sul prodotto del servizio Prime di Amazon.

Aspetto pure la bellezza di cinque giorni per farmela recapitare – da bravo cittadino responsabile ho chiesto di incorporare quanti più ordini possibili in un unico invio per risparmiare imballaggi, carburante e CO2 - ed oggi infine me l’hanno consegnata.

Peccato che io mi aspettavo una cassetta porta-munizioni vera come quelle presentate in fotografia, con tutti i marchi e le etichette originali perché senza di quelle, non è altro che un dozzinale pezzo di lamiera stampata e smaltata in grigioverde.

Quel che ho ricevuto, invece è stato proprio un pezzo di ferraglia rivestito di enamel ordinance green, come lo chiamano li ‘merrikani, dal quale il rivenditore – credo – ha grossolanamente rimosso ogni etichetta o marchio.

Adesso, se avessi voluto un semplice contenitore metallico, mi bastava andare in ferramenta e ne trovo a due spicci quanti ne voglio e magari pure meno pesanti, che dite?

Quindi, così com’è arrivata, questa roba è stata prontamente re-inscatolata, pronta per il ritiro da parte della SDA (sì, faccio passare il corriere perché non ho voglia di sciropparmi pure l’amena passeggiata con 5 chili di roba dietro fino alla posta o al punto di ritiro) e ridatemi i soldi, tutti e subito!

Come potete facilmente intuire, non sono un tipo che molla facilmente, specialmente dopo che gli è sbollita l’incazzatura, sicché mi è sorto un sottilissimo dubbio – sottile come una sequoia secolare – ed ho voluto verificare. 

Stai a vedere – mi sono detto – che se vado a cercare dalla concorrenza trovo quel che sto cercando e magari pure di meglio?

Detto, fatto.

Il risultato lo vedete qui di fianco: praticamente, ad un prezzo inferiore al più basso proposto su Amazon per una singola cassetta, ne ho prese ben tre (viva l’abbondanza) tutte originali perché vendute da una ditta che si occupa di… riciclare il materiale via via dismesso dalle nostre FF.AA. Non per niente, parecchia di questa roba riporta i marchi della Fiocchiil principale produttore di munizioni italiano – ma la cosa più bella è che tutte le cassette sono trattate con olio da fucili proprio per preservarne l’integrità, altro che grattar via alla cazzomannaggia le etichette originali!

Adesso aspetto solo che mi arrivino, dopodiché già so cosa metterci dentro, una sciccheria proprio!


sabato 2 aprile 2022

Altro giro, altro regalo...

 ...ma almeno questa volta, s'è rivelato di una qualche utilità, ancorché da gun-otaku senza speranza di redenzione, come il sottoscritto.

Anche questo ameno volume che qui vedete fa parte dell'ultimo embolo, in ordine di tempo, che mi sono fatto partire, spinto dalla assoluta carenza di qualsivoglia informazione sulle artiglierie manesche pre-era delle cartucce metalliche, visto che volumi più blasonati - come la famigerata Guida alla ricarica che vi ho presentato la volta scorsa - si sono dimostrati piuttosto carenti proprio riguardo la ferramenta di cui teoricamente stavano trattando e dopo aver preso un'altra, incommensurabile sòla, con il consimile The Blue Book of Modern Black Powder Arms che mi ha fatto solo girare ulteriormente le palle, visto che si è rivelato essere solo un catalogo - nemmeno troppo illustrato, se non in tavole fuori testo - di una scarsità di informazioni unica e sì che trattava di roba ancora sul mercato, con informazioni facilmente reperibili da un qualsivoglia redattore che valga il suo peso in sale, semplicemente chiedendo alle aziende produttrici, che notoriamente si fanno in quattro, quando si tratta di ottenere pubblicità gratuita e invece niente di niente: solo un guazzabuglio di cifre di nomi e di prezzi.

Quest'altro Antique Guns - The Collector's Guide invece si è rivelato un po' (diciamo pure parecchio) più utile, tanto per cominciare, perché tratta davvero una pletora vastissima di armi da collezionismo - anche se accentrata principalmente sul mondo anglosassone - sia originali, antiche per davvero che le moderne repliche e mentre per le prime alcuni dettagli sfuggono (ma si può anche capire, trattandosi di roba che si trova essenzialmente presso raccolte museali e/o collezionisti privati), per le seconde le informazioni sono assai più abbondanti.

