Ovvero: le tre cose che muovono il mondo!

Come ebbe infatti a dire Rudyard Kipling in tempi non sospetti: "Tre sono le cose che muovono il mondo: Donne, Cavalli e Guerra" il che, tradotto in termini moderni vuol dire: Donne, Motori e Armi da fuoco!

WELCOME TO THE MAYEM!

mercoledì 27 febbraio 2013

martedì 26 febbraio 2013

Ok, lo ammetto... sono piuttosto depresso...


E lo sareste anche voi se vi steste sbattendo da mesi per ogni dove alla ricerca di qualcosa che vi interessa molto e invece dell'amato bene non riceveste altro che mazzate sulle gengive e/o calci nelle palle.

Sarò io che so' fissato, posso anche ammetterlo, però, porcacciaquellatroiadieva, è mai possibile che non si trovi in giro nulla che non rientri nelle seguenti tre categorie della morchia, morchia antica e morchia costosa?

Parlo ovviamente di quello che ormai è divenuto un chiodo fisso per il sottoscritto: pubblicazioni (cartacee, elettroniche, come cazzo vi pare...) di scienza e tecnica armiera che non riguardino sempre e solo le ultime produzioni uso militari del mondo, ovvero che non siano un compendio di stronzate fatto senza costrutto e a cazzo di cane...

Anche il mio ultimo (incauto) acquisto – la Jane's Guns Recognition Guide edizione 2008 – in fin dei conti non è che un concentrato di quanto attualmente gira per il mondo, sempre e solo in termini di quello che è a disposizione delle forze del (dis)ordine, formazioni guerrigliere, terroristiche, paramilitari e militari tout court... è mai possibile che non ci sia una pubblicazione che sia una che riguardi armi corte e/o lunghe, antiche e/o moderne/contemporanee, di uso comune per così dire, che non sia stata scritta nella seconda metà del secolo scorso, che non sia un compendio di pippe mentali dell'autorone di turno ovvero che non costi un rene?

Sempre se poi non trovi la sorpresa e scopri una volta che ce l'hai a casa che si tratta di roba riveduta e (s)corrette del secolo scorso a base di raspe mentali ma riconfezionata in modo tale da mantenere il prezzo alto...

Voglio dire, è imbarazzante constatare come – a partire dalla fatidica data del 11.09.2001 – non sia più stato pubblicato un libro di oplologia degno di questo nome; tutto quello che si trova in giro di appena decente o valido è antecedente, sempre e comunque, a questa data: è come se l'amministrazione di Giorgino Boscaglia avesse imposto un diktat sulla pubblicazione di libri seri sull'argomento... e non parlo solo di armi da fuoco, perché la storia comprende anche tutto il resto del panorama tecnico-bellico: mezzi blindati e corazzati, aerei e navi, artiglierie, missili e razzi e qualunque altra cosa vi venga in mente.

Non c'è un volume post-2001 sull'argomento che valga la carta sulla quale è stampato... e posso affermarlo senza tema di smentita perché nella mia follia, anni fa, ho acquistato perfino i mastodontici tomi della Jane's quelli che di solito vengono forniti/acquistati solo dalle biblioteche degli enti militari e/o dai vari ministeri/dipartimenti della difesa/sicurezza nazionale... eppure anche lì, il vuoto pneumatico, nel senso che non ce n'è uno di questi libri (il cui costo viene valutato in centinaia di euro/dollari a volume!) che riporti informazioni esaustive e/o soddisfacenti sui pezzi trattati.

Certo, si sa che i terroristi e i rivoltosi di tutto il mondo sono lì, davanti alle stamperie, che sbavano in attesa di mettere le mani sui segreti degli arsenali di tutto il mondo, così come si sa benissimo che se uno vuole informazioni certe e di prima mano su qualunque cosa, basta che si rivolga ad internet, no?
Non è quello che ci hanno inculcato da 12 anni a questa parte le illuminate menti che si nascondono dietro quei programmi di successo, autentiche fonti del sapere, come NCIS, JAG e Numb3rs?

