Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

domenica 28 agosto 2016

Quando tocca fare di necessità virtù...

Questo è il primo pensiero che mi si è affacciato alla mente, ieri sera, dopo aver finito di vedere, per combattere l'insonnia che mi sta attanagliando ormai da una settimana, questo cafolavoro della cinematografia bellica de noantri: La legione dei dannati del lontano 1969 (anno in cui, tra l'altro, il cinema di guerra doveva andare per la maggiore nel Belpaese, vista la panoplia di titoli girati quell'anno), con castone stellare e coproduzione internazionale italo-iberica-elvetico-tedesca.

È proprio quest'ultimo aspetto che mi lascia vieppiù perplesso, perché - visto che erano coinvolti anche i crucchi nella produzione - non mi spiegavo la... pochezza dei mezzi di scena impiegati.

Voglio dire: va bene che la Repubblica Federale di Germania ha sempre aborrito di rivangare il suo passato nazioAnalsocialista ma, vacca della miseria, girare un film, dove tra l'altro i kattivi teteski di Germanija le prendono a destra e a manca, non mi pare che sia la stessa cosa che fare apologia del passato regime,  quindi perché non fornire alla produzione armi ed equipaggiamenti d'epoca, originali, anziché arrabattarsi con simulacri più o meno somiglianti?

Tra l'altro, non credo proprio che negli arsenali della RFT in quegli anni mancasse la ferramenta... vintage, tant'è che - almeno per quanto riguarda le mitragliatrici - si fa nel film largo uso delle famigerate MG-34 così come, almeno all'inizio della pellicola, si vedono (in mano ai commandos britannici, i dannati del titolo) un paio di pistole mitragliatrici STEN Mk.II...

Invece, a parte le famose BMW R-75 con sidecar, di cui si possono vedere in scena almeno un paio di esemplari e un paio di autovetture d'epoca, tutto il resto del materiale rotabile, ergo degli attrezzi di scena è, come dire, leggermente anacronistico, in quanto di tratta di roba di produzione postbellica, essenzialmente statunitense (carri armati e blindati) e iberica (ricordate? La Spagna franchista risulta tra i coproduttori del film), questo perché l'Ejército de Tierra, fino a pochi anni fa, aveva uniformi assai simili a quelle della Germania hitleriana, così come gli elmetti d'ordinanza erano i famigerati fritz tedeschi.

Di fatto, con le eccezioni notevoli riportate sopra, tutta la ferramenta adoperata nel film era di attuale dotazione (nel 1969 ovvio) dell'esercito iberico.

Ed è così che vediamo una profusione ubiquitaria (ed assolutamente antistorica, tra l'altro, visto che in nessuno luogo e in nessun tempo c'è stata una diffusione così capillare di mitra nelle fila della Wehrmacht) di pistole mitragliatrici che vorrebbero essere delle MP-40 ma sono invece il suo clone iberico, la Star Z-45, allora mitra d'ordinanza della polizia e dell'esercito ispanico.

Allo stesso modo, i panzer che si vedono marciare speditamente verso il fronte normanno sono invece degli assai poco germanici M-47 Patton americani, opportunamente "tedeschizzati", espediente, questo, che era stato impiegato anche nel colossal a stelle e strisce La Battaglia dei Giganti del 1965, per evidenti problemi di reperimento degli ormai introvabili Pzkpfw-VIB Konigstiger,  accoppiati a degli improbabili trasporti truppe cingolati M-113, altro allucinante anacronismo, visto che - durante la Seconda Guerra Mondiale - nessuno dei contendenti disponeva di questo genere di mezzi, tipicamente di realizzazione post-bellica - a meno che non si vogliano considerare tali le tankette cingolate "Universali" britanniche - e per i compiti di trasporto truppe venivano comunemente impiegati  i semicingolati, anche questi "mimetizzati" con l'aggiunta di una bella eisern kreuz in bella mostra sulle fiancate.

