Dire che sono incazzato nero sarebbe
solo un pallido eufemismo... sto letteralmente per esplodere e solo
il fatto di essere rinchiuso all'interno del mio antro, solo e
abbandonato, fa si che non sfoghi la mia ira sul primo malcapitato di
turno.
Giusto coronamento di una settimana di
pupù evolutasi nel week-end in una valanga di merda, ho appena avuto
a che fare – anche se per via telematica – con i nostri ero(t)ici
servizi di pubblica (in)sicurezza a causa di un... piccolo incidente,
diciamo così, che ha funestato il mio – già per sé tutt'altro
che indimenticabile – pomeriggio.
Per la serie: le cose si fanno sempre
al momento opportuno, i vecchietti hanno stabilito che – nonostante
tuoni, lampi, fulmini e saette che si stavano appropinquando
all'orizzonte – loro
dovevano assolutamente andare a trovare i nipoti... peccato che si
trovino esattamente agli antipodi rispetto
a dove abitiamo noi.
Già
in condizioni normali
sciropparsi la traversata della nostra amena
cittadina (leggi:
Roma)
è tutt'altro che una scampagnata, figuriamoci quando volge al
brutto, meglio ancora se è in corso uno dei – ormai non così rari
– famigerati nubifragi
che
di tanto in tanto assurgono anche agli altari delle cronache.
Quando
finalmente (e sempre fuori tempo massimo) l'armata Brancaleone de
noantri è pronta alla transumanza, come prevedibile, ci sono tutte
le avvisaglie di un imminente disastro
ambientale...
come ciliegina sulla torta, però, una (s)gradita sorpresa:
l'acciaccato semovente, parcheggiato una
tantum
sotto casa, è prigioniero
della solita cazzo di motoretta, che si è incastrata tra il culo del
mio rottame e la – altrettanto solita – cazzo di Smart
parcheggiata a membro canino.
Davanti,
manco a farlo apposta a nemmeno 20
centimetri dal
muso del mio potente mezzo, il classico Volvo che ha occupato così
due posti,
parcheggiando – anche quello – a ceppa di canguro.
Ma
il meglio è la fottutissima Fiat
500 targata
Viterbo,
platealmente in seconda
fila
(e stavo in pensiero...) davanti al mio semovente, a pochi centimetri
dallo sportello.
Non
faccio in tempo a guadagnare l'interno dell'auto che viene giù
l'apocalisse con
tutti gli annessi e connessi, compresa la biblica grandine
di fuoco!...cioè,
alla fine proprio di fuoco non è ma è sufficiente e necessaria a
farmi letteralmente un
culo così
visto che la prima scarica me la becco tutta tra schiena e deretano.
Dopodiché il diluvio (letterale) che trasforma tutto il viale nella
versione dei poveri del Colorado, con tanto di rapide, e il bidone in
un'isola (in)felice il cui unico abitante – novello Robinson Crusoe
– è il sottoscritto.
La
storia va avanti a fasi alterne per una buona mezz'ora, prima che –
ucciso da tedio e in preda ad un turbine
di madonne
da fare concorrenza alle famose sette
chiese
– non decido di abbandonare il mezzo approfittando di un'apparente
pausa nei combattimenti celesti.
L'uscita
è peggiore dell'entrata: riesco a mandare definitivamente a puttane
quel poco che rimaneva dei miei (già infiammati) legamenti,
stirandomi anche il polpaccio nel frattempo... mentre sto lì che
zoppico, saltellando su una gamba sola e tirando giù tutto il
calendario, festività comprese, ecco che viene giù il secondo
tempo
de La Tempesta di
Shakespeare ed io, ovviamente, trovandomi allo scoperto e in mezzo
alla piena che dilaga ormai per ogni dove, bloccandomi ulteriormente
il passaggio a causa delle mie... precarie condizioni di
deambulazione, me la becco tutta
e
al quadrato!
Non
so nemmeno io come
cacchio
ho fatto a rientrare in casa (e fortuna che la macchina era
parcheggiata proprio lì sotto, se no addio
còre!)
fatto sta che la prima
cosa che
mi è venuta in mente a questo punto è stata di denunciare
alle forze del (dis)ordine il fatto che ci sia un veicolo
platealmente abbandonato
nel bel mezzo di una delle vie di maggiore scorrimento del fottuto
quartiere, senza che nessuno abbia fatto un cazzo per provvedere.
Vengo
infatti a sapere, non appena riesco a liberarmi dalle borracce che
sono diventati i miei vestimenti
leggieri,
che i miei – mentre il sottoscritto languiva come il prigioniero di
Zenda in auto sotto il diluvio – avevano trovato momentaneo riparo
all'interno del famoso (o famigerato?) ristorante Civico
70
sito – guarda un po' – all'altezza del civico omonimo.
Come
avrete intuito, il mio trattore è parcheggiato davanti al loro
locale, così come l'ostruzione camuffata da veicolo di cui sopra...
dicevo dunque che i miei si sono fatti una chiacchierata coi gestori,
che li hanno informati che quel cassonetto su ruote sta lì da almeno
cinque giorni,
con tanto di contravvenzione
elevata
dai pizzardoni nostrani bella esposta sul parabrezza.
Come
al solito, di fare il loro maledetto lavoro in modo decente non se ne
parla, perché bastava un controllo (anche semplicemente manuale:
chi è secondo voi il decerebrato che lascia l'auto incustodita e
aperta
al giorno d'oggi?) per capire che quel veicolo è lì abbandonato
e probabilmente rubato...
a chiunque, vedendo semplicemente la targa, verrebbe in mente ma a
loro no!
E
in quanto a voi altri, esimie teste di cazzo, che mi massacrate le
gonadi tutte le sante sere che ha fatto dio con i vostri civilissimi
avventori parcheggiati
a fare bordello sul marciapiede sotto casa, avete quell'obbrobrio
fermo davanti al vostro cazzo di locale e non avete fatto nulla
per segnalarlo?
Complimenti, civilissimi, come sempre...
A
questo punto, dicevo, armato di cotante informazioni, mi sono armato
di telefono ed ho chiamato io
chi di dovere... no, non i pizzardoni, che i danni già li hanno
fatti, ma i gargamella...
alla faccia dei servizi di emergenza, sono stato due
minuti buoni
attaccato al telefono ma non mi ha risposto nessuno!
Uno scandalo, bello e buono...
Ho
provato allora con la concorrenza (il 113 per capirci) dove invece
qualcuno
ha risposto.
Mi
sono identificato ed ho segnalato la presenza in sosta
d'intralcio di un autoveicolo, probabilmente rubato, targato VT nel
bel mezzo del viale, davanti al notorio ristorante di cui sopra, con
tanto di multa esposta in bella vista, segno che qualcuno dovrebbe
già essere
a conoscenza della cosa.
Sapete
cosa
hanno risposto?
“Ne
prendiamo atto, buonasera...”
Fine
della conversazione... è passata esattamente un'ora
da
che ho chiamato, indovinate un po' quante
pattuglie
si sono precipitate qui sotto per indagare sulla cosa?
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