Cazzate, cazzate e ancora cazzate per bimbominchia stupidi e decerebrati, non si trova assolutamente un cazzo di informazione attendibile sul web, anzi, dirò di più: a ben vedere, mi sa tanto che (vista l'origine ameridiota al 99,9% di queste “informazioni”) tutte le panzane che vengono pubblicate in rete non siano altro che un fuorviante specchietto per le allodole, per far si che chi anche solo si azzardi a metterle in pratica (sapete com'è, la madre dei cretini – come quella delle teste di cazzo – è perennemente incinta) quanto meno si elimini spontaneamente dal pool genetico evitando così di inquinarlo ulteriormente procreando un altro idiota par suo... questo se è fortunato!

Resta il fatto che, se si vuole sapere qualcosa di attendibile sulle ultime produzioni ovvero sulle armi antiche, non si sa più dove girarsi, visto che le uniche pubblicazioni degne di questo nome sono state fatte scomparire ad arte ergo vengono vendute a prezzi tali che in confronto l'antiquariato Luigi XIV è a buon mercato...

venerdì 22 febbraio 2013

Ah, ma allora è un vizio!...


Ecco le belle facce da cazzo dei due sgherri autori della...
ero(t)ica azione di questo post...

Ultim'ora proveniente dal Messico, paese già protagonista in passato di casi analoghi, a base di sbirri corrotti e giovani donne che sono costrette a subirne gli abusi.
Questa volta non abbiamo però un video a testimoniare lo scempio ma l'arresto di due dei responsabili, agenti di polizia in servizio a Plaja del Carmen, località balneare dello Yucatan, mentre un terzo – guarda un po', un funzionario – è ancora uccel di bosco ma attivamente ricercato dalle autorità con le accuse di concussione, abuso di potere, violenza privata, percosse e violenza sessuale.

Movente dello stupro di gruppo – perché di questo si tratta – il rifiuto da parte di una ragazza italiana, che non si è ancora capito se sia una turista ovvero residente in Messico, di pagare agli sgherri una mazzetta di 3.000 pesos per chiudere gli occhi sul gravissimo reato commesso dal boyfriend della ragazza, beccato – alle quattro di mattina, badate bene! - fuori da un noto locale del posto, mentre si faceva una... sana pisciata in un vicolo (ah, vi ho beccati porcelli! Avevate subito pensato male, eh!?).

Com'era già accaduto mesi fa – ricordate? Ne avevo scritto anch'io su questo blog – nel caso della presunta ladruncola cui gli sbirri hanno fatto la festa in caserma, anche qui gli ero(t)ici tutori del (dis)ordine pretendevano una dazione – in natura, allora, in denaro adesso – per non fare il loro (supposto) dovere e trarre in arresto i “colpevoli”...

Al rifiuto dei due di cedere a quella che era chiaramente una richiesta di pizzo, gli scherani sono passati alle vie di fatto: hanno immobilizzato (per quanto è dato sapere al momento) l'uomo e hanno fatto allegramente la festa alla ragazza, tutto coram populo e sulla pubblica via, nella tracotante sicurezza che tanto nessuno avrebbe mai osato denunciarli... peccato che le merde in divisa non avevano a che fare – com'è loro solito – con una coppia qualunque di chicanos ma con due cittadini stranieri (manco a farlo apposta, nostri connazionali) che evidentemente non gliel'hanno mandata a dire e hanno denunciato il fatto alle autorità, ivi comprese quelle del nostro consolato in loco e dell'ambasciata di Città del Messico, con le conseguenze che oggi sappiamo.

Speriamo solo che non finisca tutto a tarallucci e vino ma che, per una volta, la giustizia faccia veramente il suo corso, non limitandosi all'espulsione dal corpo dei responsabili (com'è stato nel caso della spogliarellista messicana dell'altra volta) ma a sbatterli dietro le sbarre per un congruo numero di anni, come i delinquenti da quattro soldi che sono.

