Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

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martedì 13 novembre 2012

Il Valore della Memoria...

Sono trascorsi ormai 94 anni dalla fine del più spaventoso bagno di sangue che abbia mai piagato l'Europa, un conflitto tanto devastante e foriero di funesti presagi per il futuro, nonostante gli anglosassoni l'avessero battezzato la guerra per porre fine a tutte le guerre punto di svolta nella storia europea e di ribaltamento di tutti gli equilibri geopolitici che ruotavano attorno al Vecchio Continente, che porterà alla ribalta quelle che diverranno, nei decenni a venire, le due maggiori Superpotenze del pianeta a discapito di tutti gli altri Paesi un tempo fautori dei destini del mondo.

Per quanto ci riguarda più da vicino, la prima conseguenza di quel conflitto sarà la nascita del primo regime totalitario europeo, quel fascismo capeggiato dall'ex-socialista Benito Mussolini che tanti epigoni genererà negli anni '20 e '30, ultimo tra i quali ma primo per influenza storica e ferocia, proprio quel nazismo hitleriano – che del Benito nazionale era ardente seguace e sostenitore – che sconvolgerà ulteriormente e definitivamente, con la sua dipartita dopo una seconda e più violenta guerra mondiale, i già precari equilibri planetari, sancendo la fine definitiva della politica eurocentrica a favore del nuovo equilibrio – del terrore – basato su Stati (dis)Uniti d'America da una parte e (dis)Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche dall'altra.

Parlo ovviamente della Grande Guerra il Primo Conflitto Mondiale, nel quale anche l'Italietta neonata e con velleità di grandezza si gettò a corpo morto, per rivendicare quel posto tra le grandi potenze europee che per troppo tempo gli era stato negato e pareggiare i conti con il nemico di sempre: l'Impero Austro-Ungarico che ancora deteneva tra i suoi domini buona parte del nord-est d'Italia.

Certo, gli eventi le distruzioni massicce e le barbarie che verranno perpetrate – specie contro le popolazioni civili, con l'uso dei bombardamenti aerei indiscriminati, le rappresaglie e le deportazioni nazi-fasciste – durante il Secondo Conflitto Mondiale hanno lasciato il segno in tutto il Belpaese ma da che ho memoria, la guerra che tutti ricordavano, specie tra i grandi vecchi, era sempre e solo la prima, non fosse altro perché fu uno shock assoluto per eserciti composti essenzialmente da popolani e contadini semi-analfabeti che magari non avevano mai visto in vita loro un aeroplano o un'automobile e che si ritrovarono all'improvviso a subire sulla loro pelle gli effetti letali di armi fino ad allora inaudite come le mitragliatrici, i lanciafiamme, le bombe dirompenti e i gas asfissianti.

Eppure, oggi come oggi, se si chiede ad un qualunque studente del liceo cosa sa di quel periodo e di quel conflitto, se ne sentono di tutti i colori... che la storia sia materia da sempre presa sottogamba o platealmente ignorata nel Belpaese, è cosa nota.

Quello che mi ha invece sorpreso è stato scoprire che evidentemente tutto il mondo è paese e che le stesse condizioni si applicano anche in altre nazioni che pure parteciparono al conflitto versando un generoso, doloroso tributo di sangue nelle trincee che caratterizzarono quella guerra, specie qui, sul Fronte Occidentale caratterizzato dall'infame guerra di posizione, dai bombardamenti preparatori d'artiglieria e gli assalti all'arma bianca, allo scoperto, attraverso la terra di nessuno flagellata dalle mitragliatrici.

Perché dico questo?

Perché nel Regno (dis)Unito c'è un vecchio professore di storia che – rendendosi conto della sesquipedale ignoranza ovvero dell'assoluta mancanza di memoria delle nuove generazioni nei confronti della guerra che – se pure non pose fine a tutte le guerre, anzi, ne generò un'altra ben più disastrosa meno di vent'anni dopo – segnò comunque il punto di svolta decisivo nel corso della storia così com'era conosciuta fino ad allora ed ha pensato bene di... dare un assaggio di quello che ha voluto dire la guerra per i milioni di giovani britannici che da tutto il Commonwealth vennero a farsi bucare la pancia nelle luride e fangose trincee della Marna e delle Fiandre in nome di Sua Maestà al fianco dei francesi (e degli italiani, non dimentichiamolo) contro i terribili Unni del kaiser Guglielmo II.

Ha perciò ricostruito una vera e propria trincea sul modello esatto di quelle in uso presso l'esercito britannico durante la Grande Guerra, scavandola assieme ad adepti ed assistenti praticamente nel giardino di casa, così che chiunque lo voglia può... assaporare cosa vuol dire vivere in quelle condizioni che di umano avevano ben poco, anche se – ad onor del vero – manca la parte più importante della messinscena, cioè il profondo terrore dovuto ad un'atmosfera di morte onnipresente, che poteva assumere l'aspetto di un assalto nemico o di una incursione di commando, piuttosto che di un bombardamento d'artiglieria ovvero di un lancio di gas o – più temuto di tutti – dei tiri di un cecchino, sempre pronto a cogliere ogni attimo di distrazione per mietere vittime.

Questo perché – a suo dire – nessuno, tra le nuove generazioni, si rende minimamente conto di cosa abbia voluto dire per legioni di giovani inglesi in termini di sacrificio, fisico e mentale (non dimentichiamo che alla fine del conflitto saranno milioni i cosiddetti scemi di guerra, i poveracci rimasti vittime di quello che verrà battezzato dai medici militari shock da granata e che solo ai giorni nostri è conosciuto come Sindrome da Stress Post-Traumatico) e un popolo che non conosce né considera queste cose è destinato ad involversi, decadere e perire.

Mi sembra inutile dire che sono assolutamente d'accordo con lui...
http://video.gelocal.it/ilpiccolo/divertimento/gran-bretagna-la-trincea-di-guerra-e-nel-giardino-di-casa/4373/4376

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