Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

domenica 28 ottobre 2012

Ode agli odierni, italici guerrieri... e ai loro fidanzati gelosi!



Chi mi conosce di persona sa perfettamente qual'è la mia opinione sull'attuale assetto delle italiche forze (dis)armate, in particolar modo da quando è stata attuata quella sesquipedale puttanata della sospensione a tempo indeterminato della leva militare obbligatoria così come sancita dalla Costituzione, per far si che le tante aspiranti Rambo in gonnella potessero accedere ai ranghi senza dover pagare lo scotto che generazioni di maschi italici (il sottoscritto compreso) hanno dovuto subire per legge.

Il tutto, badate bene, non allo scopo (dichiarato ma mai applicato) di realizzare una forza militare professionale degna di questo nome ma semplicemente per sfoltire i ranghi e conseguentemente risparmiare anche quella miserrima fetta del bilancio statale che viene solitamente dedicata alla Difesa Nazionale, salvo poi con un voltafaccia degno della più bieca politica da Prima Repubblica,  compiere un plateale dietrofront per poter conservare i famigerati slot di comando dei vari ufficiali superiori, quelli si un vero e proprio sperpero di denaro pubblico visti gli stipendi e i benefit percepiti a fronte delle loro assai poco brillanti performance – come l'italica storia insegna da sempre – e salvare le chiappe (e le pensioni) di legioni di colonnelli e generali.

Il risultato: la creazione di un vero e proprio precariato militare nel quale legioni di giovani uomini e donne si scannano letteralmente tra di loro per poter accedere al servizio, non per amor di patria o spirito di servizio, nonostante le dichiarazioni di circostanza che i militari propinano in TV (come succedeva invece a quei pochi, poveri fessi della mia generazione, le cui aspirazioni venivano regolarmente frustrate in quanto più dello spirito di servizio potevano le ferree raccomandazioni) ma solo per sfuggire alla disoccupazione e alla miseria dilagante specie in alcune zone ben specifiche del Belpaese.

Precariato di Stato, in quanto chi si arruola – a differenza di quanto accade nella stragrande maggioranza dei Paesi che adottano il modello professionale per le proprie FF.AA. - è sottoposto a costanti pressioni psicologiche che lo costringono ad un'obbedienza supina solo per poter rimanere nelle FF.AA. e mantenere il posto (e relativa retribuzione) in quanto basta anche solo una nota negativa sullo stato di servizio per determinare il proscioglimento coatto del militare alla fine della ferma annuale, così com'è impossibile adire al famigerato concorso statale per entrare SPE (Servizio Permanente Effettivo) se le proprie note caratteristiche non sono immacolate.

E secondo voi, quale arma hanno a disposizione le italiche eroine in grigioverde per superare questo insormontabile scoglio?
Teoricamente, dedizione al dovere, spirito di sacrificio e tanta, tanta fatica... in pratica in molti, troppi casi, allargare le cosce e sottostare ai voleri dei superiori.

Badate che non mi sto inventando niente; ho ancora parecchi amici nelle forze armate che me ne raccontano di cotte e di crude, per non parlare delle notizie di cronaca che di quando in quando sfuggono alle maglie della censura militare raggiungendo gli organi d'informazione, per non parlare dei vari forum dedicati ai militari dove spesso e volentieri – in maniera rigorosamente anonima per evitare rappresaglie – i soldati si sfogano raccontando quello che accade realmente nelle caserme, specie in quelle dove vengono raccolte le reclute, i vecchi, famigerati CAR attraverso i quali sono passate legioni di giovani italiani.

È in questi luoghi di perdizione che infatti accadono i fatti più scandalosi, quando gli aspiranti militarsoldati sono letteralmente alla mercé dei loro aguzzini... pardon... istruttori, che di fatto sono in grado di decidere vita, morte – soprattutto la futura carriera – dei loro sottoposti.

Ovviamente non è sempre così, c'è anche gente onesta che fa dignitosamente il suo mestiere senza approfittare della propria posizione ma – come ci dice anche la cronaca recente – c'è pure gente come il neo-condannato Salvatore Parolisi ex-istruttore della caserma di Ascoli Piceno, assurta ai (dis)onori della cronaca nazionale come un vero e proprio lupanare con le stellette dove le reclute (tutte donne) si concedevano ai propri istruttori senza tante remore.

È proprio di queste ore la notizia che la stessa caserma è stata teatro dell'ennesimo fatto di cronaca con protagonista – toh! Chissà com'è... - una giovanissima soldatessa uscita giusto l'altro ieri dalla cerimonia del giuramento da sempre coronamento del periodo di addestramento e primo passo verso la vita militare vera e propria, quando si veniva avviati al reggimento come usava dire ai miei tempi.

Ordunque, la 21enne dopo la conclusione della cerimonia, si è appartata in un bed & breakfast della zona con il proprio fidanzato per festeggiare l'evento... salvo poi finire la serata ricoverata all'ospedale civile di Ascoli, dopo esser stata massacrata di botte dal – a questo punto ex – fidanzato.

