Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

venerdì 17 agosto 2012

Le solite, italiche cattive abitudini



Non ci smentiamo mai, semmai peggioriamo ogni anno che passa.

Non sono solito fare il moralista de noantri, sono l'ultima persona che possa (o voglia) insegnare qualcosa a qualcuno riguardo a morale e buoncostume, anche perché sono il primo ad essere intollerante nei riguardi di qualsiasi forma di intolleranza, specialmente riguardo quelli che si ergono a castigatori dei costumi altrui salvo poi dimostrare che sono una banda di ipocriti, di quelli che predicano bene e razzolano male; fatto sta che anche per quest'anno si è assistito alla solita, classica serrata ferragostana alla faccia della tanto lamentata crisi economica e dei continui piagnistei degli italici bottegai.

Caso strano, hanno tutti indistintamente (salvo poche, rarissime eccezioni) chiuso i battenti per ferie, per periodi che vanno dai 10 giorni alle tre settimane, tanto perché se morono tutti de fame e non c'hanno 'na lira pe' pagà le tasse.
Le tasse no, ma le ferie al mare o in montagna, o magari in barchetta, quelle si.

La serata dello scorso 14 agosto è stata indicativa: alla faccia del tanto decantato piano di turnazione del Comune di Roma, erano praticamente tutti chiusi, compresi (primo caso in assoluto che io ricordi) i tanto contestati fast-food; una cosa che rasenta lo scandalo, vista la presenza in città di legioni di turisti e di residenti che le ferie se le sono dovute scordate per motivi economici o di opportunità - emblematico a questo scopo l'ennesimo disastro annunciato della compagnia aerea catanese Wind Jet che ha lasciato letteralmente a terra migliaia di passeggeri molti dei quali, a causa dello sciacallaggio operato dagli altri vettori (Alimerd... pardon... Alitalia in testa) hanno dovuto rinunciare alle ferie visti i limiti di tempo e di budget – ai quali dovrebbero essere comunque assicurati perlomeno i servizi essenziali.

E quale servizio è più essenziale che dare da mangiare ai pellegrini stanchi ed affamati?

Fatto sta che ho dovuto girare come uno stronzo la bellezza di due ore attraverso quattro quartieri, prima di poter finalmente trovare uno straccio di locale in cui posare le stanche membra.

Fortunatamente, nella sfiga m'ha detto bene, perché il posto si è dimostrato un signor locale con una cucina degna di questo nome, porzioni abbondanti e prezzi se non proprio modici, abbordabili.

Ma quello che mi ha colpito di più, sono stati gli avventori, specie le femmine: posso capire che fa un caldo da jungla sudamericana, posso capire che ti va di metterti in mostra – magari dopo una stagione di sacrifici alimentari per poter riacquistare la tanto agognata forma bikini – però, sant'iddio, a tutto c'è un limite e questo limite è imposto dalle norme (non scritte) della decenza e da quelle (scritte e previste) del Testo Unico di Polizia Urbana che prevedono di avere un abbigliamento nei limiti della decenza, se non proprio del buon gusto.

Invece tutte le femmine presenti erano conciate come se si trovassero in spiaggia: shorts e toppini ridottissimi ovvero miniabiti con scollature vertiginose e trasparenze che nulla lasciavano all'immaginazione, roba da attenuanti specifiche in una causa per reati sessuali in tribunale!

Perfino nelle località balneari di buona parte della penisola i sindaci hanno dato un deciso giro di vite al nude look imperante e noi dobbiamo sorbirci certi atteggiamenti addirittura in città!?

Voglio dire, lungi da me lamentarmi quando c'è tanta grazia di dio in bella mostra, però, non sulla pubblica via e soprattutto non in un locale pubblico!
C'è luogo, modo e maniera per fare tutte le cose e quelli non erano decisamente né il momento né il luogo.
Oltretutto, per poter andare in giro in un certo modo occorre avere anche il fisico per poterselo permettere e – mi dispiace fortemente dirlo – non tutte le... dame presenti erano in condizioni tali da poter impunemente mettere la mercanzia in mostra.

Sento già le voci che gridano alla limitazione della libertà... carissimi (e carissime), vorrei ricordarvi che la vostra supposta libertà non vuol dire essere autorizzati a fare quel cazzo che più vi pare fregandovene di tutto e tutti, in quanto la libertà personale finisce nel momento stesso in cui va ad invadere e/o ledere la libertà altrui.

Perché se è vero – com'è vero – che uno a casa sua ovvero sulla spiaggia (e solamente ove espressamente consentito) può anche girare in costume adamitico, lo stesso non vale in presenza di altri che potrebbero non condividere le nostre velleità naturiste, ergo sulla pubblica via o nei locali pubblici.

Perché nessuno può o deve essere costretto ad assistere a certi sfoggi di strafottenza specie quando sta mangiando.

Io stesso – quando la necessità lo esige e mi trovo entro le mura domestiche – giro spesso e volentieri con il batacchio al vento ma mai e poi mai mi vedrete girare per le vie delle città (o al mare, lago o montagna per quel che conta) in una tenuta che non comprenda come minimo pantaloni (rigorosamente lunghi, che odio visceralmente shorts e bermuda), t-shirt e scarpe chiuse.

Perché andare in giro a mostrare il petto villoso potrà anche fare figo per qualcuno, ma molto più probabilmente potrebbe dare fastidio a chi non condivide, diciamo così, i nostri stessi canoni estetici.

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