Orbene, il mio piatto più che freddo è
diventato gelato ma, in tutta sincerità, ne è valsa la pena
di attendere sulla riva del fiume che passasse il cadavere dei miei
nemici.
Certo, avrei preferito che non ci
rimettessero la ghirba anche quei quattro scannagatti che in effetti non mi
hanno fatto nulla, anzi, a ben vedere, che non hanno
fatto nulla quando mi
hanno trombato per viltà o noncuranza ma tant'è... ogni guerra
vuole le sue vittime, quindi posso annoverarli prosaicamente nei
danni collaterali
e tra le perdite
accettabili
pur di vedere il grosso di questa massa maleodorante di materia
organica anfibia stirare finalmente gli zoccoli... lavorativamente
parlando!
Sto
parlando dell'azienda alla quale ho dedicato sei
anni della
mia vita, rimettendoci anche la salute, fisica e psichica, fino a che
non decisi – consigliato
(o meglio spinto) dal
mio stesso sindacato
(e così ecco spiegato anche il mio astio verso questo branco di
parassiti
del mondo del lavoro, che tutela e difende a spada tratta sempre e solo fancazzisti e profittatori ma mai
quei lavoratori... scomodi, quelli
che salgono sul culo del padronato perché sgobbano e quindi –
giustamente – possono anche pretendere di non essere trattati come schiavi) di accettare la mobilità prima di
arrivare (e ci sono andato davvero
vicino)
al licenziamento coatto, magari per aver
attaccato al muro come altrettanti poster gli stronzi che mi hanno
sottoposto ad un mobbing
costante
per quasi due anni,
con trasferimenti fuori sede, incarichi sempre più degradanti ovvero
piani e complotti per mettermi nelle condizioni di farmi
fuori da solo.
Invece
no! Ho tenuto duro fino a che mi è stato possibile, strappando poi
all'azienda un congruo
assegno
per il disturbo in cambio della promessa di non intentare azioni
legali per le sue innumerevoli porcate nei miei confronti; ero ormai arrivato alla saturazione ed ogni mattina solo alzarsi dal letto e mettersi in condizioni di sciropparsi decine di chilometri e ore in mezzo al traffico per trascorrere l'ennesima giornata in quel covo di vipere mi dava (letteralmente, a volte) il voltastomaco.
Tornando
a bomba, è notizia di questi giorni – avuta surrettiziamente da
uno dei miei ex
colleghi
con cui ho ancora (sempre più sporadici) rapporti – che la società, nonostante tutte le
sue macchinazioni, i ricatti e i diktat operati su quel branco di pecore servili dei
miei colleghi, troppo vili per alzare la testa e che facevano
affidamento sul sottoscritto
per
le loro istanze col padrone (ragione prima e ultima per l'astio e il
mobbing nei miei confronti) salvo poi voltarmi bellamente le spalle
nel momento del bisogno, ha perso
anche l'ultima
commessa,
quella – tra l'altro – di cui si occupava ai bei tempi proprio il sottoscritto
e che aveva fatto si che si aggiungessero nel tempo altri lavori per sé e per i suoi due-tre compagniucci di schiavitù.
Questo
vuol dire che de
facto
la società è finalmente schiattata
senza possibilità di rimettersi in piedi (a meno di un improvviso
miracolo); a fine anno, con la scadenza naturale del contratto, non
avranno più fonti di introito, sicché l'azienda si aggiungerà alla
(purtroppo lunga) lista di società di servizi che hanno creato
questo stato di cose in Itajia... si, perché sono proprio loro
la causa prima dello stravolgimento del mercato
del lavoro
nel Belpaese, perché quando non fai altro che inciuciare e
intrallazzare con i cosiddetti potentati
(pseudo) economici
come banche, finanziarie e grandi aziende al solo scopo di strappare
surrettiziamente commesse al
minimo rialzo
per far fuori la concorrenza, va da sé che – dal momento che
questi squali di merda badano solo al loro
profitto
– se vuoi continuare a lavorare con questi sciacalli, sarai
costretto
a leccargli il culo anche
quando
constati che stai
lavorando in perdita...
Molte
di queste cosiddette aziende infatti ottengono le commesse durante le
gare d'appalto applicando prezzi da fame, con la speranza che, grazie
alle... conoscenze che molti dei commerciali di queste aziende hanno
(magari per aver lavorato precedentemente proprio
in questi stessi enti)
riescano poi a spuntare qualcosa di più per... sopraggiunte
difficoltà in corso d'opera, dopo
che l'appalto gli è stato assegnato.