Secondo le notizie, così come sono state riportate da quotidiani e TG, il pestaggio è stato conseguenza dell'annuncio da parte della ragazza di voler scaricare il fidanzato e al contestuale rifiuto di una dazione di denaro che l'uomo chiedeva alla giovane; al che questa bestia avrebbe reagito – da classico maschio ferito del profondo sud – nel più classico e aberrante dei modi: alzando le mani.

Ma quello che mi fa più specie in questa vicenda è altro: per prima cosa, il fatto che la disgraziata abbia cercato di coprire il suo aggressore quando è stata interrogata dai sanitari subito dopo il ricovero, salvo abbandonare la propria reticenza davanti alle insistenze del comandante del 235imo RAV, Colonnello Michele Vicari e del comandante della sua Compagnia di appartenenza, accorsi al capezzale della ragazza, che hanno immediatamente provveduto ad informare i Carabinieri che hanno rintracciato ed arrestato il 27enne aggressore, Nunzio Calabrese.

Calabrese di nome e di fatto, così come la sua ex-fidanzata e la maggioranza delle italiche reclute che accedono al servizio militare, che provengono notoriamente dal meridione d'Italia.

Voglio solo far notare questa anomalia tutta italiana che vede la stragrande maggioranza degli aspiranti... difensori della Repubblica provenire di fatto da sole 5 regioni su un totale di 20 che compongono l'italico territorio: Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna... con una spolverata, giusto per gradire, dal resto del Paese, con l'unica, notevole eccezione dei reparti alpini che – essendo notoriamente territoriali – prediligono reclute provenienti dalle regioni a ridosso dell'arco alpino.

In pratica, militarmente parlando, due terzi del Paese sono di fatto ostaggio del terzo meridionale, visto che i ragazzi del sud compongono la stragrande maggioranza dei militi e delle forze del (dis)ordine nazionale... cosa – a mio modestissimo parere – vieppiù preoccupante, in vista della attuale congiuntura economica e sociale ma tant'è... con questo non intendo affatto discriminare i nostri compatrioti del sud; dio solo sa se non mi stanno molto più sul culo i nostri cugini nordici con le loro menate secessioniste.

Tornando a bomba, la ragazza, fresca di addestramento – un addestramento militare ci tengo a precisare – si è fatta massacrare dal suo (ex)uomo tanto da finire ricoverata al maxillo-facciale con una frattura scomposta della mandibola ed una prognosi di 30 giorni... mi chiedo sinceramente, alla luce di quanto esposto poc'anzi, cosa accidenti gli insegnino a questi ragazzi, se un soldato professionale, ancorché donna e fresca di addestramento, non è stato in grado di tener testa ad un deficiente qualsiasi e anzi, inizialmente, per pura paura di prendere altre botte, ha addirittura negato l'accaduto dicendo ai sanitari di esser caduta dalle scale.

Se questo è il livello di preparazione delle cosiddette forze armate professionali, sapete che vi dico? Che se stava meglio quanno che se stava peggio, che tanto valeva tenerci la leva obbligatoria così com'era, tanto il livello di addestramento generale era pressoché identico a quello attuale.

Ah, ma mi dicono che non si poteva fare, che altrimenti si sarebbero discriminate le aspiranti reclute del gentil sesso...

Tutte cazzate!

Bastava molto semplicemente cancellare una parola dall'articolo della Costituzione che recita: TUTTI i cittadini MASCHI sono chiamati a concorrere alla Difesa dello Stato mediante la leva obbligatoria... cancellando la parola incriminata (maschi) si otterrebbe infatti che TUTTI I CITTADINI hanno l'obbligo di partecipare alla difesa della nazione, maschi e femmine, così come avviene, tanto per citare un caso, in Israele.

Ma così facendo ci sarebbe un ma: voglio proprio vedere a queste condizioni, in quante accorrerebbero al servizio della Patria, dovendo prestare la propria opera gratis et amor dei invece di percepire la (tutt'altro che disprezzabile) retribuzione monetaria che è attualmente appannaggio del cosiddetto servizio professionale così come accadeva prima per i loro compatrioti maschi che erano obbligati per legge a servire la Patria... qualcosa mi dice che sarebbero ben poche a precipitarsi ai distretti militari e molte di più a fare ammoina per cercare con ogni mezzo, lecito e non, di sfangarla.

venerdì 26 ottobre 2012

Nazixploitation a fumetti: HEϟϟA


Dopo una lunga assenza dovuta principalmente a superlavoro, stanchezza e – diciamolo pure – un po' di apatia da parte del sottoscritto, torniamo a parlare del discorso cominciato ma mai portato a termine, riguardante quel settore dell'adult entertainment che va sotto il nome di explotation, con un occhio in particolare, in questo caso, alla versione... cartacea di uno dei filoni più prolifici del genere, quello detto NaziXploitation cioè legato agli exploit della feccia al soldo della cricca dello zio Adolf, in arte Führer – come recitava il titolo di una nota commedia del Molleggiato del 1978 – della Grande Germania (si, nei suoi sogni più remoti!...) dal 1933 al 1945.

