Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

venerdì 26 ottobre 2012

Nazixploitation a fumetti: HEϟϟA


Dopo una lunga assenza dovuta principalmente a superlavoro, stanchezza e – diciamolo pure – un po' di apatia da parte del sottoscritto, torniamo a parlare del discorso cominciato ma mai portato a termine, riguardante quel settore dell'adult entertainment che va sotto il nome di explotation, con un occhio in particolare, in questo caso, alla versione... cartacea di uno dei filoni più prolifici del genere, quello detto NaziXploitation cioè legato agli exploit della feccia al soldo della cricca dello zio Adolf, in arte Führer – come recitava il titolo di una nota commedia del Molleggiato del 1978 – della Grande Germania (si, nei suoi sogni più remoti!...) dal 1933 al 1945.

Se è vero che il cinema con i nazisti c'è sempre andato a nozze, specie quando si trattava di mostrarne le nefandezze allo scopo di giustificare scene di stupri, torture e depravazioni d'ogni genere nei confronti di indifese e discinte fanciulle, a partire dal celeberrimo Ilsa, She-Wolf of the SS passando per cult movies come Le Deportate della Sezione Speciale SS e La Svastica nel Ventre del quale abbiamo per altro già parlato riguardo la carriera della protagonista, Sirpa Lane, è vero anche che – a partire dal romanzo-scandalo La Casa delle Bambole passando per una panoplia di giornaletti pulp editi in Israele (!?) e nei paesi di lingua inglese – anche i nazisti di carta hanno avuto il loro posto al sole.

Dal momento che in Italia non ci facciamo mancare niente, nel 1970 Renzo Barbieri, prolifico scrittore/sceneggiatore milanese nonché fondatore della casa editrice ErreGi (poi Ediperiodici) intuì che – nell'immane calderone delle proposte a fumetti neri ovvero erotici che andavano per la maggiore nel periodo che va dagli anni '60 ai primissimi anni '80 – non poteva mancare all'appello delle tante eroine nere una esponente della razza padrona... è così che diede alla luce HEϟϟA eroina del Terzo Reich, nazista convinta nonché comandante del distaccamento di Forze Speciali all-female delle SS Sex Sonder Sturmtruppen per le quali l'antico adagio “in amore e in guerra tutto è lecito” è una regola ferrea ed il sesso è un'arma (ah! Pat Benatar dove sei tu adesso?), né più e né meno di un mitra Schmeisser, una pistola Luger o una mitragliatrice Spandau.

La serie si è protratta per soli 47 numeri, tutto sommato una carriera modesta, visto che altri classici del genere hanno tirato avanti per centinaia di numeri, come le ben più note Zora, Jakula, Sukia, Jolanda, Lucifera etc. etc., dal 1970 al 1972, dopodiché è praticamente finita nel dimenticatoio e non se ne è più parlato.
Ne ho scoperto io stesso l'esistenza poco meno di un anno fa, quando ho acquistato il saggio Vietato ai Minori della Rizzoli, che propone, assieme ad alcuni episodi delle eroine/vampirette più famose, una carrellata storica sul fumetto erotico all'italiana degli anni '70, tra cui, appunto, la nostra ferocissima Ausfeherin in desabillé.

Ammetto che la cosa ha talmente stuzzicato la mia curiosità, che ho fatto letteralmente fuoco e fiamme – girando come un matto (spesso a vuoto) per fiere, mercatini, rigattieri e ovviamente sul web – fino a che sono riuscito, in occasione dell'ultima kermesse ludico-fumettistica di Romics, a mettere le zampe – ad un prezzo tutto sommato accettabile – su qualche numero della serie.

Dovete sapere, infatti, che è un'impresa veramente ardua riuscire a trovare qualche informazione su questo fumetto: potete trovare interi siti dedicati a questa o quella eroina del fumetto sexy o erotico nostrano ma sembra quasi che la nostra nazista in gonnella sia stata ostracizzata.

Alla fine, come si suol dire, chi la dura la vince e quindi eccomi qui pronto a rendervi edotti sulla storia e gli exploit di Heϟϟa.