Difetti? Parecchi, anche qui, primo fra tutti l'annoso problema dei dati forniti in sole misure imperiali, soprattutto - cosa che odio visceralmente - i pesi, forniti rigorosamente (specie per le armi corte) in once, la misura più stronza e inutile dell'universo conosciuto!

Questo vuol dire che per ogni pezzo più interessante, tocca mettersi lì con taccuino e calcolatrice ovvero con una qualche app di conversione e tradursi tutti i pesi direttamente in once o libbre e poi in chilogrammi.

Questa cosa mi manda al manicomio, esattamente come la perniciosa abitudine di vari autori nostrani, di riportare la potenza delle varie combinazioni arma/munizione in chilogrammetri, roba ottocentesca che non usa più nessuno sull'orbe terracqueo. Si tratta di quei... vezzi letterari di cui si può fare decisamente a meno perché di fatto rompono solo le palle senza portare alcun vantaggio, né apparente né sostanziale.

Anche questa "guida" è lungi dall'essere completa, probabilmente le edizioni successive riporteranno ulteriori pezzi ma sinceramente sono capricci che si possono soddisfare solo quando questi tomi li si recuperano a prezzi di assoluto realizzo e anche allora ci sono da considerare la pletora di dazi e balzelli che ormai vengono applicati ad ogni piè sospinto e strafregandosene altamente della franchigia dogANALE per non parlare delle spese di spedizione che hanno ormai raggiunto livelli difficilmente tollerabili e visto che qualunque edizione più recente, viene prezzata come se si trattasse di antiquariato Ming, sta bene dove sta, abbiamo già abbondantemente dato!

venerdì 18 marzo 2022

A che pro tutto ciò?


Pregunta tutt'altro che peregrina, la mia, concernente l'ultima, ma solo in ordine di tempo, disavventura libraria per il sottoscritto, che per essere andato in fissa con le spingarde antiche – ancorché estremamente contemporanee – ha pensato bene di affidarsi al sacro testo di quello che è universalmente (?) riconosciuto come il Grande Guru del settore, tale Sam Fadala, autore, nella sua lunga carriera, di cataste di volumi esclusivamente dedicati a due temi: il tiro con l’arco e le armi a polvere da sparo o polvere nera che dir si voglia.

Questo tizio, nel corso della sua carriera ed in modo non dissimile dalle sue controparti John Weeks e Ian V. Hogg per quanto concerne le armi moderne (o presunte tali), ha sparato di tutto e di più: dai fucili a pietra focaia ai moschetti rigati a percussione, dalle pistole alle rivoltelle tipo cap’n ball (a capsula e palla, le tipiche armi del West) per finire con armi a cartucce ma sempre a polvere nera e risalenti al XIX secolo.

E fin qui, nulla di male, anzi.

Il problema è che i suoi libri, specialmente quelli sul caricamento e le relative prestazioni di questo genere di spingarde, sono diventati una specie di Santo Graal: di difficile reperibilità e a prezzi da rapina a mano armata, specialmente oggi che vige il Regime del Dvce Conte Drakulia, per cui ogni motivo è buono per succhiare il sangue agli italici sudditi.


Dal momento che non sono uno che si arrende facilmente, ho perseverato fino a che non sono riuscito a procurarmi una copia di questi Sacri Testi… anzi, due perché non mi è bastato aver fatto una mezza cazzata: ne ho dovuta fare una completa per cui, una volta esaminato il primo volume – una prima edizione del Blackpowder Loading Manual ho pensato bene di procurarmene una più recente ed “evoluta” sotto forma della quarta edizione dello stesso volume, un bel mattone ampliato, riveduto e corretto e per di più – udite udite – riportante anche un catalogo delle armi a polvere da sparo attualmente (2004, anno della pubblicazione) sul mercato.

Evvai! Ho trovato la mecca, anche se questo scherzo m’è costato 40 dollari (più altri 35 di dazi e spedizione) finalmente ho svoltato!