Se è vero che il cinema con i nazisti c'è sempre andato a nozze, specie quando si trattava di mostrarne le nefandezze allo scopo di giustificare scene di stupri, torture e depravazioni d'ogni genere nei confronti di indifese e discinte fanciulle, a partire dal celeberrimo Ilsa, She-Wolf of the SS passando per cult movies come Le Deportate della Sezione Speciale SS e La Svastica nel Ventre del quale abbiamo per altro già parlato riguardo la carriera della protagonista, Sirpa Lane, è vero anche che – a partire dal romanzo-scandalo La Casa delle Bambole passando per una panoplia di giornaletti pulp editi in Israele (!?) e nei paesi di lingua inglese – anche i nazisti di carta hanno avuto il loro posto al sole.

Dal momento che in Italia non ci facciamo mancare niente, nel 1970 Renzo Barbieri, prolifico scrittore/sceneggiatore milanese nonché fondatore della casa editrice ErreGi (poi Ediperiodici) intuì che – nell'immane calderone delle proposte a fumetti neri ovvero erotici che andavano per la maggiore nel periodo che va dagli anni '60 ai primissimi anni '80 – non poteva mancare all'appello delle tante eroine nere una esponente della razza padrona... è così che diede alla luce HEϟϟA eroina del Terzo Reich, nazista convinta nonché comandante del distaccamento di Forze Speciali all-female delle SS Sex Sonder Sturmtruppen per le quali l'antico adagio “in amore e in guerra tutto è lecito” è una regola ferrea ed il sesso è un'arma (ah! Pat Benatar dove sei tu adesso?), né più e né meno di un mitra Schmeisser, una pistola Luger o una mitragliatrice Spandau.

La serie si è protratta per soli 47 numeri, tutto sommato una carriera modesta, visto che altri classici del genere hanno tirato avanti per centinaia di numeri, come le ben più note Zora, Jakula, Sukia, Jolanda, Lucifera etc. etc., dal 1970 al 1972, dopodiché è praticamente finita nel dimenticatoio e non se ne è più parlato.
Ne ho scoperto io stesso l'esistenza poco meno di un anno fa, quando ho acquistato il saggio Vietato ai Minori della Rizzoli, che propone, assieme ad alcuni episodi delle eroine/vampirette più famose, una carrellata storica sul fumetto erotico all'italiana degli anni '70, tra cui, appunto, la nostra ferocissima Ausfeherin in desabillé.

Ammetto che la cosa ha talmente stuzzicato la mia curiosità, che ho fatto letteralmente fuoco e fiamme – girando come un matto (spesso a vuoto) per fiere, mercatini, rigattieri e ovviamente sul web – fino a che sono riuscito, in occasione dell'ultima kermesse ludico-fumettistica di Romics, a mettere le zampe – ad un prezzo tutto sommato accettabile – su qualche numero della serie.

Dovete sapere, infatti, che è un'impresa veramente ardua riuscire a trovare qualche informazione su questo fumetto: potete trovare interi siti dedicati a questa o quella eroina del fumetto sexy o erotico nostrano ma sembra quasi che la nostra nazista in gonnella sia stata ostracizzata.

Alla fine, come si suol dire, chi la dura la vince e quindi eccomi qui pronto a rendervi edotti sulla storia e gli exploit di Heϟϟa.

In due parole, la saga di Heϟϟa comincia quando lei – poco più di una bambina – viene circuita dal suo stesso padre nel più classico dei casi di incesto, allontanata dalla madre, che la spedisce in una specie di collegio femminile, che si rivela essere un tempio del lesbismo sadico e della depravazione più bieca, da cui la nostra eroina scappa non prima però di aver dato fuoco all'edificio ed essersi assicurata (personalmente, come nel caso della direttrice) di aver fatto fuori tutte le sue compagniucce ed il corpo insegnante al gran completo.

Per un'impresa del genere la logica prevederebbe un castigo esemplare ergo un lungo periodo di reclusione ovvero di degenza in un ospedale psichiatrico, visto il tempo e il luogo della vicenda (la Germania nazista degli anni '30), invece la giovane Heϟϟa finisce (non chiedetemi come perché non lo so...) per essere presa in simpatia dallo stesso Adolf Hitler che la mette addirittura a capo di uno speciale kommando delle SS (le summenzionate Sex Truppen) una unità che riceve ordini e direttive direttamente dalla Cancelleria di Berlino e che risponde solo al führer.

Da questo incipit si dipanano tutta una serie di avventure che vedranno la nostra eroina affrontare di volta in volta le minacce più svariate, praticamente in ogni parte del mondo, un buon numero delle quali di chiara origine soprannaturale come vampiri, spettri, lupi mannari e quant'altro, nonché – in varie occasioni – i suoi stessi kameraden ed alleati della Germania nazista.