Allo stesso modo, anche in aria, nella scena del bombardamento dell'avamposto teutonico, non volano gli Hurricane o Spitfire menzionati ma i ben meno blasonati North American T-6 Texan al tempo impiegati per l'addestramento dei piloti dell'Ejército de l'Aire iberico.

Come al solito, la domanda sorge spontanea: ma non si poteva fare di meglio, per rendere la cosa un po' più storicamente credibile?

Forse si ma quasi certamente no, visto che buona parte del budget sarà partita solo per pagare il cachet degli attori - protagonisti e non - stranieri, visto che il film vede l'interpretazione di Jack Palance nei panni del protagonista, il colonnello britannico Henderson, con Wolfgang Preiss in quelli di Ackermann, la sua nemesi tedesca, nonché Curd Jürgens e Thomas Hunter, tutta gente che, se non famosissima, si difendeva comunque bene sui set internazionali di quegli anni.

Da qui evidentemente l'idea di "sparambiare" qualcosina usando quello che passava il convento iberico, per così dire, approfittando appunto delle somiglianze - tutt'altro che casuali - tra le forze armate ispaniche e quelle tedesche d'epoca bellica... tra l'altro, non so se qualcuno c'ha fatto caso, ma anche le uniformi "britanniche" indossate dai commandos all'inizio del film non sono proprio proprio tali, ma uniformi d'ordinanza italiane riattate alla bisogna, visto che in quegli anni l'Esercito Italiano si rifaceva ancora molto agli standard introdotti nel Belpaese negli anni della co-belligeranza.

Diciamo infine che questo film non è altro che la versione made in Italy, riveduta e ampiamente (s)corretta, del blockbuster angloamericano Quella Sporca Dozzina (1967), di cui ricalca in modo abbastanza imbarazzante i caratteri, esagerandoli fino al caricaturale, come nelle scene iniziali del film, dove pare di trovarsi a che fare con uno spaghetti western anziché con un film di guerra, specialmente nelle scene in cui Henderson affronta ad insulti il suo superiore (un generale niente meno!) o quella in cui fa la conoscenza dei suoi futuri candidati all'obitorio... in una situazione appena appena realistica, Henderson sarebbe finito istantaneamente agli arresti e gli... arruolandi, davanti al plotone d'esecuzione ma tant'è...

giovedì 25 agosto 2016

Vedo rosso...


Avete mai provato odio? Quello vero, feroce, che ti annebbia il cervello e ti fa vedere rosso?
Io si, proprio in questo momento... ho costantemente davanti agli occhi questo grandissimo figlio di puttana, che ormai da due mesi, da quando s’è insediato davanti a casa mia, non fa che tediarmi l’esistenza, questo pregiudicato di merda…

Adesso sono due giorni che viviamo in casa col torcibudella e assistiamo ad intervalli regolari alla conta dei morti e lui che fa?

Stronzeggia dall'alba al tramonto e ci sfonda costantemente i coglioni con la sua musica sudamericana di merda, nessun rispetto, niente di niente.
Certo, non può sapere, lo stronzo, che la mia famiglia viene dalle zone del disastro, così come non sa che sto personalmente vivendo costantemente nel panico, perché la natura mi ha (purtroppo o per fortuna) dotato di uno straordinario sismografo naturale incorporato, che mi fa percepire anche le scosse più lievi (si fa per dire) come l’ultima che mi ha svuotato la testa e lo stomaco, nonostante avessi appena finito di mangiare, oggi alle due e mezza del pomeriggio (ne ho avuta la conferma pochi minuti fa, dal TG nazionale: 4.3 Richter proprio lì, nel cuore del disastro, ad Amatrice… piove sul bagnato, insomma) però, dal momento che siamo comunque in una situazione di lutto nazionale, quanto meno ti aspetteresti un po’ di rispetto e invece?

Invece lui continua, imperterrito, a cagare il cazzo e a fare festa, tanto è in vacanza – e magari pure a spese dello Stato – quindi che gli frega?

