Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

mercoledì 12 ottobre 2016

Altro che "andiamo a comandare"; andate a nascondervi, piuttosto!

Vi è mai capitato di andare incontro ad una cocente delusione, dopo aver ottenuto l'oggetto dei vostri desideri?
Si?
Bene, allora, come dicevano gli antichi: mal comune, mezzo gaudio... 

Ma mezzo un cazzo, altroché storie, che ancora sento il bruciore per questa novella inculata testé rimediata.

Voglio dire: aspetti un anno per poter mettere le mani su una certa pubblicazione, per una volta in un lustro riesci a metterci le mani sopra direttamente in edicola, al prezzo normalmente previsto e cosa scopri?

Che la nuova edizione è praticamente la brutta copia, riveduta e (s)corretta, dell'edizione dello scorso anno!?

Per chi non l'avesse ancora capito, sto parlando dell'Annuario Armi 2017 edito dalla famigerata C.A.F.F. editrice, che nell'edizione attualmente in edicola ha davvero superato ogni livello di cialtroneria.
Praticamente il 90% del volume attuale è la fotocopia dell'edizione 2016, fin nei minimi dettagli.
Il restante 10% consiste di poche pagine rielaborate con Photoshop per mischiare un po' le carte e far si che l'incauto utOntO non si renda conto del fatto che - in essenza - mancano da questa nuova edizione qualcosa come il 15-20% dei modelli presentati nell'edizione precedente.

Certo, ci sono nuovi modelli inseriti qua e là... si e no una dozzina sulle tanto vantate 2300 schede... e per inserire questa... immensa mole di dati (!) mi cancelli decine di modelli di altre aziende?
Anzi, no: mi cancelli direttamente le pagine di aziende intere, che sono letteralmente sparite nel nulla!

Adesso non vorrei essere ipercritico ma, sant'Iddio, questo ammasso di carta lo pubblicate una volta l'anno... mi dite che cazzo avete fatto negli ultimi 12 mesi, lì alla C.A.F.F.? Vi siete masturbati a morte? Perché altrimenti non si spiega un lavoro così... raffazzonato, considerando soprattutto che per questa... pubblicazione fate scucire la modica cifra di 12 euro ziokagnaccio!

Questo è uno di quei casi da manuale in cui mi sale il veleno e la carogna sussurra dolcemente al mio orecchio: CAMBIATE LAVORO se non siete capaci di farlo, magari lasciandolo fare a chi ne ha davvero voglia o almeno che ha intenzione di perderci un po' di tempo per sistemare le cose perché non si veda che avete fatto semplicemente copia-e-incolla!

Insomma, per farla breve, fatte salve le considerazioni fatte per l'Annuario 2016, sugli evidenti limiti dell'attuale panorama armiero italiano, se avete ancora quel volume, risparmiate i vostri soldi e lasciate perdere l'acquisto di questa "nuova" edizione; sinceramente, non ne vale la pena!

domenica 28 agosto 2016

Quando tocca fare di necessità virtù...

Questo è il primo pensiero che mi si è affacciato alla mente, ieri sera, dopo aver finito di vedere, per combattere l'insonnia che mi sta attanagliando ormai da una settimana, questo cafolavoro della cinematografia bellica de noantri: La legione dei dannati del lontano 1969 (anno in cui, tra l'altro, il cinema di guerra doveva andare per la maggiore nel Belpaese, vista la panoplia di titoli girati quell'anno), con castone stellare e coproduzione internazionale italo-iberica-elvetico-tedesca.

È proprio quest'ultimo aspetto che mi lascia vieppiù perplesso, perché - visto che erano coinvolti anche i crucchi nella produzione - non mi spiegavo la... pochezza dei mezzi di scena impiegati.

Voglio dire: va bene che la Repubblica Federale di Germania ha sempre aborrito di rivangare il suo passato nazioAnalsocialista ma, vacca della miseria, girare un film, dove tra l'altro i kattivi teteski di Germanija le prendono a destra e a manca, non mi pare che sia la stessa cosa che fare apologia del passato regime,  quindi perché non fornire alla produzione armi ed equipaggiamenti d'epoca, originali, anziché arrabattarsi con simulacri più o meno somiglianti?

Tra l'altro, non credo proprio che negli arsenali della RFT in quegli anni mancasse la ferramenta... vintage, tant'è che - almeno per quanto riguarda le mitragliatrici - si fa nel film largo uso delle famigerate MG-34 così come, almeno all'inizio della pellicola, si vedono (in mano ai commandos britannici, i dannati del titolo) un paio di pistole mitragliatrici STEN Mk.II...

Invece, a parte le famose BMW R-75 con sidecar, di cui si possono vedere in scena almeno un paio di esemplari e un paio di autovetture d'epoca, tutto il resto del materiale rotabile, ergo degli attrezzi di scena è, come dire, leggermente anacronistico, in quanto di tratta di roba di produzione postbellica, essenzialmente statunitense (carri armati e blindati) e iberica (ricordate? La Spagna franchista risulta tra i coproduttori del film), questo perché l'Ejército de Tierra, fino a pochi anni fa, aveva uniformi assai simili a quelle della Germania hitleriana, così come gli elmetti d'ordinanza erano i famigerati fritz tedeschi.

Di fatto, con le eccezioni notevoli riportate sopra, tutta la ferramenta adoperata nel film era di attuale dotazione (nel 1969 ovvio) dell'esercito iberico.

Ed è così che vediamo una profusione ubiquitaria (ed assolutamente antistorica, tra l'altro, visto che in nessuno luogo e in nessun tempo c'è stata una diffusione così capillare di mitra nelle fila della Wehrmacht) di pistole mitragliatrici che vorrebbero essere delle MP-40 ma sono invece il suo clone iberico, la Star Z-45, allora mitra d'ordinanza della polizia e dell'esercito ispanico.

Allo stesso modo, i panzer che si vedono marciare speditamente verso il fronte normanno sono invece degli assai poco germanici M-47 Patton americani, opportunamente "tedeschizzati", espediente, questo, che era stato impiegato anche nel colossal a stelle e strisce La Battaglia dei Giganti del 1965, per evidenti problemi di reperimento degli ormai introvabili Pzkpfw-VIB Konigstiger,  accoppiati a degli improbabili trasporti truppe cingolati M-113, altro allucinante anacronismo, visto che - durante la Seconda Guerra Mondiale - nessuno dei contendenti disponeva di questo genere di mezzi, tipicamente di realizzazione post-bellica - a meno che non si vogliano considerare tali le tankette cingolate "Universali" britanniche - e per i compiti di trasporto truppe venivano comunemente impiegati  i semicingolati, anche questi "mimetizzati" con l'aggiunta di una bella eisern kreuz in bella mostra sulle fiancate.

