Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

lunedì 6 agosto 2012

E questo sarebbe un professore, un tecnico...



… mi spiace dirlo ma per una volta sono d'accordissimo con i crucchi: questo qui è un bel dittatorello in erba... e come tutte le male erbe, tocca segarlo alla radice prima che faccia (ulteriori) danni!

Se le cazzate che il “professore” ha detto nelle ultime 24/48 ore le avesse dette che so, uno a caso, Berlusconi, per esempio, apriti cielo!
Sarebbe già scoppiata la terza guerra mondiale!

Ma Monti è Monti, quindi... quindi un bel par de palle!!!

I tedeschi se la sono legata al dito, in tutta Europa cominciano tutti a guardarsi intorno con una certa titubanza riguardo le effettive capacità del “professore” di combinare qualcosa di buono per il Paese o per meglio dire, si stanno tutti rendendo conto che il sor Mario si sta facendo beatamente i cazzi suoi o meglio, quelli dei suoi veri padroni: le grandi banche multinazionali che prima hanno messo in ginocchio il pianeta e oggi pretendono, tramite i loro scherani, dai governi d'Europa politiche da lacrime e sangue per rifondere con i soldi nostri gli ammanchi nei bilanci di questi squali fottuti, gente senza onore né dignità, capaci di speculare col culo altrui salvo piangere in turco per scucire quattrini ai governi occidentali (quattrini nostri ribadisco) per poi staccarsi un congruo assegno come se i soldi rubati al popolo fossero invece dividendi dovuti a guadagni leciti.

Comunque si sa che il più conosce il meno e dal momento che i crucchi di dittatori se ne intendono (tra l'altro, nessuno mi toglie dalla testa che la... prematura scomparsa di George Haider sia opera di qualche... potere forte mitteleuropeo) il fatto che proprio loro gridino allo scandalo e all'attentato alla democrazia è sintomatico.

Già perché pure loro, poverelli, di diktat dittatoriali ne sanno un cazzo... è dal 2010 che non fanno altro che dire solo NEIN, NEIN e poi ancora NEIN! A qualunque idea o ipotesi che non sia la loro ovvero che – Dio non voglia! - possa anche solo lontanamente intaccare il loro margine di profitto... già, perché non dobbiamo dimenticare un piccolo, insignificante particolare: tutta Europa è con l'acqua alla gola (cioè, quasi tutta, visto che il Regno (dis)Unito fa sempre caso a sé) ma – stranamente – Cruccolandia prospera come non ha mai fatto dal secondo dopoguerra a questa parte.

Stai un po' a vedere che i crucchi hanno il loro bel tornaconto a far si che tutti gli altri stiano immersi nella melma fino al collo?
Altrimenti non si spiega questo asse perverso Germania/Banca Mondiale/USA (che non dimentichiamocelo, è stata la causa prima del disastro che ha investito l'economia – quella reale – dell'intero globo terracqueo) con tutti e tre questi despoti che si rinculano la battuta sempre e solo a danno degli altri.

Povera Itajia, come la giri la frittata, sempre in culo l'hai pijiata!
Che il sor Mario, comunque, non la contasse giusta, per quanto mi riguarda s'era capito sin dalle prime battute, quando il primo atto del govern(icchi)o tecnico è stato di rimpinguare a danno e spese dei contribuenti italioti le esauste (per i troppi intrallazzi e le speculazioni andate bellamente a puttane) casse delle banche nostrane (ed altrui, visto che oggi come oggi non c'è una banca che sia una che nel suo azionariato di maggioranza non abbia un grande gruppo bancario multinazionale ovvero il dirigente di uno di questi sciacalli che siede nel proprio Consiglio di Amministrazione).

La sola speranza che ci resta è che – ora che s'è scatenata la buriana e anche gli altri hanno cominciato ad aprire gli occhi – si scateni un putiferio tale da far risvegliare animi e coscienze di tutti i popoli europei perché si muovano come un sol uomo e riportino le cose al loro stato naturale, dove non si scambi più la finanza per economia e la speculazione con la la ricchezza di una nazione.

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