Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

mercoledì 30 gennaio 2013

La Grande Enciclopedia... delle sòle!

Continuo a dirmi che oramai dovrei esserci abituato, che di bufale ne ho prese tante negli scorsi anni con un tasso preoccupante che ha raggiunto il picco nel (ormai) trascorso anno di (dis)grazia 2012 eppure non riesco ancora a conviverci.

Pietra dello scandalo, l'ultimo incauto acquisto (in quanto effettuato a scatola chiusa basandomi – purtroppo – sulle sole recensioni dei clienti sul web) del sottoscritto, ennesima edizione dell'opera omnia sulle armi corte/da pugno dello “specialista” (a questo punto il virgolettato è d'obbligo) A. E. Hartink autore tra l'altro di svariati volumi che hanno avuto l'onore (dubbio, a questo punto) di essere stati tradotti e pubblicati anche nel Belpaese, tutti dedicati alla oplologia.

Con questo volume – La Grande Enciclopedia delle Pistole e dei Revolver – abbiamo però toccato il fondo, passando da un eccesso all'altro: se nelle prime edizioni dei suoi libri (L'enciclopedia delle pistole etc. e L'enciclopedia dei fucili etc.) il nostro si limitava strettamente a produrre le mere statistiche, senza una riga di storia o di commento, di quanto l'industria armiera contemporanea aveva al momento sul mercato, stile catalogo, in questa nuova edizione riveduta e (s)corretta l'autore dedica pagine e pagine di chiacchiere alle varie aziende produttrici di armi descrivendone in seconda battuta i vari modelli – per la maggior parte sempre e soltanto produzioni moderne, anche quando si parla di armi antiche come le pistole ad acciarino e/o a percussione – snocciolando a casaccio e senza soluzioni di continuità dati e aneddoti ma senza produrre le specifiche di un singolo pezzo di quelli illustrati, ragion per cui, se si vuole sapere qualcosa di più terra-terra come, p.es., i dati essenziali sull'arma (lunghezza, peso, capacità del caricatore, calibro e così via) non resta altro da fare che leggersi tutta la tiritera... peccato che anche così all'autore sfuggano costantemente bazzecole come – ad esempio – il tipo di caricatore impiegato e la sua capacità, a maggior ragione quando si parla di modelli che notoriamente sono state prodotte in calibri diversi.

Avvilente, non c'è che dire, anche perché esempi letterari del genere già si erano visti in passato con le varie edizioni de Il Grande Libro delle Pistole di Tutto il Mondo (Pistols of the World nell'edizione originale) della premiata coppia Ian V. Hogg e John Weeks che almeno si degnavano di segnare le specifiche di ogni modello illustrato nel volume in una specie di appendice a fine libro, cosa che qui è assolutamente assente.

In breve un libro assolutamente deludente, adatto solamente al lettore casuale che voglia intrattenersi sull'argomento armi da fuoco corte/da pugno per farsi una discreta infarinatura ma senza una conoscenza più approfondita sull'argomento.


Per l'appassionato o lo specialista che invece abbia necessità di un riferimento rapido ed esaustivo su un dato modello, questo mattone di 400 e rotte pagine è un vero e proprio spreco di carta.

mercoledì 23 gennaio 2013

MUWAHAHAHAHAHAH!!!... Che figura di merda!

Ci hanno massacrato le gonadi per quasi tre fottutissimi lustri con 'sta storia del supercaccia di ultimissima generazione, il non plus ultra degli aerei da combattimento multiruolo, il must have assoluto per non fare la figura dei peracottari... e noi, come al solito, ci siamo cascati con tutte le scarpe, i governicchi che si sono succeduti alla guida del Paese (nessuno escluso) hanno anzi rincarato la dose tant'è che 'sto cazzo de aereo non aveva ancora mai volato e l'Itajia aveva già buttato nelle casse della Lockheed – la stessa azienda ameridiota protagonista negli anni '60 e '70 del secolo scorso di abbondanti figuracce e di scandali giudiziari in quasi tutti i paesi dell'area NATO – più di 1 miliardo di euro per un velivolo che – lo ripeto – di rivoluzionario ha solo il costo per esemplare – spropositato – ma delle cui reali caratteristiche di volo e/o di combattimento non sappiamo una mazza, visto che l'abbiamo opzionato sulla carta come quando si compra casa direttamente dal costruttore, o meglio dalla cooperativa, visto che ci sono un boato di nazioni che hanno partecipato al progetto.

La... pietra dello scandalo, il nuovissimo, avanzatissimo, COSTOSISSIMO Lockheed Martin F-35B, che si sta rivelando
una delle sòle più clamorose della storia dell'aeronautica a livello MONDIALE.