Allo stesso modo, anche in aria, nella scena del bombardamento dell'avamposto teutonico, non volano gli Hurricane o Spitfire menzionati ma i ben meno blasonati North American T-6 Texan al tempo impiegati per l'addestramento dei piloti dell'Ejército de l'Aire iberico.

Come al solito, la domanda sorge spontanea: ma non si poteva fare di meglio, per rendere la cosa un po' più storicamente credibile?

Forse si ma quasi certamente no, visto che buona parte del budget sarà partita solo per pagare il cachet degli attori - protagonisti e non - stranieri, visto che il film vede l'interpretazione di Jack Palance nei panni del protagonista, il colonnello britannico Henderson, con Wolfgang Preiss in quelli di Ackermann, la sua nemesi tedesca, nonché Curd Jürgens e Thomas Hunter, tutta gente che, se non famosissima, si difendeva comunque bene sui set internazionali di quegli anni.

Da qui evidentemente l'idea di "sparambiare" qualcosina usando quello che passava il convento iberico, per così dire, approfittando appunto delle somiglianze - tutt'altro che casuali - tra le forze armate ispaniche e quelle tedesche d'epoca bellica... tra l'altro, non so se qualcuno c'ha fatto caso, ma anche le uniformi "britanniche" indossate dai commandos all'inizio del film non sono proprio proprio tali, ma uniformi d'ordinanza italiane riattate alla bisogna, visto che in quegli anni l'Esercito Italiano si rifaceva ancora molto agli standard introdotti nel Belpaese negli anni della co-belligeranza.

Diciamo infine che questo film non è altro che la versione made in Italy, riveduta e ampiamente (s)corretta, del blockbuster angloamericano Quella Sporca Dozzina (1967), di cui ricalca in modo abbastanza imbarazzante i caratteri, esagerandoli fino al caricaturale, come nelle scene iniziali del film, dove pare di trovarsi a che fare con uno spaghetti western anziché con un film di guerra, specialmente nelle scene in cui Henderson affronta ad insulti il suo superiore (un generale niente meno!) o quella in cui fa la conoscenza dei suoi futuri candidati all'obitorio... in una situazione appena appena realistica, Henderson sarebbe finito istantaneamente agli arresti e gli... arruolandi, davanti al plotone d'esecuzione ma tant'è...

giovedì 25 agosto 2016

Vedo rosso...


Avete mai provato odio? Quello vero, feroce, che ti annebbia il cervello e ti fa vedere rosso?
Io si, proprio in questo momento... ho costantemente davanti agli occhi questo grandissimo figlio di puttana, che ormai da due mesi, da quando s’è insediato davanti a casa mia, non fa che tediarmi l’esistenza, questo pregiudicato di merda…

Adesso sono due giorni che viviamo in casa col torcibudella e assistiamo ad intervalli regolari alla conta dei morti e lui che fa?

Stronzeggia dall'alba al tramonto e ci sfonda costantemente i coglioni con la sua musica sudamericana di merda, nessun rispetto, niente di niente.
Certo, non può sapere, lo stronzo, che la mia famiglia viene dalle zone del disastro, così come non sa che sto personalmente vivendo costantemente nel panico, perché la natura mi ha (purtroppo o per fortuna) dotato di uno straordinario sismografo naturale incorporato, che mi fa percepire anche le scosse più lievi (si fa per dire) come l’ultima che mi ha svuotato la testa e lo stomaco, nonostante avessi appena finito di mangiare, oggi alle due e mezza del pomeriggio (ne ho avuta la conferma pochi minuti fa, dal TG nazionale: 4.3 Richter proprio lì, nel cuore del disastro, ad Amatrice… piove sul bagnato, insomma) però, dal momento che siamo comunque in una situazione di lutto nazionale, quanto meno ti aspetteresti un po’ di rispetto e invece?

Invece lui continua, imperterrito, a cagare il cazzo e a fare festa, tanto è in vacanza – e magari pure a spese dello Stato – quindi che gli frega?

A questo punto, questo incommensurabile ammasso semovente di materia organica anfibia deve solo pregare di non incontrarmi mai per strada, perché non so se riuscirei a trattenermi e se gli metto le mani addosso, potete scommettere che gliela faccio passare io per sempre, la voglia di ballare la salsa!

domenica 14 agosto 2016

Il realismo, questo sconosciuto ovvero: "come ti smonto un film in pochi, semplici passi"


Visto che non c'ho un cavolo di meglio da fare al momento e che ci sto rimuginando su da ieri sera, vorrei fare un paio di considerazioni sul filmone col castone di ieri sera: Agente 007: l'uomo con la pistola d'oro (007 – The Man with the Golden Gun ©1974)

Fermo restando che l'ho trovato abbastanza divertente per passarci la serata, devo però dire che - a parte l'interpretazione, secondo me particolarmente riuscita, di Christopher Lee (un nome, una garanzia) - nel film c'è evidentemente un'ora di troppo di girato, nel senso che ci sono scene e situazioni che sembrano quasi incastrate a forza nella trama, altrimenti piuttosto lineare, quasi scarna (non che uno si aspetti Guerra e Pace da un film di Bond, intendiamoci) anche per un film di 007.

Dove invece casca l'asino (e pure pesantemente, tanto che si fa male!) è in alcuni aspetti... tecnici che mi sono saltati agli occhi nel momento stesso in cui sono stati esposti dai protagonisti del film e riguardano principalmente uno degli "attrezzi di scena" più immaginifici di sempre, la famigerata pistola d'oro dell'antagonista, Francisco Scaramanga.

Spettacolare l'idea di un'arma componibile mediante la combinazione di oggetti di per sé innocenti, già vista e sfruttata quella della pallottola fusa in metallo prezioso (qualcuno si ricorda The Lone Ranger e il suo marchio di fabbrica, le pallottole d'argento?) però, dove il tutto cozza violentemente con la sospensione dell'incredulità (o almeno immagino che capiti con chiunque mastici, anche solo da lontano, di armi da fuoco e munizioni) è proprio lì, nelle famigerate pallottole d’oro, che poi dovrebbero essere definite cartucce d’oro, perché anche il bossolo è di quel metallo.