Per quanto mi riguarda, ero e resto dell'idea che in certi paesi non bisognerebbe nemmeno metterci piede, fintanto che perdurano questi stati di cose, specie in quei posti dove le cosiddette forze del (dis)ordine spadroneggiano (quasi sempre) impunemente ovvero dove imperversano gruppi e gruppetti politici o etnici che rapiscono, stuprano, uccidono e saccheggiano senza colpo ferire stranieri e turisti (qualcuno ha pronunciato la parola Kenya?).

Questa gente campa proprio grazie ai buoni auspici dei tanti stranieri (europei in primis) che vanno in giro per l'orbe terracqueo a buttare in viaggi i propri quattrini ma dal momento che le popolazioni residenti non sono in grado, non dico di apprezzare, ma nemmeno di starsene buoni e zitti e sopportare gli odiati invasori nemmeno per il tempo minimo strettamente necessario, per quanto mi riguarda possono tranquillamente continuare a cuocere nel loro brodo e crepare di fame, se è quello che vogliono: il funerale è il loro, che muoiano pure felici.

mercoledì 20 febbraio 2013

Ecco un altro ero(t)ico Salvatore della Patria...


Mi ero ripromesso tempo fa di non partecipare in alcun modo alla bagarre elettorale, visti anche i miei precedenti (su altri lidi) e la cagnara che immancabilmente seguiva ai miei post, dal momento che – quando tocchi determinati argomenti, o meglio determinate persone – tanto perché viviamo (in mera teoria) in una repubblica democratica, commetti automaticamente i reati di lesa maestà e di opinione, alla faccia della libertà di espressione e di pensiero sancite dalla carta costituzionale.

Però quando è troppo è troppo e il troppo stroppia sempre, a maggior ragione quando si parla degli autoproclamati salvatori della patria, specie quando sono saccenti e auto referenziati, salvo poi smerdarsi da soli per la troppa tracotanza, rivelandosi per quello che sono in realtà: millantatori che fino all'altro ieri hanno mangiato alla greppia del padrone, promuovendo lo smantellamento del pubblico a favore del privato, con i brillanti risultati che sono oggi sotto gli occhi di tutti.

Ogni riferimento ad Oscar Giannino è assolutamente, volutamente casuale.

Che credibilità può avere uno che non fa altro da più di un anno che sparare a zero sulla (inetta e rapace) classe dirigente, sul govern(icchi)o dei ragionieri di banca al soldo del potere economico e finanziario costituito, quando poi lui per primo è una canaglia?

Che poi il peggio è che a sbugiardarlo sono stati proprio i suoi pari e consociati dopo le vaccate che ha detto coram populo – sperando, evidentemente che passassero inosservate o che venissero presto obliate – riguardo le sue... brillanti esperienze di studio all'estero.

Ma quel che è peggio è che – una volta smascherato – al pari dei tanti, troppi cialtroni che tuttora siedono in parlamento, ha pensato bene di prodursi in un esempio da manuale di italico scaricabarile, mettendo in mezzo “un suo collaboratore” per aver scritto cazzate sul web... peccato che quelle cazzate si siano rivelate una verità assodata, nel senso che le vere stronzate le ha messe proprio lui nero su bianco sui curricula che ha sbandierato per mezzo mondo.

A casa mia, quando si vuole fare il castigatore dei costumi altrui bisogna prima di tutto essere irreprensibili e senza macchia ovvero in alternativa, essersi assicurati di aver fatto sparire per sempre qualsiasi appiglio per il nemico, non andare in TV e sparare minchiate davanti a milioni di italiani sperando di farla franca.
Che non lo sa, questo pezzo di... galantuomo che – come in tribunale – qualunque cosa tu dica, specie se si è in campagna elettorale, può essere e sicuramente verrà usata contro di te?

E lui, il genio dell'economia, il nuovo Taylor de no'antri che fa? Serve la sua crapa pelata al nemico su un piatto d'argento...

