Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

venerdì 31 agosto 2012

Come soddisfare i propri irrefrenabili appetiti sessuali...

... ed incorrere negli strali della legge.

Oggi vorrei parlare un po' di cronaca, non di quella nera né tanto meno di cronaca politica – anche perché in questo ultimo periodo c'è solo da farsi venire la nausea a sentire le immani stronzate che da (pseudo) destra e (pseudo) sinistra rimbalzano su TV e giornali – ma di sana cronaca locale in salsa pecoreccia.

La notizia credo abbia già fatto il giro del mondo, ma ha attirato decisamente la mia attenzione in quanto mi riguarda molto da vicino in qualità di residente proprio del quartiere sito a ridosso di Villa Pamphili ed ho perciò deciso di dire la mia sull'argomento che tanta inutile, sterile e becera polemica ha scatenato nelle ultime 48 ore a riguardo dell'ormai annoso problema della sicurezza dell'Urbe e del (mal)governo della Città Eterna.

D'accordo, io sono il primo a pensare che il nostro stimatissimo (da chi? Boh!?) primo cittadino sia – per dirla con un eufemismo – un imbelle parolaio capace solo di parlare a sproposito ed emettere decreti ed ordinanze che – a parte violare platealmente le libertà costituzionali dei cittadini romani – sono più inutili delle palle del papa, in quanto regolarmente inapplicate, però da qui a mettere in ballo la solita, trita, questione della sicurezza sinceramente ce ne vuole... anche perché nessuno è stato finora in grado di spiegarmi in maniera sensata, logica e convincente cosa accidenti c'entri la sicurezza dei cittadini con una scopata in camporella ancorché – indubbiamente – improvvida ed inopportuna.

Mi riferisco alla coppia che ha pensato bene di... dare sfogo ai bollenti spiriti in pieno giorno all'interno di uno dei maggiori parchi pubblici della Capitale (la succitata Villa Doria Pamphili per l'appunto) letteralmente en plein air a due passi dal frequentatissimo laghetto della villa, quello un tempo famoso per le nutrie (ormai scomparse) e le paperelle ed ora ricetto di carpe fameliche e (ex) tartarughe d'acqua feroci come facoceri.

Se le foto pubblicate a corredo dell'articolo sul Messaggero sono veritiere, questi due emeriti cretini si sono messi bellamente a fottere in piena vista in uno dei punti più visibili (e frequentati) in assoluto di quel settore del parco.

Che poi dico io, chiunque viva a Roma e conosca Villa Pamphili, sa che si tratta di una tenuta immensa (un tempo latifondo ad esclusivo vantaggio della omonima famiglia nobiliare romana) all'interno della quale esistono ettari interi di bosco – fitto come una giungla – dove non si avventura praticamente nessuno e dove ci si può infrattare con relativa impunità senza colpo ferire e soprattutto senza offendere il cosiddetto pudore pubblico.

A meno di essere cerebrolesi ovvero degli esibizionisti senza alcuna vergogna, mi dite che accidenti di bisogno c'era di mettersi in un punto che per sua stessa natura attira lo sguardo in quanto punto di riferimento per chi sale dal lago verso il bacino della fontana che lo alimenta?

I due focosi amanti si sono giustificati con le forze del (dis)ordine affermando di essere stati presi da insana, irrefrenabile passione dopo che lei, lui o tutti e due insieme – ancora non s'è capito – hanno cominciato a spogliarsi a causa del gran caldo.

