Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

mercoledì 29 maggio 2013

W Alemanno...


Il nostro (spero presto ex) primo cittadino continua nella sua inarrestabile marcia... verso il ridicolo!
Ancora non si è spenta l'eco per le porcate di parentopoli all'AMA e all'ATAC (rispettivamente le aziende comunali della nettezza urbana e del trasporto pubblico urbano), ogni santo giorno che ha fatto Dio arrivano nuove edificanti notizie sulle condizioni invivibili della Capitale, dove i quotidiani atti di violenza hanno ormai superato ogni limite, toccando l'apice proprio ieri, con ben tre omicidi commessi in pieno giorno e coram populo, cosa fa il sindaco?

A ridosso delle elezioni amministrative, il Comune promulga l'ennesima tornata di stabilizzazioni forzose camuffate da concorso pubblico ad esclusivo vantaggio di chi, fino ad oggi, ha comunque mangiato alla greppia del Comune, lavorando (si fa per dire) a tempo determinato durante il mandato di Gianni “Eja Eja” Alemanno.

Dopo la beffa dell'ultimo maxi concorso del Comune, i cui strascichi si stanno ancora trascinando nelle aule di giustizia, per le innumerevoli porcate fatte sempre e solo Cicero pro domo clientes durante le procedure concorsuali, non contento di essere stato già abbondantemente sputtanato pubblicamente anche dalla Gabanelli in una fatidica puntata di Report l'amministrazione Alemannina continua nella sua campagna di cooptazione degli elettori mediante la pratica del panem et circenses o meglio del panem et concorsi destinati ad un pubblico di soli addetti.

Come si fa a dirlo? Semplice, il concorso, caso strano, è destinato in buona parte agli interni, fin qui, nulla di strano... il problema è che per tutti gli altri varranno nella selezione i cosiddetti titoli culturali e di servizio... è qui la fregatura, perché questo vuol dire che – a parità di punteggio – chi ha già lavorato – a qualunque titolo – presso il Comune ti darà comunque una pista e sapendo chi e come è entrato in Comune nell'ultimo quinquennio, è giocoforza intuire, diciamo così, a chi sia stato appositamente dedicato il suddetto concorso.

Che poi, questo sarebbe il minimo, sapendo come funzionano le cose nel Belpaese, non c'è nulla di nuovo in tutto questo. Quello che mi manda in bestia non è tanto la presa per il culo insita nella stragrande maggioranza dei concorsi pubblici per titoli ed esami, quanto il danno che ognuno di questi concorsi produce per le già esigue risorse del Comune e soprattutto dei partecipanti allo stesso – parlo ovviamente di quelli che, ignari e inconsapevoli – decidono di tentare la sorte, in quanto – unica (o quasi, ci sono anche le chiacchieratissime Provincia e Regione nel novero) amministrazione pubblica – il Comune chiede il pizzo per partecipare al concorso.
Quindi, checché ne dica il mio augusto (e illuso, per non dire altro) genitore, dal momento che il sottoscritto questi... titoli non ce l'ha, qualcuno è in grado di spiegarmi, con motivazioni altrettanto logiche e ragionate per quale motivo dovrei impelagarmi in quest'ultima buffonata e lasciargli altri 25 euro in tasse e balzelli, quando le probabilità di riuscita sono pari a zero!?

Se ci riuscite, fatemelo sapere: sarò ben contento di darvi retta.

domenica 26 maggio 2013

Aridateme i soldi del biglietto!


La "vera" locandina del film
Ah, già, che stupido... il film l'ho comprato (purtroppo) quindi mi sa che me la piglio allegramente in saccoccia, però, a pensarci bene, difficilmente ho visto una tale massa di insulsaggine tutta in una volta.

Posso capire che gli anni '90 non siano stati certo un'epoca di grandi capolavori cinematografici – con le solite, dovute eccezioni – però nel caso di questo... filmone con l'attorone, anzi... le attorone (plurale femminile) credo che si possa affermare senza troppo timore di smentita che abbiamo abbondantemente superato il ridicolo.

Il film in questione è il fantascientifico (si, come no...) Incontri ravvicinati del quarto tipo (il solito, italico, adattamento a cazzo di cane) in originale: Beach Babes from Beyond del 1993, con la specialista del settore, Linnea Quigley che però non ha – a differenza di quanto riportano manifesti e locandine – un ruolo da protagonista ma è la cattiva della situazione.