Sinceramente, non so nemmeno da dove cominciare, perché sono tanti gli argomenti che contrastano duramente con la realtà.
Cominciamo quindi dal più semplice: il calibro.
Ci viene detto da Q – esaminando il proiettile fortunosamente “recuperato” da Bond in quel di Beirut – che si tratta di una pallottola dum-dum calibro 4,2mm… se così fosse, sarebbe il proiettile meno efficace della storia, poco più di una scacciacani, figuriamoci se potrebbe mai accoppare un essere umano adulto!
O meglio: potrebbe essere letale, se si trattasse di una munizione per carabina, ad alta velocità ma dal momento che viene sparata da una pistola dobbiamo ritenere che si tratti di una munizione adeguata all’arma.

Per questa ragione il calibro è ridicolmente piccolo, per una cartuccia da pistola; secondo, non ha senso realizzare una pallottola espansiva di quel calibro (perché in definitiva, una dum-dum questo è: una forma abbastanza primitiva di pallottola soft-point cioè a piombo nudo sulla punta di un normale proiettile incamiciato) perché pallottole di piccolissimo calibro come queste, a meno di essere sparate ad altissima velocità, difficilmente si espandono; tra l’altro, vista la malleabilità dell’oro è pressoché assicurato lo schiacciamento della pallottola all’impatto, che avrebbe quindi più o meno lo stesso effetto… sempre se riesce a penetrare l’osso, come accade nella scena dell’assassinio dello scienziato ad Hong Kong, con il proiettile dritto in fronte al tizio pur essendo stato sparato da quasi una cinquantina di metri, cosa tutt’altro che scontata!


Per l’appunto, seconda grossa castroneria della sceMeggiatura, l’uso previsto per una pistola tascabile come quella che stiamo esaminando, priva tra l’altro di organi di mira, è il tiro a distanza ravvicinata (come insegna Leon nell’omonimo film “l’unico modo per essere sicuro di aver portato a termine l’incarico”)… voglio capire che il personaggio di Scaramanga sia un fenomeno, però così scadiamo nel ridicolo, peggio di Pecos Bill e Davy Crockett messi insieme e loro usavano ben altre armi, tra l’altro!

ordunque, è ovvio che ad insindacabile giudizio degli sceMeggiatori, tutta ‘sta manfrina ha lo scopo di introdurre l’ambientazione esotica ed orientaleggiante per la storia, visto che Lazar l’armaiolo portoghese che rifornisce Scaramanga si trova – caso strano – a Macao ma a ben vedere è molto tirata per i capelli, perché, viste le particolari richieste del cliente, qualsiasi munizione di calibro più convenzionale, avrebbe potuto essere tranquillamente realizzata in oro, senza necessariamente inventarsi un calibro personalizzato.

Dulcis in fundo, mi sono andato a vedere cosa prevedesse il soggetto originale per questo film, il dodicesimo romanzo – uscito tra l’altro postumo – di 007 scritto da Ian Fleming, ed ho così scoperto che non c’entra una benemerita mazza con il film.
Di fatto hanno solo preso il personaggio di Scaramanga, del quale hanno tra l’altro stravolto il background, e la sua ormai celeberrima pistola d’oro, gettando praticamente alle ortiche tutto il resto, che è reinventato di sana pianta.



E qui viene fuori che – molto più realisticamente – il Francisco Scaramanga originale di Fleming usa una Colt SAA 1873, la mitica “.45” dell’epopea western americana, placcata in oro (e non fatta d’oro, che tra l’altro – a meno di usarlo in lega – è un pessimo metallo per realizzare una qualsivoglia arma da fuoco a meno di voler rischiare che ti scoppi in mano, ergo, non usi cartucce estremamente fiacche, tipo Flobert o Velodog) le cui cartucce – altrimenti assolutamente normali – hanno pallottole d’oro incamiciate d’argento a punta esposta, ovvero delle dum-dum vere e proprie che in questo calibro hanno un senso: una palla grossa e pesante, in materiale tenero rivestita con la punta esposta, esplosa a velocità medio-alta, che ne garantisce l’espansione e ne aumenta smodatamente la letalità.

Tra l’altro, le pistole d’oro sono per l’appunto due: la summenzionata Colt .45 e una Derringer a due colpi, anch’essa placcata interamente in oro e sparante cartucce con le pallottole d’oro…

A questo punto viene da chiedersi perché diavolo non si siano attenuti alla trama e ai personaggi originali, anziché inventarsi la solita storia in salsa quasi-fantascientifica (ricordate tutta la pippa sul Solex?) infarcita poi di elementi tipici dei kung-fu movie, che nei primi anni ‘70 andavano per la maggiore, con tanto di siparietti comici che davvero ci stanno come i cavoli a merenda in un film di James Bond.

giovedì 11 agosto 2016

Questo si che è un grosso buco...


...e non mi riferisco alle amabili cavità della starlette di turno, ma alla sceneggiatura di uno dei serial TV più interessanti, per ambientazione e tipologia, degli ultimi anni: Longmire.

So che con ogni probabilità non gliene frega niente a nessuno, ma ripensandoci come i cervidi, ho appena trovato una toppa clamorosa nei nuovi episodi della quarta stagione, attualmente in onda su Top Crime...
Mi riferisco alla nuova sottotrama che con ogni probabilità farà da filo guida per tutta la stagione: la risoluzione dell'omicidio - spacciato come suicidio - di Branch Connally, vice-sceriffo nonché amico e rivale del protagonista.

Ordunque, lo sceMeggiatore fa intuire a Walt Longmire che il suo vice è stato "suicidato" dal fortunoso ritrovamento nell'arma, con la quale si sarebbe sparato, di un bossolo vuoto sporco di terra, che unito al fatto che manchino una discreta manciata di pallini dalla capoccia della vittima, indicano che Branch non si è sparato ma che l'hanno sparato (in faccia, tra l'altro).

Orbene, questa cosa fa abbastanza acqua da tutte le parti e avrebbe dovuto far trillare immediatamente un campanello d'allarme nella testa di due tutori dell'ordine di grande esperienza come Longmire e Vic l'altra sua vice.

Come chi ha visto l'episodio sa, Branch viene ritrovato praticamente nudo, in mezzo al torrente, con l'arma al suo fianco, il volto massacrato da una scarica di pallini.