Si, come no... ammesso e non concesso che facesse tutto 'sto caldo, nessuno ti autorizza comunque a spogliarti in pubblico, anche perché la carne è notoriamente debole e se la tua lei comincia a togliersi questo, slacciare quest'altro e sfilarsi quello me pare normale che stia lanciando segnali inequivocabili tesi alla... propagazione della specie, ecco.
E comunque, lo ribadisco, pur non avendo nulla (ci mancherebbe altro) contro l'appagamento dei sensi anche all'aperto, come ho già ribadito in altra sede, sono decisamente contrario allo sfoggio di smanie e smancerie in pubblico.
Tanto per dirvene una, avete presente la sterile polemica di farisei ipocriti, clericali ed omofobi per la storia delle coppie omo che si baciano in pubblico?
Bene, a me sinceramente non me ne può fregare di meno che due – maschi, femmine, etero, omo – diano libero sfogo al labiale, se sono liberi, adulti, vaccinati e consenzienti la cosa non mi fa né caldo né freddo... unica condicio sine qua non è che non diano libero sfogo alla loro libidine sulla pubblica via.
Mi da un fastidio viscerale, specie quando la coppia ostenta visibilmente le proprie effusioni.
Vi è mai passato per la mente, emerite teste di minchia, che uno potrebbe anche avere qualche problemuccio irrisolto nella propria sfera affettiva e che il fatto di vedervi paccare impunemente potrebbe essere inteso come la più classica delle provocazioni?
Dopotutto, quando stai storto o la tua vita sessuale è... come dire... insoddisfacente (per non dire che sta andando tranquillamente a donnine di facili costumi) sei molto più propenso a pensare che – anche se questi non li hai mai visti né sentiti prima – lo stiano quasi facendo apposta per dirti che loro possono e tu no.
Il che potrebbe anche finire per smuovergli qualcosa... e non parlo dell'intestino ma di una sana incazzatura.

Mi è capitato pochi giorni fa, con una coppia che – al pari dei due amanti di Villa Pamphili – pur trovandosi in un ufficio pubblico e davanti ad un pubblico ufficiale non riuscivano a tenere a freno le mani... e le lingue...

Eccheccazzo!

Per certe cose ci sono luoghi preposti (ancorché appartati), perché devi fare sfoggio della tua... prorompente sessualità proprio davanti a me che sto lavorando e che magari di voglia ne ho anche più della tua ma che per decenza, opportunità ovvero per attuale (e speriamo momentanea) indisponibilità sono costretto a trattenermi?

Cosa siete, una coppia di cinghiali in calore che non potete stare cinque minuti cinque senza slinguazzare senza ritegno davanti a tutti?

Sono cose che appartengono prettamente alla sfera privata e che come tali dovrebbero essere affrontate.

Tornando a bomba, OK, ammetto che è eccitante peccare con la propria metà all'aria aperta, con quell'eccitazione che deriva dal timore che qualcuno potrebbe anche vederti , io stesso mi sono dedicato in passato a questo genere di... attività campestri ma – porco cane! - il minimo che si possa fare in queste occasioni è andarsi ad infrattare lontano da sguardi indiscreti... se poi capita che qualcuno ti veda, delle due l'una: o è un guardone e sta lì apposta oppure è uno che cerca un po' di privacy per lo stesso tuo scopo e che quindi si farà bellamente i cazzi suoi senza proferire parola.

Per finire, voci non confermate del quartiere mi dicono che alla (a questo punto legittima) richiesta di spiegazioni da parte delle forze dell'ordine, il Romeo della situazione abbia detto qualcosa riguardo al fatto che non capiva tutta 'sta cagnara: dopotutto stavano solo scopando mica stavano a ruba'... e certo come no, ce mancherebbe pure... ancora non l'hai capito, Casanova de'noantri che non è il fatto in sé che costituisce reato ma il luogo dove avete dato libero sfogo alla vostra passione?
 
Una risposta del genere vale a dire - con un delicato francesismo per il quale una mia (ex) capo-servizio era universalmente nota - che in culo te c'entra ma in testa no se ancora ti ostini a ritenerlo una cosa normale anche davanti all'evidenza dei fatti.

Ma tant'è, la madre dei coglioni è sempre incinta e a quanto pare il tasso di natalità degli imbecilli è decisamente a saldo positivo.

sabato 25 agosto 2012

giovedì 23 agosto 2012

Non vorrei calcare il palo...



...così come mi piacerebbe moltissimo parlare d'altro ma non posso esimermi dal rilevare l'ennesima secchiata di merda che quella mezza cartuccia che siede al Campidoglio ha gettato sulla città di Roma e sulla sua cittadinanza tutta, dopo l'ennesimo caso eclatante – ma solo perché assurto agli onori (si fa per dire) della cronaca – di violenza sessuale avvenuta en plein air, sulla pubblica via o meglio nei pubblici parchi che – al pari del famigerato Central Park di New York negli anni '70 e '80 – stanno divenendo sempre meno punti di ritrovo e salute pubblica e sempre più teatro di reati di varia natura, spesso violenti e il più delle volte rivolti contro il nostro oggetto del desiderio preferito, le donne.