Una
volta, questo genere di manovrine funzionava... oggi non più, specie
quando lavori con gli strozzini
legalizzati
tanto cari al sor Monti e al governo Alfetta.
Purtroppo
(per loro e fortunatamente per me) questi signori non
hanno
capito che la musica è cambiata eppure di batoste simili ne avevano
già prese parecchie anche
quando
ero ancora in azienda, come quando persero le commesse delle Poste
ovvero le dichiarazioni dei redditi di un paio di importanti istituti
di credito nazio(a)anali... nonostante tutto questo, hanno
bestemmiato, hanno pianto in turcomanno contro il destino infame e
avverso e soprattutto hanno usato i lavoratori
come
ammortizzatore
sociale dell'azienda
ma col cazzo che hanno cambiato musica e compreso che i bei tempi del
“so' il padrone e faccio come cazzo me pare, tanto c'ho il culo al
callo” erano trascorsi da quel di'...
Ma
tant'è... come dicevo prima, mi spiace (ma nemmeno tanto, diciamo la
verità, va') per i miei ex colleghi ma sto godendo
come un maiale
perché finalmente giustizia
è
stata fatta
e anche questi peracottari, faccendieri e bastardi si sono eliminati
motu proprio
dal pool genetico delle aziende italiche.
Si,
perché c'è un ultimo aspetto che non vi avevo ancora detto: sin dai
tempi in cui la società – costituita da pochi mesi quando io
entrai in azienda – andava a gonfie vele e contava quasi 200
dipendenti,
si verificava costantemente un preoccupante fenomeno che i cultori
del privato che
è meglio del
pubblico
affermano (falsamente) non esistere da che un certo palazzinaro
cavaliere in
quel di Arcore è salito sugli scranni della politica nazio(a)nale:
quello del clientelismo e del nepotismo.
Di fatto c'era una fetta
sostanziale di
dipendenti che erano stati assunti non
per le loro capacità
lavorative ma solo perché erano amici,
parenti o conoscenti di...
e che quindi, oltre che privilegiati, si sentivano pure in dovere
di
non fare un cazzo
dalla mattina alla sera, anzi, di cagionare danni
devastanti
ogni qualvolta qualcuno si decideva a lisciargli il pelo per fargli
fare almeno
il minimo
sindacale
per guadagnarsi (si fa per dire) lo stipendio.
Risultato:
dal momento che anche
la
nostra azienda non poteva campare sul nulla ma qualcosa doveva
introitare,
indovinate nel culo di quale ortolano andava sempre per finire il
cetriolo?
Ovviamente,
in quello di quei poveri stronzi (uno a caso...) che già facevano il
culo tutti i
giorni per 10/12
ore al
giorno!
In proporzione, prendevo più di straordinari che di
stipendio, senza contare lo stress dovuto alle transumanze quotidiane
che mi dovevo sciroppare per andare e tornare, visto che ero parte di
quel 10% dei
dipendenti che non
viveva (caso strano) nelle immediate
vicinanze dell'azienda
ma dall'altra parte della città!
Ma
il colmo avvenne poco tempo dopo la
grande purga aziendale
(quella di cui rimasi vittima anch'io) quando, avendo fatto fuori
anche
quei pochi che lavoravano, i parassiti
alla poco piacevole prospettiva di dover
finalmente
lavorare,
visto che, grazie ai loro exploit (o meglio, alla perenne mancanza di
exploit) la ditta aveva perso l'ennesima, lucrosa commessa, si
diedero tutti alla
macchia; da bravi ratti quali erano, abbandonarono in massa la nave
prima che affondasse... l'avessero fatto prima,
probabilmente l'azienda sarebbe addivenuta a più miti consigli,
prima di far fuori gli elementi validi
per tenersi in casa privilegiati e fancazzisti ma tant'è...
Come
dicevo, è stata dura ma alla fine ne è valsa la pena... mi sento
sollevato, nonostante le porcate che mi hanno fatto mi abbiano
ridotto nelle mie attuali condizioni di lavoratore eternamente
precario.
Adesso
tocca agli altri... godere
dell'idilliaca situazione dell'inoccupato
forzato di
lungo corso, anzi, vista la situazione attualmente esistente e
perdurante nel Belpaese, di lunghissimo
corso.
La
ruota gira...