Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

lunedì 4 febbraio 2013

Ancora sull'F-35B...

Ulteriore dito nella piaga ad opera della premiata redazione di Presa Diretta, la trasmissione di approfondimento ed inchiesta di Rai3 che ha sostituito la notoria (o meglio, famigerata, dopo le bufale sesquipedali che ci ha rifilato nella scorsa stagione televisiva) Report riguardante l'affaire F-35B tornato prepotentemente alla ribalta negli ultimi giorni.

La trasmissione andata in onda ieri è stata vieppiù rivelatrice ed ha confermato i miei peggiori sospetti su un progetto che da sempre puzza di bruciato dandomi anche da pensare, perché delle due l'una: o sono improvvisamente diventato un ingegnere aeronautico senza manco saperlo ovvero sono un profeta al pari della mitologica Cassandra e come lei destinato ad essere snobbato quando esprimo il mio parere.

Quello che mi è particolarmente piaciuto è stato che Riccardo Iacona, invece di andare a sentire i tanti (troppi) esperti del Belpaese che – a parte qualche mostro sacro come il direttore della Rivista Italiana Difesa, Andrea Nativi – erano tutti più che entusiasti riguardo l'acquisizione da parte della AMI del nuovo “supercaccia” (delle mie ciabatte), è andato direttamente negli States per ascoltare il parere di Pierre Sprey.

Chi è costui? Semplicemente il padre della generazione di supercaccia che ha dominato i cieli di tutto il mondo dagli anni '70 ad oggi, l'ingegnere che assieme al padre della moderna tecnica di combattimento aereo – John Boyd – progettò e fece approvare l'ingresso in servizio nientemeno che del F-16, l'aereo contro il quale vengono misurate le prestazioni di qualunque caccia attualmente in servizio.

Tornando a bomba, la tesi, supportata anche (soprattutto) dai precedenti governi(cchi) italioti, per l'adozione senza se e senza ma di questa ignobile macchinetta mangiasoldi, è che avrebbe portato importantissime ricadute dal punto di vista tecnologico e soprattutto occupazionale; dati alla mano – s'è rivelata un'immane inculata per le italiche finanze e per la reputazione dell'industria aeronautica nazionale, dal momento che – nonostante l'Italia abbia già versato nelle rapaci casse della Lockeed Martin la bellezza di DUE MILIARDI DI EURO a scatola chiusa per acquisire lo status di partner di primo livello – il team di ingegneri della Alenia/Finmeccanica è stato praticamente esautorato da ogni riunione di primo livello dove si discutevano i dettagli ed il know-how tecnologico per il nuovo velivolo; in pratica, cacciate i soldi ma levatevi dal cazzo che lo sappiamo noi com'è che si progetta un aereo, mentre voi non capite un cazzo.

Dalle mie parti, dopo un trattamento del genere, ci si alza dal tavolo, si mandano a'fanculo tutti i gentili partecipanti e si chiedono indietro i soldi ovvero si alza un casino tale da mandare a vacche l'intero progetto e tanti saluti al secchio.

Non dico che sia il meglio del meglio ma almeno lo ABBIAMO FATTO NOI
e soprattutto costa (tutto compreso) meno della metà di quell'orrido cesso (non)
volante del F-35...
Ah, ma si parlava di ricadute occupazionali, no?
Si, come no: di fatto all'italietta spetta il compito di assemblare le ali di questo avvoltoio mangiasoldi ma non per tutta la produzione, bensì solo degli apparecchi destinati all'Italia e all'Olanda (sempre se gli olandesi vorranno continuare ad acquistare gli aerei che hanno ordinato – sulla carta).
In tutto parliamo quindi di quanti operai (specializzatissimi!) per questa... immane opera di industrializzazione ad alta tecnologia?

Centotrenta... forse, se va tutto bene.

Ma come, non avevano parlato di almeno diecimila nuovi posti di lavoro?

E invece, se tutto va bene, al massimo lavoreranno a pieno regime nemmeno un terzo degli operai preventivati, operai che – tra l'altro – sono tutti già sul libro paga di Finmeccanica, altro che nuovi posti di lavoro.