E il bello è che il governo italiota ne ha ordinati 90 così, a scatola chiusa, fidandosi delle promesse dei commerciali della Lockheed... peccato che qui non si stia parlando di sottoscrivere un abbonamento telefonico ma di spendere la bellezza di 15 miliardi di euro, tutti rigorosamente pubblici per un velivolo così figo, così sofisticato, così... fragile e/o assemblato a cazzo di cane che se non vuole esplodere in volo deve tenersi necessariamente alla larga (almeno 25 miglia nautiche) da una qualsiasi perturbazione temporalesca, perché nel malaugurato caso in cui (Dio non voglia) si dovesse beccate un fulmine ci sono ottime probabilità che la scarica faccia detonare il serbatoio posizionato sulla groppa dell'aereo.

No, dico: ma stiamo scherzando!?

Altro scandalo tipicamente nostrano: l'Eurofighter Typhoon,
quasi 30 anni di sviluppo e ancora oggi stentiamo ad averli in linea
Il Pentagono ci sta tranquillamente dicendo che dalle prove di volo effettuate, soprattutto sul modello F-35B cioè la versione navalizzata/STOVL (cioè a decollo/atterraggio corto o verticale) di cui abbiamo ordinato non meno di 60 esemplari per le portaerei della MMI, è venuto fuori che – alla faccia del jet multiruolo e ognitempo – se disgraziatamente piove tocca metterli al coperto magari sotto un plaid o un impermeabile, altrimenti scoppiano come tanti tappi di bottiglia!?

Ma non si vergognano nemmeno un po'?

Soprattutto, i nostri cazzo di politicanti ed i geniali... aehm... pianificatori militari del Belpaese hanno continuato ad insistere, come se si trattasse di una questione di vita o di morte, per avere 'sti cazzo di aviogetti, quando abbiamo ancora problemi a mettere in linea gli Eurofighter Typhoon che ormai sono diventati obsoleti prima ancora di raggiungere le piste di volo, tanto è che li stiamo aspettando e come se la immane sòla – dalla quale ci siamo salvati per il rotto della cuffia – del fantasmagorico (nonché fantomatico, visto che in giro non ce n'è manco uno) Airbus A-400M da trasporto non fosse bastata.

Uno dei migliori aviogetti multiruolo sul mercato: il JAS39 Gripen,
sviluppato per l'aeronautica del Paese neutrale per eccellenza (dopo
la Svizzera, cioè): la Svezia.
Che poi la mia considerazione al riguardo è talmente semplice da rasentare il banale: siamo con le pezze al culo non riusciamo più a mettere insieme il pranzo e la cena in questo cacchio di Paese e il governo (con in testa l'esimio Professor Monti e tutta la sua ganga cialtrona) non trova niente di meglio da fare – a parte tassarci pure l'aria che respiriamo e tagliare costantemente risorse e wellfare – che buttare nel cesso due miliardi di euro per dei sommergibili made in Germany tra l'altro, come se di soldi alla Germania tramite l'Europa non gliene avessimo già dati abbastanza, ed i summenzionati 15 miliardi per un aereo che manco vola?

Che poi, lungi dal fare del facile qualunquismo, dico solo questo: se è vero che l'Italia come nazione ripudia la guerra come strumento per la risoluzione delle contese internazionali (non lo dico io ma la Costituzione della Repubblica), che cazzo ci dobbiamo fare noi con degli aviogetti da combattimento multiruolo a lungo raggio con capacità stealth, cioè di un aereo progettato appositamente per sorprendere il nemico, penetrare in profondità le sue difese e attaccare senza farsi vedere?

Queste non sono le caratteristiche di un aereo da guerra, si, ma difensivo: sono le classiche caratteristiche di un aggressore, un velivolo che serve ad attaccare un nemico, non a difendere il sacro suolo della Patria in pericolo.

Quindi, secondo il semplice dettato costituzionale, già saremmo fuori con l'accuso.

Uno dei più potenti e manovrabili aviogetti militari attualmente in produzione, sacro terrore delle aeronautiche di mezzo mondo: il Sukhoi Su-35, derivato dallo spettacolare Su-27 degli anni '90; almeno questi sono buoni e costano un tanto alla tonnellata...
La nostra Aeronautica Militare fa acqua da tutte le parti (e purtroppo è vero...) ed ha bisogno di nuovi, moderni apparecchi da mettere in linea per i ruoli di attacco al suolo e difesa a corto raggio? Benissimo, allora perché non ci rivolgiamo ad un Paese che di difesa se ne intende e per di più ha messo a punto un caccia multiruolo leggero eccezionale come la Svezia e non compriamo un bel lotto di JAS-39 Gripen?
Sono validi, testati, a bassa manutenzione e soprattutto costano 1/5 di quanto costerebbe un singolo F-35 ameridiota e pienamente compatibili con i nostri standard occidentali.