Adesso, non ci vuole un luminare della psichiatria per sapere che nessuno, per quanto disperato/depresso con intenzioni suicide, a meno di non avere altro mezzo a disposizione, sceglierebbe un sistema tanto complicato per ammazzarsi; chi vuole farla finita, cerca il sistema più veloce/efficace per farlo e spararsi in faccia con un sovrapposto da caccia con canne lunghe 30 pollici caricato a pallini non è assolutamente il sistema migliore, specialmente quando possiedi/hai a disposizione mezzi più efficaci e maneggevoli, come la calibro .45 automatica che Branch portava sempre con sé in fondina, ovvero una carabina o meglio ancora il fucile a pompa calibro 12 a canna corta, che è ubiquitario da quelle parti, anche in mano ai civili.

E comunque l'avrebbe caricato a pallettoni, non certo a pallini da uccellagione!

Secondo: se proprio decidi di spararti con un'arma lunga, specialmente a canna liscia, te la poni con la volata sotto il mento, in modo da essere sicuro che il colpo passi attraverso le parti molli e arrivi direttamente al cervello, non al volto, dove le ossa potrebbero comunque parare/deviare buona parte del colpo.

Come vedete, una messinscena del genere avrebbe dovuto fare immediatamente strillare all'omicidio anziché al suicidio...

Posso capire che si sia voluto creare il presupposto per allungare il brodo e non svelare immediatamente gli altarini, ma secondo me se la sarebbero potuta giocare meglio, anche perché - pure con i dati di cui sopra - rimane comunque il problema di scoprire il responsabile, visto che l'unica trovata veramente notevole dello sceMeggiatore è stata quella di compromettere le prove gettando il corpo di Branch - nudo - nelle acque gelide nel torrente, assieme all'arma del delitto.

sabato 6 agosto 2016

...e per fortuna che era contro il "pericolo giallo"!

Non parlo mai di calcio, perché non me ne potrebbe fregare di meno, però in questo caso faccio un'eccezione perché la riflessione è d'obbligo.

Voglio dire, l'ex cavaliere, l'unto del signore da Arcore, dopo 30 anni cede per 750 milioni circa il Milan agli Han, nel senso che i nuovi proprietari in realtà non sono una cordata di imprenditori ma i prestanome del governo CHICOM (Cina Comunista per chi non lo sapesse).

Cioè, proprio lui, quello che ci ha fracassato per più di 20 anni le gonadi con i komuni$ti kattivi ke mangiano i bambini, quello che ha buttato nel cesso 5 miliardi di euro del contribuente per "salvare" quel carrozzone immondo di Alimerda regalandolo di fatto ad un'associazione a delinquere di "capitani coraggiosi" (si, ma coi soldi degli altri!) perché non finisse nelle mani dei franzosi, felloni e fedifraghi (che poi, a loro volta, l'hanno consegnata con tutte le scarpe e senza colpo ferire direttamente ai beduini! Alla faccia dell'italianità, insomma) poi che fa?

Per i cazzi suoi, cede senza pensarci due volte la sua proprietà niente meno che all'ultimo paese komuni$ta (con la notevole eccezione della Korea del Nord) esistente sull'orbe terracqueo... complimenti viverrimi per la coerenza... e complimenti vivissimi all'italiota becero e bue che l'ha tenuto a galla (poLLiticamente e calcisticamente) fino ad oggi!

L'ho sempre detto io che bisogna tenersi alla larga dai (presunti sed etiam autoproclamati) "salvatori della patria" di qualunque genere e provenienza... anche perché, con salvatori di questa fatta, chi ha bisogno essere salvato?

mercoledì 3 agosto 2016

Diciamocelo: se ne sentiva la mancanza...

Era un bel pezzo che non mi capitava di trovare in giro notiziole del tipo pecoreccio in giro da proporre, ma si sa che l'estate è la stagione delle puttanate e più calda è, più la gente da di matto e sfoga i suoi istinti senza se, senza ma, soprattutto senza minimamente badare a dove si trova ed alle eventuali conseguenze... è così che il pregiato quotidiano nazioAnale La Nazione ci ha reso edotti di questo tutt'altro che costruttivo - ma certamente divertente - episodio, svoltosi stamane in quel di Camaiore ameno comune della Luccheria.

Questo è quanto riporta il quotidiano:

FANNO sesso in un noto locale di ristorazione: il proprietario si sente male e viene ricoverato in ospedale. E’ accaduto all’interno di una pizzeria e la notizia ha fatto subito il giro del paese a Camaiore. Una coppia si è introdotta nella pizzeria bar durante la mattinata. 

Cercava un luogo evidentemente dove appartarsi e ha scelto il locale pubblico che in quel momento non era aperto ma all’interno c’erano i gestori.

 E i due focosi amanti non hanno messo tempo in mezzo e sono stati protagonisti di scene inequivocabilmente esplicite. Secondo le prime ricostruzioni si tratterebbe di un uomo forse italiano e di una donna straniera. 
I due, senza pudore, mentre erano intenti all’atto in presenza anche di un’altra donna, conoscente dei titolari, non hanno voluto ascoltare le proteste e gli inviti ad uscire immediatamente. 
Anzi, la donna ha cominciato per reazione a spaccare arredi e suppellettili del bar. 

A questo punto il gestore si è sentito male e la moglie ha dovuto far intervenire il 118. La sua pressione sanguigna era altissima e si temeva il peggio a livello cardiaco. Fortunatamente il pronto intervento dei medici lo ha tranquillizzato e l’uomo è stato subito meglio.
Sul luogo sono intervenute le autorità che hanno identificato i focosi amanti. Per loro sono in arrivo conseguenze. Se in base alle testimonianze verranno confermati i fatti, l’ipotesi accusatoria potrebbe essere quella di atti osceni in luogo pubblico.

Ora, a parte le ovvie considerazioni se ci si trovi oppure no in presenza di una coppia di cani in calore anziché di normali esseri umani, va da sé che l'eroTico giornalettaio che ci rende edotti della vicenda ha obliato un dettaglio non da poco, perché va bene la denuncia per atti osceni in luogo pubblico ma gli atti vandalici li vogliamo ignorare o i gargamella glieli hanno abbuonati perché la focosa devastatrice è d'importazione?

E anche la gentile proprietaria del locale, che testa ha?
Invece del 118, a casa mia per cose di questo genere si chiama il 112 oppure il 113 dopodiché è a loro che chiedi anche l'intervento della Guardia Medica... a fare il contrario, fai a tempo a morì... certo Camaiore non è una grande città e la provincia di Lucca non è certo l'area metropolitana di Roma o Milano, però col marito in preda ad un coccolone, la prudenza non è mai troppa.

