Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

domenica 10 febbraio 2013

Che banda di ipocriti cialtroni...


Che questo sia un paese di bacchettoni ipocriti e benpensanti credo sia ormai un dato acquisito, ma che anche quelli che (a parole) vogliono castigare ridendo mores, autoproclamandosi paladini del senso comune nel senso di voler svergognare in piazza gli italici malcostumi e le storture su cui campa questo paese, si rivelino alla fine degli emeriti sepolcri imbiancati attenti a non urtare il comune sentire (o meglio ancora, i dictat del colle – no, non del Quirinale ma di quello Vaticano) non mi sta più tanto bene, a maggior ragione quando questi begli esempi ci vengono dati da chi si è costruito (a tavolino) la fama di essere una trasmissione di denuncia.

Parlo delle famose (o meglio, famigerate) Iene televisive, che si sono da sempre fregiate di essere i paladini del politically uncorrect rivelandosi invece per quello che sono: un branco di servetti prezzolati al soldo del padrone... il problema è cercare di capire chi sia il padrone, o meglio i padroni visto che – a mio modesto parere – ne hanno più d'uno.

Tutto è cominciato con un servizio sulla prostituzione nella terra dei Krauti che mi è stato segnalato da un amico. Dal momento che chi mi segue – dentro e fuori il web – sa benissimo come la penso sull'argomento, pare che tutti i miei amici e conoscenti facciano a gara nello scovare e ritrasmettermi tutti i video che riescono a trovare sul web.

L'ultimo di questi era ripreso proprio dalla famigerata trasmissione Le Iene di Italia 1 ed è andato in onda, a quanto ne so, il 2 maggio del 2012 (roba recente, quindi); trattava, come s'è detto, dello scottante argomento facendo vedere come viene praticato il mestiere più antico del mondo in Germania, all'indomani (si fa per dire) della liberalizzazione e depenalizzazione dell'attività di meretricio nella terra di Goethe.

Già da questo incipit ho capito subito che si stava andando a calpestare un oceano di cacca, perché la prostituzione in Germania è legale da tempo immemorabile... ciò che è stato fatto, semmai, è legalizzare l'unica attività che è sempre stata proibita in quel paese dai tempi del Terzo Reich (per quanto riguarda la Repubblica di Weimar infatti non ho notizie attendibili), cioè l'apertura di bordelli, case di tolleranza, lupanari, postriboli, case chiuse, chiamatele come cacchio volete.

È stata questa la brillante mossa del governo teutonico: consentire ad imprenditori privati di aprire e gestire postriboli a norma di legge, con tanto di prelievo fiscale, controlli sanitari e via discorrendo, un modo assai efficiente per combattere efficacemente il fenomeno, altrimenti incontrollabile, dello sfruttamento della prostituzione, che sta invece martoriando paesi che fino ad oggi sono sempre stati considerati all'avanguardia in questo campo come – ad esempio – l'Olanda, dove recenti ricerche hanno stabilito che – soprattutto per quanto riguarda le ragazze dell'Est Europa, quasi i ¾ delle prostitute che esercitano nei famosi distretti a luci rosse delle città olandesi, siano di fatto delle schiave soggette alle vessazioni di protettori e magnaccia, né più e né meno di quanto accade (purtroppo) spesso e volentieri anche alle nostre latitudini.

Va da sé che nel paese dei tulipani la costituzione di bordelli o case di tolleranza è assolutamente proibita, quindi il controllo che le forze dell'ordine possono (o vogliono) esercitare è assai sporadico e a macchia di leopardo e conseguentemente inefficace.

Tornando ai crucchi, il servizio faceva vedere un lussuoso locale, una specie di spa o centro benessere con tutti i crismi, completo di sauna, docce, vasche per idromassaggio, sale massaggi e anche una sala relax con buffet annesso, dove succulente e discinte hostess vagano come api di fiore in fiore, cercando il cliente da rimorchiare per una bella marchetta, che viene poi consumata nelle camere – appositamente attrezzate – al piano superiore.