Ovvero, a voler fare i furbi, perché non comprare i bolidi made in Russia della Sukhoi con la quale la nostrana Aermacchi va a braccetto già da un bel po'?
Quelli si che sono aerei da combattimento e con caratteristiche e capacità superiori, specie i derivati dal Sukhoi Su-27 in poi, che sono considerati attualmente tra i migliori cacciabombardieri al mondo e che – ça va sans dir – costano praticamente un cazzo, rispetto alle loro blasonate controparti americane.
Non bastava l'esimio primo cittadino della Capitale a sparare minchiate,
adesso ce s'è messo pure il (presunto) leader della (presunta) sinistra; ecco,
da bravo, nun te resta davvero che prega' la Madonna, che qui se no nun te
perdona nessuno!

Dalle ultime notizie pare che la notizia – specie adesso che siamo in piena campagna elettorale e che la gente al solo pensare di sperperare denaro pubblico in amenità hi-tech solo per soddisfare l'ego malato dei nostri top gun (dei poveri) diventa idrofoba – abbia scatenato parecchi distinguo e mal di pancia, specialmente tra i sinistrorsi... adesso stanno tutti parlando contro l'approvvigionamento di questi costosi giocattoli... peccato che, fino ad un paio di mesi fa, sui decreti attuativi del Governo presso le Commissioni della Difesa, fossero tutti d'amore e d'accordo e che questi siano passati col placet anche di chi – come il prode difensore dei deboli e degli oppressi, al secolo Pierluigi Bersani – oggi parla dell'acquisto degli F-35 come di una ipotesi sconsiderata in tempo di crisi...

a Pierlui'... ARIPIJATE!!!

domenica 20 gennaio 2013

I rimpianti del giovane Werme...


Dipenderà forse dal fatto che è troppo tempo che sono solo come un cane, sarà che anche per i maschietti l'età prima o poi comincia a farsi sentire, nel senso che si comincia a sentire l'esigenza di... metter su famiglia, prima di finire per essere considerati i nonni anziché i padri dei propri figli, fatto sta che il mio interesse per la... forma femminile, in tutte le sue connotazioni, da passione smodata (cosa che non credo sia un mistero, se seguite queste pagine) sta cominciando ad assumere i contorni di una vera e propria ossessione.
Me ne sono reso improvvisamente conto ieri sera o meglio, stamattina, visto che sono rimasto alzato fino alle quattro del mattino davanti al fottuto ordigno collegato ad internet, a spulciare tutte le novità presenti sul mercato alla categoria fotografia erotica; in pratica, mentre ero in cerca d'altro, mi è caduto l'occhio sulle anteprime di alcuni libri in vendita attualmente sul web e mi sono incantato a spulciare ogni foto possibile ed immaginabile; non riuscivo a staccare gli occhi da queste immagini che ritraggono femmine di ogni tipo, età e provenienza negli atteggiamenti più disparati e nelle mise più svariate ma tutte (o quasi) con una caratteristica di fondo che le accomunava, trattandosi giustamente di foto erotiche: erano tutte indistintamente belle, ammiccanti, disponibili ovvero trasognate, sorprese, conturbanti... e qui finisco aggettivi e sostantivi perché mi mancano sinceramente le parole.

Fosse stato per me, nello stato di (dis)grazia in cui sono in questo momento, avrei fatto una bella incartata di roba per (almeno) deliziarmi gli occhi (visto che di solleticare gusto, tatto e olfatto al momento proprio non se ne parla) ma mi sono fermato appena in tempo; come ormai sanno anche i sassi, la mia attuale situazione lavorativa e finanziaria non è delle migliori, per l'ennesima volta negli ultimi 7 anni e alla mia... tenera età sono di nuovo a spasso, ragion per cui mi tocca anche rinunciare (a malincuore) a quelle poche cose che mi considero il sale della vita senza che mi abbandonassi agli strali della depressione più nera.

Eppure anche questo dedicarmi ai miei svariati hobby di fatto non sta facendo altro che aggravare il problema perché se è vero – com'è vero – che si tratta di una (più che mai necessaria) valvola di sfogo, che tra l'altro impegna da sempre una buona parte del mio tempo e delle mie risorse, non risolve affatto il problema, semmai lo acuisce, perché è solo un palliativo, dopo di che mi ritrovo spesso e volentieri più depresso che mai perché come dice il buon Gigi Marzullo i sogni aiuteranno anche a vivere, ma – quando rimangono sempre e solo tali – diventano altrettante sonore bastonate per il morale, specie quando sei già a terra per conto tuo.