Infine, mi sorge spontanea una pregunta e non credo di essere il solo e cioè: come mai il gestore s'è fatto venire un mammatrone?
Forse perché s'è sentito defraudato mentre voleva partecipare anche lui oppure perché ha avuto un improvviso ed ormai obliato gonfiore nei pantaloni?

Ai posteri l'ardua sentenza, anche se ho la sgradevole impressione che di questa amena storiella non conosceremo mai la fine...

sabato 30 luglio 2016

Niente sesso, siamo Svedesi?


Gli svedesi fanno poco sesso?

Stando a quanto afferma la pregiatissima Unione Sarda (quotidiano apparentemente molto attento alle questioni... riproduttive nostrane ed estere) così parrebbe, un disastro addirittura superiore alla famosa "Questione Danese" di qualche anno fa, come riporta codesto ameno articolo pubblicato in data 29.07.2016 I cittadini svedesi fanno poco sesso: il governo "preoccupato" decide di intervenire

In realtà, per esperienza (ahimé non personale ma di persone degne di fede, che quei lidi li frequentano spesso e volentieri) a vedere il via-vai sui traghetti che collegano Oslo a Stoccolma, o Malmo con Helsinki, non si direbbe proprio.

Semmai io mi domanderei come mai gli svedesi trombano solo "fuori porta", possibilmente con partner esteri... e no, la cosa non dipende certo dal fatto che l'erba del vicino è sempre più verde ma più prosaicamente dal fatto che la Svezia è diventata la patria di ogni puttanata travestita da diritto ed è ben noto che la compagna di sesso della notte prima, se la mattina dopo si sveglia col culo girato, ci mette due nanosecondi ad accusarti di essere uno stupratore e la legge svedese - a quanto pare - non sta lì tanto a sindacare, perché la donna - alla faccia della parità e dello stato di diritto - laggiù ha sempre ragione, specialmente quando ha torto.

Con queste premesse, ditemi quale omarino sano di mente, sapendo di rischiare un'accusa di molestia ovvero di violenza sessuale per un atto consumato consensualmente (ricordate il l'Affaire Assange? Ecco, quello fa testo!), si cimenterebbe in un rapporto in terra di Svezia?

Io no, a meno che la mia compagniuccia di giochi non mi firmi prima una liberatoria che mi metta al sicuro dagli strali della legge dovuti a postumi ed eventuali stravolgimenti ormonali con conseguente facile denuncia...

A meno che le cose in terra di Svezia tornino molto velocemente alla normalità, prevedo altrimenti l'estinzione della razza scandinava nel giro di un paio di generazioni al massimo... a meno che, ovviamente, le svedesi non vadano a... farsi inseminare nei paesi limitrofi ovvero sui famigerati, summenzionati traghetti che fungono ormai da Love Boats per quanti cercano compagnia del tipo usa e getta...

mercoledì 20 luglio 2016

Qual è la vera Repubblica di Turchia?


Facciamo un giochino?
Adesso vi mostro tre affermazioni, voi provate ad indovinare chi ha pronunciato queste perle di saggezza.

“La religione è una questione di coscienza. Uno è sempre libero di agire secondo la propria coscienza. Noi siamo rispettosi della religione. Non è nostra intenzione ridurre la libertà di culto ma piuttosto assicurarci che questioni religiose e questioni di stato non si intreccino.”

“È un governante debole, colui che ha bisogno della religione per mantenere il proprio governo; sarebbe come prendere al laccio il suo popolo. La mia gente imparerà gli insegnamenti della scienza. Lasciate che rendano culto come vogliono; ogni uomo può seguire la sua coscienza, purché non interferisca con la ragione o lo porti ad agire contro la libertà del suo prossimo.”

“Anche prima di accettare la religione degli arabi, i turchi erano una grande nazione. Dopo aver accettato la religione degli arabi, questa religione, non fece nulla per unire arabi, persiani, egizi coi turchi per costituire una nazione.
Piuttosto, annacquò l'unione della nazione Turca, intorpidì l'entusiamo nazionale. Questo era naturale. Perché lo scopo della religione fondata da Macometto, su tutte le nazioni, era di portare con la forza ad una inclusiva politica nazionale araba.”

Vi vedo titubanti... volete un piccolo indizio?
Dunque, vediamo... posso dirvi per certo di chi non si tratta: dell'attuale aspirante sultano del redivivo impero ottomano, quello che – stranamente – aveva le liste di proscrizione già belle che pronte a nemmeno 24 ore di distanza dal “tentato golpe” (perché oggi come oggi, ditemi se c'è qualcuno che ci crede ancora a questa stronzata)... all'anima dell'efficienza investigativa, insomma.

Qui il vero golpe è quello fatto dall'attuale residente della Ak Saray (il famigerato Palazzo Bianco, la reggia faraonica che Recep Tayyp Erdogan si è fatta edificare – coi soldi del contribuente, ovviamente – ad Ankara), con la complicità dei membri dell'AKP, i patrioti che avrebbero (condizionale obbligatorio) fermato il putsch militare... gli stessi che ormai stanno dilagando per tutta l'Anatolia, per imporre il volere del sultano e l'instaurazione ex legis della “repubblica” islamica nel paese che nel 1922 divenne una moderna repubblica democratica ad opera di Mustafa Kemal Ataturk... manco Pinochet o Videla avevano pronte delle liste così esaustive di (presunti) cospiratori, traditori e sovversivi, cioè di tutti quelli che finora gli hanno impedito di stravolgere la costituzione democratica turca per trasformare l'Anatolia nella versione tarda e stupida dell'Iran degli ayatollah o del Pakistan dei talebani...

Immagino che ora abbiate ricollegato e compreso chi è stato che ha pronunciato le frasi che ho riportato all'inizio del post.
Questo, giusto per capire verso quale aberrazione sta andando la Turchia...

giovedì 14 luglio 2016

E hanno il coraggio di chiamarli annunci di lavoro...