Questo perché mentre il caso della quarantottenne marocchinata in stile la ciociara da un magrebino (tra l'altro già pregiudicato e che vorrei qualcuno mi spiegasse, in modo logico ed obbiettivo perché accidenti si trovi ancora nel nostro Paese, ancorché nelle patrie galere) è divenuto ormai di dominio pubblico, sono in pochi a sapere che in quello stesso giorno ci sono stati almeno altri due casi di aggressione sessuale in altrettante zone della Capitale molto lontane e diverse tra loro, ad indicare la preoccupante ubiquità del fenomeno, fortunatamente (pare) con esiti assai meno gravi, in quanto le vittime sono riuscite a sottrarsi al peggio.

Il che, sempre alla faccia della tanto decantata (ma mai realmente applicata) politica della sicurezza del nostro beneamato sindaco Gianni “eja eja” Alemanno porta ancora una volta la mia città in testa – con la sola eccezione notevole di Milano – alla tutt'altro che edificante classifica di città con il più alto numero di aggressioni a sfondo sessuale denunciate.

Si, denunciate, perché procura e polizia stimano che per ogni aggressione di cui si viene a conoscenza ce ne siano almeno altre due di cui, per paura, vergogna o chissà cos'altro, non se ne sa nulla.

Un bel primato, lasciatemelo dire, che attesta ancora una volta l'incapacità delle due amministrazioni (quella romana e quella milanese) nell'affrontare il problema della pubblica sicurezza nelle vie cittadine.

L'attività preferita dalle Forze dell'Ordine nella Capitale: andare (letteralmente) a puttane...
Infatti c'è solo un punto che accomuna (disastri e reati a parte) le due maggiori città del Paese: la politica persecutoria, applicata con ampio spiegamento di mezzi, non per combattere la delinquenza comune, quella di piccolo cabotaggio che più è sentita dall'opinione pubblica, bensì per dare la caccia alle puttane in nome di non si sa bene quale dovere moralizzatore nei confronti di una cittadinanza che in tutta sincerità, con la solita eccezione notevole dei soliti farisei e baciapile (quelli che prima vanno a mignotte, meglio ancora se sono escort appena maggiorenni di quella da 500-1000 euro a botta e poi chiamano i carabinieri perché c'è una ragazza che gli... passeggia sotto casa) se ne frega altamente ovvero non considera affatto questa come un'emergenza prioritaria da risolvere costi quel che costi.

Perché, cari i miei bacchettoni, non tutti sono industriali, politici o amici de Berlusconi e quindi non tutti si possono permettere di andare con veline, escort e entraineuse varie.

Questa gente però, caso strano, non la tocca nessuno.

Certo è meglio andare a scassare il cazzo (così nel contempo si approfitta anche per fare cassa per le esauste finanze del comune) ai morti di fame che frequentano le prostitute di strada.

...e intanto le vittime aumentano...
E questo non lo dico io ma – udite udite – Luigi de Magistris l'attuale, stimatissimo, sindaco di Napoli che – alla faccia dell'imperante perbenismo becero-cattolico di cui soffre questo accidenti di Paese a causa dell'ubiquitaria, ingombrante presenza del Vaticano e dei suoi scherani – pardon – dei suoi santi uomini (santissimi, a parte qualche peccatuccio come ingropparsi i ragazzini, andare a puttane – rigorosamente in borghese, non sia mai che qualcuno li riconosca – e farsi una famiglia, letteralmente, con tanto di mogli, figli e perché no, amanti, alla faccia del voto di castità e celibato) – ha pubblicamente annunciato (rigorosamente nel silenzio generale dei maggiori organi di stampa e/o radiotelevisivi) che intende combattere il fenomeno in costante crescita, della prostituzione a Napoli mediante l'introduzione di un quartiere a luci rosse in città, al pari di quanto accade nella stragrande maggioranza delle grandi città di tutto il mondo occidentale, dove non hanno a che fare tutti i giorni con baciapile e preti.

Questo perché, sue testuali parole, la prostituzione non si può combattere col manganello... è una politica fallimentare in partenza e che porta come unica conseguenza alla clandestinità delle ragazze e il conseguente, facile, sfruttamento delle stesse da parte di manigoldi senza scrupoli e della criminalità organizzata.

Alla faccia del cazzo... ci voleva un ex-magistrato per dire a chiare lettere una verità tanto banale quanto scomoda per gli ipocriti perbenisti di ogni latitudine.