Il problema è annoso e immagino non sia sconosciuto ai più che appartengono alla mia generazione, quella che – quando era giovane – a tutto s'interessava fuorché ad accoppiarsi, per così dire, perché noi eravamo il nuovo che avanzava sulle cui spalle poggiavano i destini del mondo, noi eravamo quelli che dovevano prepararsi per il futuro... quando poi, anche per colpa degli strali dell'avversa fortuna e visti i brillanti risultati conseguiti nelle nostre... carriere d'elezione, abbiamo cominciato ad interessarci alle grazie del gentil sesso, siamo stati il più delle volte bellamente snobbati dalle nostre...amabili compagnucce che ci preferivano quelli più grandi (e più figli di mignotta) di noi ovvero, una volta raggiunta l'età adulta, quelli più piccoli (e meno stressati) di noi – la carne fresca, insomma.
In pratica, non abbiamo trovato un cane (o meglio, una cagna) che ci desse un minimo di credito o di considerazione, a meno cioè, di avere quei requisiti fondamentali che poi con gli anni '90 e l'avvento del berlusconismo più becero, sono diventati lo standard in base al quale buona parte delle donne del Belpaese, checché se ne dica, misurano un uomo: vestiti, macchina, cellulare, conto in banca.

Di fronte a questi... imprescindibili parametri, quelli come me se la possono prendere bellamente in saccoccia, perché oggi l'apparire conta molto più dell'essere e nessuna si ferma a considerare che potresti essere una persona solida, di sani principi (no, cari miei, il fatto che in privato possa essere un emerito cinghiale non esclude affatto che il sottoscritto sia una persona con una moralità a prova di bomba nei fatti anziché nelle apparenze), onesta, lavoratrice e soprattutto un compagno fedele e senza troppe pretese... tra l'altro sono anche a bassa manutenzione e non sporco!

Quindi, dal momento che per quanto mi riguarda, per me l'abbigliamento potrebbe tranquillamente ridursi ad una tuta integrale come quella degli operai o dei paracadutisti e starei comodamente bene lo stesso, possiedo un autoveicolo per uso promiscuo (nel senso che è una normale utilitaria, non che ci faccio dentro le orge, malelingue che non siete altro) perché ho sempre pensato che per certi oggetti vale più la funzione che l'estetica e che (ahimè!) il mio portafoglio è perennemente all'asciutto perché ho sempre lavorato tanto e guadagnato poco ed ho – mea culpa, inutile nascondersi – un sacco di interessi verso i quali preferisco incanalare quel che resta delle mie risorse, piuttosto che buttarle in abiti, macchine, cellulari, cene al ristorante e altre corbellerie di lusso che faranno anche tanto figo e saranno pure trendy, ma non mi danno alcuna soddisfazione, va da sé che sono tutto fuorché appetibile per buona parte dell'empireo femminile odierno.
Oddio, è anche vero che il mio giudizio si basa sulle mie personalissime esperienze pregresse ma è altrettanto vero che non ho ancora mai incontrato la mia... miss Right come direbbero gli anglofoni, ovvero l'albero che mi impicca, come suole dire la mia augusta genitrice, sicché...

Per dirla tutta, volendo potrei darmi alle prede facili, come le classiche spose (o ex spose) insoddisfatte e caccia di avventure, come hanno fatto vari tra i miei amici e conoscenti, ma a parte il fatto che parecchie di queste... gentili signore fanno parte della categoria delle cougar e sono a caccia di carne fresca per grattarsi i pruriti (e quindi il sottoscritto non rientra nei loro parametri) mi sono imposto anni fa alcune regole fondamentali e severe riguardo le... relazioni pericolose con le donne altrui quindi anche da questo punto di vista sono fuori dei giochi.

Ah, certo, ci sarebbero ancore le mie tante coetanee, quelle di cui parlavo prima, quelle che ci hanno lasciato con le palle in mano come i capponi quando eravamo giovani e ingenui e che si sono messe quasi tutte con i soliti bastardi che le hanno spremute per benino e poi le hanno mandate a pascolare e che adesso ogni tanto ricicciano e fanno anche le carine.

Peccato che adesso sia io a non essere più interessato; perché mai, dal momento che non mi interessa fare una... rimpatriata ma che ho intenzione di impegnarmi in qualcosa di più serio e stabile, come p.es. una famiglia con figli, dovrei prendermi una quarantenne di seconda mano e con ogni probabilità piena di casini e di raspe mentali a causa delle sue relazioni precedenti, quando il mondo è pieno di femmine più giovani e decisamente più allettanti?
Diobuono, non è che una donna degna di questo nome e matura quanto basta non mi vada bene, anzi; a dire il vero quando si tratta di scopare sono delle vere macchine da sesso soprattutto sono molto... aperte ad ogni tipo di esperienza e il più delle volte amano sperimentare ma, viste le mie... buone intenzioni, chi me lo fa fare?