Uno degli incredibili (nel senso si NON credibili prop usati
nel film...
A questo punto, qualcuno potrebbe – giustamente – chiedersi come e perché un cinefilo appassionato di B-movies di genere come il sottoscritto abbia potuto acquistare una stupida commediola giovanilistico-sentimental fighetta a base di fanciulle (più o meno) desnude e compiacenti e la risposta è presto detta: sono stato bellamente preso per il culo da chi questa scemenza l'ha distribuita sull'italico mercato e dalle balle scritte a riguardo da chi questa morchia l'ha venduta.

Perché il film è stato fatto uscire per i tipi della Raro Video nota casa specializzata in film di nicchia e nel recupero dei classici del cinema di genere degli anni '70, '80 e '90 e presentato nientemeno che nella collana Nocturno per la serie Horror Club che di solito propone delle vere e proprie chicche nel suo catalogo... chi se lo immaginava di doversi sorbire una storiella sdolcinata a base di adolescenti aliene (si, nei loro sogni...a parte la protagonista – Sara Bellomo – a me le altre paiono tutte abbastanza stagionate o quantomeno... esperte nei... ahem... certami d'amore) alle prese con una massa di pingoni scemi in vacanza che hanno – loro si – la più grande botta di culo della loro vita a rimorchiarsi ipso facto le belle... straniere per di più assai disponibili nei loro confronti.
La Bellomo nella sua mise più... usuale
negli anni '90... alla faccia della ragazzina!
Ma si sa che l'atmosfera della California, come dice anche Katy Perry nel suo celeberrimo California Girls, in questo senso fa miracoli... peccato che questo film la California l'abbia vista da lontano, e se tanto mi da tanto, il filmone – viste anche le evidenti costrizioni di budget – l'abbiano girato un pochino più a sud del confine, in Messico, per capirci.

Che poi, per dirla tutta, la Bellomo è invece l'unica del trio, per quanto ne so, ad essere una attrice professionista, anche se non proprio del cinema mainstream; meglio conosciuta come Roxanne Blaze, è stata una delle tante meteore del porno attiva proprio in quegli anni... questo alla faccia della faccetta da brava ragazza e dei suoi occhioni da cerbiatta timida...

In pratica, le uniche cose buone – relativamente parlando – di questo film sono le sovrabbondanti scene di nudo (nudo?... diciamo topless, va...) e la marea di gnocca in bikini che occupano praticamente 2/3 del film (perché di 75 minuti di pellicola, la storia in realtà non ne occupa più di 25) e le altrettanto abbondanti scene di... incontri ravvicinati del tipo riproduttivo – ma decisamente casti, per carità – tra le pupattole aliene e i loro bellimbusti terrestri.

Una (fin troppo) tipica scena del film... dopo un po' vi assicuro
che vengono a noia...
Ho seguito il film fino alla fine, aspettando di vederlo ingranare prima o poi e cercando di capire dove volesse andare a parare ma niente... alla fine era proprio quello che – con mio grande timore – avevo intuito: una colossale presa per il culo.

Il fatto è che nel film alla fine non succede niente di rilevante, non c'è azione, non c'è intreccio, non c'è una mazza!
Ho visto trame più avvincenti e recitazione più convincente in uno dei tanti noir porno editi dalla Private o dalla Hustler alla fine del secolo scorso, per non parlare delle tante produzioni indipendenti a basso (spesso bassissimo) costo hardcore/horror che pure abbondano nel panorama del adult entertainment.

Le tre "giovanissime" protagoniste... se queste sono
ragazzine aliene, direi che sono piuttosto precoci...
Il problema è che la casa di distribuzione italiota non ha fatto nulla per evitare che l'utente potesse cadere in errore: hanno addirittura preso fischi per fiaschi scambiando le copertine dei film (si, perché di questo... capolavoro è stato fatto anche un sequel, nel 1998) e questo la dice lunga sul grado di controllo della qualità applicato dalla ditta ai suoi prodotti... secondo me, non hanno nemmeno guardato di che razza di film si trattasse, quando l'hanno opzionato per il riversaggio in DVD; hanno visto che tra le protagoniste c'era l'inossidabile e summenzionata Linnea Quigley, icona storica del cinema di genere a stelle e strisce e scream queen supreme degli anni '80 e si saranno detti: “se c'è la Quigley andiamo sul sicuro... non è quella che ha fatto un boato di slasher e camp movies e di film horror softcore?”
Una tipica scena del film... ce ne sono di così per almeno
una mezz'ora buona su un'ora e un quarto di film...