Si, perché Heϟϟa, pur mostrandosi di una fedeltà cieca – per non dire ottusa – al credo nazista, tende però spesso e volentieri a combattere contro gli stessi sgherri e sicari della cricca nazista al potere, caratterizzati da ogni possibile stereotipo e cliché negativo tipico appunto del nazixploitation più becero; una dicotomia insanabile, a maggior ragione in quanto la nostra eroina è perennemente seguita (e concupita) dall'amica Frida – membro della nobiltà germanica e lesbica conclamata e per questo, secondo l' “etica” nazista (quella reale, cioè), nemica dichiarata dello Stato e del Popolo tedesco e che dovrebbe a buon diritto trovarsi rinchiusa nel lager di Ravensbrüch – che la ama alla follia e non vorrebbe altro che vederla finalmente nel suo letto.
Che poi sembra essere lo scopo primo ed ultimo di quasi tutti gli avversari – dell'Asse o Alleati poco importa – di Hessa: la bionda Valchiria in uniforme infatti trascorre buona parte delle sue storie in abiti estremamente succinti ovvero nuda come mamma l'ha fatta, cosa che non fa nulla per frenare gli ardori – spesso sadici e violenti – dei suoi... spasimanti.

La cosa più curiosa di questo fumetto, però è che – nonostante sia targato come Noir, Erotico, Per Adulti, con tutte le connotazioni che tale etichetta comporta – a parte la nudità della protagonista (e talvolta delle comprimarie) e le situazioni al limite del grandguignolesco, Heϟϟa riesce perennemente a sfuggire alle rapaci attenzioni di tutti i personaggi maschili, restando incredibilmente vergine fino alla fine della serie, per quanto mi è dato sapere.
In pratica la belva in uniforme si dimostra – per tutta la sua ostentata sensualità e procacità delle forme, generosamente messe in mostra – l'eroina più casta della storia del fumetto, una vera educanda col mitra com'è possibile vedere in buona parte delle copertine edite dalla ErreGi per gli albi del fumetto, che sono – per la maggior parte – magnifiche, a dispetto del disegno delle tavole interne che – pur realizzato con mestiere – a volte risulta dozzinale e tirato via, specie quando la scena non prevede la presenza della nostra eroina.

Certo, considerando il periodo e la tipologia di pubblicazione la cosa non deve sorprendere più di tanto: spesso i disegnatori erano alle prime armi ovvero professionisti che lavoravano a ritmi forsennati per tirare la carretta e che solo dopo molti anni hanno poi raggiunto l'empireo dei grandi del fumetto... evitando per la maggior parte anche solo di menzionare la loro gavetta, quando lavoravano per i fumetti zozzi che tanta diffusione avevano nei negozi di barbiere, tra i camionisti e nelle caserme.


mercoledì 10 ottobre 2012

Love, Bullets & Flowers


QUESTA non puoi non vederla...

Questa bella immagine rende bene l'idea di quali siano
le dimensioni della vampa alla volata generata dai gas in espansione
prodotti al momento dello sparo.
con questo incipit un mio caro amico – che ben conosce i miei gusti – mi ha segnalato una notizia appena trovata sul web... non sapendo cosa pensare – già mi immaginavo il classico articolo pecoreccio con tanto di donnine desnude – ho aperto il link e mi sono trovato davanti a qualcosa di assolutamente inaspettato.

Avreste mai pensato che si potessero usare delle palle calibro .40 S&W ovvero le ubiquitarie calibro .45 ACP del tipo a punta cava con camiciatura in rame invece che per fare grossi buchi nelle persone per realizzare delle... sculture floreali?

No, non vi sto prendendo per i fondelli, come dimostrano inequivocabilmente le foto che qui vedete, solo che la domanda mi sorge spontanea: ma cosa gli dice la testa a certa gente?

I "fiori" così come "sbocciano" una volta recuperate
le palle esplose sott'acqua: notate la perfetta
simmetria dovuta alla resistenza offerta dal mezzo liquido
Si, perché solo a qualcuno seriamente disturbato di testa potrebbe venire in mente di sparare in piscina o meglio dentro la piscina per testare la propria semiautomatica.

Ripensandoci come i cervidi, l'idea potrebbe venire anche ad un esperto di balistica forense ovvero ad un fan assiduo di C.S.I. dove i summenzionati esperti esplodo normalmente colpi d'arma da fuoco in una cassa ad acqua per recuperare le pallottole esplose da un'arma sospetta e verificarne la corrispondenza con quelle estratte dalla scena del crimine.

Contrariamente a quanto generalmente si crede, infatti, le moderne armi da fuoco sono tutte perfettamente in grado di sparare anche sott'acqua ma in genere lo si fa solo in caso di estrema emergenza anche perché – come dimostrano le immagini – a meno di sparare con palle blindate del tipo Full Metal Jacket la gittata è estremamente limitata così come il potere vulnerante – a meno di un colpo esploso a bruciapelo – ma queste sono considerazioni che esulano l'argomento attuale, sicché...