Tanto per restare in tema, lo sapevate che in Germania – paese che qui da noi viene sempre indicato come esempio da seguire – la prostituzione è severamente regolata e sanzionata dallo Stato e che esercitare in strada ovvero in privato è un reato federale?

Una cosa del genere IN ITAJIA!? Ma che siamo matti? Il Vaticano poi, chissà che dice...
Se vuoi fare la puttana, non c'è problema basta che lo dichiari alle autorità competenti ergo che eserciti in uno dei tanti distretti a luci rosse presenti in quasi ogni grande città... non solo, ma mentre nel Belpaese – dove vi ricordo che esercitare la prostituzione è legale purché non in ambienti in cui risiedano o si intrattengano più persone alla volta in quanto (dopo la famigerata legge Merlin) è illegale prostituirsi in più di due persone in stabilimenti o edifici che altrimenti possono essere qualificati come bordelli – chiunque affitti, anche senza esserne consapevole, un appartamento o altro immobile ad una prostituta commette automaticamente il reato di favoreggiamento della prostituzione, in Germania chi fa coscientemente la stessa cosa e la denuncia alle autorità di polizia gode automaticamente di numerose agevolazioni fiscali in quanto compie un servizio di pubblica utilità: impedisce ad una (o più) ragazza di commettere un reato prostituendosi in strada e rende nota l'attività di meretricio alla forza pubblica che può così garantire la sicurezza e della prostituta e del cliente e soprattutto esercitare il dovuto prelievo fiscale dalla ragazza.

So che in questo momento parecchi di voi si staranno chiedendo cosa accidenti c'entri questo discorso con aggressioni e stupri.

C'entra, c'entra e come, perché la prima giustificazione che viene addotta come attenuante dai tanti (diciamocelo pure, troppi!) predatori sessuali occasionali, specie di importazione, nel Belpaese per i propri comportamenti delinquenziali soprattutto nelle due maggiori città d'Italia è il fatto di non essere stati in grado per troppo tempo di dare sfogo ai loro bassi istinti in modo lecito perché non ci sono puttane per soddisfare le loro richieste.

Si, lo so, è una cazzata grande come una casa ma a conti fatti, vista la situazione in città, dove come spunta una lucciola arrivano frotte di sbirri, di ogni arma e natura, per stroncare alla radice questa pericolosissima minaccia alla salute e alla morale pubblica, come si fa a dire tout court che non è vero e non è possibile che questa gente dica la verità?

Un uomo, per essere tale, deve (o dovrebbe) essere in grado di controllare i propri istinti sempre e comunque e il fatto di essere costretti a massacrarsi di zagane non può essere una giustificazione ad atti coercitivi o violenti nei confronti dell'altra metà del cielo, però – purtroppo, aggiungo io – non siamo tutti uguali e soprattutto in alcune culture (che a pensarci bene non sono poi così lontane dal modo di pensare di casa nostra di una cinquantina di anni fa, quando ancora esisteva il concetto aberrante delle nozze riparatrici quando un giovanotto un po' troppo focoso sfogava la sua insana passione violentando la poveretta di turno) gli uomini hanno vita assai più facile con le loro donne che qui da noi, cosa decisamente opinabile, secondo la nostra attuale mentalità, ma è così che stanno le cose, inutile nascondersi dietro un dito.

Che c'è Giannino? Ti stai preoccupando? Dovresti...
E da che mondo è mondo, la prostituzione è da sempre la valvola di sfogo per gli istinti repressi di legioni di uomini che – per i più svariati motivi – non hanno altra modalità di accesso alla compagnia femminile; negare questa opportunità – buona o cattiva che sia, comunque la si voglia guardare – è un aperto invito ad usare questa situazione come causa, giustificazione e/o attenuante per comportamenti che sono invece delinquenziali e censurabili tout court.

Come dico sempre: elimina il terreno per ogni ragionevole scusa da sotto i piedi dei cialtroni e quello che resterà non è che la pura verità, senza se e senza ma, e soprattutto senza appigli per legioni di legulei e azzeccagarbugli che troppo spesso appellandosi al ragionevole dubbio mandano liberi o fanno comminare pene irrisorie a tanti figli di puttana che dovrebbero invece marcire a buon diritto nelle patrie galere.

lunedì 20 agosto 2012

Evvai, siamo al secondo posto!