Gallina vecchia farà anche buon brodo ma di certo – checché ne dica quello stronzo di Severino Antinori – non fa più figli: non è una fisima del sottoscritto, è una verità biologica e la cosiddetta scienza medica avrà anche permesso alle babbione di partorire a sessant'anni ma di fatto la natura dice che a tutto c'è un limite e che l'età giusta per mettere al mondo dei figli per una donna va dai 18 ai 25 anni, quando il...corredo a sua disposizione è si maturo ma fresco, visto che le femminucce – al contrario dei maschietti – non producono nuovi gameti ma adoperano quelli che hanno in dotazione alla nascita.
E pur non essendo un patito dell'eugenetica né un nazista, se finalmente mi riuscisse di... riprodurmi, vorrei caldamente evitare di mettere al mondo un infelice creatura tarata dalla nascita perché la madre ha pensato bene di farsi i cazzi suoi quando era in età riproduttiva salvo farsi venire poi le fregole una volta che ha sentito che le stava scadendo la garanzia.

venerdì 18 gennaio 2013

Quando la situazione diventa improvvisamente “calda”...



Un'immagine di casa ormai anche qui da noi: pick-up armati
e "soldati" sui generis...


… è allora che i contendenti cominciano a sudare freddo...

Argomento eminentemente tecnico, quello di oggi... si, lo so, è un bel pezzo che su questa pagina esula l'argomento gnokka e che ho lasciato parecchio spazio a cronaca, pareri ed opinioni, però, dal momento che due dei miei argomenti preferiti rimangono sempre le sparapiselli di ogni ordine e grado e i giocattoli che rullano, strisciano, nuotano o volano – possibilmente quando le due cose vanno a braccetto, come nel caso dei veicoli militari – e che, proprio in questi giorni, è assurta al (dubbio) onore delle cronache la situazione del Mali, dire che la cosa ha stuzzicato il mio interesse sarebbe riduttivo.

Il fucile d'assalto più diffuso al mondo: l'AK-47
Abbiamo per le mani una bella patata bollente che la (solita) ignavia internazio(a)nale da parte degli organi (genitali) preposti – uno a caso: l'ONU – ha trasformato in un bubbone infetto pronto a scoppiare e ad inondare di melma purulente e maleodorante il mondo intero, com'è stato ampiamente dimostrato nelle ultime 24/36 ore con il... riuscitissimo blitz delle forze di (in)sicurezza algerine contro l'ennesimo commando di integralisti islamici, con le conseguenze che ormai ben conosciamo.

E questa è solo la punta dell'iceberg, visto e considerato che lo stillicidio che sta avvenendo in Mali (al pari dell'altrettanto incredibile situazione siriana) sono anni che va avanti e se non fosse per il fatto che la Francia s'è svegliata una mattina col culo girato, a quest'ora probabilmente le milizie salafite e jihadiste assieme a tutta la infame genia del fondamentalismo islamico legata ad Al Qaeda siederebbe sovrana e felice anche a Bamako, la capitale del martoriato paese sub-sahariano.

L'artiglieria portatile più diffusa tra le formazioni guerrigliere
e paramilitari di mezzo mondo: il lanciagranate a razzo RPG-7
Adesso che la cosa ha preso una decisa accelerazione verso il conflitto aperto e dichiarato, tutti gli imbelli stati occidentali stanno facendo a gara a chi le dichiara più grosse, promettendo mari e monti in appoggio alla risoluzione ONU che da (ormai) più di un anno imponeva il ripristino dello status quo ante nel paese africano dilaniato dalla guerra civile e allo sforzo militare francese.

Tornando a bomba, quello che mi ha colpito sin da subito delle immagini provenienti dal Mali è stata ancora una volta (com'è divenuto ormai consuetudine negli ultimi 20/25 anni) la presenza, massiccia e ubiquitaria, di armamenti sovietici (o russi che dir si voglia) nelle mani di rivoltosi, terroristi, guerriglieri e miliziani; ai più la cosa sarà sfuggita ma ad un occhio (ormai) esperto come quello del sottoscritto risalta come gli arsenali siano composti sempre da fucili d'assalto Kalašnikov AK-47/AKM, lanciarazzi RPG-7, mitragliatrici leggere RPK e medie PK, le pesanti DshK-38 e NSV, le pesantissime KPV da 14,5mm e chi più ne ha più ne metta... certo non tutte sono di provenienza russa/ex-sovietica, ci sono sicuramente in mezzo le innumerevoli copie che di queste armi sono state prodotte principalmente in Cina, così come in Pakistan, Iran e nella miriade di stati più o meno canaglia nel mondo che riforniscono di armi i belligeranti di buona parte del globo terracqueo, alla faccia delle tanto famigerate potenze occidentali che, invece, sono ormai decenni che si ritrovano con i depositi pieni di stock invenduti grazie alle legislazioni assolutamente garantiste e politically correct che ne impediscono di fatto la commercializzazione proprio in quei Paesi che più sarebbero disposti ad acquistarle.