Leggetevi questa perla, che mi è arrivata pochi minuti fa, e ditemi se anche voi non avete anche voi una certa qual vaga impressione (copio e incollo):

"CENTRO BENESSERE ESTETICO RICERCA OPERATRICI OLISTICHE PER MASSAGGI RELAX BASE E ARTE TANTRICA.
SI RICHIEDE BELLA PRESENZA CON O SENZA ESPERIENZA DA FORMARE IN SEDE.
SI OFFRE FISSO MENSILE OPPURE PROVVIGIONI SU SINGOLO TRATTAMENTO.
ZONA DI LAVORO NAPOLI O AVERSA.
PER COLLOQUI CONOSCITIVI CONTATTARE ORE UFFICIO LA DIREZIONE"

Ordunque, già il fatto che scrivi un "annuncio di lavoro" in maiuscolo vuol dire che sei quanto meno un cialtrone.
Vediamo poi i requisiti: operatrici bella presenza per massaggi e arte tantrica (!), con o senza esperienza da formare in sede con pagamento fisso o provvigioni su singolo trattamento?

Si, ma figurati, altro che massaggi... a meno che non si intenda per "massaggio" un servizio completo con tanto di happy ending come usano dire gli anglofoni per questo genere di... servizi.

Non so voi, ma io ci leggo chiaramente un maldestro tentativo di adescamento scopo avviamento all'attività di meretricio direttamente sotto padrone, in struttura clandestina che non può che qualificarsi come bordello ai sensi della legge Merlin ed in quanto tale illegale!

Ovviamente ho provveduto immediatamente a contattare lo staff del sito che ha pubblicato questo abominio per denunciare la cosa e indovinate un po'?

OPS!!! C'è stato un problema temporaneo nella tua segnalazione: ritenta ancora, sarai più fortunato...

Si, come no... ma chi cazzo ci crede?
E infatti, c'ho riprovato... tre volte ma, caso strano, il risultato è stato sempre l'ameno messaggio di cui sopra, sicché...
 
È che anche questi sono un branco di cazzoni che con questa (e altra) feccia ci campa, visto che gli paga il pizzo per pubblicare 'sta monnezza, ragion per cui ho deciso che è giunto il momento di fare un po' di pulizia tra le miriadi di niùsletters che ingombrano la mia casella di posta e questa è la prima che se ne va cordialmente a fare in culo!

Ah, dimenticavo: prima che me lo chiediate, il portale in oggetto è www.portalelavoro.com e nel caso in cui qualcuno dovesse dubitare di quanto ho testé riportato, questo è il link al merDaviglioso annuncio... hai visto mai che a qualcuno interessa?
http://www.portalelavoro.com/napoli/operatrici_del_benessere-93382.html

sabato 9 luglio 2016

Questa cosa mi trova perfettamente d'accordo...

È da parecchio che non bazzico più l'argomento donnine di facili costumi e italica società ma l'articolo di cui sotto è balzato alla mia attenzione non solo perché si tratta di notizia recente ma perché, con la sentenza passata in giudicato, metterà per la prima volta un punto fermo alla cinquantennale diatriba che vede come protagoniste le professioniste del sesso e l'amministrazione dello Stato.

Infatti, a parte le solite argomentazioni più o meno pretestuose sulla (presunta) immoralità dell'attività di meretricio - il più delle volte da parte di notori beceri bacchettoni bigotti, gli stessi che prima predicano e tuonano dal pulpito e poi lasciano mogli e prole a casa per andare allegramente a mignotte - la vera questione è in realtà la regolarizzazione dell'attività prostitutiva stessa, nel senso che, visto che per la legge italiota prostituirsi non è reato, tanto vale fare come in tanti paesi del mondo occidentale (non ultima la Krante Ghermanjia da sempre faro e guida - a parole - degli italici governanti) che giustamente tassano l'attività professioAnale delle operatrici del sesso, garantendo così non solo congrui introiti per l'erario ma anche il controllo dell'attività stessa contro eventuali sfruttatori.

Certo, bisognerebbe anche far si che la prostituzione, non esercitata in luoghi appositamente stabiliti, divenga illegale e sanzionabile dal punto di vista amministrativo ma soprattutto penale come qualunque altra attività lavorativa svolta in nero ovvero in regime di elusione o evasione fiscale.
Purtroppo però, con la dicotomia schizofrenica tipica delle nostre latitudini, il solo pensiero non dico di abolire ma almeno rivedere la famigerata (e strafottuta!) Legge Merlin è una pia illusione, così ci si riduce sempre e solo ai singoli casi sporadici.
Speriamo che le cose cambino presto, non tanto per il benessere dell'erario (e anche solo così sarebbe già una bella rivoluzione, visto che il mercato del sesso vale - se non ricordo male - un paio di punti di PIL nazioAnale) quanto per quello di clienti e operatrici, che in questo modo otterrebbero di default la protezione della Legge, visto che l'attività verrebbe - come nel caso di questo articolo - considerata a tutti gli effetti come una qualunque altra prestazione professionale tra fornitore e cliente, con tutti gli annessi e connessi di legge... fintanto che è svolta secondo le norme di legge stessa!

Ma ho detto abbastanza; è tempo di leggere per intero codesta amena vicenda per rendersi conto della ragione delle mie elucubrazioni di cui sopra...http://www.repubblica.it/economia/2016/07/08/news/_la_escort_paghi_irpef_e_iva_secondo_il_giudice_tributario_pecunia_non_olet_-143664502/?ref=fbpr

venerdì 8 luglio 2016

KILL THE PIGS!!! (e qualcuno l'ha fatto davvero)


"Gli Stati Uniti sono un paese razzista"
Non l'ho detto io, ma Mark Dayton il governatore del Minnesota, all'indomani del duplice assassinio di stato nei confronti di cittadini neri da parte degli scherani in uniforme.
Non so perché, ma mi pare tanto la classica scoperta dell'acqua calda... gli States sono sempre stati un paese razzista, checché se ne dica, solo che oggi qualunque cosa accada è immediatamente sotto gli occhi di tutti, perché tutti vanno in giro con un cacchio di intelligofonino armato di telecamera.

Solo gli scherani in uniforme che infestano ogni latitudine del globo terracqueo sono così stupidi o tracotanti da non rendersene conto, sicché, ogni giorno che ha fatto dio, le loro malefatte divengono note urbi et orbi alla velocità della luce.
E se è vero che anche le formiche, nel loro piccolo, s'incazzano, può anche capitare che le pecore prendano coraggio, decidano che ne hanno avuto abbastanza e si rivoltino contro i loro aguzzini.

Ed è così che, circa ventiquattr'ore fa, due (o più, come al solito non c'hanno ancora capito una mazza e questo già la dice lunga su quanto possano essere efficienti gli sbirri) o più "cecchini" hanno seccato 5 birri e ne hanno sdraiata almeno un'altra mezza dozzina.