Una scena già vista, già sentita (purtroppo) specie in Prati...
Peccato che la brillante posizione sia stata raggiunta nella poco edificante classifica delle città italiane con il maggior numero di reati, subito dietro la capitale del nord, Milano.

Furti, scippi e soprattutto rapine, ai danni non degli strozzini e dei grassatori istituzionalizzati (leggi: banche) bensì dei tanti piccoli esercizi come tabaccherie, farmacie e negozi vari.

Non parliamo poi dei continui e ripetuti atti di violenza che tutte le sante notti infiammano le cosiddette vie della movida nella capitale, con i residenti esasperati per il bordello, aggravato e continuato nelle vie più “in” del centro storico e non solo; basta passare per ogni quartiere ad alta densità di locali come Ostiense, solo per fare un esempio, per assistere al regno della 'gnoranza più becera, con auto in sosta selvaggia in tripla fila, giorno e notte, un casino costante che non c'è verso di far tacere nemmeno facendo intervenire le forze del (dis)ordine... anzi, proprio l'intervento dei carabinieri, dei vigili urbani ovvero della polizia è ulteriore causa di martirio per i timpani dei residenti nel cuore della notte, dato che questi deficienti, per sedare risse ovvero impedire il disturbo della quiete pubblica, pensano bene di rendere edotta la popolazione della loro presenza arrivando a sirene spiegate, magari alle due o alle tre di mattina.

Senza andare troppo lontano, posso dire di essere stato testimone di più di un episodio del genere, pur abitando in una zona prettamente residenziale e priva di grandi attrattive notturne (diciamo pure morta, va...) quindi vi lascio immaginare cosa accidenti può succedere nelle zone più trendy della capitale, dove succede di tutto e di più, tutte le sante notti che ha fatto dio.
Carrozzella Romaaanaaa... sostituita dalla macchina della Municipale!
Solo ieri è arrivata la notizia dell'ennesima maxi-rissa in quel di Campo dei Fiori con oltre 30 figli di puttana d'importazione coinvolti all'uscita del solito locale, finita con il pestaggio a sangue di un ventenne italiano per mano di 5 Filippini (tanto perché non stavamo già scarsi a fetenti di casa nostra) che – almeno per una volta – sono finiti tutti a Regina Coeli.

E questo non è niente perché come se non bastassero i deficienti di casa nostra, sempre più spesso sono i... visitatori stranieri, specie dell'Est Europa o dell'altra parte dello Stagno Atlantico, a balzare agli onori della cronaca (nera) per le vere e proprie battaglie campali che scatenano per le vie cittadine, nelle quali – spesso e volentieri – ci vanno di mezzo perfino gli scherani... pardon... gli esponenti della Forza Pubblica, con feriti e contusi proprio tra le fila di coloro ai quali è o meglio sarebbe demandato l'ordine pubblico.

E ancora una volta, il nostro beneamato primo cittadino se n'è uscito con una delle sue perle, affermando contro ogni evidenza che la situazione non è poi così brutta come la si dipinge e che rispetto alle altre città i reati a Roma aumentano molto di meno.

Ah, si, certo... la famosa politica del Campidoglio sulla sicurezza; se valessero dictat e ordinanze per garantirla, Roma sarebbe la città più tranquilla e pacifica del pianeta, peccato che con le famigerate ordinanze di Alemanno ci si puliscono tutti tranquillamente il...

Si, bravo: me sa che è il caso che te preoccupi...
Un vero eroe, Alemanno, di quelli che non si arrendono mai... nemmeno di fronte all'evidenza dei fatti.
Mi verrebbe da dire che 'sta storia volge fortunatamente al termine e che tempo pochi mesi ci saremo liberati di questo inetto, salvo poi constatare amaramente qual'è la scelta che ci si pone come cittadini romani.

Alemanno oppure Zingaretti... come a dire la solita scelta tra uno stronzo e una merda, visto che pure l'attuale presidente della (inutile) Provincia di Roma ne ha di cosette di cui rendere conto, tra le quali la spesuccia di soli 230 milioni di euro per l'acquisto di una nuova sede per gli uffici della Provincia, come se i palazzi storici in cui attualmente si trovano non fossero sufficienti.