OK, lasciamo perdere, sto calpestando un terreno pericoloso e poi il discorso esula dai miei intenti originari, sicché...
L'ultima versione del contraltare francese al AK-47: il FA-MAS

Dicevo dunque che quello che mi ha colpito è proprio la omogeneità degli equipaggiamenti che questi banditi sfoggiano in ogni località del mondo, segno evidente che qui c'è qualcuno che non la racconta giusta perché sarà anche vero che – a partire dalla seconda metà degli anni '50 del XX secolo – sono stati prodotti nel mondo quasi 80 milioni di Kalaŝnikov, solo per citare il pezzo più noto/diffuso ma – porco cane – è mai possibile che siano finiti tutti nelle mani di ribelli e terroristi!?

Soprattutto, come accidenti ci sono finiti sparpagliati ai quattro angoli del globo!?

La DShK-38, altro pezzo ubiquitario d'origine Sovietica/Orientale
in ogni area "calda" del mondo, specie nelle mani delle forze
insurrezionaliste e/o irregolari
Posso capire che – a partire dagli anni della decolonizzazione in poi – i sovietici prima e i cinesi poi abbiano fornito gratis et amor dei armi a tutti i vari movimenti che si rifacevano (a parole) all'ideologia marxista-leninista e/o maoista, ma in quegli anni in giro per il mondo si vedeva di tutto: dai residuati della Seconda Guerra Mondiale alle produzioni più recenti made in Belgium e/o in Germany, USA, GB, France etc. etc.... oggi gira sempre e solo roba made in Russia (e succedanei) tant'è che guerriglieri e jihadisti risultano spesse volte meglio armati ed equipaggiati in maniera più consistente ed uniforme delle stesse forze governative che gli si oppongono.

Classico esempio di Toyota "Africa-style" con tanto di
mitragliera (cinese, come al solito) e guerriglieri
Altra caratteristica (e passiamo ai motori) di questi conflitti è l'ubiquitaria presenza delle cosiddette Technicals o Tecniche che dir si voglia, quei veicoli uso militari apparse in gran numero per la prima volta in mano alle varie milizie somale nei primi anni '90, adattando pick-up e fuoristrada come mezzi da combattimento, armati di mitragliatrici pesanti, lanciarazzi e pezzi d'artiglieria leggeri come le mitragliere contraeree da 20-30mm.

In realtà, il primo, massiccio uso di questo tipo di mezzi si è verificato negli anni '80 nella famigerata guerra in Ciad (altro paese dell'area sub-sahariana, guarda un po' il caso) chiamata appunto la Guerra delle Toyota a causa del grandissimo numero di veicoli della casa giapponese (ubiquitari in gran parte dei paesi africani, mediorientali e centro-sudamericani) convertiti in piattaforme per il trasporto di armi pesanti e come mezzi trasporto truppa dai contendenti.

Il "pezzo forte" delle Forze di Dispiegamento Rapido Francesi:
la blindo ERC-90 Sagaie, un giocattolo vecchio ormai più di
30 anni... come a dire che cavallo vincente non si cambia.
Come dicevo prima, fu in Somalia che le forze armate occidentali si sono imbattute per la prima volta nelle versioni più... raffinate di questi mezzi e da allora sono diventate una... presenza di casa in tutti i conflitti di cui abbiamo notizia, in giro per il mondo ma il teatro africano resta ancora quello in cui questi mezzi sono più usati in assoluto.

Uno dei carri leggeri più diffusi nelle aree calde del Terzo Mondo:
il  Type-62 cinese con cannone da 85mm
Dall'altra parte abbiamo i francesi, che si sono portati dietro la roba con cui vanno in giro ormai da 30 anni: i clarion (al secolo i fucili d'assalto FA-MAS calibro 5,56mm) e le mitragliatrici d'impiego generate AAT... voglio sperare che non si siano limitati alle sole armi leggere, vista la quantità dell'opposizione che li aspetta e la qualità degli armamenti da questa impiegati ma in TV non è stato dato di vedere altro, mentre, udite udite, i fanti di marina francesi (caso più unico che raro nella storia francese degli ultimi 50 anni, infatti, non hanno spedito in Africa i legionari...) si sono trascinati al seguito le blindo leggere ERC 90 Sagaie armate con cannoni da 90mm e protette da circa mezzo pollice di corazzatura; contro le Tecniche impiegate dal nemico sono dei veri e propri carri armati ma da quel poco che è stato dato vedere, gli insorti apparentemente avrebbero a disposizione anche mezzi blindati e/o corazzati (chissà com'è) di fabbricazione russa/cinese... certo si tratta di carri leggeri di tipo PT-76 e Type 62 cinesi e di BMP tipo 1 e 2, piuttosto male in arnese da quel che si vede ma sempre armati e pericolosi ed in grado di fare carne di porco anche dei blindati francesi, sempre che i jihaidisti siano in grado di utilizzarli al meglio – cosa di cui dubito fortemente – anche se la mia maggiore preoccupazione non risiede in questa (dubbia) capacità dei... carristi islamisti, bensì nei summenzionati (e ubiquitari) lanciagranate con propulsione a razzo RPG-7/Type 69 l'equivalente orientale del bazooka statunitense, prodotto anch'esso in centinaia di migliaia di esemplari in tutto il blocco (ex)comunista negli anni '70 e diffuso praticamente ovunque nel mondo ci sia qualche squilibrato con idee di grandezza e la prepotenza di volerle imporre agli altri.

