Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

giovedì 19 luglio 2012

A Gerry, che cazzo te ridi? Ma vedi d'anna' a'ffan...


Oggi vorrei ribadire un concetto a me caro, in spregio alle farneticazioni del (neo)ministro Grilli che – svergognando sé stesso ed il govern(icchi)o che rappresenta – qualche tempo fa, durante una certa trasmissione in onda su RaiTre – quindi coram populo ed in prima serata – ammise candidamente che lo scopo dell'attuale esecutivo è praticamente smantellare l'apparato dello Stato a partire, ovviamente, dalla pubblica amministrazione per sostituirla de facto con il privato.

BELLA CAZZATA!

Qualcuno ha idea del perché, nonostante le varie magagnuccie dovute ad una burocrazia volutamente farraginosa ed insensibile, quello che viene erogato dall'amministrazione statale si chiama servizio?

Perché appunto è un servizio e come tale viene erogato a discapito dell'eventuale ritorno economico per chi lo eroga.
Non c'è bisogno di essere grandi economisti o diplomati in ragioneria per comprendere che, a parità di prestazioni, il prezzo che di solito si paga è assolutamente inadeguato rispetto alle medie di mercato.
Questo perché se davvero il cittadino-utente dovesse pagare il prezzo reale del servizio che chiede, difficilmente riuscirebbe ad ottenere alcunché.

Adesso provate solo un momento a pensare cosa vuol dire mettere un privato – o meglio, una società privata magari di capitali – a svolgere le stesse mansioni che svolgono i tanto vilipesi impiegati pubblici, tenendo presente un piccolo, insignificante particolare: che il pubblico opera appunto per il bene pubblico, anche quando non sembra; se una cosa è possibile, a meno che non siate così sfigati (e purtroppo ammetto che può succedere) da capitare con un emerito imbecille (ma di questa gente è purtroppo piena il mondo) ovvero di un fancazzista di lungo corso, la si farà comunque, perché uno di solito sta lì in quell'ufficio o dietro quello sportello per farla, non per negarne l'accesso agli utenti.

Il privato, per contro, opera sempre e solo Cicero pro domo sua, bada soltanto ai cazzi suoi e al ritorno economico che una qualsivoglia operazione erogata può portare nelle sue avide casse; opera solo per lucro non per bontà o senso del dovere e guai a chi, dei suoi dipendenti, dovesse venir sorpreso a fare qualcosa che non porti soldi al padrone: come minimo ci rimette di tasca sua, quando non ci rimette il posto tout court.

Il caso più classico è quello del trasporto pubblico che si chiama così proprio perché è la Cosa Pubblica che in realtà paga, in quanto il costo del biglietto non arriva a coprire nemmeno la metà delle sole spese vive del trasporto, figuriamoci lo stipendio del conduttore o del macchinista!

Purtroppo credo che molti cittadini pendolari se ne accorgeranno presto all'inizio della prossima stagione, quando riprenderanno i servizi pendolari di Trenitalia... o meglio, quando i pendolari saranno costretti a viaggiare a prezzo pieno sui Freccia Argento e sui Freccia Rossa, unici treni che la (ex)compagnia ferroviaria di Stato ha intenzione di far viaggiare sulla rete nazionale, visto che il mancato rinnovo delle convenzioni con Province e Regioni metterà di fatto in deposito i carri bestiam... scusate... i treni pendolari attualmente in servizio per ineconomicità del servizio da erogare.


Credetemi, quello che dico lo dico per esperienza diretta e personale perché ho operato (ed opero fortunatamente adesso anche se non so per quanto tempo ancora) da entrambi i lati della barricata e so come funzionano le cose.

Questa feccia di ex-banchieri che si fanno passare per tecnici illuminati, insiste nel concetto, tutto berlusconiano, che il privato opera meglio del pubblico: cazzate, grosse, belle e buone, perché la famigerata efficienza del privato si ha solo in un caso ed in quello solo: quando cacci il soldo per avere quello che chiedi, altrimenti puoi anche bellamente crepare che nessuno smuoverà un dito per te.

Non solo: quando si lascia tutta la gestione di una qualsiasi cosa in mani private, di fatto non c'è la tanto decantata concorrenza, tutt'altro: è ampiamente dimostrato, specie in questo paese, che subito questi lupi famelici si riuniscono in branco e fanno cartello in modo tale da potersi spartire più facilmente la torta senza che l'utente abbia la minima possibilità di scelta – tanto l'uno vale l'altro – ovvero imponendo prezzi e tariffe da monopolista.

Solo che, quando il monopolio era dello Stato, tutti gridavano allo scandalo; adesso che di monopoli ovvero di oligopoli in Italia ce ne sono un botto, tutti buoni, zitti, allineati e coperti come tanti pecoroni.

È stato dimostrato in ogni settore strategico che sia stato privatizzato a partire dalla luce al gas alle telecomunicazioni e adesso vorrebbero estenderlo anche al pubblico servizio e all'acqua.

Si, come no, così vivremo per sempre infelici e scontenti con le sole eccezioni degli azionisti di maggioranza di queste società a delinquere, che i servizi – quelli veri – ce li hanno garantiti sempre e comunque.

