Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

sabato 17 novembre 2012

Resto basito, non c'è che dire...



Il motto di TUTTI gli scherani in divisa di tutto il mondo:
IO posso farti il culo e NESSUNO può farmi NIENTE!
E si che ce ne vuole per ridurre al silenzio uno come me ma di fronte a certi spettacoli inverecondi veramente non si sa più cosa dire... o fare, a parte cioè prendere a parolacce l'infame di turno o meglio ancora fargli assaggiare in prima persona la medicina che troppo spesso – e con grande abbondanza – propinano agli altri.

Non si è ancora spenta l'eco – che anzi in queste ultime ore, con l'ampia pubblicazione di materiale filmato da giornalisti indipendenti e privati cittadini, si è rinnovata ed ampliata – per i nuovi eccessi da dittatura sudamericana da parte delle italiche forze del (dis)ordine nei confronti dei manifestanti – specie di quelli più giovani e/o inermi – a pochi giorni, tra l'altro, dell'epocale sentenza di condanna da parte della Magistratura per i fatti di Genova del 2001, che ci ritroviamo da capo a fare i conti con una realtà che – rifacimento mediatico della verginità nonostante – non è mai mutata non dico nel corso degli ultimi dieci anni ma nel corso dell'ultimo secolo e mezzo, visto che gli scherani del governo – qualunque governo: da quello Sabaudo a quello (cosiddetto) Repubblicano passando per la parentesi Fascista – hanno da sempre esercitato l'oppressione del popolo, specie quando il popolo protesta non per cazzate politiche ma perché non riesce più a mettere insieme il pranzo con la cena e a dare un'esistenza dignitosa ai propri figli.
Tutto questo, cioè, fino a che la mannaia non cala anche sulle loro teste, perché allora si che sono dolori per tutti; di punto in bianco la loro (cosiddetta) incrollabile fedeltà alle istituzioni diventa carta straccia con tutte le conseguenze del caso.
È sempre accaduto, nel Belpaese, dai tempi dell'Impero Romano in poi, con l'istituzione delle coorti pretoriane che di fatto non sono altro che gli antenati degli odierni puffi e gargamella... scusate... poliziotti e carabinieri che adempiono indefessamente al loro dovere proteggendo... no, non la legge e la cittadinanza, come prevederebbe il loro statuto giuridico e costituzionale, bensì l'interesse costituito della classe politica ed economica, i veri padroni di questa panoplia di mercenari.

Va bene, diciamola tutta: c'è anche gente con due palle grosse così che davvero si sbatte tutti i giorni per il trionfo della Giustizia e per il mantenimento dell'ordine, però, purtroppo per loro, i loro benefici exploit vengono continuamente subissati e messi in ombra dalle tante, troppe e reiterate vigliaccate dei loro colleghi nei confronti in special modo di quello che loro percepiscono come deboli e perciò inoffensivi.

Zerbini coi potenti e gradassi con i deboli... fino a che uno (o più) dei cosiddetti deboli non si fa saltare la mosca al naso e ne spedisce qualcuno al craniolesi.

Tornando a bomba, dicevo che per mettermi il bavaglio, anche nella cosiddetta vita reale, ce ne vuole eppure sono rimasto letteralmente basito rispetto alla scena di cui sono stato protagonista ieri pomeriggio al lavoro.

A differenza dei summenzionati tutori dell'ordine infatti, come forse già saprete, il sottoscritto davvero si sbatte presso la Pubblica Amministrazione, con riconoscimenti pari a zero tra l'altro, per erogare beni e servizi alla comunità, ricevendone in cambio, spesso e volentieri, atteggiamenti sprezzanti quando non si passa ai veri e propri insulti e qualche volta anche ad aggressioni, verbali per lo più, fisiche qualche volta... in pratica, io ed i miei colleghi, che a differenza di tanti altri ci spendiamo in prima persona in prima linea tutti i santi giorni, mettendoci la faccia (e qualche volta anche il culo!) davanti alle ire – qualche volta giustificate, il più delle volte meramente pretestuose – del pubblico, siamo sempre cornuti e mazziati ma soprattutto non abbiamo alcun modo per sfogare il nostro malcontento, chiamiamolo così per amor di Patria: a noi non è permesso prendere a parolacce (o a bastonate!) le tante merde che infestano i pubblici uffici e che spesso e volentieri vengono già armati della volontà di scatenare bagarre e litigi.
Perché se disgraziatamente qualcuno di noi prova anche solo a reagire di fronte ai soprusi di questi pezzi di materia organica anfibia, rischia pure di beccarsi un provvedimento disciplinare o – nei casi più gravi – una denuncia penale.

Gli altri hanno sempre il diritto ovvero se lo prendono, di insultare e aggredire, i tutori dell'ordine hanno dietro l'apparato repressivo dello Stato a proteggere ogni loro nefandezza, noialtri invece abbiamo solo il diritto di prendercela nel culo dagli uni e dagli altri.

