Un'immagine di casa ormai anche qui da noi: pick-up armati e "soldati" sui generis... |
… è allora che i contendenti
cominciano a sudare freddo...
Argomento eminentemente tecnico, quello
di oggi... si, lo so, è un bel pezzo che su questa pagina esula
l'argomento gnokka e che ho lasciato parecchio spazio a cronaca,
pareri ed opinioni, però, dal momento che due dei miei argomenti
preferiti rimangono sempre le sparapiselli di
ogni ordine e grado e i giocattoli che
rullano, strisciano, nuotano o volano – possibilmente quando le due
cose vanno a braccetto, come nel caso dei veicoli
militari
– e che, proprio in questi giorni, è assurta al (dubbio) onore
delle cronache la situazione del Mali,
dire che la cosa ha stuzzicato il mio interesse sarebbe riduttivo.
Il fucile d'assalto più diffuso al mondo: l'AK-47 |
Abbiamo
per le mani una bella patata bollente che la (solita) ignavia
internazio(a)nale da
parte degli organi (genitali) preposti – uno a caso: l'ONU
– ha trasformato in un bubbone infetto pronto a scoppiare e ad
inondare di melma purulente
e maleodorante
il mondo intero, com'è stato ampiamente dimostrato nelle ultime
24/36 ore con il... riuscitissimo
blitz delle
forze di
(in)sicurezza algerine
contro l'ennesimo commando di integralisti islamici, con le
conseguenze che ormai ben conosciamo.
E
questa è solo la punta dell'iceberg, visto e considerato che lo
stillicidio che sta avvenendo in Mali (al pari dell'altrettanto
incredibile situazione siriana) sono anni
che
va avanti e se non fosse per il fatto che la Francia s'è svegliata
una mattina col culo girato, a quest'ora probabilmente le milizie
salafite e jihadiste assieme a tutta la infame genia del
fondamentalismo islamico legata ad Al Qaeda siederebbe sovrana e
felice anche a
Bamako, la capitale del martoriato paese sub-sahariano.
L'artiglieria portatile più diffusa tra le formazioni guerrigliere e paramilitari di mezzo mondo: il lanciagranate a razzo RPG-7 |
Adesso
che la cosa ha preso una decisa accelerazione verso il conflitto
aperto e dichiarato, tutti gli imbelli stati occidentali stanno
facendo a gara a chi le dichiara più grosse, promettendo mari e
monti in appoggio alla risoluzione
ONU che
da (ormai) più di un anno imponeva il ripristino dello status
quo ante
nel paese africano dilaniato dalla guerra civile e allo sforzo
militare francese.
Tornando
a bomba, quello che mi ha colpito sin da subito delle immagini
provenienti dal Mali è stata ancora una volta (com'è divenuto ormai
consuetudine negli ultimi 20/25 anni) la presenza, massiccia e
ubiquitaria, di armamenti
sovietici (o
russi che dir si voglia) nelle mani di rivoltosi, terroristi,
guerriglieri e miliziani; ai più la cosa sarà sfuggita ma ad un
occhio (ormai) esperto come quello del sottoscritto risalta come gli
arsenali siano composti sempre da fucili d'assalto Kalašnikov
AK-47/AKM, lanciarazzi RPG-7, mitragliatrici leggere RPK e medie PK,
le pesanti DshK-38 e NSV, le pesantissime KPV da 14,5mm e chi più ne
ha più ne metta... certo non tutte sono di provenienza
russa/ex-sovietica, ci sono sicuramente in mezzo le innumerevoli
copie che di queste armi sono state prodotte principalmente in Cina,
così come in Pakistan, Iran e nella miriade di stati più o meno
canaglia nel mondo che riforniscono di armi i belligeranti di buona
parte del globo terracqueo, alla faccia delle tanto famigerate
potenze occidentali che, invece, sono ormai decenni
che si ritrovano con i depositi pieni di stock
invenduti
grazie alle legislazioni assolutamente garantiste e politically
correct che
ne impediscono di fatto la commercializzazione proprio in quei Paesi
che più sarebbero disposti ad acquistarle.
OK,
lasciamo perdere, sto calpestando un terreno pericoloso e poi il
discorso esula dai miei intenti originari, sicché...
L'ultima versione del contraltare francese al AK-47: il FA-MAS |
Dicevo
dunque che quello che mi ha colpito è proprio la omogeneità
degli
equipaggiamenti che questi banditi
sfoggiano
in ogni località del mondo, segno evidente che qui c'è qualcuno che
non la racconta giusta perché sarà anche vero che – a partire
dalla seconda metà degli anni '50 del XX secolo – sono stati
prodotti nel mondo quasi 80
milioni di
Kalaŝnikov,
solo per citare il pezzo più noto/diffuso ma – porco cane – è
mai
possibile che
siano finiti tutti
nelle
mani di ribelli e terroristi!?
Soprattutto,
come
accidenti
ci sono finiti
sparpagliati ai quattro angoli del globo!?