Ma quello che mi fa più specie, è che non sono stati i suoi avversari a svergognarlo ma proprio i suoi stessi compari, che evidentemente, da altrettanto bravi e saccenti professorini, si sono sentiti piccati e sminuiti dalle affermazioni di cotanto genio.

A questo punto mi viene da chiedermi una cosa sola: come facciamo ad essere sicuri che il nostro ero(t)ico Cincinnato dei poveri abbia davvero mai avuto i titoloni di cui si è fregiato finora e che gli hanno permesso di condurre la sua bella vita, pagato a suon di migliaia di euro, per dare il suo augusto parere sui maggiori mezzi di comunicazione nazionali?

Quante altre cazzate ci avrà fatto digerire in questi anni?

Povera Itajia, altro che fermare il degrado, ormai non siamo più nemmeno in ginocchio!
Lo so, in questo sono prevenuto e partigiano, ma a me – figlio di servitori dello Stato – ed io stesso (ex)dipendente pubblico, questo stronzetto sabaudo con baffo e cravattino da gentiluomo austro-ungarico fin de siècle m'è sempre stato sul gozzo, da quando se ne uscì con lo slogan meno Stato, più privato appoggiando in toto il liberismo selvaggio (o meglio, selvatico, visto che si sono dimostrati tutti, nessuno escluso, un branco di bestie atte soltanto a sbranare il Paese per ingozzarsi alla faccia nostra) del ducetto di Arcore, salvo poi mordere la mano che l'ha nutrito finora con questa boutade di partitino per partecipare alle elezioni e fare poi cosa?

Insediarsi in pianta stabile su uno scranno di Montecitorio a 20,000 euro al mese e 'sti cazzi del popolo italiano e del Paese in declino?

Perché se tanto mi da tanto, questa è l'ennesima dimostrazione che quando questi signori della cosiddetta società civile (perché noialtri che siamo? Incivili o militarizzati? Non capisco...) si buttano in politica, lo fanno per uno scopo e uno solo: farsi i cazzi loro!

martedì 19 febbraio 2013

Per la cronaca: ho vinto io!

Beh, ragazzi, che dire?

Chi la dura la vince, su questo non c'è dubbio... solo non mi aspettavo che il “nemico” capitolasse così presto e in modo così melodrammatico.

Mi spiego: come ormai già sapete, ho preso la buona – anzi, ottima – abitudine di rispedire al mittente tutti quei prodotti che non rispondono alle aspettative e/o alle mie esigenze, a maggior ragione se il prodotto è stato acquistato sulla base della presentazione prodotta dal venditore/fabbricante ovvero sulla base dei commenti e delle recensioni degli utenti/clienti.

Quando verifico che quello che ho in mano non corrisponde al vero, glielo rispedisco indietro e tanti saluti al secchio... 'sti cazzi, so' finiti i bei tempi dello spandi e spendi senza costrutto o meglio, senza che i responsabili ne pagassero lo scotto, praticamente senza colpo ferire!

Ora, dopo questa cura intensiva, che non fa sconti a nessuno, badate bene, anche quando per rimandare il pezzo indietro ci devo mettere del mio, qualche risultato alla fine l'ho ottenuto.

Purtroppo non quello che mi aspettavo, cioè un cambiamento radicale di atteggiamento da parte delle varie piattaforme di e-commerce italiote ma nel senso che sono arrivati (loro!) alla saturazione; l'ultimo libro-sòla che mi è arrivato, infatti me lo hanno rimborsato ipso facto chiedendomi contestualmente di non rispedirglielo indietro!

A questo punto, delle due l'una: o si sono resi conto che con 'sta storia dei resi stanno spendendo un botto (sai com'è, come socio Amazon Prime io le spedizioni inbound non le pago e quando rimandi indietro qualcosa perché inadeguata/guasta o non corrispondente etc. purché non si tratti di un errore vostro, anche quelle outbound sono aggratisse!) ovvero hanno capito alla fine che cialtroneggiare non paga più e che è meglio tacitare il cliente, piuttosto che rischiare di perderlo.