A questo punto, questo incommensurabile ammasso semovente di materia organica anfibia deve solo pregare di non incontrarmi mai per strada, perché non so se riuscirei a trattenermi e se gli metto le mani addosso, potete scommettere che gliela faccio passare io per sempre, la voglia di ballare la salsa!

domenica 14 agosto 2016

Il realismo, questo sconosciuto ovvero: "come ti smonto un film in pochi, semplici passi"


Visto che non c'ho un cavolo di meglio da fare al momento e che ci sto rimuginando su da ieri sera, vorrei fare un paio di considerazioni sul filmone col castone di ieri sera: Agente 007: l'uomo con la pistola d'oro (007 – The Man with the Golden Gun ©1974)

Fermo restando che l'ho trovato abbastanza divertente per passarci la serata, devo però dire che - a parte l'interpretazione, secondo me particolarmente riuscita, di Christopher Lee (un nome, una garanzia) - nel film c'è evidentemente un'ora di troppo di girato, nel senso che ci sono scene e situazioni che sembrano quasi incastrate a forza nella trama, altrimenti piuttosto lineare, quasi scarna (non che uno si aspetti Guerra e Pace da un film di Bond, intendiamoci) anche per un film di 007.

Dove invece casca l'asino (e pure pesantemente, tanto che si fa male!) è in alcuni aspetti... tecnici che mi sono saltati agli occhi nel momento stesso in cui sono stati esposti dai protagonisti del film e riguardano principalmente uno degli "attrezzi di scena" più immaginifici di sempre, la famigerata pistola d'oro dell'antagonista, Francisco Scaramanga.

Spettacolare l'idea di un'arma componibile mediante la combinazione di oggetti di per sé innocenti, già vista e sfruttata quella della pallottola fusa in metallo prezioso (qualcuno si ricorda The Lone Ranger e il suo marchio di fabbrica, le pallottole d'argento?) però, dove il tutto cozza violentemente con la sospensione dell'incredulità (o almeno immagino che capiti con chiunque mastici, anche solo da lontano, di armi da fuoco e munizioni) è proprio lì, nelle famigerate pallottole d’oro, che poi dovrebbero essere definite cartucce d’oro, perché anche il bossolo è di quel metallo.

Sinceramente, non so nemmeno da dove cominciare, perché sono tanti gli argomenti che contrastano duramente con la realtà.
Cominciamo quindi dal più semplice: il calibro.
Ci viene detto da Q – esaminando il proiettile fortunosamente “recuperato” da Bond in quel di Beirut – che si tratta di una pallottola dum-dum calibro 4,2mm… se così fosse, sarebbe il proiettile meno efficace della storia, poco più di una scacciacani, figuriamoci se potrebbe mai accoppare un essere umano adulto!
O meglio: potrebbe essere letale, se si trattasse di una munizione per carabina, ad alta velocità ma dal momento che viene sparata da una pistola dobbiamo ritenere che si tratti di una munizione adeguata all’arma.

Per questa ragione il calibro è ridicolmente piccolo, per una cartuccia da pistola; secondo, non ha senso realizzare una pallottola espansiva di quel calibro (perché in definitiva, una dum-dum questo è: una forma abbastanza primitiva di pallottola soft-point cioè a piombo nudo sulla punta di un normale proiettile incamiciato) perché pallottole di piccolissimo calibro come queste, a meno di essere sparate ad altissima velocità, difficilmente si espandono; tra l’altro, vista la malleabilità dell’oro è pressoché assicurato lo schiacciamento della pallottola all’impatto, che avrebbe quindi più o meno lo stesso effetto… sempre se riesce a penetrare l’osso, come accade nella scena dell’assassinio dello scienziato ad Hong Kong, con il proiettile dritto in fronte al tizio pur essendo stato sparato da quasi una cinquantina di metri, cosa tutt’altro che scontata!


