Non so se vi è mai capitato di
visitare un bazar cinese, uno di quei tanti empori, il più delle
volte tortuosi, piccoli e soffocanti, che stanno spuntando come i
funghi un po' ovunque nella Capitale.
Un tempo le... cineserie qui
a Roma erano appannaggio della zona del Esquilino ma da qualche tempo
a questa parte, si stanno diffondendo a macchia di leopardo in tutti
i municipi.
Sono
veri e propri supermercati miniaturizzati dove si può trovare di
tutto e di più, sulla falsariga dei vecchi negozi Tutto a
1 euro che andavano per la
maggiore fino a qualche anno fa... il più delle volte sono visti dal
cittadino medio come dei semplici depositi di cianfrusaglie e di
robaccia di scarso valore e pessima qualità, invece, per chi li
frequenta ed impara a conoscerli, possono essere dei veri e propri
templi dov'è
possibile reperire di tutto e di più, comprese cose che non avresti
mai pensato esistessero o di cui si è persa ormai traccia nei negozi
più... normali.
Non
parliamo solo di elettronica ed accessori informatici – cosa in cui
la maggior parte di questi posti eccelle – ma veramente di tutto:
giocattoli, chincaglierie, oggettistica, cosmetici, detersivi,
attrezzi e strumenti – anche di precisione – vasellame e chi più
ne ha, più ne metta.
Il
bello poi è che non sono
tutti uguali...
tanto per dirne una, solo nel mio quartiere, nel raggio di una decina
di isolati, ce ne sono almeno tre...
ognuno ha la sua specialità, diciamo così, ma anche all'interno del
singolo emporio non
c'è
lo stesso tipo di merce, proveniente dalle stesse fonti... certo,
conoscendo la fama – spesso tutt'altro che benevola – che hanno
molti fabbricanti cinesi, non mi sognerei mai di acquistare beni per
la persona ovvero giocattoli per bambini piccoli... ammetto di essere
prevenuto, ma la possibilità che questa roba contenga sostanze
tossiche e/o regolamentate, è troppo forte.
In
compenso, per quanto riguarda soprattutto l'oggettistica e
l'elettronica, si trovano cose a prezzo di assoluto realizzo che –
una volta messe alla frusta – il più delle volte appagano
pienamente le aspettative ed hanno prestazioni pari o a volte
superiori alle
loro controparti di
marca
o presunte tali, dal momento che è ormai appurato che quasi l'80%
delle produzioni, italiane e non, vengono in realtà effettuate in
Cina... poi Confcommercio e Confindustria si lamentano che le imprese
italiote vanno a puttane e che il mercato non tira... e grazie al
cazzo, dico io: se vado in un negozio e vedo che – tanto per fare
un esempio – la giacca che voglio o le scarpe che ho visto, che
sfociano tranquillamente 80, 100 o più euro, in realtà non sono
roba nostra ma Made
in China,
chi cazzo te li da tutti questi soldi per un prodotto fatto a
bassissimo costo,
togliendo lavoro
agli operai italiani e rivenduto poi a 5, 6 o anche 10 volte il suo
reale valore come Made
in Italy (o
in England, Spain, Germany etc.).
Tanto
per dirne una, specie ai tanti fighetti cerebrolessi e trendy
che
si svenano per avere l'ultimo modello di Iphone,
Ipad, Ipod e
Imorkya,
con quel battage pubblicitario incessante che ci fracassa le gonadi
ad ogni ora del giorno e della notte, per dirci quanto è figo e
quanto bello essere le puttane
della Apple,
lo sapete dov'è
che
la fanno la costosissima morchia per la quale sbudellate i
portafogli?
No,
non a San Cupertino Valley, California... come dice (giustamente,
l'unica verità che hanno detto in 25 anni) l'ultimo spot della ditta
del fu Stefano
Travagli, quella
roba è solo progettata
in
California, ma costruita in Cina
da
eserciti di schiavi a salario minimo sindacale prigionieri coatti
nella città/industria della Foxconn... 'sticazzi per un cacchio di
cellulare che tutto fa fuorché telefonare al modico prezzo di 600 e
passa euro!
Tornando
a noi, io sono invece da parecchi anni un estimatore delle produzioni
cinesi... cinesi, non travestite da prodotto made
in qualcos'altro
ma semplicemente da ditte del Paese della Grande Muraglia che
smerciano in proprio.
