Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

lunedì 30 settembre 2013

Ormai siamo alla fantascienza...

Pascolando per forum in preda alla noia più bieca, mi sono imbattuto in un post riguardante l'ennesimo giocattolo made in Israel che sta dando filo da torcere ai nostri “amici” a stelle e strisce per quanto riguarda il mercato globale delle cose che fanno il botto... dopo aver assestato, già alla fine degli anni '90, un sonoro ceffone all'apparato industriale/militare ameridiota con lo sviluppo del missile anticarro a guida autonoma Spike, che è stato selezionato in preferenza al tanto osannato Javelin del consorzio Raytheon/Lockeed Martin dalla stragrande maggioranza degli utenti in ambito NATO (e non solo), compresi i cuginetti al di là della Manica, gli hanno appena rifilato un bel calcione negli stinchi con la presentazione ufficiale (il che vuol dire che è ente ed operativo) del nuovo sistema missilistico polivalente semi-portatile denominato Jumper (lett. Saltatore), il classico uovo di colombo al quale però nessuno sembrava aver pensato finora.

Cioè, per dirla tutta, qualcuno ci aveva pensato, proprio gli americani della summenzionata Lockeed/Raytheon con il loro merdaviglioso progetto NETFIRES, una joint venture costituita allo scopo di produrre (e appioppare in primis allo Zio Sam) il Sistema di Lancio Senza Linea di Vista (ovvero NLOS-LS) solo che – come succede un po' troppo spesso da qualche anno a questa parte con i grandiosi progetti a stelle e strisce, anche questo ha fatto una brutta fine, cancellato dopo non so quanti anni di sviluppo (e di soldi dei contribuenti allegramente buttati nel cesso) nel 2011, dopo problemi tecnicamente irrisolvibili che hanno piagato il sistema d'arma.

Stranamente, però, Israele, che non si può proprio definire un colosso industriale o una potenza mondiale in quanto a tecnologia, questi problemi insormontabili pare li abbia scavalcati eccome!

Ma di che stiamo parlando in definitiva?

Della soluzione all'annoso problema, tipico di chi non ha meglio da fare che andare a rompere i coglioni in casa d'altri (USA e Israele docent) di assicurarsi appoggio e copertura senza svenarsi o rimetterci un rene trasportando in giro per il pianeta intere batterie di artiglieria, contraerei e anticarro, con tutto quel che ne consegue dal punto di vista della logistica e della manodopera da impiegare in loco.

In pratica, si tratta di un container di dimensioni e peso decisamente contenuti (1,4x1,4x2 metri), trasportabile via terra, mare o aria con mezzi leggeri ovvero in quantitativi industriali con un singolo, grosso vettore, posizionabili in luoghi protetti a ridosso delle formazioni da appoggiare ed in grado di fornire appoggio e copertura in un raggio di cinquanta chilometri con precisione millimetrica, se necessario, contro minacce di ogni tipo, dalle formazioni di fanteria ai corazzati, agli aeromobili e tutto quello che vi pare, grazie ad un unico tipo di missile autoguidato dotato di testate polivalenti o ad hoc a seconda dell'impiego che si prevede.

Il sistema è completamente autonomo, non necessita di supporto, alimentazione esterna ovvero di manutenzione o controllo umano ed è dotato di ben otto missili pronti all'uso; tutto quello che l'utente deve fare è stabilire un datalink con il container, fornire le coordinate per l'intervento e autorizzare il lancio di uno o più missili contro il/i bersaglio/i, dopodiché il cervello-robot che controlla il sistema, agisce di conseguenza.
È prevista – così come per lo Spike d'altronde – anche la modalità di impiego guidato di precisione per mezzo di un semplice designatore laser con il quale l'operatore collegato al container/lanciatore può illuminare un bersaglio (anche mobile!) così come avviene oggi per i proiettili d'artiglieria guidati, i missili aviolanciati e le (cosiddette) bombe intelligenti.

Roba del genere, fino a pochi anni fa, era appannaggio dei libri di military fiction di fantascienza ma ancora una volta è stato dimostrato che la realtà può superare la fantasia, una volta che un'idea viene accettata, specie quando qualcuno intravede nella stessa la possibilità di un lucroso guadagno nell'immediato futuro.

Ora non resta che da vedere come andrà avanti questa cosa e se qualcuno se ne doterà, sfidando magari le ire dell'apparato industriale/militare statunitense, cui immagino in questo momento stiano girando le palle come turbine per l'ennesima figuraccia.

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