Molto giusto, molto democratico...

tornando a bomba, dicevo che ieri pomeriggio – nonostante la mia pluriennale esperienza in fatto di stronzi mi faccia pensare di avere ormai visto e sentito di tutto e anche di più – ne ho vista un'altra che mi ha lasciato senza parole.

In breve, sto sostituendo una collega malata (un'altra povera crista a scadenza predeterminata come il sottoscritto) ad un servizio diverso da quello di cui mi occupo di solito; si, la flessibilità esiste, specie quando si parla di contrattisti a tempo determinato.
Noi siamo gli unici che non possono ma devono sapersi occupare di tutto e di tutti e farlo anche bene a differenza dei tanti fancazzisti che stanno lì col culo bello al caldo e al coperto da vent'anni e che da che sono entrati, si occupano sempre e solo delle stesse menate.

Dire che questo è un servizio iniquo, per la qualità della clientela piuttosto che per le beghe – amministrative ma anche legali – che si è costretti ad affrontare ogni santo giorno, sarebbe un eufemismo: di fatto è un tipo di lavoro che sopporto a fatica, proprio perché si ha spesso a che fare con vera e propria gentaglia senza avere la possibilità di rispondergli per le rime.
Mi si presenta dunque un tizio in preda alle smanie che – con un'arroganza più unica che rara, tipica di chi è abituato a fare il grosso senza subirne le conseguenze – mi chiede l'erogazione del servizio senza presentare nemmeno una delle documentazioni richieste dalla Legge.

C'è voluta tutta la mia pazienza e professionalità per cercare di capire cosa cazzo volesse 'sto tizio, fino a che questo non caccia dalla tasca il portadocumenti – di un tipo che conosco molto bene – e mi sbatte sotto il naso la patacca della Polizia di Stato come a dire: mo' sai chi sono, vedi che puoi fa'...

Mi ci è voluto tutto il mio self-control per non mandarlo affanculo lì e subito: cosa ci fa un poliziotto con una carta che autorizza i conducenti di autobus e camion ad operare trasporti conto terzi?

Lui un lavoro ce l'ha già ed è pure – istituzionalmente parlando – un lavoro che impegna h24... al pari di qualunque altro dipendente pubblico non può semplicemente svolgere un'altra attività.
Ma così come ai dipendenti pubblici può essere concessa la facoltà di svolgere un secondo lavoro semplicemente rinunciando al lavoro a tempo pieno presso la PP.AA, questa facoltà, per quando ne so, non è concessa al personale militare o paramilitare nei cui ranghi milita anche il tizio che ho davanti.

Perché questo vorrebbe dire semplicemente che l'amico svolge un secondo lavoro in maniera illegale ovvero in nero, evadendo quindi il fisco ovvero tramite un prestanome per evitare bellamente gli adempimenti di legge e introitare guadagni a questo punto illeciti due volte.

Per di più, vengo a sapere, il casino per il quale adesso ce l'ho davanti io, è dovuto al fatto che i suoi stessi colleghi hanno fermato un tizio – che secondo le sue testuali parole è un suo dipendente – che stava andando in giro per Roma con la sua carta che è un documento assolutamente personale e quindi incedibile al pari della Carta d'Identità, della Patente di Guida o della Carta di Credito e gliel'hanno (giustamente) sequestrata.

Ora, a parte che l'ero(t)ico tutore del (dis)ordine pretendeva che gliela restituissi io manco fossi un agente della Stradale ovvero al Commissariato di zona, la cosa ha preso connotazioni a dir poco ridicole: ma come? Sei un pulotto e non conosci nemmeno la legge e le procedure che dovresti applicare?

Da quando in qua, in caso di ritiro e/o sequestro di documenti, mezzi e/o beni, ci si rivolge ai pubblici uffici per riaverli?
Semmai, dovrai rivolgerti – previo iter burocratico – alla forza pubblica che ha operato il sequestro ovvero alla magistratura, se pensi di aver subito un sopruso.

Ma nel caso specifico, il fatto di avere un lavorante che va in giro con la documentazione attestante l'autorizzazione specifica ad una data mansione assegnata ad un altro costituisce un illecito nemmeno civile ma penale; e proprio tu non lo sai!?

Ma quello che mi ha lasciato letteralmente di stucco è che proprio i suoi colleghi non hanno preso alcun provvedimento in proposito.
Ma come? Non hanno controllato – così come prevede espressamente la Legge – a chi appartenesse l'autorizzazione confiscata?
E se l'hanno fatto, perché questo tizio – che pure si è recato alla Polizia Stradale per riavere la tessera (e che l'hanno bellamente preso per il culo, spedendolo da me pur sapendo benissimo che io con queste cose non c'entro niente e non posso fare un bel niente) – non è stato arrestato per aver platealmente confessato di essere un delinquente ed un evasore fiscale?

Ah, già, giusto: dimenticavo che tra cani nun se mozzicano e poi per queste cose c'è la Guardia di Finanza, giusto?

No, non pensate che queste cose succedano solo presso gli AmeriCANI: queste MERDE UMANE fanno le stesse cose
ad OGNI LATITUDINE, come hanno dimostrato gli eventi di Spagna, Grecia e Portogallo!

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