Siamo tornati agli anni '70, quando la parola d'ordine tra i movimenti neri che lottavano per i diritti civili era KILL THE PIGS!!!

Sapete che vi dico? Che per quanto mi riguarda, hanno fatto bene, rientra tutto perfettamente nell'ottica che tanto piace alla becera élite anglosassone protestante bianca a stelle e strisce, così come agli ammassi semoventi di sterco della NRA, quelli che giustificano qualunque massacro in nome del secondo emendamento della costituzione.
Infatti, lo stesso documento fondamentale della Terra degli Idioti afferma che è dovere di tutti i cittadini difendersi contro ogni forma di tirannia che sia esterna o interna.

Visto che gli sbirri e gli sceriffi delle contee, degli stati, delle aree metropolitane e governativi di fatto si comportano come tanti scherani medioevali nei confronti della popolazione residente (specialmente se NON-WASP) l'attacco è dunque pienamente giustificato, mi pare, a maggior ragione quando si viene a sapere che - nella pressoché totalità degli omicidi di neri commessi dagli sgherri WASP - i responsabili se la sono sempre cavata senza alcuna conseguenza... l'insulto aggiunto all'ingiuria, insomma.

Allo stesso modo, credo che la goccia che ha fatto traboccare il vaso sia stata anche la notizia, data di recente, che Timothy Loehmann, lo sbirro che il 22 novembre di due anni fa assassinò a sangue freddo Tamir Rice, di 12 anni (un ragazzino nero, ovviamente) che stava giocando in un parco di Cleveland con una pistola giocattolo, non solo è stato prosciolto da qualunque accusa ma che ha venduto all'asta la pistola con la quale ha commesso l'omicidio per 250mila (leggonsi: DUECENTOCINQUANTAMILA) dollari, segno che i malati non ci sono solo tra le forze del (dis)ordine negli Stati (dis)Uniti.

Credo che, solo per questo, ce ne sia abbastanza, specialmente sapendo come ragionano da quelle parti, non per manifestare o protestare ma per assaltare i distretti di polizia, come nel classico di Carpenter Assault on Precinct 13 del '76.

Ora, sto aspettando di sentire cosa avranno da dire le varie "organizzazioni" (i fottuti lobbisti della NRA in primis) riguardo l'attacco contro i "bronzi"; sarà estremamente interessante sentire il loro "punto di vista" sulla cosa; se appena appena sono coerenti, anche loro non potranno che giungere ad una conclusione: il popolo 'mmerrekano è sotto attacco da parte dei servi della tirannia, quindi c'è solo una cosa che ogni vero patriota 'mmerrekano può fare: KILL THE PIGS!!!

domenica 3 luglio 2016

Pessima idea...

...quella di aver scelto la più celebre anal queen del Belpaese come rappresentante dell'Itajia nella sfida calcistica con i krauti e infatti, come di prammatica, se la semo pigliata bellamente nel culo!!!


P.S. Tra l'altro, la scelta di Madison Ivy come rappresentante della Germania mi sembra abbastanza fuor di luogo, visto che la notoria brunetta fattona sarà pure nata a Monaco di Baviera ma è cittadina statunitense, sicché...

sabato 2 luglio 2016

Chiamiamo le cose COL LORO NOME, banda di ipocriti!

L'ipocrisia imperante nella nostra (cosiddetta) "classe poLLitica", anche di fronte ai morti ammazzati non conosce limiti o incertezze.

Il terrorismo, il male assoluto, la minaccia globale... tutto molto bello, però, non capisco perché si trattengono tutti al momento di dare anche un NOME e un COGNOME a questo generico "terroNismo"... il terrorismo ISLAMICO, perché non ce ne sono altri al momento in lizza, né c'è mai stato nella storia altro terrorismo che abbia colpito indiscriminatamente e su larga scala come il terrorismo jihadista di matrice islamica.

Islamico, macomettano, musulmano, non indù, giudìo, cristiano o animista ma islamico.
Perché, cari i miei signori, è assai difficile combattere il "terroNismo" genericamente inteso: occorre fornirlo innanzitutto di connotazione e provenienza, per sapere dove scovarlo e come farlo fuori.

Ma si capisce benissimo il perché di tanta pruriginosa prudenza: non sia mai che la gGente improvvisamente si svegli e decida di colpo che intrallazzi e interessi della "classe dirigente" e "imprenditoriale" italiota nei vari paesi "benedetti da allah" non valgono la pelle della popolazione generale e scelga piuttosto che è giunto il momento per il governo di prendere l'iniziativa e cominciare a distribuire tante sane legnate a dritta e mancina, fino a che gli scarafaggi in kefiah e bandiera nera non siano stati tutti snidati e sterminati.

Ogni riferimento alle ignave parole del ducetto in pectore fiorentino e di quest'altro pupazzo che siede al Quirinale è assolutamente, VOLUTAMENTE casuale, ovviamente...

martedì 28 giugno 2016

Facciamo un po' di pubblico servizio...

Prendo spunto da un articolo che ho letto quest'oggi, riguardo l'ennesima classifica riguardante le migliori 10 di Roma e provincia, nello specifico, le dieci migliori pizzerie della città.

Mi piace sollazzarmi di tanto in tanto con queste classifiche per vedere se ci prendono ovvero se nell'elenco c'è qualche posto che conosco e/o frequento.

È stato così che mi è caduto l'occhio su un paragrafo, dove l'articolista chiosava sul fatto che, nonostante le prescrizioni di legge, taluni locali, che altrimenti sarebbero stati in cima alla graduatoria, ancora oggi applichino l'odioso (ed illecito!) balzello chiamato pane e coperto.

Neanche a farlo apposta, quasi si fossero messi d'accordo, anche il TG Regionale chiudeva con uno spettacolare servizio a corollario di un fatto di cronaca: l'arresto del gestore di un bar del centro (mai che dicano quale, però, 'sti peracottari, non sia mai che così il cittadino lo evita) per frode ed evasione fiscale, in quanto ha emesso per anni falsi scontrini, eludendo così la modica cifra di 650.000 euro (leggonsi: seicentocinquantamila euro).

Nel servizio di faceva notare non solo come il fenomeno fosse in costante ascesa, specialmente nei locali del centro e/o della (strafottutissima) movida romana ma che - per aggiungere l'ingiuria al danno - ci sono ancora un fottio di locali che applicano ai clienti il summenzionato coperto, pratica proibita per legge.