Per l’appunto, seconda grossa castroneria della sceMeggiatura, l’uso previsto per una pistola tascabile come quella che stiamo esaminando, priva tra l’altro di organi di mira, è il tiro a distanza ravvicinata (come insegna Leon nell’omonimo film “l’unico modo per essere sicuro di aver portato a termine l’incarico”)… voglio capire che il personaggio di Scaramanga sia un fenomeno, però così scadiamo nel ridicolo, peggio di Pecos Bill e Davy Crockett messi insieme e loro usavano ben altre armi, tra l’altro!

ordunque, è ovvio che ad insindacabile giudizio degli sceMeggiatori, tutta ‘sta manfrina ha lo scopo di introdurre l’ambientazione esotica ed orientaleggiante per la storia, visto che Lazar l’armaiolo portoghese che rifornisce Scaramanga si trova – caso strano – a Macao ma a ben vedere è molto tirata per i capelli, perché, viste le particolari richieste del cliente, qualsiasi munizione di calibro più convenzionale, avrebbe potuto essere tranquillamente realizzata in oro, senza necessariamente inventarsi un calibro personalizzato.

Dulcis in fundo, mi sono andato a vedere cosa prevedesse il soggetto originale per questo film, il dodicesimo romanzo – uscito tra l’altro postumo – di 007 scritto da Ian Fleming, ed ho così scoperto che non c’entra una benemerita mazza con il film.
Di fatto hanno solo preso il personaggio di Scaramanga, del quale hanno tra l’altro stravolto il background, e la sua ormai celeberrima pistola d’oro, gettando praticamente alle ortiche tutto il resto, che è reinventato di sana pianta.



E qui viene fuori che – molto più realisticamente – il Francisco Scaramanga originale di Fleming usa una Colt SAA 1873, la mitica “.45” dell’epopea western americana, placcata in oro (e non fatta d’oro, che tra l’altro – a meno di usarlo in lega – è un pessimo metallo per realizzare una qualsivoglia arma da fuoco a meno di voler rischiare che ti scoppi in mano, ergo, non usi cartucce estremamente fiacche, tipo Flobert o Velodog) le cui cartucce – altrimenti assolutamente normali – hanno pallottole d’oro incamiciate d’argento a punta esposta, ovvero delle dum-dum vere e proprie che in questo calibro hanno un senso: una palla grossa e pesante, in materiale tenero rivestita con la punta esposta, esplosa a velocità medio-alta, che ne garantisce l’espansione e ne aumenta smodatamente la letalità.

Tra l’altro, le pistole d’oro sono per l’appunto due: la summenzionata Colt .45 e una Derringer a due colpi, anch’essa placcata interamente in oro e sparante cartucce con le pallottole d’oro…

A questo punto viene da chiedersi perché diavolo non si siano attenuti alla trama e ai personaggi originali, anziché inventarsi la solita storia in salsa quasi-fantascientifica (ricordate tutta la pippa sul Solex?) infarcita poi di elementi tipici dei kung-fu movie, che nei primi anni ‘70 andavano per la maggiore, con tanto di siparietti comici che davvero ci stanno come i cavoli a merenda in un film di James Bond.

giovedì 11 agosto 2016

Questo si che è un grosso buco...


...e non mi riferisco alle amabili cavità della starlette di turno, ma alla sceneggiatura di uno dei serial TV più interessanti, per ambientazione e tipologia, degli ultimi anni: Longmire.

So che con ogni probabilità non gliene frega niente a nessuno, ma ripensandoci come i cervidi, ho appena trovato una toppa clamorosa nei nuovi episodi della quarta stagione, attualmente in onda su Top Crime...
Mi riferisco alla nuova sottotrama che con ogni probabilità farà da filo guida per tutta la stagione: la risoluzione dell'omicidio - spacciato come suicidio - di Branch Connally, vice-sceriffo nonché amico e rivale del protagonista.