Basta aggiungere un brillocco - et voilà! - i "fiorellini" sono belli che fatti...
tornando a bomba, pare che Andrew Tuohy, l'autore di codeste... sculture artistiche sia un ex-corpsman (leggi: assistente di sanità) del corpo dei Marines dove anche gli infermieri, per antica consuetudine (dovuta ai trascorsi non proprio idilliaci del Corpo con i Giapponesi durante la Campagna del Pacifico della Seconda Guerra Mondiale, che non si facevano problemi a sparare impunemente anche al personale sanitario benché sotto l'egida della Croce Rossa) portano una pistola come arma d'ordinanza, dalle vecchie Colt e Smith & Wesson calibro .38 alle ubiquitarie Colt .45 Automatiche fino alle più recenti Beretta M9 (la versione Stars'n'Stripes della Beretta 92SB); il nostro, attualmente in congedo dal Corpo, lavora come consulente per varie aziende statunitensi fabbricanti di munizioni, da qui l'accesso e l'uso – piuttosto liberale – di cartucce da pistola per usi... diportivi non attinenti con l'uso comune che di tali munizioni normalmente si fa.

...due punti di saldatura, un filo di stagno e...
TANTI AUGURI, MAMMA!
E poi c'è una ragione ultima che spinge il nostro a questo...hobby peculiare che nulla c'entra con le... attività professionali del nostro: alla mamma piacciono tanto i fiori, anche quelli realizzati in peltro... certo il tombacco non è proprio la stessa cosa ma l'effetto che il contrasto tra il rame della camiciatura e la lega del proietto è veramente notevole, specie se si completa l'opera (vedi) con qualche pietruzza incastonata ad arte.

Personalmente trovo quantomeno opinabile un uso siffatto di un'arma da fuoco e delle relative munizioni (con quello che costano, tra l'altro!) ma la mamma è sempre la mamma...

e per la mamma si fa questo e altro...



domenica 7 ottobre 2012

Quanta insalata per un po' d'olio...

Che in questo paese oggi come oggi non ci stiamo più con la testa credo sia ormai cosa nota e risaputa... un ventennio di Berlusconi-pensiero ha lasciato il segno e creato un popolo di ebeti, buoi e schiavi della ghiandola mammaria anche oltre ogni più perversa aspettativa da parte del dittatorello di Arcore e dei suoi fedelissimi tirapiedi (oddio, che poi così fedeli non sono, basta guardare il gran casino in cui naviga oggi il Popolo della Libertà - condizionata, limitata e a tempo determinato - per rendersi conto che sono finiti i bei tempi).

Ma che addirittura, con tutti i casini che abbiamo, la maggiore preoccupazione delle italiche genti sia incentrata sulla sorte delle Veline di Striscia la Notizia, bhé, questa proprio mi mancava... certo, la notizia per me cade quale fulmine a ciel sereno, dal momento che a me della trasmissione di Ricci non me ne può fregare di meno, in quanto la ritengo una insulsa e plateale presa per il culo dal momento che vorrebbe castigare ridendo mores andando in onda proprio nella patria della peggiore monnezza che esista al'interno dell'italico panorama radiotelevisivo.

Dire Mediaset/Canale5/Rete4/Italia1 e accostarvi serietà/moralità/onestà non è un esercizio nell'assurdo: è una contraddizione in termini, tant'è che – personalmente – non vedo le trasmissioni di queste reti (a parte qualche – raro – serial TV) da almeno due lustri, Striscia l'immondizia... pardon... la notizia men che meno, anche perché i suoi vari conduttori mi stanno cordialmente sul culo, con la loro saccente supponenza mentre trovo che proprio il loro... punto di forza, cioè le tanto osannate Veline, urtano la mia sensibilità per quanto sono dozzinali e soprattutto impedite.

Tornando a bomba, pietra dello scandalo, che tanta levata di scudi avrebbe generato nella redazione e nell'italica gente, sarebbero gli scatti hot che la neo-velina Giulia Calcaterra avrebbe realizzato quando ancora non se la incul... *ahem!*... non la conosceva nessuno – né tanto meno la (cosiddetta) giuria che l'ha selezionata – che starebbero ora mettendo in pericolo la prosecuzione del suo rapporto di lavoro con la trasmissione di Antonio Ricci per violazione del... codice deontologico e morale di Striscia!?!?!

MUHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA-AH!!!!

Ma che stiamo scherzando!?

Cioè, il fatto che una sciacquetta, selezionata per sculettare e mettere le sue grazie in mostra in prima serata su Canale 5, abbia fatto du' foto in mutandine e reggiseno è causa sufficiente e necessaria per cacciarla via?
Voglio dire: cacciare una perché si spoglia (più o meno, in realtà molto meno che più) dal più grande lupanare a cielo aperto che esista nel Belpaese, cioè quella TV commerciale e spazzatura che di culi e tette in bella mostra ha fatto la sua bandiera (e la sua fortuna, non dimentichiamocelo)?

E dove sarebbe lo scandalo? Non certo nelle fotografie che impazzano sul web e sui vari giornalacci scandalistici, visto che la (finta) bionda di Striscia ha in quelle foto a mio avviso lo stesso sex appeal che mi genera la visione di un paracarro... ah, ma leggo che c'è di più e di peggio per la cupa decisione che si starebbe prendendo sulle sorti della ragazza: avrebbe (orrore!) indossato una pelliccia in uno dei suoi set fotografici e (ah! Quale ignominia!) avrebbe maltrattato il suo cane fino ad ordinarne la soppressione!?