...e l'originale made in Russia PT-76, altra bestia nera di ogni
governo in lotta contro le guerriglie di mezzo mondo.
Sarà pure un pezzo d'antiquariato rispetto alle armi anticarro di ultima generazione ma la sua granata ha comunque, anche nelle sue versioni più vecchie, una capacità di penetrazione di 32 centimetri contro una corazzatura omogenea in acciaio; questo si che è in grado di produrre bei danni e trasformare le Sagaie in altrettante lattine bruciacchiate.


mercoledì 16 gennaio 2013

Questi hanno passato il segno...


Guarda te la madosca se non finisce che divento pacifista, oplofobo e magari pure casto e vegetariano per colpa di queste merde.
Le pile di escrementi semoventi in questione sono – ancora una volta – le lobby che fanno capo alla famigerata NRA americana, che hanno risposto alla (giusta) proposta di legge del presidente Obama – promessa all'indomani dell'atroce massacro di Newtown – per la messa al bando delle cosiddette armi d'assalto (cioè delle carabine semiautomatiche con munizionamento ad alta velocità derivate dalle armi leggere militari) e – novità assoluta – per istituire una stretta decisa sul possesso di armi da fuoco tout court da parte dei privati cittadini che – se la proposta dovesse passare – d'ora innanzi saranno sottoposti a controlli preventivi sull'idoneità della persona – fisica, legale e soprattutto psicologica – a possedere e detenere un'arma da fuoco.

Che poi, se ci pensate bene, è quello che accade in qualsiasi altro paese civile del mondo, dove sono le autorità mediche e di polizia che danno il nulla osta per il rilascio della licenza di porto d'armi e l'acquisto della relativa artiglieria.

Qual'è stata la risposta delle lobby degli armamenti ameridiote?
Un magnifico spot televisivo trasmesso su tutti i canali nazionali (immaginate quindi che razza di cifre sono in grado di sborsare questi dementi...) dove si insinua che il presidente è un ipocrita in quanto avoca la limitazione della libertà degli ameridioti di andare in giro armati come se fossero in guerra, così come tutelata dal secondo emendamento della Costituzione USA, lasciando così alla mercé di qualunque delinquente e squilibrato i poveri bambini americani, mentre le sue figlie andrebbero a scuola scortate da guardie armate.

Questo infame argomento per ribattere al veto presidenziale sull'introduzione di guardie armate nelle scuole dell'Unione, senza tenere presente che chiunque abbia due grammi di cervello può capire benissimo l'incongruità dell'argomentazione: sarà pure vero che le figlie di Obama vanno a scuola con la scorta ma primo: sono appunto le figlie del presidente della repubblica e di conseguenza vengono scortate come tutti i familiari delle personalità pubbliche di ogni Paese del mondo e secondo: la scorta è composta da guardie armate, specialisti della sicurezza, addestrati all'uso delle armi e – si pensa e si spera – adeguatamente selezionati, dal punto di vista fisico e psicologico, non degli scherani qualunque o dei sicari prezzolati.

Come dicevo all'inizio, è gente siffatta che ti fa mettere in dubbio anche le tue passioni, con tutto che – lo ribadisco – pur non possedendo un'arma da fuoco, sono stato da sempre un appassionato di armi da fuoco (e non solo...) ma non per questo ho mai avallato la libera diffusione delle armi tra la cittadinanza generale, dal momento che sono il primo a sapere che – specie nelle nostre città – ci sono un boato di squilibrati e che sono tutti – in generale – un po' troppo proni a menare le mani per qualunque stronzata...

immaginate cosa accadrebbe se a gente siffatta venisse permesso di armarsi come accade negli States...

martedì 15 gennaio 2013

Altro che Odissea, a me Omero me fa 'na...

Per la serie: ce ne fosse una che vada come deve andare, oggi ho vissuto l'ennesima Odissea per un adempimento puramente formale e burocratico senza il quale però non mi è possibile fare un accidenti di niente, meno che meno accedere a quel minimo di sostegno del reddito – come si chiama oggi la cara, vecchia indennità di disoccupazione tanto perché cambiano le parole ma la sostanza resta sempre la stessa - che mi permetta di sopravvivere fino a che – spero presto – non troverò un altro accidenti di lavoro.

