… e come gli rode il culo ai
passacarte e agli azzeccagarbugli del (ex) premier più discusso (e
discutibile) d'Italia dal secondo dopoguerra ad oggi, perché – per
una volta – la Suprema Corte ha deciso di svegliarsi e invece di
comportarsi come un ponderoso, elefantiaco dinosauro, stabilendo che
il processo in cassazione per le puzzonate commesse dal divetto di
Arcore e dal suo impero contro il fisco italiano (e quindi contro
tutti i cittadini italiani,
ivi compresi i suoi tanto affranti sostenitori) deve cominciare alla
fine di questo mese
anziché
ad graecas
calendas come
sarebbe piaciuto al principe dei cavilli e signore supremo delle
prescrizioni, Nicolò Ghedini.
Il
nuovo (si,
lavato con Perlana) avvocato del Berlu, si è lamentato coram
populo del
fatto che così non
avranno
abbastanza tempo per... per cosa? Preparare la difesa? O piuttosto
per tirarla ancora una volta per le lunghe, sperando nella prossima
prescrizione
prevista
per il prossimo autunno dei capi d'imputazione più pesanti per
l'(ex) unto del signore?
Stavolta
gli dice male, dopo che la Boccassini (che personalmente trovo
insopportabile e faziosa) e il tribunale di Milano hanno indicato la
via dando una secca accelerata agli innumerevoli procedimenti
giudiziari del capo di quella specie di associazione golpista che è
il Partito delle Libertà (Limitate) cui sono state (e ancora
vengono) permesse manifestazioni oltraggiose al limite
dell'eversione, allo stesso modo in cui sono state tollerate negli
anni le altrettanto oltraggiose manifestazioni sediziose, razziste e
omofobe dei compari leghisti del divo di Arcore.
Che
poi tutta questa situazione è a dir poco paradossale: ma come? Tutto
il Parlamento si lamenta da decenni della lentezza dell'italica
(in)giustizia, tutte le corti di giustizia internazionali non fanno
altro che massacrarci le gonadi (e non solo) perché abbiamo un
apparato burocratico-giudiziario giurassico e al limite della
paralisi, che le cause civili durano 20
anni mentre
i processi penali
(dove si decide veramente della vita e della morte delle persone)
durano interi lustri
e per una volta che
la giustizia italiota si da una smossa, alzano tutti 'sto gran casino
gridando al golpe e alla mortificazione della democrazia?
Ah,
siamo alle solite, dunque: due pesi e due misure; i processi devono
essere
più rapidi
quando ci vanno di mezzo i poveracci ovvero quando qualche
maggiorente vuole ottenere qualche vantaggio, altrimenti possono
anche durare fino al Giorno del Giudizio, quando verrà ben altro
giudice a giudicare i vivi e i morti... peccato che in tutte
le
aule di giustizia italiche c'è scritto a caratteri cubitali che La
Giustizia è Uguale per Tutti
anche se c'è sempre qualcuno che pensa che per qualcun altro debba
essere più
uguale.
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