Certo che si, esimie teste di cavolo, ma questo non vuol dire che abbia fatto sempre e solo quel genere di film... tra l'altro qui è solo (si fa per dire) nel cast, non è la protagonista e comunque bastava semplicemente dare un'occhiata al film oppure googlare (oddio, che orrido neologismo di merda...) il titolo del film per capire di che accidenti si trattasse.

E poi dicono ancora di essere gli specialisti del cinema di genere in Itajia...

venerdì 24 maggio 2013

Il MOIGE colpisce ancora...

...o quanto meno ci prova, per l'ennesima volta, con la sua politica dello scaricabarile delle responsabilità delle masse di (pseudo)genitori cerebrolesi nei confronti della prole imbelle o sciroccata che troppo spesso finisce per fare notizia per fatti di cronaca più o meno nera.

L'ultima boutade della perniciosa organizzazione genitoriale riguarda il caso della quattordicenne che si è buttata dalla finestra in quel di Novara per le puttanate diffuse (pare) dai suoi coetanei sulla patria di tutte le puttanate, Facebook; sia come sia, ben otto di questi... bravi ragazzi sono stati indagati dalla procura del capoluogo piemontese per cyberbullismo e istigazione al suicidio nei confronti della ragazzina.

Da quel poco che è dato sapere al momento, sembra che ci siano già dei riscontri, ancorché tardivi: pare che sui... giocattoli elettronici degli indagati in erba siano stati rinvenute addirittura foto a carattere pedopornografico, come a dire che cominciamo bene e sin dalla più tenera età a fare puttanate.
Tornando a bomba, quello che mi sta mandando letteralmente al manicomio, invece, sono proprio le... notizie collaterali sulla vicenda, come appunto la notiziona che il famigerato MOIGE1 invece di fare più bella figura andandosi a nascondere sotto una pietra, ha approfittato ancora una volta dell'occasione, per farsi sotto con la magistratura ed ha presentato denuncia addirittura contro Facebook!

Ora, a parte che una multinazionale delle dimensioni della summenzionata piattaforma di putt... ahem!... di social network se ne batte tranquillamente le balle delle idiozie di una qualunque congregazione di dementi, dal momento che ha sede all'estero, vorrei che qualcuno mi spiegasse, in modo logico e inoppugnabile la ragione per la quale, se anche volesse intervenire, la dirigenza di Facebook dovrebbe anche solo prendere in considerazione le demenziali proposte dell'associazione fascistoide dei genitori talibani d'Italia.

A questo punto, sarà forse il caso di vedere cosa chiedono i bei tomi del MOIGE: in realtà è storia vecchia, pretendono semplicemente di scaricare le responsabilità che sono prerogativa dei genitori di tutto il mondo – come l'obbligo di sorveglianza e custodia dei loro teneri virgulti – sulle istituzioni ovvero sulle compagnie che gestiscono le varie attività sul web.
In pratica, pretendono che quello che non è riuscito finora nemmeno alle peggiori dittature né alle lobby ameridiote che – negli anni della amministrazione Bush – hanno cercato con ogni mezzo di imbavagliare la rete ovvero di stabilire per legge cosa noi si debba vedere, quali notizie leggere, dove navigare e tutto, ovviamente a solo, esclusivo vantaggio delle tasche dei maggiorenti e degli azionisti delle peggiori società di banditi che ancora oggi infestano il web.

Invece, cari i miei Genitori Impediti Associati la responsabilità di quello che fanno i vostri pargoli, quando sono sul web e non solo, era, è e rimarrà sempre e solo vostra e a nessuno può o deve essere demandato il potere di decidere al posto nostro cosa possiamo fare oppure no sul web.

E se questo Paese fosse anche solo a malapena normale, a questo punto mi aspetterei come contromossa una bella causa per danni contro il MOIGE da parte di Facebook.