Cominciai
anni fa con alcune schede e periferiche per PC... al negozio –
boxate e marcate con i brand
più
famosi – costavano un occhio... se ti fermavi ad esaminare la
componentistica e le scritte
in piccolo
sui chip, capivi immediatamente che potevi avere la stessa,
identica roba ad
un terzo o un quinto del costo, rivolgendoti ai rivenditori cinesi di
Porta Portese ovvero agli importatori su eBay...
e una volta messe alla prova, funzionavano esattamente
come
quelle di marca, pagate magari 50 e rotti euro.
Ora
quel settore per me è quasi del tutto abbandonato ma di tanto in
tanto mi faccio comunque un giro, per vedere cosa tirano fuori dai
loro magazzini questi bazar moderni.
L'ultimo
raid ha dato dei frutti incredibili: per meno di 30 euro ho portato a
casa l'universo, compresi oggetti che – in qualunque altro posto,
specie nei cosiddetti negozi specializzati – mi sarebbero costati
un occhio... e – come dicevo prima – funzionano tutti
in
maniera eccelsa, in qualche caso, paradossalmente, migliore
rispetto
al real McCoy...
un esempio clamoroso è stato quello della torcia
tattica a
LED: funziona con una batteria a ioni
di litio come
quelle delle macchine fotografiche, fa una luce paragonabile alla mia
blasonatissima torcia tattica allo Xeno della Walther,
acquistata in Germania e pagata uno sproposito, che di quelle
batterie ne usa addirittura due
e
di tipo fuori standard per l'Italia, tanto che devi appositamente
ordinarle.
Peraltro, un paio di batterie costano un rene... non vi dico se poi le volete ricaricabili... roba da accendere un mutuo!
Orbene,
questo giocattolo non solo è in grado di funzionare anche
con
una normale cella AA alkalina ma la batteria Li-Ion
è
di tipo ricaricabile
e
c'è anche il
caricabatteria incluso!
Solo
la batteria e il caricatore sono 25, 30 euro di roba...
Poi
c'è l'hub USB a quattro porte... nei negozi costano uno sproposito e
non è che anche online li regalino... finora il miglior rapporto
qualità-prezzo l'avevo trovato su Amazon, con uno della loro linea
di prodotti Amazon
Basic
e mi andava benissimo... 10 pleuri e passa la paura... poi ho trovato
questo giocattolino al mio bazar cinese preferito a due passi da
casa... quattro
euro
e cinquanta
per un hub dotato di interruttori...
esatto, avete capito bene: è come una multipresa con gli alveoli
attivabili singolarmente, di quelle che ti permettono di avere più
apparecchi collegati permanentemente senza
che
ciuccino corrente quando non ti servono.
Solo
che questo è un ripetitore
di
porte USB... il che mi permette di tenere collegate tutte
le
periferiche che uso di solito ad un'unica porta senza
che
succhino inutilmente risorse al mio PC quando non mi servono.
Semplicemente
strepitoso!
Ma
la cosa che stavo cercando e che non ho trovato neppure nei megastore
dell'elettronica di Roma e provincia è stato il supporto
per
auto che funziona e
come
caricabatteria per cellulari e accessori vari (MP3, GPS etc. basta
che usino per l'alimentazione una porta usb) e
come
sostegno
fisso universale
per
l'apparecchio stesso... dal momento che non
ha
una ventosa, che tende regolarmente a staccarsi
dal vetro quando ne hai più bisogno ovvero mentre sei in marcia, ma
è fissato ad un albero snodato collegato stabilmente alla presa
dell'accendisigari dell'auto, non c'è pericolo che possa andarsene
in giro.
Con
questo, spero che il Cane
Gay & Traditore che
di quando in quando mi fa da chauffeur nelle nostre scorribande
durante il fine settimana, la smetta di pericolarmi tutte le sante
volte con il comportamento che più
odio in
assoluto nelle italiche genti: quello di giocare
con
il suo fottuto smartphone
quando
è al volante ovvero di usare me
come
supporto vivente per il GPS!
Ma
la cosa che mi ha mandato letteralmente al manicomio è un'altra...
avete mai visto
in vita vostra un macinino
da caffé?
Non
parlo di quelli elettrici, abbinati oggi il più delle volte alle
macchine da caffè espresso tipo-bar che vanno per la maggiore tra i
più abbienti e i modalioli ma di quello manuale,
di legno, con il cassettino per raccogliere la polvere di caffè... i
più giovani tra voi probabilmente non l'hanno mai visto in vita
loro, i più grandicelli forse
se
lo ricordano a casa dei nonni, in campagna.
Ebbene,
il mio cinese preferito vende anche
quelli...
roba dell'altro mondo.