Alla buon'ora, dico io...

lunedì 18 febbraio 2013

Hai capito le italiche brave ragazze!

Notiziola dalle connotazioni decisamente piccanti, tanto per rompere la monotonia e ribadire, caso mai ce ne fosse ancora bisogno, come l'altra metà del cielo, sotto sotto, non sia poi così diversa da noi.

Certo, notoriamente noi siamo i porci per antonomasia, mentre loro sono sempre delle dolci fanciulle simbolo di castità e di purezza... salvo poi rivelarsi per quello che realmente sono, specie quando parlano tra di loro (mai capitato di ascoltare un gruppetto di donne che parlano di sesso? Roba da far arrossire un orco!) ovvero quando si decidono a concedere le loro grazie, cioè delle porcelle allupate... soprattutto, gli piace sperimentare molto più che ai tanti maschi che pensano che fare sesso si riduca essenzialmente ad una gara di stantuffi.

Posso affermare tutto ciò con pochi rischi di smentita – se non da parte dei soliti ipocriti e bacchettoni, quelli del si fa ma non si dice (tranquilli, il gioco delle bugie lo facciamo dopo) – per esperienza personale e diretta corroborata da ulteriori prove che ora vi dirò.

Come qualcuno di voi già sa, sono un patito del e-commerce sia come compratore sia come venditore, con un discreto record al mio attivo come commerciante, ancorché non professioAnale; tra gli oggetti che traffico di più sul web ci sono libri, video e gadget, nuovi e usati, molti dei quali attinenti alle 3 G di questa pagina.

Tra gli articoli che vanno per la maggiore, non ci sono, come uno potrebbe pensare, quelli di oplologia ovvero di narrativa bensì quelli legati alla sfera erotica e/o sessuale, dai romanzi erotici (quando non hard) ai manuali in stile Kamasutra, ai testi di sessuologia applicata ai libri e agli oggetti utilizzati per... pratiche meno note o comuni, o meglio, delle quali non si parla qui in Italia, se non a denti stretti e in privato, come bondage, fisting, spanking etc.
E indovinate un po' chi sono i maggiori acquirenti di questo materiale?
O forse sarebbe meglio dire chi sono le maggiori acquirenti, visto che – per quanto mi riguarda – le mie spedizioni riguardano nel 90% dei casi clienti donne, specie quando si parla di pratiche...esotiche, bondage in primis.

Anche perché è abbastanza notorio che se l'arte di legare è una pratica quasi prettamente maschile è ancora più vero che i soggetti della stessa sono eminentemente femminili... quel che però mi sorprende è vedere come siano invece proprio loro – le donne – a volerne sapere di più su questi... vincoli d'amore, segno che a loro piace sperimentare e in un certo senso amano l'inscindibile connubio tra piacere e dolore (si fa per dire, ovvio!).

Quello che mi piacerebbe invece è che fossero un po' meno ipocrite e che lo dicessero apertamente quello che vogliono e come lo vogliono, invece di lasciarci sempre lì come tanti capponi a scervellarci o peggio, a subire i loro rimproveri (e gli improperi, i musi e quant'altro) quando non sono soddisfatte!

Ce l'avete una bocca, no, porco cane?! Usatela per qualche altra cosa che non sia... lamentarvi (e qui mi taccio per non scadere oltre) e forse otterrete quello che cercate...

venerdì 15 febbraio 2013

Eh, ma allora sei de coccio!


È quanto vado ripetendomi da un po' di giorni a questa parte, specie dopo aver dovuto rispedire al mittente (vedi post dell'altro giorno) per l'ennesima volta, l'ennesimo volume acquistato praticamente a scatola chiusa per i notori problemi che già ho illustrato.

Nuova pietra dello scandalo, il mattone edito dalla Lorenz Books, edizione 2010, della Enciclopedia Illustrata delle Armi nel Mondo – questo il titolo tradotto dall'inglese – un libricino di sole 512 pagine, rilegato, a colori, del modico peso di 1,4 kg – una mattonata, appunto – dedicato (ma è il caso di dirlo?) alle (cito) pistole, fucili, rivoltelle, mitragliatrici e moschetti automatici attraverso la storia in 1100 fotografie.