Perché se un branco di bambocci rozzi, imbelli e ignoranti si può permettere di fare e dire quel cazzo che vuole sulle pagine dei social network, non è colpa della piattaforma, qualunque essa sia, ma del fatto che VOI, quelli che queste jene le hanno messe al mondo, siete troppo impegnati a farvi i cazzi vostri o che – peggio mi sento – non avete la più pallida idea di come si facciano i genitori.

Purtroppo fare figli non può essere impedito a nessuno, men che meno agli imbecilli ed a quanto pare proprio agli idioti viene fin troppo naturale mettere al mondo carrettate di esimie teste di minchia; ma questo non vuol dire che il fatto che siano tutti – genitori e figli – degli emeriti idioti possa essere presa come giustificazione per scaricare le proprie responsabilità, anche quelle stabilite per legge, sulle istituzioni, pubbliche o private che siano.

Cari signori e signore del MOIGE, i figli sono i vostri, nessuno vi ha obbligati a metterli al mondo, quindi sciroppateveli e morite felici invece di scassare la minchia a chi non c'entra niente e che – a differenza di voialtri – il cervello lo usa anziché mandarlo all'ammasso e che soprattutto le sue responsabilità se le assume, sempre e comunque!

1 Movimento Italiano Genitori per chi non lo sapesse, è l'associazione a delinquere che da più di 20 anni pretende, in nome della difesa dei pargoli (debosciati) d'Italia, di mettere il bavaglio a radio e TV prima e sul web oggi. Per dirla in breve, sono gli stessi che – sotto altre spoglie – ci cagavano il cazzo quando eravamo ragazzini perché guardavamo Mazinga e Devilman ed eravamo tutti, secondo il loro insindacabile parere calato dall'alto, un branco di pazzi, depravati e maniaci sessuali con tendenze omicide perché guardavamo i cartoni animati giapponesi.

lunedì 13 maggio 2013

Ruby, chiesti 6 anni per Berlusconi. L'ex premier: “Pregiudizio e odio, povera Italia”

Davvero povera Italia, ma non certo per i motivi che intende il divetto di Arcore... il titolo di questo post è ripreso pari pari da quello pubblicato sul sito di Tgcom24, il niusciànnel made in Mediaset che – ovviamente – tira l'acqua al mulino del padrone.

Eppure, per una volta tanto, mi vede quasi d'accordo... si, perché – per come è stata esposta tutta la vicenda sin dalle prime battute – siamo di fronte, a mio modestissimo parere, ad un caso eclatante di malagiustizia o meglio, di sesquipedale ignoranza da parte di giudici e magistrati, che in qualunque altro Paese darebbe immediatamente il non luogo a procedere per evidenti vizi di forma nell'enunciato stesso dell'accusa grazie alla quale è stato possibile rinviare a giudizio i vari imputati.

Dal momento che i giri di parole non sono il mio forte, tenetevi forte (e scusate il gioco di parole) perché oggi ci andrò giù abbastanza pesante, nel lessico, se non nelle intenzioni.

Cominciamo subito col dire che l'accusa non sta in piedi e non per un cavillo, ma perché è formulata male, quasi contra legem.

La Grande B. è accusata del reato di PROSTITUZIONE MINORILE... immane, evidente cazzata, dal momento che è una puttana minorenne che può incorrere in questa fattispecie di reato, non certo quell'imbel... imberbe pupone del capo del Popolo delle Libertà (soppresse), che ha già passato da un pezzo la boa dei settanta.

Semmai, a casa mia, lo puoi rinviare a giudizio per SFRUTTAMENTO della prostituzione minorile... anche così, però, la cosa non sta in piedi, visto che – lo dicono i giudici – il nostro ometto è accusato di essersela fatta, la prostituta minorenne (e a suon di migliaia di euro in denaro e regalie varie, tra l'altro), non di averla mandata a battere il marciapiede.

Attenzione, però, perché in effetti, se il nostro avesse davvero... usufruito dei... servigi di Ruby (al secolo Karima El Mahroug) allora si che avrebbe commesso un reato, in quanto è proibito in Itajia andare a puttane, se la puttana in questione è minorenne.

A questo punto, il buon (si, arrosto con le patate) Nicolò “prescrizione” Ghedini avrebbe qualcosa da ridire, in quanto, secondo loro, Ruby non è una prostituta, né lo è mai stata.
Mi spiace per tutti i bacchettoni ed i benpensanti del Belpaese ma – in effetti – in questo caso il Berlu non avrebbe commesso alcun reato, perché – per quanto la cosa possa dare fastidio o scandalo – scoparsi una minorenne, purché dai 14 anni in su (16 nel caso in cui il... vile corruttore di fanciulle in fiore rivesta un qualche ruolo di autorità) non è reato!