Mi piacerebbe che qualcuno, nell'imminente campagna elettorale, gli ponesse questa domanda un pochino scomoda, per sentire la risposta.
Per quanto mi riguarda e per quel poco che so, questo è un altro che si pone sulla scia di Walter “Panem et Circenses” Veltroni, quello che in nome del cinema e della musica (per pochi) ha massacrato la viabilità romana e reso la vita impossibile a tutti i cittadini.

Mala tempora currunt... e il peggio mi sa che deve ancora venire!

domenica 19 agosto 2012

Lo so IO DOVE ve lo infilerei il Mattarello!


Tanto per cambiare, oggi facciamo un po' di servizio pubblico sputtanan... *ahem!*... recensendo uno dei più noti locali della capitale, quel Mattarello che da alcuni mesi sfonda quotidianamente le gonadi dei cittadini di Roma e Provincia, attraverso l'etere e la carta stampata, proponendosi come il ristorante romanesco più romanesco che ci sia, per giunta alla portata di tutte le tasche e addirittura famoso per i suoi fritti tutti fatti a mano e di tipo espresso, quindi preparati al momento.

Ho avuto la sfiga nera (tanto de 'sti tempi, pare diventata un'abitudine..) di andare a cenare in uno dei due locali presenti in città, quello di Parioli (l'altro si trova alla Magliana) dove ho potuto assaporare le... prelibatezze di questo tanto rinomato (da chi? Boh!?) ristorante/pizzeria.

Due sole parole: MAI PIU'!

Dire che non è tutto oro quel che luce in questo caso sarebbe solo un pietoso eufemismo.
Passi per l'ambiente – romano-cum-cafone-radical-chic – che tanto piace ai fighetti della Roma bene, quelli che – per capirci – amano mescolarsi alla plebe per dimostrare che sono privi di pregiudizi, loro, e che al pari del mitologico Mida trasformano ogni cosa che toccano: peccato che la trasformino in merda dando la loro patente di locale trendy a bettole scandalose che così assurgono al rango di locale must da frequentare a posti che invece, a rigor di logica, dovrebbero semplicemente chiudere il giorno stesso.

Se pensate che stia semplicemente sputando veleno perché mi sono alzato con il culo girato, vi faccio innanzitutto notare che non mi sono alzato affatto perché ho passato tutta la fottuta nottata in piedi per cercare di digerire la merda immonda che mi hanno fatto ingurgitare, spacciandomela per pizza e fritti.

Cominciando dal principio, dopo la solita, triste odissea attraverso una mezza Roma imbambolata dove l'unica attrattiva sono – da due settimane a questa parte – i tanti, fantasiosi cartelli esposti con su scritto: Chiuso per Ferie, ci siamo ritrovati – non chiedetemi come perché non l'ho capito nemmeno io – a transitare per Viale Regina Margherita direzione Viale Liegi, nel cuore della (cosiddetta) Roma bene, alla ricerca, tanto per cambiare, di un posto dove passare la serata e mangiare qualcosa, possibilmente senza farci spellare.

Certo, nemmeno a me sembra la cosa più intelligente del mondo andare ai Parioli per mangiare bene e spendere poco ma purtroppo non ero il al comando, ma in balia del mio socio e delle sue mer(d)avigliose alzate d'ingegno, sicché...

Forse non ve l'ho mai detto prima ma giro spesso e volentieri con un tamarro di periferia con acute tendenze modaiolo-fighettistiche che si scontrano ferocemente con il fatto che sia un rabbino della madonna, che non allunga il braccino a meno che non ce lo costringi con la forza.

Vittima di questa costante, insanabile dicotomia, il sottoscritto, che il più delle volte si ritrova alla mercé di cotante individuo e ne subisce le decisioni perverse, camuffate sotto le motivazioni più improbabili, come in questo caso.

Tornando a bomba, ci siamo fermati in questo “famoso” Mattarello perché era uno dei pochi locali aperti in zona (per non dire in città) e per il battage pubblicitario di cui vi ho parlato in apertura, che ha conquistato il cuore e la mente del mio pard.
L'idea è stata: se c'hanno un altro ristorante alla Magliana, che è sempre pieno, tanto male non può essere e poi sicuramente è sparagnino!