E 'sticazzi non ce lo mette nessuno?!

Voglio dire: a parte che tutte queste... notizie non sono altro che illazioni non suffragate da alcuna prova ma poi, se anche fosse, sarebbero questi i motivi che destano scandalo?

Macchissenefrega!?

Io, di sicuro no.
Certo, una che si prende un cane per poi trattarlo di schifo – se è vero – merita tutto il mio (e altrui) disprezzo ma sulla storia che lo avrebbe fatto sopprimere poi... ma davvero la gente crede che sia così facile far abbattere una bestia in salute ovvero nel pieno delle forze senza motivo?
Nessun veterinario sopprime un animale se non ce n'è motivo, per quante possano essere le insistenze del padrone a meno che non sia malato ovvero pericoloso e non gli venga in questo caso ordinato dall'autorità.
E a me non risulta che la neo-velina abbia questi poteri di imposizione legale.

In quanto alle supposte foto senza veli che impazzerebbero per il web, ma stiamo davvero scherzando? Ma le avete viste?

In questo post ne ho inserite alcune: tutte quelle che ho trovato sono sullo stesso tenore e anzi, ho selezionato proprio le più... osé (mi viene da ridere solo a menzionare la parola); ditemi adesso voi dov'è la parte scandalosa in questi scatti.

Avrei capito l'indignazione dei prodi redattori di Striscia se la nostra avesse approfittato della subitanea fama dovuta alla sua... elezione per fare un servizio fotografico hard per qualche rivista patinata che va per la maggiore oggi nelle edicole ovvero se avesse avuto dei trascorsi occulti come divetta dei porno fatti in casa... ma tutta questa storia secondo me sa tanto di sottile vendetta da parte del patron di qualche altra sciacquetta in odor di velina scartata alla... selezione pubblica di quest'anno (diomio, mi viene da vomitare solo a pensarci).

Adesso chiedetemi ancora perché sono dieci anni che non vedo più Striscia.

sabato 6 ottobre 2012

Qui siamo al paradosso...


Per la serie: al peggio non c'è mai fine, una notiziola porcella fresca fresca tirata giù dal web della quale (ovviamente) non v'è traccia alcuna sui media ufficiali quelli che dovrebbero (condizionale come non mai obbligatorio) fare informazione e rendere edotta l'opinione pubblica di quanto accade ogni giorno sotto i nostri nasi (per così dire) senza che nessuno (o quasi) se ne accorga.

I fatti risalgono in realtà al 2010 ma si sa che grazie alle solite, ataviche lentezze dell'italica burocrazia le cose possono andare decisamente per le lunghe, sicché ne abbiamo avuto notizia solo in questi giorni.

Ordunque, un paio di anni or sono, una casaling(u)a decisamente iperattiva ha deciso di... dare una svolta al rapporto – extraconiugale e clandestino, immagino ma evidentemente non più così eccitante – che intratteneva con un 23enne spezzino, inserendo in un ménage à trois una ragazzina di 16 anni; peccato che la sedicenne non avesse alcuna intenzione di partecipare ma è stata... persuasa ad accettare... a suon di legnate, erogate con abbondanza e dalla 41enne e dal suo compagniuccio di giochi il tutto en plein air – la cosa si è svolta a quanto pare di giorno all'aperto sul terrazzo condominiale – il che configura a mio modesto parere le aggravanti degli atti osceni in luogo pubblico e degli atti di libidine violenta, per non parlare del sequestro di persona.
Al momento dell'arresto e del successivo processo, il 23enne, povero succubo innocente, ha dichiarato di essere stato costretto dalla donna a picchiare la ragazza prima e ad abusarne poi.

Si, come no... MA CHI CAZZO CI CREDE ad una stronzata del genere!?

Come può credere, chiunque abbia anche solo due neuroni funzionanti in testa, che un giovane uomo, in perfetta salute e perfettamente capace d'intendere e di volere, possa essere stato costretto ad un comportamento delinquenziale da una donna per giunta più vecchia di lui?

E come ce lo avrebbe costretto? Col ricatto (fai così o lo dico alla mamma)? O con la violenza (scopatela qui e subito o ti spezzo le braccine e te ce pijio a schiaffi quanno c'ho tempo)?
Ma chi è questa?
Una virago culturista e specializzata in lotta libera?


Una vamp irresistibile capace di sottomettere la volontà altrui?

Di certo non è il tipo della dolce mammina in grado di piegare ai suoi voleri il fanciullo riottoso... vogliamo dire, piuttosto che il giovane coglione ci stava ovvero che è uno stronzetto senza palle schiavo della ghiandola mammaria?

I giudici, sfortunatamente per lui, hanno optato per la soluzione della complicità conscia e volente tra i due e infatti hanno condannato entrambi, rispettivamente a 5 mesi di gabbio lei e 4 lui – pena sospesa con la condizionale per il giovane cialtrone evidentemente incensurato.