Detta così, è una figata ed infatti l'ho presa per buona e l'ho acquistato ipso facto sperando di non imbattermi nell'ennesima inculata.

Ok, diciamo che, per essere una enciclopedia illustrata, in effetti enciclopedica e illustrata lo è; la parte storico/tecnica non è male ed è corredata da una discreta iconografia... niente di nuovo o di trascendentale, badate bene, tutta roba che ho già visto pubblicata su altri volumi di altre epoche ed altri autori ma tant'è, si sa che quando si parla di armi antiche e/o di storia delle armi le immagini a disposizione sono più o meno sempre le stesse, quindi ci possiamo anche stare.

Il problema viene con la temeraria affermazione di aver trattato nel volume tutte le armi dall'antichità ai giorni nostri... opinabile, dal momento che – a parte un paio di rivoltelle Colt a percussione della prima metà del XIX secolo – le armi presentate nella sezione alfabetica, per nazioni e produttore, includa sempre e solo armi a cartucce metalliche a percussione centrale, cioè solo roba moderna o contemporanea, da qui l'immediata e sgradevole sensazione di essere stato preso un'altra volta bellamente per il culo...

C'è di più e di peggio (e figuriamoci!) in quanto anche il titolo del libro è a dir poco fuorviante, perché autori e redattori avrebbero dimostrato un po' più di onestà intellettuale a chiamare questo tomo: L'enciclopedia illustrata delle armi MILITARI nel mondo, visto che non c'è un pezzo che sia uno di tutte le 1100 e passa armi illustrate che non sia stata ideata, progettata e fabbricata in vista dell'adozione da parte di qualche forza armata o di polizia/paramilitare del mondo.

Le armi cosiddette civili sono state trattate come quelle antiche: non ce n'è nemmeno la puzza.

Ma la cosa che più mi ha mandato in bestia è stato il criterio ignorante con il quale sono state scelte e presentate armi in questo libro.

Anche i sassi sanno che ci sono armi che – in ogni epoca – hanno avuto una diffusione a dir poco ubiquitaria, basti pensare ad esempi come il fucile a ripetizione ordinaria Mauser Modello 98, oppure al più recente e famoso Kalasnikov AK 47; solo di queste due armi sono stati prodotti milioni di esemplari, nel caso del primo poi, in decine di calibri diversi per venire incontro alle specifiche esigenze degli eserciti nazionali, così come di queste armi sono state prodotte, su licenza e senza licenza, copie più o meno modificate.

Che cazzo di senso ha sprecare spazio ed inchiostro per ripetere ad libitum sempre le stesse cose sotto le varie voci nazionali?

Voglio dire: il Mauser è stato adottato da mezzo mondo già dalla fine del XIX secolo, così come l'AK47 (o il FAL o il G3) sono diffusi in oltre 80 nazioni nel mondo... c'è bisogno di dedicargli un paragrafo sotto ciascuna nazione, lasciando così fuori chissà quanti altri pezzi che – meno noti o diffusi, certamente – avrebbero forse più meritato quello spazio?

Una scelta incomprensibile, a maggior ragione poi quando coinvolge armi assolutamente marginali nel paese stesso di provenienza che però sono state – chissà come o perché – adottate dalle forze armate o di polizia di questo o quel paese minore.
E non è che ci siano un caso o due, ma decine di casi come questo.

Riguardo poi il fatto che si tratti di una enciclopedia illustrata... bhé, ho qualcosa da ridire in proposito, perché propria a causa della scelta scellerata operata dagli autori, le famose fotografie professioAnali tanto decantate si riducono per forza di cose (principalmente per motivi di spazio) a francobolli talmente rielaborati e ritoccati al photoshop da risultare pressoché finte ad una prima visione poco attenta... se invece ci si mette di buzzo buono con una lente d'ingrandimento allora si che risaltano in tutto il loro splendore (si fa per dire, ovviamente)!

