Nuova, edificante notizia, che vede –
ancora una volta – protagonisti (chissà com'è?) due esimi
esponenti delle Forze del (dis)Ordine in forza ai commissariati della
Capitale.
Non era bastato il recente arresto dei
quattro integerrimi esponenti della
Mobile per concussione, corruzione, abuso di potere, minacce e
violenza fisica e carnale che ecco che due dei loro stimatissimi
colleghi in forza a San Basilio
sono stati beccati con... le palle in buca, con tanto di prove
fisiche e
ambientali
di quello che hanno combinato, a ribadire ancora una volta –
casomai ce ne fosse bisogno – la protervia e il delirio di
onnipotenza (per giunto condito da una insana dose di emerita
stupidità
e vedremo perché) che alberga in cotanta parte degli esponenti di
un'organizzazione il cui compito dovrebbe
invece
essere la tutela dell'ordine, la protezione dei cittadini e
l'applicazione della legge.
I
fatti in poche parole: la protagonista (e vittima) di questa storia è
una giovane cubana, agli arresti domiciliari col marito con l'accusa
di sfruttamento
della prostituzione;
non entro qui nel dettaglio perché la cosa esula dal nostro
interesse, anche se quasi
tutti gli
organi nazio(a)nali di (dis)informazione ci hanno tenuto a calcare il
palo sulla cosa, quasi che fosse una giustificazione per il
comportamento aberrante dei due scherani in divisa coinvolti nella vicenda.
Punto
di vista – a mio modestissimo parere – assolutamente
opinabile (per
non dire vergognoso); il fatto che uno possa essere pregiudicato non
da
a nessuno –
men che meno agli agenti in servizio, di qualunque corpo essi siano –
di comportarsi come animali con un cittadino, a maggior ragione poi
quando il suddetto cittadino è ancora in fase di giudizio e non è
stato condannato da nessuno.
Comunque
sia, questi due spettacolari esemplari di galantuomo in divisa si
sono recati nell'abitazione della donna in stato di fermo con la
scusa di una perquisizione, dopodiché le hanno detto, in maniera
inequivocabile,
che sarebbero... tornati
a trovarla,
più tardi, con comodo e soprattutto in borghese,
cosa che poi hanno realmente fatto.
Come dice la didascalia: "se davvero non voleva, bastava che dicesse qualcosa" Il fatto che la vittima sia inerme o impotente non c'entra, basta la parola, giusto? |
Ovviamente
non c'è bisogno che vi faccia dei disegnini per capire cosa
è
successo quella notte, quando i due bei tomi sono effettivamente
tornati in
casa della vittima.
Dicevo
prima che questi due brillanti esponenti delle forze dell'ordine
hanno dato sfoggio di un raro esempio di stupidità
conclamata
ed ecco il perché: non solo hanno fatto i loro porci comodi con una
prigioniera inerme ma
hanno lasciato prove da tutte le parti, comprese tracce, impronte e
DNA; per di più la nostra niňa
caraibica - non appena intuite le intenzioni, tutt'altro che benevole, dei due - ha
pensato bene di procurarsi una... piccola polizza di assicurazione contro attenzioni non volute, nascondendo nella sua
camera da letto un registratore
con
il quale ha inciso, ad imperitura memoria per i posteri... l'edificante colonna
sonora della
serata, ad eventuale uso e consumo della magistratura.
Vista la situazione, una pensata a dir poco geniale anche se facilmente prevedibile... a meno, cioé di non essere due idioti integrali!
Delle
ragazze sudamericane in generale e delle cubane in particolare, si
può dire infatti di tutto, tranne che non siano delle belle figlie di... mamma,
furbe come il diavolo (sapete com'è, da quelle parti è una
necessità, se vuoi sopravvivere) e molto, molto svelte, di testa e di mano... e forse
sarà proprio questa mossa a permetterle di mettere fuori gioco –
speriamo per un congruo numero di anni – questi indegni
rappresentanti
dello Stato.
Ovviamente,
i soliti, summenzionati organi di (dis)informazione, imbeccati da chi
sappiamo noi (quello che hanno combinato solo pochi giorni fa con
l'Affaire
Shalabayeva
brucia ancora, per non parlare della sesquipedale – ennesima –
figura
di merda che
ci hanno fatto fare a noi italiani tutti) si sono subito sbrigati a
dire che si tratta quasi
certamente di
una trappola ordita dall'astuta maitresse
cubana
per incastrare e ricattare i due mentecatti in divisa.
E
io ci credo, si, davvero... ci credo talmente tanto che non
riesco a capire come
mai quella edificante registrazione sia poi finita dritta dritta
nelle mani del procuratore
della Repubblica
ad avallo dell'accusa di stupro mossa dalla donna.
Ed
è altrettanto evidente che – come me – anche
la
Procura deve credere ciecamente nella tesi dell'agguato
ricattatorio... infatti i due puffi se li sono bevuti!
Ma
chi vogliono prendere per il culo!?
Speriamo
solo che non finisca anche questa a tarallucci e vino e che almeno
gente come questa, se non in galera, quantomeno la buttino
fuori a calci dal
Corpo, prima che la fiducia della gente nelle Forze di Sicurezza
nazionali (già di per sé al minimo storico) non finisca per
evaporare del tutto.
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