E nonostante queste idilliache prospettive il governicchio presieduto dal nuovo che avanza (leggi: il ducetto di Arcore) si è calato le braghe davanti agli ameridioti e altrettanto, anzi, peggio, ha fatto il direttorio presieduto da Mario Monti, che non solo ha confermato nel silenzio generale l'acquisizione di 90 aerei a fronte di un investimento lievitato da 13 a 20 miliardi (ulteriori) di euro ma il signor ministro della Difesa, l'ex ammiraglio Giampaolo Di Paola, s'è incazzato come una belva, quando qualcuno ha timidamente fatto notare che – dopo tutte le porcate che sono state fatte nel corso degli ultimi 15 mesi con i soldi pubblici a favore di banche, intrallazzatori e faccendieri vari, con un aggravio spaventoso di spesa per le casse pubbliche mai registrato in 150 anni di storia patria – forse non è il caso di buttare altri soldi dalla finestra per acquistare qualcosa più dannosa che inutile, come il fantomatico supercaccia made in USA.
L'altra clamorosa "supersola" made in USA accanto al suo ben più blasonato predecessore: F-22 contro F-16

Di fatto (quasi) tutti i Paesi che hanno originariamente partecipato al progetto (si fa per dire) si sono sfilati da questo suicidio economico annunciato fuorché noi e (ovviamente) il Pentagono, con buona pace degli analisti più blasonati che stanno rumoreggiando perché la neo-rieletta presidenza Obama mandi definitivamente a cagare la lobby che mangia alla greppia della Lockeed, specie dopo il flop colossale di quell'altra immane bufala che è stato lo F-22 Raptor che – a conti fatti – finora è stato in grado solamente di rapinare le casse dello stato, visto che il suo rapporto costo-efficacia è (o meglio, era, visti i brillanti risultati del suo successore) uno dei peggiori in assoluto da che esiste l'aeronautica negli States, come non si vedeva dai tempi del XB-70 Valkirye uno dei più costosi (e fortunatamente mai adottati) bombardieri di tutti i tempi.

Che poi il bello è che perfino il falco repubblicano John McCain avversario di Obama alle elezioni presidenziali del 2008, che ha una fortissima influenza sul partito, è un nemico giurato del Progetto F-35, che ha sempre reputato una immane cazzata... e se lo dice lui...

Tornando all'impietosa presentazione di questa specie di... disastro volante che è lo F-35, siamo così venuti a sapere tante cosucce, che ci sono state artatamente nascoste, direttamente dalla viva voce dell'ingegner Sprey, in particolare riguardo la versione che noi abbiamo acquistato; tanto per cominciare, il velivolo è mal progettato dall'inizio, in quanto si è voluto metterci dentro tutto e il suo contrario: non si può pretendere da un solo aereo di essere allo stesso tempo un intercettore, un assaltatore, supersonico, invisibile ai radar, a decollo/atterraggio verticale e che magari faccia anche il caffè... semplicemente nella migliore delle ipotesi non riuscirà a fare una cosa fatta bene.
È una questione di logica e realismo, ci arriva anche un idiota; come dicono gli antichi: chi troppo vuole, nulla stringe.

Ma davvero 'sta specie de copricapo costa DUE MILIONI di dollari!?
Visto come funziona bene, poi... proprio soldi spesi bene...
Il risultato finale l'abbiamo davanti agli occhi: il nuovo “supercaccia” ha la manovrabilità di un mattone (e tanti saluti all'intercettore), è fragile e a rischio esplosione anche se viene colpito da un Kalasnikov (alla faccia dell'assaltatore/cacciabombardiere), ha una visibilità di merda (e così ci siamo giocati anche il caccia) e soprattutto non può eccedere Mach 1,6 altrimenti... gli va a fuoco la coda a causa dello scarico del reattore che è posizionato a cazzo di cane!

A questo aggiungiamoci che – per essere un caccia imbarcato – è risultato strutturalmente troppo debole per sopportare il lancio da una catapulta (addirittura il gancio si è spezzato lasciando l'aereo sul ponte, mentre la catapulta se ne andava per i fatti suoi) mentre in caso di appontaggio su una portaerei, il gancio che deve impegnare il cavo di arresto è troppo corto/posizionato male per fare il suo dovere, col risultato che l'aereo lo liscia platealmente rischiando di finire a mollo ogni volta che prova ad atterrare.