In due parole, la saga di Heϟϟa comincia quando lei – poco più di una bambina – viene circuita dal suo stesso padre nel più classico dei casi di incesto, allontanata dalla madre, che la spedisce in una specie di collegio femminile, che si rivela essere un tempio del lesbismo sadico e della depravazione più bieca, da cui la nostra eroina scappa non prima però di aver dato fuoco all'edificio ed essersi assicurata (personalmente, come nel caso della direttrice) di aver fatto fuori tutte le sue compagniucce ed il corpo insegnante al gran completo.

Per un'impresa del genere la logica prevederebbe un castigo esemplare ergo un lungo periodo di reclusione ovvero di degenza in un ospedale psichiatrico, visto il tempo e il luogo della vicenda (la Germania nazista degli anni '30), invece la giovane Heϟϟa finisce (non chiedetemi come perché non lo so...) per essere presa in simpatia dallo stesso Adolf Hitler che la mette addirittura a capo di uno speciale kommando delle SS (le summenzionate Sex Truppen) una unità che riceve ordini e direttive direttamente dalla Cancelleria di Berlino e che risponde solo al führer.

Da questo incipit si dipanano tutta una serie di avventure che vedranno la nostra eroina affrontare di volta in volta le minacce più svariate, praticamente in ogni parte del mondo, un buon numero delle quali di chiara origine soprannaturale come vampiri, spettri, lupi mannari e quant'altro, nonché – in varie occasioni – i suoi stessi kameraden ed alleati della Germania nazista.

Si, perché Heϟϟa, pur mostrandosi di una fedeltà cieca – per non dire ottusa – al credo nazista, tende però spesso e volentieri a combattere contro gli stessi sgherri e sicari della cricca nazista al potere, caratterizzati da ogni possibile stereotipo e cliché negativo tipico appunto del nazixploitation più becero; una dicotomia insanabile, a maggior ragione in quanto la nostra eroina è perennemente seguita (e concupita) dall'amica Frida – membro della nobiltà germanica e lesbica conclamata e per questo, secondo l' “etica” nazista (quella reale, cioè), nemica dichiarata dello Stato e del Popolo tedesco e che dovrebbe a buon diritto trovarsi rinchiusa nel lager di Ravensbrüch – che la ama alla follia e non vorrebbe altro che vederla finalmente nel suo letto.
Che poi sembra essere lo scopo primo ed ultimo di quasi tutti gli avversari – dell'Asse o Alleati poco importa – di Hessa: la bionda Valchiria in uniforme infatti trascorre buona parte delle sue storie in abiti estremamente succinti ovvero nuda come mamma l'ha fatta, cosa che non fa nulla per frenare gli ardori – spesso sadici e violenti – dei suoi... spasimanti.

La cosa più curiosa di questo fumetto, però è che – nonostante sia targato come Noir, Erotico, Per Adulti, con tutte le connotazioni che tale etichetta comporta – a parte la nudità della protagonista (e talvolta delle comprimarie) e le situazioni al limite del grandguignolesco, Heϟϟa riesce perennemente a sfuggire alle rapaci attenzioni di tutti i personaggi maschili, restando incredibilmente vergine fino alla fine della serie, per quanto mi è dato sapere.
In pratica la belva in uniforme si dimostra – per tutta la sua ostentata sensualità e procacità delle forme, generosamente messe in mostra – l'eroina più casta della storia del fumetto, una vera educanda col mitra com'è possibile vedere in buona parte delle copertine edite dalla ErreGi per gli albi del fumetto, che sono – per la maggior parte – magnifiche, a dispetto del disegno delle tavole interne che – pur realizzato con mestiere – a volte risulta dozzinale e tirato via, specie quando la scena non prevede la presenza della nostra eroina.

Certo, considerando il periodo e la tipologia di pubblicazione la cosa non deve sorprendere più di tanto: spesso i disegnatori erano alle prime armi ovvero professionisti che lavoravano a ritmi forsennati per tirare la carretta e che solo dopo molti anni hanno poi raggiunto l'empireo dei grandi del fumetto... evitando per la maggior parte anche solo di menzionare la loro gavetta, quando lavoravano per i fumetti zozzi che tanta diffusione avevano nei negozi di barbiere, tra i camionisti e nelle caserme.


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