Ordunque, dopo un travaglio durato quasi due settimane per cause varie ed eventuali e nonostante sia più dolorante dell'asino di Yo-Yo – per la cronaca: mi sono sfondato un ginocchio e il bello è che non so manco come cacchio ho fatto! - mi sono finalmente deciso a fare questo passo e recarmi al famigerato Centro per l'Impiego (anche qui, nome nuovo, concetto vecchio) per riuscire ad avere 'sto maledetto pezzo di carta col quale adire l'INPS – sperando di non fare la replica della volta scorsa, quando si sono semplicemente... persi la mia domanda e c'ho dovuto mettere di mezzo un legale, se ben vi ricordate.

Dal momento che – com'è facilmente intuibile – sono mezzo azzoppato, ho pensato bene di recarmi al mio CpI di competenza (manco a farlo apposta localizzato in quel di Acilia, zona Dragoncello, c'èst at dir fuori Roma) con i famigerati mezzi pubblici e mi sono accinto a verificare tramite (l'infame) sito del ATAC quale tregend... *ahem!*... tragitto avrei dovuto percorrere e m'è venuto un colpo.

In pratica, tanto perché cammino a fatica, mi aspettava la prospettiva di prendere tutto il campionario dei mezzi di superficie possibili e immaginabili (bus, tram, treno e ancora bus) con spostamenti pedibus di alcuni chilometri sommando tutti i tratti a piedi previsti.

Ma, porco cagnaccio infame, è mai possibile che per raggiungere un ufficio pubblico per di più ad alta frequentazione (anzi, altissima) tocchi sempre fare il giro delle sette chiese!?

Da dove vivo io, tanto per dirne una, in seconda fascia urbana (praticamente adiacente al centro storico) non c'è un Centro per l'Impiego che disti meno di 15 chilometri!
Secondo Comune, Provincia e Regione, in pratica, solo chi vive nelle periferie più estreme e degradate cerca lavoro?
Noialtri invece, siamo tutti ricchi di famiglia, quindi perché mai dovremmo avere necessità di trovare un lavoro, giusto?

Tornando a bomba, dopo aver vagliato questa specie di ritirata di Russia, mi sono rassegnato e – dopo essermi imbottito (ma non troppo) di antidolorifici – sono uscito per andare a prendere il (derelitto) semovente e farmi questa bella trasferta al mare.

Fortunatamente, il viaggio di andata si è svolto senza problemi, nonostante il traffico e sono arrivato a destino a pochi minuti dall'apertura... troppo culo e infatti sono stato accolto all'ingresso da un mer(d)aviglioso cartello che mi informava che gli abitanti della mia circoscrizione non possono più fruire dei servizi di questo ameno CpI ma che adesso è responsabile il Centro di Primavalle!?...

mapporcaputtanainfameecarogna!!!

Stiamo parlando dell'altra parte di Roma esattamente agli antipodi rispetto ad Acilia.

Mi sono fatto due conti, ho calcolato che – salvo imprevisti ed incidenti – avrei potuto arrivarci in meno di un'ora e mi sono rimesso in carreggiata.
Essendo ormai passate le tre del pomeriggio, vi lascio immaginare che cosa c'era per strada, l'apocalisse di San Giovanni... fortuna che – dovendomi spostare di periferia in periferia – ero a due passi (si fa per dire) dal Grande Raccordo Anulare e così me la sono cavata con una cavalcata di solo (si fa per dire)12 chilometri di strada a scorrimento veloce, zigzagando tra camion e impediti (avete presenti? I classici chiodi che vanno a due all'ora camminando però fissi in corsia centrale).

Sono riuscito ad arrivare in tempo utile per prelevare il modello di presentazione della domanda di (re)iscrizione al collocamento, compilarlo e mettermi di santa pazienza ad aspettare che scorresse la transumanza di utenti che riempiva letteralmente la sala d'aspetto... brutto segno, davvero brutto... ancora più brutto perché una buona parte dei presenti non erano i tanto declamati giovani disoccupati ma giovani oltre gli 'anta come il sottoscritto; anche se di quelli come noi non parla mai nessuno, e siamo la maggioranza dei... disperati che compongono la forza lavoro inutilizzata del Paese: troppo vecchi per lavorare, troppo giovani per andare in pensione.

Vabbé, lasciamo perdere le contumelie e torniamo al dunque: ho consumato un quarto di serbatoio di broda, tanto perché non c'ho un centesimo in tasca e il combustibile è a premio per fare cosa? Per dichiarare davanti ad un impiegato del (ex) collocamento che sono nuovamente a spasso e in cerca di occupazione.

Ma perché, se autocertificavo la cosa (come legge Bersani docet) che cazzo gli cambiava a questa gente, visto che hanno tutta la mia cronistoria lavorativa a terminale e del sottoscritto conoscono vita, morte e miracoli!?

Come al solito, VIVA L'ITAJIA!