Se te lo dicono una volta, puoi anche dubitare, ma ben due volte in meno di mezz'ora, la cosa ti fa pensare, sicché ho fatto le mie brave ricerche ed ho così scoperto che, tanto perché le leggi vanno pubblicate, cioè rese di pubblico dominio, nessuno si è evidentemente preso la briga di farlo riguardo la Legge Regionale 21 del 2006 che all'articolo 16, comma 3 così recita:

"Qualora il servizio di somministrazione sia effettuato al tavolo, la tabella od il listino dei prezzi deve essere posto a disposizione dei clienti prima dell'ordinazione e deve indicare l'eventuale componente del servizio con modalità tali da rendere il prezzo chiaramente e facilmente comprensibile al pubblico. 
E' inoltre fatto divieto di applicare costi aggiuntivi per il coperto

Sicché, per quanto mi è dato sapere, quasi 2/3 dei locali che abbia mai frequentato sono di fatto fuorilegge in un modo o nell'altro ma la cosa più bella è sapere così che tra i pochissimi che rispettano la Legge ci sono indovinate chi?
I famigerati e tanto disprezzati locali etnici ed i ristoranti a buffet (o Wok che dir si voglia) cinesi, che di fatto espongono e/o somministrano immediatamente il listino/menù ovvero che non chiedono mai il fottuto coperto!

E bravi gli italici gestori, cialtroni nostrani DOC, facciamoci riconoscere ancora una volta.
Per parte mia, ora che sono finalmente armato degli estremi di legge, al prossimo ladro che osa mettermi in conto servizi, pane o coperto, me lo magno e me lo ricago e se solo osa dire ah! sarà divertente vedere se fa il grosso anche davanti ai gargamella o ai canarini... pardon, volevo dire ai carabinieri e ai finanzieri.

Ora che lo sapete anche voi, segnatevi tutto ed estote parati!

domenica 19 giugno 2016

9mm, .38.. Tanto è tutta la stessa roba, no?


La cosa che più mi urta in assoluto degli autori anglosassoni di libri sui nostri amati giocattoli che fanno il botto è che si dividono regolarmente in due categorie, con poche, rare eccezioni; da una parte gli esperti a stelle e strisce, quelli che ¾ del testo riportano le loro (opinabili) opinioni, obliando di riportare i dati di fatto ovvero anche l'opinione altrui, dall'altra i britoni, in genere molto briosi e scorrevoli nella lettura ma che hanno un piccolissimo, insignificante difetto: ce ne fosse uno che si degnasse di riportare sulle schede tecniche a corredo dei vari pezzi illustrati lo stramaledetto calibro (e intendo nel senso di munizione impiegata, non di dato dimensionale nominale).

Uno dei volumi PIÙ COMPLETI e meglio
prodotti in assoluto... e non è una pubblicazione
ufficiale ma un SUPPLEMENTO di GIOCO!
Oh, ce ne fosse uno che lo riportasse e quando capita (alleluia!) pare più un caso che una cosa voluta.
Il problema (grave, a mio modesto parere) per chiunque si occupi di oplologia è che non si salvano nemmeno molti scrittori considerati delle autorità in materia.

Ora, se per i primi uno può anche turarsi il naso e tirare avanti arrivando al sugo della questione (sperando che – anche in questo caso – non prendano fischi per fiaschi), per i secondi la cosa dopo un po' manda veramente in bestia, specialmente quando si parla di armi obsolete o comunque desuete, non più facilmente reperibili sul mercato.
Perché se il “pezzo” è attuale, è assai facile determinare il calibro, visto che – a parte casi particolari – attualmente le munizioni impiegate sono una manciata e sempre le stesse.

Invece, per quanto riguarda le vecchie armi, particolarmente quelle prodotte tra il 1870 e il 1950 (quando la situazione, con l'insorgere della guerra fredda si è...stabilizzata) la situazione è veramente un disastro, specialmente per quanto riguarda le armi civili, dove i calibri nominali erano sempre gli stessi ma in realtà differivano per i dati dimensionali e (ovviamente) le prestazioni.
Uno dei pochi volumi che - almeno per le armi corte
NON tratta esclusivamente armi militari e l'ultima
edizione curata personalmente da Ian V. Hogg...

Perciò, dico io, autore mio bello che pubblichi anche per testate e/o collane specializzate, cosa ti costa riportare con dovizia di particolari anche le munizioni impiegate da questi giocattoli?

La cosa che poi lascia basiti è che uno dei pochissimi autori (americano, per giunta) che abbia mai fatto un lavoro veramente degno di nota, non l'ha fatto per una pubblicazione professionale bensì per un settore che nessuno si aspetterebbe mai; si tratta di Kevin Dockery, che a parte un curriculum di tutto rispetto, ha pubblicato i suoi primi libri nei primi anni '80 come guide ludiche per i famigerati giochi di ruolo, che in quel periodo muovevano i primi passi ed avevano bisogno, per così dire, di una guida ragionata che sfatasse un po' di miti (principalmente di matrice hollywoodiana) sulle armi da fuoco di ogni tipo, ordine e grado ad uso e consumo dei giocatori che si avventuravano nel mondo ludico.

Questo è un altro "testo sacro" che
chiunque si interessi di armi dovrebbe
avere nella sua biblioteca...
Ovviamente il Kevin internazionale ha replicato nel corso degli anni anche in testi tecnico-storici destinati a ben altro pubblico, dimostrando coi fatti che è possibile realizzare un manuale degno di questo nome, senza infarcirlo di aneddoti o opinioni personali (leggi: fregnacce!) ed infatti quei volumi li conservo con la stessa cura della Bibbia.

L'altro (britone) allo stesso livello ma che, purtroppo, ha abbandonato ormai da un bel pezzo questa valle di lacrime, è il mai troppo compianto sir Ian V. Hogg un vero e proprio guru che ha avuto – anche lui – i suoi alti e bassi ma che – almeno quando ha lavorato per editori specializzati come la Jane's Defense Group (della quale fu editor fino al 1994) – è sempre stato a dir poco certosino nel riportare tutte le informazioni pertinenti e reperibili, specialmente il tanto negletto dato delle cartucce esplose dall'arma in questione.

È per questa ragione che – anche qui – conservo gelosamente le Jane's Guns Recognition Guides specialmente i volumi più vecchi (quelli scritti dal nostro di suo pugno), perché sono gli unici volumi pubblicati nel Regno (dis)Unito che riportino (quasi) sempre i dati completi, compreso il calibro!