Ordunque, lo sceMeggiatore fa intuire a Walt Longmire che il suo vice è stato "suicidato" dal fortunoso ritrovamento nell'arma, con la quale si sarebbe sparato, di un bossolo vuoto sporco di terra, che unito al fatto che manchino una discreta manciata di pallini dalla capoccia della vittima, indicano che Branch non si è sparato ma che l'hanno sparato (in faccia, tra l'altro).

Orbene, questa cosa fa abbastanza acqua da tutte le parti e avrebbe dovuto far trillare immediatamente un campanello d'allarme nella testa di due tutori dell'ordine di grande esperienza come Longmire e Vic l'altra sua vice.

Come chi ha visto l'episodio sa, Branch viene ritrovato praticamente nudo, in mezzo al torrente, con l'arma al suo fianco, il volto massacrato da una scarica di pallini.

Adesso, non ci vuole un luminare della psichiatria per sapere che nessuno, per quanto disperato/depresso con intenzioni suicide, a meno di non avere altro mezzo a disposizione, sceglierebbe un sistema tanto complicato per ammazzarsi; chi vuole farla finita, cerca il sistema più veloce/efficace per farlo e spararsi in faccia con un sovrapposto da caccia con canne lunghe 30 pollici caricato a pallini non è assolutamente il sistema migliore, specialmente quando possiedi/hai a disposizione mezzi più efficaci e maneggevoli, come la calibro .45 automatica che Branch portava sempre con sé in fondina, ovvero una carabina o meglio ancora il fucile a pompa calibro 12 a canna corta, che è ubiquitario da quelle parti, anche in mano ai civili.

E comunque l'avrebbe caricato a pallettoni, non certo a pallini da uccellagione!

Secondo: se proprio decidi di spararti con un'arma lunga, specialmente a canna liscia, te la poni con la volata sotto il mento, in modo da essere sicuro che il colpo passi attraverso le parti molli e arrivi direttamente al cervello, non al volto, dove le ossa potrebbero comunque parare/deviare buona parte del colpo.

Come vedete, una messinscena del genere avrebbe dovuto fare immediatamente strillare all'omicidio anziché al suicidio...

Posso capire che si sia voluto creare il presupposto per allungare il brodo e non svelare immediatamente gli altarini, ma secondo me se la sarebbero potuta giocare meglio, anche perché - pure con i dati di cui sopra - rimane comunque il problema di scoprire il responsabile, visto che l'unica trovata veramente notevole dello sceMeggiatore è stata quella di compromettere le prove gettando il corpo di Branch - nudo - nelle acque gelide nel torrente, assieme all'arma del delitto.

sabato 6 agosto 2016

...e per fortuna che era contro il "pericolo giallo"!

Non parlo mai di calcio, perché non me ne potrebbe fregare di meno, però in questo caso faccio un'eccezione perché la riflessione è d'obbligo.

Voglio dire, l'ex cavaliere, l'unto del signore da Arcore, dopo 30 anni cede per 750 milioni circa il Milan agli Han, nel senso che i nuovi proprietari in realtà non sono una cordata di imprenditori ma i prestanome del governo CHICOM (Cina Comunista per chi non lo sapesse).

Cioè, proprio lui, quello che ci ha fracassato per più di 20 anni le gonadi con i komuni$ti kattivi ke mangiano i bambini, quello che ha buttato nel cesso 5 miliardi di euro del contribuente per "salvare" quel carrozzone immondo di Alimerda regalandolo di fatto ad un'associazione a delinquere di "capitani coraggiosi" (si, ma coi soldi degli altri!) perché non finisse nelle mani dei franzosi, felloni e fedifraghi (che poi, a loro volta, l'hanno consegnata con tutte le scarpe e senza colpo ferire direttamente ai beduini! Alla faccia dell'italianità, insomma) poi che fa?

Per i cazzi suoi, cede senza pensarci due volte la sua proprietà niente meno che all'ultimo paese komuni$ta (con la notevole eccezione della Korea del Nord) esistente sull'orbe terracqueo... complimenti viverrimi per la coerenza... e complimenti vivissimi all'italiota becero e bue che l'ha tenuto a galla (poLLiticamente e calcisticamente) fino ad oggi!