Però, la Boccassini afferma risolutamente che Karima El Mahroug è o è stata un fior di mignotta, specie a 17 anni, quando è arrivata a Milano e che sbarcava il lunario grazie alla sua conclamata attività di meretricio... a questo punto, però, sorge spontanea la domanda: se Ruby è (era) una puttana, perché non l'hanno sbattuta dentro un carcere minorile ipso facto?
La legge italiana attualmente in vigore (e non mi pare che sia stata cambiata di una virgola) prevede espressamente l'arresto per le prostitute minori di anni 18; se vuoi battere, nel Belpaese, non c'è problema ma devi essere maggiorenne, altrimenti commetti un reato penale, né più e né meno come chi con te ci viene a letto.
Unica eccezione prevista alla regola è che la puttanella non è perseguibile se viene dimostrato che non si prostituisce di sua spontanea volontà.
Insomma, le schiave sessuali sono esenti dagli strali della italica (in)giustizia (e ci mancherebbe pure...).

Ma a questo punto, la Procura di Milano deve fare pace col cervello e stabilire, una volta per tutte, se Ruby è (o era) una puttana oppure no e – se si – dimostrare che veniva ignobilmente sfruttata da... da chi? Lele Mora? Annalisa Minetti? Emilio Fede?

Silvio Berlusconi, decisamente no, perché se Fede è accusato di essere un procacciatore di allegre donnine, Mora un immondo pappone e la Minetti poco più che una maitresse (nonché custode di quell'immane lupanare a cielo aperto che era l'Olgettina), il Berlu no, dato che è stato accusato di essere il fruitore finale dei servigi della morona marocchina... nonché di tutte le altre fanciulline coinvolte a vario titolo nella vicenda.

Eppure, che io mi ricordi, nessuno dei tre coimputati è stato accusato del reato di riduzione in schiavitù delle olgettine, men che meno della famigerata Ruby Rubacuori, semmai sono accusati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione – anche minorile – ed è per questo che, se è vero, dovrebbero marcire in galera per un congruo numero di anni, sempre secondo le norme vigenti in materia.

Quindi rimane ancora l'arcano mistero del perché si sia optato per questo... trattamento di favore per Ruby, che anzi, a sentire l'intrepida procuratrice dell'accusa, sarebbe una vittima e non una colpevole.

In pratica, abbiamo rigirato per l'ennesima volta la LEGGE, ad uso e consumo di chi (a quanto pare) usa l'arma giudiziaria contro chi gli sta sulle palle, con i soliti due pesi e due misure Cicero pro domo procurae e con buona pace della placca che in ogni aula di tribunale recita che La Giustizia è Uguale per Tutti.

Perché il padrino di Arcore potrà pure stare sul culo a due terzi delle italiche genti, specie a quelle che non hanno mai rubato o inciuciato in vita loro e che meriterebbe – si – di marcire in galera, non fosse altro che per i soldi pubblici che lui e la sua ganga hanno sperperato in immani, inutili cazzate negli ultimi vent'anni, così come per aver riveduto e (s)corretto la Legge a suo uso e consumo ma – e qui lo dico e qui lo nego – personalmente voglio vederlo dietro le sbarre per i danni che ha fatto e i soldi che si è inculato, non per una accusa che non sta in piedi e che domani potrebbe essere smontata dal primo giudice che – in Cassazione – si ricordi di prendere in mano il Codice e vedere cosa c'è scritto.

mercoledì 1 maggio 2013

Adesso voglio vedere come la giustificheranno questa...


Parlo ovviamente delle merde umane che compongono la famigerata mafia della NRA ameridiota, i difensori di ogni decerebrato insano di mente – ma armato fino alle palle degli occhi – e del loro diritto di nuocere alla gente normale (o almeno, meno deficiente di loro) in barba ad ogni più basilare regola di civiltà e di convivenza.

Si, perché la notizia arrivata or ora dal Kentucky ha veramente dell'incredibile o meglio, è perfettamente credibile, una volta che certe scelte e certi atteggiamenti vengono portati alle loro (il)logiche conclusioni.