La DShK-38, altro pezzo ubiquitario d'origine Sovietica/Orientale in ogni area "calda" del mondo, specie nelle mani delle forze insurrezionaliste e/o irregolari |
Posso
capire che – a partire dagli anni della decolonizzazione in poi –
i sovietici prima e i cinesi poi abbiano fornito gratis
et amor dei armi
a tutti i vari movimenti che si rifacevano (a parole) all'ideologia
marxista-leninista e/o maoista, ma in quegli anni in giro per il
mondo si vedeva di
tutto:
dai residuati della Seconda Guerra Mondiale alle produzioni più
recenti made
in Belgium e/o
in
Germany, USA, GB, France etc.
etc.... oggi gira sempre
e solo roba
made
in Russia
(e succedanei) tant'è che guerriglieri e jihadisti risultano spesse
volte meglio armati ed equipaggiati in maniera più consistente ed
uniforme delle stesse forze governative che gli si oppongono.
Classico esempio di Toyota "Africa-style" con tanto di mitragliera (cinese, come al solito) e guerriglieri |
Altra
caratteristica (e passiamo ai motori) di questi conflitti è
l'ubiquitaria presenza delle cosiddette Technicals
o
Tecniche
che
dir si voglia, quei veicoli uso
militari apparse
in gran numero per la prima volta in mano alle varie milizie somale
nei primi anni '90, adattando pick-up
e
fuoristrada
come
mezzi da combattimento, armati di mitragliatrici pesanti, lanciarazzi
e pezzi d'artiglieria leggeri come le mitragliere contraeree da
20-30mm.
In
realtà, il primo, massiccio uso di questo tipo di mezzi si è
verificato negli anni '80 nella famigerata guerra in Ciad
(altro
paese dell'area sub-sahariana, guarda un po' il caso) chiamata
appunto la Guerra
delle Toyota
a causa del grandissimo numero di veicoli della casa giapponese
(ubiquitari in gran parte dei paesi africani, mediorientali e
centro-sudamericani) convertiti in piattaforme per il trasporto di
armi pesanti e come mezzi trasporto truppa dai contendenti.
Il "pezzo forte" delle Forze di Dispiegamento Rapido Francesi: la blindo ERC-90 Sagaie, un giocattolo vecchio ormai più di 30 anni... come a dire che cavallo vincente non si cambia. |
Come
dicevo prima, fu in Somalia che le forze armate occidentali si sono
imbattute per la prima volta nelle versioni più... raffinate di
questi mezzi e da allora sono diventate una... presenza di casa in
tutti i conflitti di cui abbiamo notizia, in giro per il mondo ma il
teatro africano resta ancora quello in cui questi mezzi sono più
usati in assoluto.
Uno dei carri leggeri più diffusi nelle aree calde del Terzo Mondo: il Type-62 cinese con cannone da 85mm |
Dall'altra
parte abbiamo i francesi, che si sono portati dietro la roba con cui
vanno in giro ormai da 30 anni: i clarion
(al
secolo i fucili d'assalto FA-MAS
calibro
5,56mm) e le mitragliatrici d'impiego generate AAT...
voglio sperare che non si siano limitati alle sole armi leggere,
vista la quantità dell'opposizione che li aspetta e la qualità
degli armamenti da questa impiegati ma in TV non è stato dato di
vedere altro, mentre, udite udite, i fanti di marina francesi (caso
più unico che raro nella storia francese degli ultimi 50 anni,
infatti, non
hanno
spedito in Africa i legionari...) si sono trascinati al seguito le
blindo leggere ERC
90 Sagaie
armate
con cannoni da 90mm e protette da circa mezzo
pollice di
corazzatura; contro le Tecniche impiegate dal nemico sono dei veri e
propri carri
armati
ma da quel poco che è stato dato vedere, gli insorti apparentemente
avrebbero
a
disposizione anche mezzi blindati e/o corazzati (chissà com'è) di
fabbricazione russa/cinese... certo si tratta di carri leggeri di
tipo PT-76
e Type
62 cinesi
e di BMP
tipo
1 e 2, piuttosto male in arnese da quel che si vede ma sempre armati
e pericolosi ed
in grado di fare carne di porco anche dei blindati francesi, sempre
che i jihaidisti siano in grado di utilizzarli al meglio – cosa di
cui dubito fortemente – anche se la mia maggiore preoccupazione non
risiede
in questa (dubbia) capacità dei... carristi islamisti, bensì nei
summenzionati (e ubiquitari) lanciagranate con propulsione a razzo
RPG-7/Type
69 l'equivalente
orientale del bazooka
statunitense,
prodotto anch'esso in centinaia
di migliaia di
esemplari in tutto il blocco (ex)comunista negli anni '70 e diffuso
praticamente ovunque nel mondo ci sia qualche squilibrato con idee di
grandezza e la prepotenza di volerle imporre agli altri.
...e l'originale made in Russia PT-76, altra bestia nera di ogni governo in lotta contro le guerriglie di mezzo mondo. |
Sarà
pure un pezzo
d'antiquariato rispetto
alle armi anticarro di ultima generazione ma la sua granata ha
comunque, anche nelle sue versioni più vecchie, una capacità di
penetrazione di 32
centimetri contro
una corazzatura omogenea in acciaio; questo si che è in grado di
produrre bei danni e trasformare le Sagaie in altrettante lattine
bruciacchiate.
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