Senza andare tanto lontano, facciamo qualche esempio molto, molto pratico; non credo che quello che è capitato (e purtroppo capita ancora) a me ed alla mia famiglia sia molto lontano dalla media nazionale. So per certo che le stesse traversie le hanno passate anche parecchi dei miei amici, parenti e conoscenti, quindi direi che il campione al riguardo è abbastanza significativo.

Cominciamo dalle telecomunicazioni, primo settore ad essere liberalizzato con la bufala della concorrenza che avrebbe dovuto erogare migliori servizi ad un prezzo più conveniente.

Di fatto, gli squali che controllavano Telecom Italia – scava che ti scava – li ritrovavamo tutti nessuno escluso, nei consigli di amministrazione di tutte le altre maggiori compagnie.
Quindi, gira che ti rigira, alla fine, invece di liberarti dalla schiavitù alla Telecom di fatto non avevi fatto altro che cambiare signoria di nome ma non di fatto... esempio eclatante, al tempo in cui esisteva ancora la famigerata Tele2 quando chiamavi il call center ti rispondevano quelli di Telecom... non solo: le poche compagnie cosiddette indipendenti di fatto lo erano solo di nome, perché per i loro servizi concorrenziali dovevano comunque appoggiarsi (pagando) alle infrastrutture della summenzionata Telecom, col risultato che in bolletta (forse) pagavi meno che con Telecom ma se c'era un qualsiasi problema, te la pigliavi nel culo e stringevi forte, perché la tua compagnia non era in grado di erogare il servizio se prima la Telecom non ripristinava la linea.
E spesso e volentieri, per il ripristino ci volevano giorni, addirittura settimane, perché, ovviamente, la compagnia non aveva alcun interesse a che la concorrenza potesse erogare il servizio, anche quando questa paga per l'utilizzo di quella linea.

Vuoi mettere avere la rapa direttamente alle tue dipendenze così che puoi spremerla con comodo quando ti pare e piace?

Altro esempio assai più recente, riguarda la fornitura di luce e gas sul cosiddetto libero mercato che poi tanto libero non è, visto che anche in questo caso si ripropone lo stesso, identico problema che con i provider telefonici; di fatto c'è un'unica compagnia che deteneva il monopolio dell'erogazione di gas e luce che è stata privatizzata e smembrata in una mezza dozzina di compagnie differenti che a loro volta si scannano bellamente a vicenda per accaparrarsi i clienti.

E anche in questo caso c'è stato un proliferare di varie compagnie (pseudo) indipendenti i cui commerciali non fanno altro che smantecare i coglioni alla popolazione residente per vendere servizi che – in realtà – essi stessi comprano direttamente dall'ex monopolista che di fatto tuttora gestisce la rete di distribuzione nazionale.
In pratica, tu non sei altro che l'affittuario conto terzi del servizio che prima acquistavi direttamente dal gestore.

A noi è successo con quei banditi della Edison, una banda di veri e propri grassatori con il passamontagna, che prima ci hanno preso per il culo – tramite la solita ragazzina con gli occhioni grandi e lucidi che fa tanta tenerezza ai vecchietti – promettendo un servizio economico ed efficiente, tutto fatto in casa, senza intervento alcuno di compagnie terze.

Poi però abbiamo scoperto (purtroppo a nostre spese) che:

a) l'energia non era affatto prodotta dalla Edison, che la acquista invece dai vari gestori nazionali e/o dalle municipalizzate come ACEA per la piazza di Roma;
b) la tariffazione, ancorché a fasce orarie (con tutte le rotture di coglioni che queste comportano nella vita di tutti i giorni) era fittizia perché basata su consumi presunti anziché reali e verificati.

Questo, poi, mentendo spudoratamente, in quanto noialtri già si aveva i contatori elettronici con lettura automatica e trasmissione telematica delle letture a suo tempo installati dall'ACEA... solo che questi briganti non sono in grado di leggerli perché (giustamente) ACEA col cazzo che gli fornisce i codici di accesso ai suoi contatori.

Questo vuol dire che – dopo aver fatto una verifica, insospettiti dalla identicità dei fatturati in bolletta bimestre dopo bimestre – in realtà abbiamo sempre pagato una cifra forfettaria, in attesa dell'eventuale conguaglio di fine anno dove poi sarebbe arrivata una mazzata da panico, col rischio di non essere in grado di pagare e rischiare addirittura il distacco dell'utenza.

E vi assicuro che la cosa è già successa, non a me per fortuna, ma a gente che conosco bene e che – dopo esser rimasta scottata (e derubata) dall'esperienza – è stata di fatto costretta a tornare con le pive nel sacco tra le grinfie del monopolista di turno, almeno così di sorprese (brutte e tristi) non ne ha più avute... alla faccia della bolletta senza sorprese di quell'imbonitore cialtrone nazionalpopolare di Gerry Scotti.

Che poi, mi sa tanto che questo scherzo lo ha fatto anche al famigerato Dottor Scotti della Scotti Riso, visto che è ormai un bel pezzo che il buon (si, arrosto con le patate) Gerry è stato esautorato dalla pubblicità dei suoi prodotti...

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