Peccato che per chi conosce e frequenta la Magliana, a fronte di un quartiere popolare un tempo di pessima fama, ci siano – lungo il corso principale – una sequenza pressoché infinita di locali finto-popolari-ma-decisamente-radical-chic (roba da fighette e pariolini fuori zona, insomma) decisamente famigerati per le mazzate che erogano a chi osi mettervi piede.

Come volevasi dimostrare, infatti, il posto non era male... era pessimo e in quanto a sparagnare... i loro (supposti) eccezionali fritti espressi erano cari arrabbiati tisici e fatti da cane: i supplì, p.es., al modico costo di uno virgola cinquanta pleuri cadauno erano abbrustoliti, dentro e fuori e prodotti con un riso piccolo e inadatto per non parlare di sugo o ripieno che erano latitanti come uno 'ndranghetista alla macchia sull'Aspromonte.

La pizza, altra specialità decantata dalla réclame come prodotta con ingredienti di altissima qualità, era una specie di piadina sottile e bruciacchiata, condita con un pomodoro decisamente acido e (alla luce della mia indigestione) pesante come un mattone!
L'unica cosa che abbondava era infatti l'origano, spezia notoriamente leggera e digeribile ma che evidentemente costa poco, perché ce n'era in quantità industriale.

L'unica cosa nella decenza erano le bruschette – e cazzo, dico io, bisogna mettercisi d'impegno per riuscire a rovinare anche una fetta di pane spalmata di olio, pomodoro e/o qualche preparato in barattolo – che però erano tanto, tanto sottili... circa 5 mm l'una.
Il tutto per soli (si fa per dire) sei pleuri et novanta centesimi.

Che poi questa è l'unica, vera, caratteristica originale del Mattarello: i prezzi.

Non esistono cifre tonde: tutti i prezzi del listino prevedono la formula enne euro+novanta centesimi tanto per approfittare della dabbenaggine altrui; perché puoi inventarti quello che ti pare, a casa mia sei euro e novanta sono sette euro all'atto pratico.

Il che vuol dire che – di media – tutte le portate costavano da uno a due euro in più rispetto alla norma praticata in città, il tutto a fronte di porzioni inconsistenti perché se è vero che noi ci siamo limitati alla pizza, non è che ci siamo turati occhi e orecchi ma anzi abbiamo esaminato tutto come falchi.

Tanto per cominciare, sei un pulciaro: 7 – pardon – 6,90 per una porzione di spaghetti o rigatoni (altri tagli no, sono proibiti?) conditi rigorosamente in bianco, al pomodoro, aglio olio e peperoncino o all'arrabbiata... tutta roba che chiunque non sia monco o stupido può farsi tranquillamente a casa propria sborsando si e no un euro e mezzo a porzione (e per porzione intendo la classica cofana da 3 etti!); qui le... irresistibili porzioni arrivavano si e no all'etto di pasta.

Idem con patate per le famigerate fettuccine fatte a mano che a fronte di una possibilità di scelta di poco più elaborata e numericamente superiore, campeggiavano solitarie al centro del piatto, piatti che – dimenticavo di dire – sono quelli classici in ceramica da pizza... si , ma da pizza surgelata, quelli di 20 cm di diametro, non quelli veri da 30-40 cm.

Anche la pizza non sfuggiva a questa regola e veniva servita rigorosamente entro i margini del summenzionato piatto in ceramica.

Questo per una spesa minima di 5 euro (pardon, volevo dire quattro euri e novanta fottuti centesimi) per una marinara!

Si, perché di regola il sottoscritto, per valutare una pizzeria, specie la prima volta che ci va, a meno che non sia colpito come San Paolo sulla via di Damasco (di questi tempi una prospettiva assai preoccupante, visto che in quel di Damasco l'unica cosa che ti può colpire al momento è una bomba di mortaio o un missile aria-terra) da una qualche invenzione particolare, opta regolarmente per la tanto disprezzata pizza alla marinara primo perché a me piace secondo perché se vali appena la metà del tuo peso in sale come pizzaiolo, è una delle pizze più buone e genuine in assoluto.

D'altra parte, se sei un cialtrone parvenu che millanta il mestiere, si vede subito e in maniera inequivocabile.

Potete benissimo immaginare in quale categoria si pongano i cuochi del Mattarello.

Si, pizze in faccia e fettuccine da merceria, altro che...
Si dice sempre che uomo avvisato, mezzo salvato... come sempre io sull'avviso vi ci ho messi, adesso fate vobis...