Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

sabato 18 agosto 2012

Adesso si che stiamo belli freschi!


Mi ci mancava solo quest'ultima bella novità, tanto perché la mia esistenza di tutti i giorni non è già abbastanza complicata di suo, per mettermi di buon umore.

Il bidone semovente cui ho dedicato sempre (nei limiti del possibile) tante cure e che solo nell'ultimo mese e mezzo mi è costato la bellezza di quattrocentoventi stille di sangue versate una ad una dal mio sudato – ancorché magro – stipendio ha bellamente deciso che gli siddìa (come direbbero i nostri amici siculi) di andare a giro co'cchistu caldo.

Mi ha piantato bellamente in asso, come un mulo recalcitrante di fronte ad una salita, proprio nel bel mezzo di uno dei pomeriggi più caldi dell'anno mai registrati dal 2003 ad oggi...

Motivo? Ah, saperlo!

Le ho provate tutte, per più di un quarto d'ora, sotto un sole che spaccava le pietre senza ottenere una mazza di niente... poteva essere che fosse addirittura evaporata quel po' di benzina che m'era rimasta dopo la (solita, trita e triste) gita di ferragosto?

Possibile che si sia rotta la spia della riserva e che – per puro culo, a questo punto – mi abbia portato proprio davanti all'ufficio con le ultime gocce di broda prima di schiattare?

Altre spiegazioni, lì per lì, non ne ho trovate: il motorino d'avviamento girava tranquillamente, il quadro era acceso e tutto il resto funzionava perfettamente; solo la lancetta del carburante non si alzava nemmeno di un millimetro e il pedale dell'acceleratore andava giù a fondo senza opporre la minima resistenza.

Morto, semplicemente morto... di mettersi in moto non ne ha proprio voluto saperne.

E così mi sono dovuto sciroppare – stile Anabasi di Senofonte – il lungo tragitto per tornare a casa, dove sono arrivato dopo un'ora e un quarto (maledetti i mezzi pubblici e chi non gli da fuoco con il personale dentro ogni volta che fanno lo scherzo di farti aspettare mezz'ora sotto il sole d'estate o sotto l'acqua d'inverno) ridotto a una chiavica, per aver coperto un tragitto di ottomilaseicento metri... facevo decisamente prima a farmela a piedi, col senno di poi.

Dopo aver trascorso il resto della giornata a recuperare dall'immane fatica, sono poi uscito, per mera inerzia, visto il mio stato d'animo, con il solito compare per la solita uscita del venerdì... a quel punto, visto che non avevamo un cacchio da fare di più interessante, abbiamo preso la decisione di prelevare la tanica (che porto sempre con me per prudenza) dal baule del semovente abbattuto per cercare di prelevare dal distributore più vicino due gocce di broda e vedere se ci riusciva di rimettere in carreggiata il bidone immobilizzato.

Per puro scrupolo, visto che quattro occhi vedono (o dovrebbero vedere) meglio di due, ho tirato su il cofano del motore e ho inserito per l'ennesima volta la chiave nel quadro... si è illuminato tutto come un albero di natale, spia del carburante compresa che indicava ancora oltre ¼ di serbatoio ancora disponibile (quindi oltre i 14 litri altro che due gocce e uno spruzzino) e girata la chiave... è partita al primo colpo, senza indugi, come fosse appena uscita dalla fabbrica.
Vi giuro che la tentazione di dargli fuoco m'è salita su tanto velocemente che ho dovuto lottare con tutto me stesso per evitare di fare uno sproposito.

Cioè, questo vorrebbe dire che me la sono dovuta fare a piedi semplicemente perché questo bidonaccio maledetto soffre il caldo!?
Ma ci si può credere ad una cosa così?

Sono nove anni che ci vado in giro e mai mi è capitata una cosa così, né con 40 gradi all'ombra, né tanto meno a 10 sottozero, quindi come si spiega un comportamento del genere.

Ho passato tutta la mattinata a cercare qualche spiegazione sui forum o sui siti specializzati e ho trovato sull'argomento tutto e il contrario di tutto; di fatto nessuno sa per certo perché le Opel di punto in bianco comincino a soffrire il caldo e si piantino clamorosamente in mezzo alla strada quando, pochi minuti prima, camminavano senza nessun problema.
Però sembra che non sia un fatto raro, anzi, pare uno dei tanti difetti nascosti di queste auto, quelli cioè che tutti (tecnici, meccanici e soprattutto i commerciali della casa tedesca) conoscono perfettamente ma dei quali non dicono niente a nessuno men che meno ai prospettivi clienti, non sia mai che magari ci ripensino ed invece di comprare i loro bidoni bizzosi si comprino invece una vile auto coreana o giapponese... vili, si, finché vi pare, ma che almeno non vi lasciano a piedi sotto il solleone in piena estate!

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