Tutto bene quel che finisce bene?

No, decisamente NO!
Perché di fronte ai reati di sequestro di persone, minacce, percosse, violenza privata e violenza sessuale, una pena del genere è a dir poco ridicola e mi piacerebbe conoscere i nomi degli esimi magistrati che hanno pronunciato la condanna e soprattutto le motivazioni con le quali l'hanno giustificata.

Perché una sentenza di condanna a soli cinque mesi di prigione per una sfilza di reati da riempirci un prontuario di diritto penale è come dire che sequestrare, piegare con la violenza e incularsi una minorenne non consenziente, purché abbia l'età del consenso, è un comportamento non censurabile; se proprio siamo alle brutte, è una bravata sfuggita al controllo dei partecipanti.

'Sti cazzi, diceva una volta uno... fai che una cosa del genere succeda a chi dico io, figlie, parenti o conoscenti di questi benemeriti custodi togati della legge e della giustizia; vogliamo scommettere che ai... buontemponi di turno gli fanno avere l'ergastolo senza se, senza ma e soprattutto senza appello?


giovedì 4 ottobre 2012

Resto a dir poco basito...

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martedì 2 ottobre 2012

Giustizia è stata fatta (?)

Non sono propenso, in genere, ad occuparmi di cronaca seria, a meno che la situazione non lo richieda esplicitamente, come quando reputo un fatto o una notizia talmente grave da farmi rigirare il flusso ematico e rivoltare lo stomaco (e anche qualcos'altro...) anche perché, per pregressa esperienza, so per certo che in questo paese di partigiani (no, non intendo quelli che hanno fatto la Resistenza in montagna ma quelli che si battono fino allo stremo delle forze per mantenere il privilegio di continuare a mangiare alla greppia del potentato di turno) esprimere una voce fuori dal coro a maggior ragione se tocca i benefit altrui, serve solo ad attirarsi addosso gli strali di legioni di scherani pronti a compiacere il signorotto di turno.

Ci sono notizie però che devono esser poste sotto i riflettori, perché tutti – volenti o nolenti – non possano più far finta di niente.

La notizia della pubblicazione delle motivazioni per la pesante sentenza della Suprema Corte per i fatti avvenuti dopo il G8 di Genova nel 2001 è una di quelle occasioni che non posso non condividere.

Finalmente, a chiare lettere e senza tanti giri di parole, una corte di giustizia ha detto quello che legioni di persone, in tutta Europa (per non dire in tutto il mondo) hanno affermato e/o pensato rispetto a questo accidenti di Paese: che in Italia, per compiacere i potenti, che avevano richiesto in quei giorni azioni esemplari contro questa massa di zecche schifose (come ebbe a dire platealmente davanti a testimoni quella merda del nostro – fortunatamente ex – ministro dell'Interno, Claudio Scagliola) si è letteralmente mandata al macero ogni parvenza di civiltà e democrazia

Al pari di tanti scherani medioevali, gli eroici tutori del (dis)ordine pubblico si sono esibiti in atti di barbarie gratuita degni dei peggiori exploit delle dittature militari sudamericane, trasformando la scuola Diaz in una succursale dello stadio di Santiago del Cile e la caserma di Bolzaneto nella versione XXI secolo della ESMA di Buenos Aires, con gente radunata brutalmente a bastonate, calci e pugni, insultata, massacrata e torturata da tutte le armi della forza pubblica, nessuna esclusa, quella stessa gente che noi paghiamo con i sudati quattrini che ci vengono prelevati forzatamente dalle nostre buste paga perché ci tutelino e siano custodi del dettato costituzionale che dovrebbe (condizionale obbligatorio a questo punto) essere alla base dell'ordinamento democratico e repubblicano italiano.

Con l'aggravante, lasciatemi dire, che i fatti – proprio come avvenne in Argentina negli anni 70 – si sono svolti di nascosto, di notte, in modo che non potessero esserci testimoni e soprattutto al chiuso di un luogo altrimenti inaccessibile al pubblico come una caserma di polizia.
Una vigliaccata della peggior specie in quanto rivolta contro chi non solo non aveva modo di difendersi – né ha tentato di farlo – invece che contro i reali responsabili dei disordini avvenuti in città... da bravi vigliacchi infatti gli sbirri si scagliarono contro i dormitori degli esponenti dei vari social forum anziché scovare e colpire i famigerati Black Blocks ma si sa che quelli lì erano armati fino ai denti e ben pronti (oltreché ben disposti) a fare a botte con le forze dell'ordine... non sia mai: quando c'è il serio rischio di prenderle, i sicari in uniforme di ogni parte del mondo fanno subito a gara... a trovarsi altrove, come dimostrato ampiamente anche dai recenti fatti di Spagna, Grecia e USA, dove – specie nella cosiddetta (da chi? Boh!?) Terra dei Liberi si assiste quotidianamente alle eroiche imprese della polizia contro manifestanti pacifici e soprattutto disarmati... più la gente alza le mani nude al cielo più queste merde picchiano come fabbri.
Salvo poi andarsi a nascondere e chiedere l'intervento della SWAT quando un singolo psicopatico (ma armato!) comincia a sparare in mezzo alla gente inerme; dove sono i tanti macho in divisa (maschi e femmine, perché l'atteggiamento è assolutamente bipartisan) che spadroneggiano per le strade degli Stati (dis)Uniti d'America quando accadono queste cose?