Detta così, nuda e cruda, la notizia dice così: un bambino di cinque anni ha sparato alla sorellina di due anni uccidendola.
Ohibò! Che sia l'ennesimo caso di omessa custodia da parte di un genitore disattento del suo arsenale domestico?
No, non proprio... perché gli ha sparato con il fucile che mamma e papà gli hanno regalato per il suo compleanno un anno fa.

Personalmente, io a mia nipote, quando ha fatto quattro anni, l'anno scorso, ho regalato una bambola vestita da sirena; quando si tratterà di fare un regalo a mio nipote, per i suoi quattro anni, probabilmente gli regalerò un secchio di costruzioni, una scatola di soldatini, un libro di favole, non lo so ancora... di certo non mi passerebbe mai per l'anticamera del cervello di regalare – a nessuno dei due – un qualsivoglia strumento atto anche solo minimamente ad offendere, specialmente considerando la... soglia di attenzione che hanno di solito i genitori.

Che poi, una volta superato il comprensibile shock per la notizia, il mio cervellino ha cominciato – come sempre mi capita in queste occasioni – a correre e sono così giunto ad un paio di conclusioni, dopo attenta valutazione delle notizie attualmente disponibili: quelle due emerite teste di cazzo di mamma e papà meritano seduta stante la perdita coatta della patria potestà sul piccolo killer e la carcerazione a vita per istigazione all'omicidio e per violazione conclamata della legge sulle armi.

Si, perché anche nella terra dei liber(ticid)i ci sono delle leggi in materia e sono abbastanza severe e per quanto mi è dato ricordare, la legge federale prevede il divieto di possesso o di porto d'arma comune da sparo per i minori di anni dodici.

Come mai, invece, il moccioso girava con una carabina calibro .22 con tanto di munizioni a disposizione in casa, a cinque anni di età? Di più, in quella bella comunità di cerebrolesi, nessuno si è posto minimamente la domanda di cosa dovesse farci papà con una carabina per bambini dal momento che il maggiore dei suoi pargoli aveva solo quattro anni quando gliel'ha comprata?

Questa è una tragedia annunciata, la cui colpa ricade in definitiva su tutta la comunità dove è avvenuta, perché se un padre e una madre dimostrano di non avere una testa, è dovere dei loro vicini, amici e congiunti farli ragionare, con le buone o con le cattive.
Piangere sul cadaverino di una bimba di due anni è troppo poco, troppo tardi.

A costo di apparire cinico, a questo punto spero solo una cosa: che il sacrificio della piccola Caroline – così si chiamava – serva una volta per tutte a superare la becera, idiota resistenza di quella parte del Congresso che mangia alla greppia delle lobby degli armamenti così (in)degnamente rappresentata dalla NRA, per mettere finalmente al bando negli Stati (dis)Uniti d'America non solo le armi da assalto ma anche dire basta a queste aberrazioni e alla proliferazione incontrollata delle armi da fuoco anche ai minorenni.

Post Scriptum: casomai qualcuno di voi pensasse che quella dei fucili per bambini fosse una boutade, vi fornisco seduta stante il link al maggior produttore di questa tipologia di ordigni, in modo che possiate rendervi conto di che cosa stiamo parlando.


Per la cronaca, contrariamente alle cazzate che stanno scrivendo buona parte dei giornali online italioti, questi fucili non sono giocattoli cito “in grado di sparare pallini che evidentemente...” evidentemente una sega: sono carabine calibro .22 Long Rifle a tutti gli effetti, che sparano pallottole di piombo di 5,6mm di diametro pesanti circa 2,6 grammi ad una velocità pari o superiore ai 350 metri/secondo... in America ci cacciano scoiattoli e conigli (qui da noi è proibito) ma sono le munizioni più utilizzate in assoluto per il tiro a segno sportivo con la pistola e la carabina.

E non mi risulta che qualcuno, in tutto il resto del mondo, le consideri dei giocattoli.

Cari amici ho tre notizie, una buona, una cattiva e una pessima... da quale vogliamo cominciare, dalla cattiva?