E invece no, manco per il cazzo.

Perché anche questa nuova edizione ha gli stessi, identici difetti della prima: presuppone che il lettore sia in possesso degli archibugi ivi illustrati ergo, che abbia a disposizione brochure, cataloghi o qualche altra fonte che riporti quelle insignificanti sciocchezzuole come la lunghezza totale dell’arma, il suo peso e magari – per le armi più “evolute” (come carabine a leva et similia) – la capacità del serbatoio perché in nessuno dei due volumi c’è nulla di tutto questo.

Intendiamoci, dal punto di vista dei dati balistici è veramente quanto di più completo si possa immaginare ma le informazioni sulle armi si limitano al calibro – nominale e reale – la lunghezza della canna, il passo di rigatura e il numero e la profondità delle rigature stesse.

Se questo potrebbe anche non essere un grosso problema per la classiche armi a colpo singolo come i moschetti o i fucili ad avancarica, come dicevo sopra, lo diventa per tutte quelle armi che invece hanno un qualche tipo di serbatoio, che sia il tamburo rotante di una rivoltella ovvero il serbatoio tubolare di una carabina tipo-Winchester.

Ah, però, un momento: in nostro soccorso, in quest’ultima, gloriosa edizione, viene il favoloso catalogo a corredo del volume, giusto?

E invece no, manco per il cazzo (bis)!

Perché non c’è corrispondenza se non in rari casi, tra le armi esaminate nel testo e quelle riportante nel famigerato catalogo, che, per altro, è parecchio carente in quanto a modelli ed illustrazioni, così che – anche ad occhio – diventa veramente difficile riuscire a capire se sotto una certa denominazione della parte A ci sia effettivamente un modello nella parte B.

Come forse saprete, infatti, la stragrande maggioranza delle repliche di queste armi utilizzate dai tiratori e dai collezionisti, viene commercializzata sotto i marchi più diversi ma in realtà è prodotta da una manciata di aziende, molte delle quali sono nostrane, nel senso che si trovano quasi tutte nella notoria Val Trompia nel bresciano, da sempre il cuore della produzione armiera nel Belpaese.

Per motivi prettamente di opportunità commerciale, molte di queste ditte hanno finito per aprire delle succursali negli States ma il grosso della produzione è fatto ancora in loco ed esportato urbi et orbi.

Può quindi capitare che sono più svariate denominazioni commerciali, in realtà ci sia lo stesso, identico implemento fabbricato dalla stessa ditta ma vallo a capire!

Un vero peccato, specialmente considerando quanto cacchio ti scuciono per questi volumi ed io sono stato molto fortunato, credetemi, perché i miei li ho avuti per l’equivalente del classico piatto di lenticchie, rispetto alle pretese che si trovano comunemente in giro.

Altro aspetto che non mi soddisfa del tutto è che il Fadala ed i suoi sodali, a mio modesto parere e per motivi a me incomprensibili, hanno snobbato tutta una serie di armi classiche a solo favore di quelle utilizzabili principalmente a scopo venatorio.

Posso capire che il loro scopo fosse l’utilizzo sul campo e non l’analisi delle capacità storicamente effettive di determinati schioppi ma – tanto per fare un esempio – limitarsi a testare armi storiche come i moschetti rigati Springfield della Guerra Civile americana ovvero i moschetti a canna liscia Brown Bess solo per la loro capacità di fare fumo e fiamme perché (cito): essenzialmente armi dedicate ai rievocatori storici secondo me non ha senso.

Che cazzo! Analizzale esattamente come le altre, facci vedere di cosa sono veramente capaci, perché con quella roba ci hanno accoppato un sacco di gente nel corso di un paio di secoli (parlo soprattutto dei moschetti a pietra focaia) così come un sacco di gente, specie nel Nuovo Mondo, ci si è procurata il cibo e ci ha difeso la famiglia, con quelle spingarde, non me le puoi liquidare come semplici giocattoli in grado di infliggere punture di spillo solo perché amano usarle quattro(mila) fessacchiotti appassionati della Guerra d’Indipendenza!