Ah, saperlo...

Tornando a noi, i giudici, con sentenza assolutamente inequivocabile e con buona pace, aggiungo io, di tutti i reazionari veterofascisti, veterostalinisti e benpensanti che pure plaudirono (e secondo me alle spalle plaudono ancora) alla dura lezione impartita a quella massa di sovversivi e fannulloni che manifestava nelle piazze del capoluogo ligure, hanno stabilito che il primo danno derivante da questa bella bravata delle forze dell'ordine, fuori tempo massimo e fuori d'ogni contesto ed ambito legale ed istituzionale, è stato quello prodotto all'immagine della nazione ITALIA, ancor più grave perché intrapresa solo per compiacere la sete di vendetta del governo Berlusconi per la sesquipedale figura di merda fatta sulla scena internazionale da parte di solerti burocrati che rinnegando il giuramento fatto sulla Costituzione si erano messi platealmente al servizio dei governanti di turno, nonché – com'è stato ribadito nella sentenza – per riscattare dinanzi al mondo la colossale dimostrazione di inettitudine della polizia (e dei carabinieri, non ce li scordiamo, che il casino più grosso è avvenuto proprio per l'inettitudine dei comandi nel gestire una situazione a dir poco esplosiva che si risolse così con la brutale aggressione nei confronti di Placanica e compagni abbandonati alla mercé dei rivoltosi – perché tali questi erano – dai commilitoni indecorosamente datisi alla fuga e culminata con l'uccisione di Carlo Giuliani) italiana nel gestire la situazione venutasi a creare a Genova.

Uno sfogo di brutalità gratuita ed ingiustificata vieppiù aggravato dalle menzogne, dai depistaggi (per altro portati avanti in modi così platealmente idioti da essere destituiti perciò di qualunque parvenza di credibilità) e dalle mistificazioni degli atti ufficiali tanto da farci apparire agli occhi del mondo come una classica dittatura da repubblica delle banane e non come la settima potenza economica del pianeta (anche se trovo questa rutilante affermazione decisamente opinabile di questi tempi) e stato membro fondatore della Unione Europea.

Ma quello che mi fa più schifo in tutta questa vicenda è che i responsabili materiali di questo massacro se la sono cavata senza pagare alcuno scotto in quanto in questo civilissimo paese non esiste (chissà perché?...) il reato di Tortura – che come tale sarebbe imprescrittibile al pari dell'omicidio – e quindi – vista la lentezza dell'elefantiaco apparato della italica (in)giustizia – tutti i reati ascritti sono caduti in prescrizione, con buona pace delle decine di persone che di quella notte di tregenda portano ancora impressi nel corpo e nella mente i segni delle percosse, degli insulti e dei maltrattamenti.

Unica soddisfazione, per una volta tanto chi l'ha pagata cara sono stati i capi di questi bruti ebeti, riconosciuti responsabili in prima persona per quanto i loro sottoposti hanno prodotto, obbedendo ciecamente e senza discutere i loro ordini, che sono stati condannati in via definitiva ed allontanati senza appello dalle loro posizioni di comando, tanto duramente guadagnate in anni di onorata (e servile, se tanto mi da tanto) carriera.

Una carriera gettata bellamente alle ortiche per aver voluto dimostrare al mondo che loro erano gente con le palle!
Che se le grattino adesso vita natural durante e soprattutto lontano dai pubblici uffici!

Si, avete inteso bene, ho scritto proprio BRUTI EBETI perché gente così non la posso considerare altrimenti; non sono persone raziocinanti come me e voi, per il semplice fatto che una persona normale prima di caricare a testa bassa come un toro perché glielo hanno ordinato ci pensa su non una ma dieci volte.
Soprattutto di fronte ad ordini platealmente illegali si ferma e non li esegue... a meno che non sia d'accordo in toto con quello che gli viene ordinato e allora non è più una bestia idiota con manganello e divisa ma un delinquente legalizzato e soprattutto complice in prima persona di quello che altri hanno organizzato...

Peccato che nel novero dei censurati e dei condannati manchino all'appello proprio i pesci più grossi, quel De Gennaro, allora comandante in capo della polizia, che nulla fece per impedire la cosa – anzi, ci mise su il carico a bastoni quando regna coppe chiedendo ai suoi solerti sottoposti di riscattare l'orgoglio ferito della polizia con una carrettata di arresti – e l'attuale capo della italica polizia, che di questa pasta d'uomo era il vice e comandante sul campo e quindi non poteva non essere al corrente di quanto i suoi gregari stavano organizzando.

Una vittoria tronca quindi, come fin troppo spesso accade nelle italiche vicende.