Sono tornato, spero di farlo anche più spesso di questi ultimi mesi ma ammetto che scazzo e inedia hanno dominato le mie giornate... è dura la vita dell'inoccupato, ancora di più quando non fai altro che sentire, tutti i santi giorni, anche più volte al giorno, che per te non c'è speranza né futuro, a quarantaquattro anni non ancora compiuti, tutto perché questo Paese sta andando allegramente a puttane, in senso tutt'altro che lato e metaforico tra l'altro, se la presenza di signore della notte (e anche del giorno, lasciatemelo dire) è un segnale dell'andamento... del mercato, visto che – almeno per quanto riguarda la piazza di Roma – la prostituzione di strada è letteralmente esplosa alla faccia di quella mezza cartuccia del nostro esimio sindaco-sceriffo de'noantri.

A questo proposito, si lega la notizia buona, nel senso che riguarda una delle starlette del adult entertainment che più stimo (o meglio, stimavo, di più su questo dopo) quella piccoletta con gli occhi da cerbiattona porcella, le tette piccole e un culetto da urlo che risponde al nome di Sasha Grey.

A quanto pare, la nostra ha accettato di partecipare al rally automobilistico Vladivostok-Mosca e per giunta pare che guiderà la macchina che fu di zio Vladimiro, Zar di tutte le Russie, nel percorso di 9.000 chilometri che dalla punta della Siberia la condurrà nel cuore della Russia europea.

Ed ora la pessima notizia, perché è stato definitivamente confermato ciò che si sospettava già da qualche anno, cioè che, dopo aver esordito (nel 2006) a soli 18 anni – veramente barely legal secondo gli standard ameridioti – nel mondo del hard ed essere stata osannata ed acclamata come erede della mitica Jenna Jameson, ed aver vinto una sfilza di premi dal 2007 al 2011, ha abbandonato la carriera di pornostar per dedicarsi al cinema mainstream.

Le avvisaglie, a dire il vero, c'erano state già nel 2009, quando Sasha era transitata per il mondo del adult modeling per alcuni tra i più osannati fotografi della scena californiana e aver partecipato a spettacoli televisivi di vario genere e natura, tra i quali quella discussa e controversa al Tyra Banks Show dove, approfittando del fatto che ha un fisico e una faccetta da ragazzina, cercarono di manipolare le risposte da lei date durante l'intervista televisiva come grimaldello con il quale scardinare il mondo del porno, con le accuse più abiette e infamanti (e ovviamente, non comprovate né dimostrabili), al che la nostra eroina, rigettò al mittente questo tentativo eclatante di mistificazione affermando pubblicamente e a chiare lettere che nessuno aveva mai costretto lei o qualunque altra delle sue colleghe, anche le più giovani, a partecipare a film porno contro la loro volontà, così come le starlette che invadono la California meridionale in cerca di fama e fortuna non sono prostitute né tossiche o ninfomani di cui si approfitterebbero legioni di magnaccia senza scrupoli, ma professioniste, libere e indipendenti (e ben pagate, tra l'altro, a differenza dei colleghi maschi).

Ovviamente questa affermazione ha scatenato un putiferio che ha messo però a tacere per parecchio tempo bacchettoni, baciapile e benpensanti nella terra dei liber(ticid)i e ben gli sta...

Nel frattempo la Grey ha partecipato ad alcuni film – ha recitato anche per Sodebergh, più mainstream di così... - continuato a fare la modella ed ha avuto un ruolo stabile in un serial TV americano.

È questa l'atroce notizia: praticamente non vedremo mai più – a meno di un drastico ripensamento – le grazie della nostra bambi porcella in azione, un vero peccato, lasciatemelo dire, perché Sasha era diventata celeberrima per una ragione: da vera amica e fan di Belladonna (la regina incontrastata del sesso estremo e del fetish più spinto) anche lei non si è mai fermata di fronte a nulla; non c'era scena o atto che si rifiutasse di interpretare, anche perché, parole sue, le piace praticare e sperimentare anche nella vita reale, fuori dal set... tanto perché era solo un lavoro, verrebbe da dire.

Peccato, però allo stesso tempo, spero che le qualità interpretative di Sasha (che ci sono, nonostante l'opinione male informata delle malelingue, dato che ho visto di persona alcune delle pellicole indipendenti e soft-core che ha interpretato di recente) vengano finalmente riconosciute come tali e che la sua nuova carriera sia altrettanto brillante e costellata di successi come quella che ha avuto nel mondo del hard core.