Non parliamo poi del fatto che un buon quarto – anzi, diciamo pure un terzo – dei pezzi proposti sono discussi ma non illustrati, in quanto manca qualsiasi supporto iconografico.

A casa mia, quando non ci si arriva con le foto, si cerca di rimediare con disegni al tratto o a colori, non si lascia un vuoto bianco nella pagina, è da peracottari.

Capite adesso perché ultimamente non faccio altro che acquistare libri e rispedirli indietro?

Cosa succede quando si concentra in un solo personaggio la Lega dei Gentiluomini Straordinari...

Sinceramente c'ho pensato un bel po' prima di decidermi a scrivere qualcosa su questo libro, perché per parecchio tempo, dopo averlo finito, mi sono chiesto non tanto se mi fosse piaciuto o meno ma soprattutto che senso avesse o dove volesse andare a parare l'autore con questo romanzo.

Posso capire che si tratti di un thriller/noir sulla falsariga dei romanzi alla Segretissimo, ma alla fine ho stabilito che si tratta essenzialmente di un lavoro che si basa quasi esclusivamente su tre fattori: un protagonista assolutamente fuori le righe, sensazionalismo e pugni nello stomaco, con una buona dose di scene di sesso e violenza (dove la componente violenza, brutale e gratuita prevale decisamente), che procede per esaurimento protagonisti, fino a lasciare solo lui, l'eroe solitario senza macchia e senza paura, che si allontana nel tramonto.

O almeno questa è stata l'impressione che mi ha lasciato questo La Legione delle Bambole, ennesimo thriller made in France dato alle stampe dal "pluripremiato" (da chi? Boh!?) Philip Le Roy tradotto anche nella lingua di Dante.

Cominciamo col dire che già da principio non condivido la scelta dell'editore italiano di cambiare il titolo – come troppo spesso accade nel Belpaese, del resto – del romanzo: il titolo originale - La dernière arme (letteralmente: L'arma finale) – rende molto meglio l'idea, una volta che si comincia ad addentrarsi nella trama, rispetto a La legione delle Bambole, che da invece la sensazione di voler puntare tutto sugli aspetti più pruriginosi della vicenda.

Perché a mio modesto parere, il primo e maggiore problema di questo thriller è che, specie nella seconda parte, vira decisamente al raccapricciante, cozzando però violentemente con la sospensione dell'incredulità.

Già il protagonista non si riesce a capire che razza di bestia sia: una specie di incrocio tra Sherlock Holmes e Bruce Lee ma che, tanto perché è l'eroe del bene che lotta per la salvezza degli innocenti, si comporta più come Rambo e Attila messi insieme, in quanto, picchia, tortura e ammazza, gratuitamente chiunque gli intralci il cammino, senza ritegno e senza mostrare la benché minima ombra di pietà e misericordia, spianando la... strada della giustizia come un rullo compressore strafatto di steroidi.

Non parliamo poi delle sue... capacita atletiche che sbordano nel sovrumano; a questo il superuomo di Nietzsche gli fa una pippa!

Posso capire che l'autore abbia in grande considerazione la pratica delle arti marziali, ma qui scadiamo nel ridicolo: nemmeno nei film di Jackie Chan si assiste a prodezze come quelle nelle quali si esibisce il protagonista, per non parlare del fatto che maneggia qualsiasi arma come un gunslinger dei film di John Woo.

Tanto poi perché non ci facciamo mancare niente, il nostro eroe è peggio di James Bond e del Capitano Kirk messi insieme, un vero trombeur de femmes, visto che sta a fare un'arte ad ogni piè sospinto: ovunque si gira, trova frotte di Bond Girls estremamente disponibili che gli si concedono senza starci a pensare su troppo; peccato che poi facciano (quasi) tutte una fine invereconda, finendo per lo più morte ammazzate – alcune con modalità da slasher movie di quart'ordine – e sempre a causa delle prodezze del nostro eroe.