Tutto molto lindo, molto bello... peccato che questa sia solo una delle tante facce della medaglia, quella più fighetta, patinata e trendy, per gente che ha soldi da spendere, insomma, visto che in questi posticini ci sono solo pezzi di gnocca di primissima scelta che prendono dai cinquanta euro in su per una mezz'ora di... lavoro e che solo per entrare occorre pagare un biglietto piuttosto salato (quello imposto dal locale in questione si aggirava sui sessantacinque euro, se non ricordo male), mentre le... consumazioni sono a parte...

La realtà è che esistono numerosissime tipologie di locale, da quelli più alla buona a quelli più deluxe, da quelli che sono semplici, classici bordelli vecchio stile a quelli che incorporano all'interno bar, ristoranti e birrerie, alle sale relax ai centri benessere appunto.

Solo che a questi marpioni di Italia Uno faceva più comodo far vedere il top della linea che la tipologia più classica (e diffusa), quella dove entri, paghi, scopi e te ne vai.
Poi ci sono le tipologie intermedie, dove paghi un fisso all'ingresso e poi puoi fare quello che vuoi per quanto tempo vuoi... ovviamente il prezzo varia in base al servizio richiesto (o erogato, perché non c'è uno standard accreditato) e (immagino) alla qualità delle entreneuse.

Tornando a bomba, quello che mi ha fatto storcere il naso è stato in primo luogo questa... distorsione della verità operata dagli ero(t)ici inviati delle Iene e in secondo luogo la loro farisaica modestia nei confronti dello spettatore italiano.
Nel servizio infatti intervistano prima il proprietario/manager del locale e poi una delle ragazze che vi lavorano, scelta appositamente per fare da cicerone (assolutamente anonima e con tanto di maschera sul viso) in quanto dotata di una padronanza delle lingue notevole.

E qui viene il bello, perché entrambe le interviste, sottotitolate in italiano sono state rilasciate in inglese lingua che anche qui da noi capiscono in parecchi.
E qui casca l'asino, perché ascoltando le risposte e leggendone la traduzione a video mi sono reso immediatamente conto che qualcosa non andava... voglio dire, non è che abbiano stravolto il senso delle risposte, ma è stato il lessico adottato che mi ha fatto girare le palle.

Perché, per esempio, alla domanda tipica (e idiota) “ma cosa fate poi in queste stanze con i clienti?” (risposta: e cosa cazzo vuoi farci, visto che siamo in un lupanare – di lusso, ma sempre di un lupanare si tratta – brutto idiota che non sei altro?) la ragazza molto cortesemente risponde: “si danno baci normali (perché, esistono anche quelli anormali?), ci si accarezza, si fa sesso orale e sesso normale (ancora co'sta storia del normale!?)”.

Peccato che la risposta originale (in inglese) fosse invece: “kissing, petting... blow jobs of course and fuck...” cioè: pacchiamo, spompiniamo e (ovviamente) scopiamo...

OMMIODDIO!!!

ma che davvero? Che brutte cose... ora mi domando e dico: perché distorcere le risposte, pensate forse che in Italia siamo tutti un branco di bambocci cerebrolesi che non sanno come vanno certe cose e che si scandalizzano per un... pompino, quando poi tutti i giorni che ha fatto dio abbiamo i nostri amati politicanti che sparano sfondoni ad ogni ora del giorno e della notte, davanti a tutti e che fottono con il culo degli italiani da mane a sera?

Banda di ipocriti saccenti, supponenti e soprattutto mistificatori della realtà; mai che ci sia una volta che ce la contino giusta, ma sempre addolcita e addomesticata a loro uso e consumo.
Che poi, mi sono chiesto, che senso ha fare questo bel servizio carino e pulito?
Serve forse ad aprire la strada perché anche in questo cazzo di paese si possano aprire lupanari come quello mostrato in TV, bello, lindo, tranquillo e per ricchi?

Volevate vedere delle vere PUTTANE!? Eccovele servite su un
piatto d'argento: le trovate tutte le settimane su ITAJIA UNO!
Che bisogno c'è, visto che già ci sono, in Italia, specie nel ricco nordest, con una sola piccola differenza: che qui da noi strutture del genere al momento sono illegali e quindi che chi ci lavora, li gestisce o li frequenta commette un reato penale per il quale rischia l'arresto in flagranza, la carcerazione ed il rinvio a giudizio.

Solo che è altrettanto noto chi sono in genere gli avventori di questi stabilimenti.

E non siamo né io, né voi...

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