Visto che poi non ci facciamo mancare niente, il punto più debole dell'intero progetto è proprio la mente del velivolo: l'interfaccia uomo/macchina; l'abitacolo è privo di strumentazione, tutti i dati di volo vengono proiettati sul casco del pilota (che tra l'altro costa “solo” due milioni di dollari a pezzo); tutto questo è molto figo ma vuol dire che, in caso di guasto o danneggiamento del casco, il pilota è cieco e sordo ovvero l'aereo non può essere pilotato.

Vista la pessima visibilità che si ha dall'abitacolo, specie nel settore posteriore, sullo stesso disgraziatissimo casco vengono convogliate anche le riprese delle varie telecamere poste ai vari angoli della fusoliera per completare la situational awareness del pilota... peccato che la trasmissione avvenga con quasi 1/8 di secondo di ritardo rispetto alla realtà... può sembrare una cazzata ma senza andare troppo lontano, provate a pensare a cosa succedeva quando si giocava online agli sparatutto in soggettiva come il celeberrimo Counterstrike: lì bastava uno scarto di 1/50 di secondo per essere fatti fuori senza aver non dico sparato un colpo ma nemmeno aver visto il nemico; chi aveva il ping più vicino allo zero, vinceva, punto.
Volete un vero supercaccia? Ecco l'ultimo nato di casa Sukhoi il T-50 PAK-FA
e il bello è che non solo QUESTO vola, ma costa esattamente la metà di un F-22
e 1/4 di un cazzo di F-35!

Immaginate ora una cosa del genere mentre si vola in mezzo ad una mischia a velocità supersonica dove i tempi di reazione si misurano in attimi anziché in minuti e secondi...

Ultimo argomento, ma non per questo meno importante, è la faccenda della furtività dell'aereo, la famigerata tecnologia stealth... a parte che è stato abbondantemente dimostrato coi fatti che un aereo invisibile non esiste tant'è che i famosi F-117 li hanno tirati giù pure gli ottentotti con le cerbottane, il fatto stesso di avere un caccia invisibile non ha senso dal momento che, se deve dare la caccia (da qui il nome) ad un altro aereo, a meno di avercelo davanti agli occhi il pilota deve necessariamente usare un qualche tipo di sensore attivo per rilevare il nemico e quello più usato in assoluto in aeronautica è il radar... ma anche i sassi capiscono che, nel momento in cui lo accendi per guardarti intorno diventi automaticamente un faro per qualunque rilevatore di onde elettromagnetiche, sputtanando automaticamente qualunque forma di... invisibilità che l'aereo possa avere.

Quindi se la cosa ha un senso su un bombardiere puro che deve potersi infiltrare tra le difese nemiche senza farsi beccare, non ha alcun senso su un cacciabombardiere o peggio un intercettore, questo con buona pace di tutti gli amanti del hi-tech fine a sé stesso.

Ciliegina sulla torta (e ultimo chiodo sulla bara del F-35) è il cuore del sistema arma/aereo: il software che governa e controlla ogni aspetto della macchina, dall'inviluppo di volo al rilevamento dei bersagli, al tiro delle armi: quello (difettoso, tra l'altro) del F-22, costato miliardi in sviluppo, è composto da più di 1,6 milioni di righe di comando... quello (preventivato) del F-35 sarà composto (sempre se riescono a scriverlo) da più di 9 milioni di righe, praticamente – tanto per fare un paragone – è come passare da Windows 3.11 a Windows 7 in un unico passaggio e pretendere anche che funzioni!

Il tutto alla modica cifra (per il momento) di 175 milioni di euro a velivolo (per il solo aereo, esclusi quindi i costi per l'armamento e la manutenzione) contro i 90 che ci è costato finora l'Eurofighter Typhoon tra ricerca, sviluppo e produzione; solo che di ricadute tecnologiche/occupazionali il Typhoon ce ne ha date parecchie, visto che l'abbiamo progettato in partnership ma ce lo siamo costruito noi dall'inizio alla fine, mentre di questi fantasmatici F-35B non ne abbiamo ancora visto manco uno in volo sui nostri cieli... meditate, gente, meditate.

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