L'ho sempre detto io che bisogna tenersi alla larga dai (presunti sed etiam autoproclamati) "salvatori della patria" di qualunque genere e provenienza... anche perché, con salvatori di questa fatta, chi ha bisogno essere salvato?

mercoledì 3 agosto 2016

Diciamocelo: se ne sentiva la mancanza...

Era un bel pezzo che non mi capitava di trovare in giro notiziole del tipo pecoreccio in giro da proporre, ma si sa che l'estate è la stagione delle puttanate e più calda è, più la gente da di matto e sfoga i suoi istinti senza se, senza ma, soprattutto senza minimamente badare a dove si trova ed alle eventuali conseguenze... è così che il pregiato quotidiano nazioAnale La Nazione ci ha reso edotti di questo tutt'altro che costruttivo - ma certamente divertente - episodio, svoltosi stamane in quel di Camaiore ameno comune della Luccheria.

Questo è quanto riporta il quotidiano:

FANNO sesso in un noto locale di ristorazione: il proprietario si sente male e viene ricoverato in ospedale. E’ accaduto all’interno di una pizzeria e la notizia ha fatto subito il giro del paese a Camaiore. Una coppia si è introdotta nella pizzeria bar durante la mattinata. 

Cercava un luogo evidentemente dove appartarsi e ha scelto il locale pubblico che in quel momento non era aperto ma all’interno c’erano i gestori.

 E i due focosi amanti non hanno messo tempo in mezzo e sono stati protagonisti di scene inequivocabilmente esplicite. Secondo le prime ricostruzioni si tratterebbe di un uomo forse italiano e di una donna straniera. 
I due, senza pudore, mentre erano intenti all’atto in presenza anche di un’altra donna, conoscente dei titolari, non hanno voluto ascoltare le proteste e gli inviti ad uscire immediatamente. 
Anzi, la donna ha cominciato per reazione a spaccare arredi e suppellettili del bar. 

A questo punto il gestore si è sentito male e la moglie ha dovuto far intervenire il 118. La sua pressione sanguigna era altissima e si temeva il peggio a livello cardiaco. Fortunatamente il pronto intervento dei medici lo ha tranquillizzato e l’uomo è stato subito meglio.
Sul luogo sono intervenute le autorità che hanno identificato i focosi amanti. Per loro sono in arrivo conseguenze. Se in base alle testimonianze verranno confermati i fatti, l’ipotesi accusatoria potrebbe essere quella di atti osceni in luogo pubblico.

Ora, a parte le ovvie considerazioni se ci si trovi oppure no in presenza di una coppia di cani in calore anziché di normali esseri umani, va da sé che l'eroTico giornalettaio che ci rende edotti della vicenda ha obliato un dettaglio non da poco, perché va bene la denuncia per atti osceni in luogo pubblico ma gli atti vandalici li vogliamo ignorare o i gargamella glieli hanno abbuonati perché la focosa devastatrice è d'importazione?

E anche la gentile proprietaria del locale, che testa ha?
Invece del 118, a casa mia per cose di questo genere si chiama il 112 oppure il 113 dopodiché è a loro che chiedi anche l'intervento della Guardia Medica... a fare il contrario, fai a tempo a morì... certo Camaiore non è una grande città e la provincia di Lucca non è certo l'area metropolitana di Roma o Milano, però col marito in preda ad un coccolone, la prudenza non è mai troppa.

Infine, mi sorge spontanea una pregunta e non credo di essere il solo e cioè: come mai il gestore s'è fatto venire un mammatrone?
Forse perché s'è sentito defraudato mentre voleva partecipare anche lui oppure perché ha avuto un improvviso ed ormai obliato gonfiore nei pantaloni?

Ai posteri l'ardua sentenza, anche se ho la sgradevole impressione che di questa amena storiella non conosceremo mai la fine...