Ma quello che mi ha dato più fastidio di tutto è stato l'approccio sensazionalistico con il quale l'autore affronta il tema (lo ammetto, a me particolarmente caro) della tratta delle schiave dell'est destinate al mercato clandestino e illegale del sesso, a mio modesto avviso nient'altro che un mero pretesto per giustificare scene di una brutalità gratuita al limite del raccapricciante, con l'unico scopo apparente di far rivoltare lo stomaco ai lettori più sensibili o meno avvezzi al genere sex and violence più hardcore.
In quanto a questo, ammetto però che raggiunge perfettamente lo scopo e lo dico io che sono – per certi aspetti – un cultore del genere...

Pur ammettendo che ha fatto i suoi compitini per benino, Le Roy ha tratto dall'argomento della prostituzione forzata solo gli aspetti più morbosi della questione, frutto più a mio avviso delle tante, troppe leggende metropolitane e del giornalismo scandalistico più becero che su queste cose ci campa, che non affidandosi ad una seria indagine, dimostrando superficialità e ignoranza pratica in materia... eppure, se voleva scrivere qualcosa di appena appena più realistico, gli bastava semplicemente mettersi a fare due chiacchiere con una qualunque delle tante ragazze di strada presenti anche sulle vie e per le strade del paese transalpino, per farsi un'idea.

In particolare ho trovato assai inverosimile, per non dire incredibile, l'escamotage per cui tutti i traffici e le attività criminali del mondo – ivi compreso lo sfruttamento e la riduzione in schiavitù di donne e ragazzine – sono legati all'esistenza di una specie di Spectre James Bond style (e di cui il nostro supereroe, tra l'altro, liquida la dirigenza in solitaria, senza colpo ferire e soprattutto senza battere ciglio) così come trovo inverosimile la triste sorte cui sono destinate le bambole della legione, che finiscono tutte concentrate in una specie di enclave del sesso nei Balcani, dominata dal cattivissimo signorotto della guerra di turno, con tanto di esercito personale armato fino ai denti al seguito.

Tutto molto pratico per l'eroe, in vista del finale col botto ma abbastanza irreale, visto che lo scopo dei cattivi in finale è quello di far sparire dalla circolazione le pericolosissime armi finali da cui il titolo, sulla falsariga di quanto ha fatto l'amministrazione Bush con i (sospetti) attivisti di Al Qaeda, prelevati ai quattro angoli del globo e lasciati poi alle amichevoli attenzioni di stati amici, complici e satelliti degli States.

Ma quello che mi ha fatto veramente uscire fuori dai gangheri è proprio la conclusione del romanzo.

Voglio dire: mi trascini letteralmente ai quattro angoli dell'orbe terracqueo, con una girandola di salti mortali, agguati, tradimenti e depistaggi (cosa che, dopo la terza o quarta volta, diventa abbastanza noiosa, oltreché ripetitiva) per qualcosa come 400 pagine e poi tutto quello che sai fare è condensare in una cinquantina scarsa di paginette d'azione caotica, frenetica e al limite del credibile, l'intera vicenda per poi concludere tutto con il più spaventoso massacro dai tempi della caduta di Costantinopoli!?

In pratica cominciamo con una indagine di polizia su un caso di persona scomparsa, da cui si passa, non si sa come né perché, all'intrigo internazionale per poi virare al hard-boiled cum hardcore più spinto per finire in un'operazione di salvataggio in perfetto stile Missing in Action che però, a differenza di un qualsiasi action-movie che si rispetti, si conclude con un bagno di sangue peggiore di quello conseguito al blitz delle Forze di (in)Sicurezza Algerine all'indomani dell'occupazione del sito petrolifero da parte delle forze jihadiste magrebbine di qualche settimana fa...

Non voglio dire, non mi aspetto certo una storiella a lieto fine, visti i presupposti ma nemmeno la versione brutta, triste e stupida di Delta Force (intendo il film, ovviamente).

Decisamente troppa insalata per un po' di zuppa e tutta insieme, troppe pagine, troppo inverosimile, troppo tutto...